Monday, September 16, 2013

Cambodia

Qualche anno fa la Cambogia è entrata indissolubilmente nella nostra sfera vitale.
Gli sguardi, i colori, le espressioni, le musiche, i disastri passati e presenti e gli odori e sapori.
Ed anche la memoria e la nostalgia, miste al desiderio di fare, di mettersi a disposizione.






Prima era pressoché solo questo: Kim Wilde-Cambodia

Sunday, September 15, 2013

Il senso di giustizia e l'equilibrio

Spesso ci si scontra con sentimenti di rancore che appaiono generati da azioni o condizioni ritenute ingiuste. E ci si domanda se il fondamento di questi sentimenti sia giusto o meno. Se, di fatto, ingiustizia ci sia, oppure se il percepito sia sbagliato.

Delusione, tristezza, senso di solitudine che derivano dal confronto con altri. Non invidia, bensì sensazione di non giustizia, dicevamo. Una giustizia attribuita ad altri e non a noi. Una pietà nei confronti della nostra virtù che non viene riconosciuta e un senso di mancata giustizia per non essere i beneficiari di quella stessa che è stata attribuita ad altri.

Quanto siamo obiettivi nella nostra soggettività?
Quanto sappiamo essere forti nella nostra debolezza?
Quanto sappiamo resistere nella nostra fragilità?

Chi non ha ricevuto guarda chi ha ricevuto e si domanda perchè a lui no e all'altro si. Può essere la vita solo umiliazione? Per alcuni si.

Soundtrack: Philippe Jaroussky - Vedro con mio diletto

Pensiamo agli immigrati che lasciano tutto (un tutto che non è nulla rispetto a quello che vorrebbero avere, immigrando) e partono da zero. Anzi da un livello che è meno di zero e, poi, vedono dare opportunità ad altri, venendone esclusi. Ed oggi, le opportunità si lesinano anche a chi vive in un paese dove è nato.

Si tratta di un sentimento, questo, che può essere assimilato all'esclusione. Avere un tesoro, un gioiello bellissimo, una dote unica ed essere ignorati. Non essere riusciti a fare riconoscere questo valore da alcuno. Perché? Altri sono stati riconosciuti. Perché?

E' giusto parlare di "sorte"? Di un qualcosa che non dipende da noi? Non è forse un mascherare, un non volere neppure ipotizzare la possibilità di un nostro difetto?

 Se di sorte si tratta, si accettano quindi l'imponderabile e il bizzarro come giudici del nostro essere e delle nostre azioni.

Soundtrack: Philippe Jaroussky with L'Arpeggiata and Christina Pluhar: Monteverdi "Si dolce"

Orazio Gentileschi - Suonatrice di liuto
Qui entriamo nel merito del concetto di giustizia e ingiustizia ricevute. Ma siamo obiettivi?
E il problema nasce perciò non dall'evento che ha generato il tutto ma dalla mancanza di obiettività.

L'essere obiettivi ci permette di distinguere ciò che vale da ciò che non vale in noi. E ci offre quindi l'occasione di prendere la forza di reagire migliorandoci, se siamo in difetto, e di agire con forza se abbiamo ragione.

Forse l'obiettività deriva anche dal distacco con cui guardiamo alle cose. Il non desiderare in eccesso qualcosa ci permette di misurare i nostri sentimenti e le nostre azioni, commisurandoli all'obiettivo finale. Allora, l'obiettività diventa equilibrio e quindi è questo il punto centrale.


E l'equilibrio può essere una dote, ma più spesso si tratta di una disciplina a cui ci si educa e a cui si deve educare. Un segreto per la felicità.
Caravaggio - Il suonatore di liuto

Soundtrack: Lascia ch'io pianga (Handel)




Wednesday, September 11, 2013

A cosa serve avere le mani pulite se si tengono in tasca

Don Lorenzo Milani - Don Primo Mazzolari, due identità, due sacerdoti, due spiriti liberi, due persone scomode, due figure proiettate nel futuro.

Soundtrack: Mozart - Requiem

Don Milani, un prete costretto a inventarsi maestro, per la situazione in cui chiesa e stato l'avevano  messo, a furia di inadempienze e omissioni, ma contemporaneamente deciso a non rinnegare la propria dignità e libertà responsabile, di cittadino.

Prete scomodo per tutti: per il suo spirito critico e indipendente. Scomodo per la Chiesa, scomodo per la sinistra e per l'ideologia comunista, scomodo per gli intellettuali che non sposavano il dire con il fare attivo, scomodo per gli opportunisti e per gli intransigenti e i conservatori.

La forza delle proprie idee che non si sono mai piegate alle autorità e al conformismo e all'opportunità. Al fianco dei poveri, degli ignoranti, di coloro che non contano. A loro difesa per promuoverne crescita culturale e conseguentemente consapevolezza di quanto di diritto e di dovere.

Soundtrack: Blowing in the wind-Neil Young

Un vero realismo rivoluzionarioincapace di accettare acriticamente l’esistente solo perché facente parte del consueto, della norma.


Inno della disobbedienza civile con il suo schierarsi a favore dell'obiezione di coscienza. Contro i tribunali militari e la stupidità dei cappellani militari.

Don Milani ci ha insegnato che l'educazione è un dono e la virtù della disobbedienza, il diritto di abbattere i cancelli delle dimore dei signori per costruirvi le case dei poveri, ma anche il dovere di non farci possedere dalla visione del mondo dei signori.

Link: Lettera ad una professoressa

Don Milani chi ha insegnato di non dimenticare mai, anche dopo essere usciti dall’indigenza e di essere cresciuti socialmente, la sofferenza dei nuovi poveri. Noi, i poveri di una volta non dobbiamo dimenticarci dei poveri di oggi e del futuro. Siamo tutti uguali. Anche in senso transnazionale.

Soundtrack: No frontiers-The Corrs

Don Primo Mazzolari, prete, partigiano, clandestino, antifascista. Fondatore del quindicinale "L'Adesso", si attirò i contrasti delle autorità ecclesiastiche che ne decretarono la chiusura dopo 2 anni di vita. Ottenne (!) il divieto di predicare al di fuori della propria diocesi e di pubblicare articoli senza una preventiva valutazione ecclesiastica. Vi ricorda qualcosa? John Ball nel 1300 ...

Gli articoli uscirino lo stesso ... con uno pseudonimo. Parlava di PACE e furono censurati dalla Chiesa! Parroco della Chiesa dei poveri contro una Chiesa dei ricchi.

"Nessuno è fuori della carità" ... ricorda alcuni pensieri del nostro Papa Francesco I.

Come Don Milani, il passo verso l'obiezione di coscienza era automatico. Siamo negli anni cinquanta! "Tu non uccidere" è una pubblicazione del 1955 e parla dell'errore di considerare una "guerra giusta". Sembra di parlare del contemporaneo. Ma perché non impariamo proprio nulla dalla storia. perché devono sempre prevalere logiche di convenienza economica e politica. L'uomo non vuole la guerra.

Soundtrack: Tomorrow Never Knows - Greg Howard Chapman Stick guitar


Perché non si è sviluppato a 360° il movimento di resistenza cristiana contro la guerra? Perché solo Papa Montini e Papa Giovanni XXIII sembrano averlo ascoltato? Tardivamente.

"Non a destra, non a sinistra, non al centro ma in alto"

"L'Adesso" quindicinale di don Primo Mazzolari - Anno 1° n. 3 Martedì 15 febbraio 1949

"Direte che non c’è un alto in politica e che, se mai, vale quanto la destra, la sinistra, il centro. Nominalismo mistico in luogo di un nominalismo politico: elemento di confusione non di soluzione.

E’ vero che una nuova strada non cambia nulla se l’uomo non si muove con qualche cosa di nuovo, e che un paese può andare verso qualsiasi punto cardinale e rimanere qual è. Ma se gli italiani fossero d’accordo su questo fatto, la fiducia, della tonomastica parlamentare sarebbe felicemente superata. 

Fa comodo ai neghittosi credersi arrivati per il solo fatto li muoversi da destra invece che da sinistra. Saper la strada o aver imbroccato la strada giusta non vuoi dire camminarla bene o aver raggiunto la meta. 

Il fariseismo rivive in tanti modi e temo che questo sia uno dei più attuali. 

La giustizia è a sinistra, la libertà al centro, la ragione a destra. E nessuno chiede più niente a se stesso e incolpa gli altri di tutto ciò che manca, attribuendosi la paternità di ogni cosa buona. 

Non dico che siano sbagliate le strade che partono da destra da sinistra o dal centro: dico solo che non conducono, perché sono state cancellate come strade e scambiate per punti d’arrivo e di possesso. 
La sinistra è la giustizia - la destra è la ragione - il centro è libertà. E siamo così sicuri delle nostre equazioni che nessuno s’accorge che c’è gente che scrive con la sinistra e mangia con la destra: che in piazza fa il sinistro e in affari si comporta come un destro: che l’egoismo di sinistra è altrettanto lurido di quello di centro, per cui, destra, sinistra e centro possono divenire tre maniere di «fregare» allo stesso modo il Paese, la Giustizia, la Libertà, la Pace. 
L’alto cosa sarebbe allora? 
Una destra pulita, una sinistra pulita, un centro pulito, in virtù di uno sforzo di elevazione e di purificazione personale che non ha nulla a vedere con la tessera. 
Come ieri per la salvezza non contava il circonciso né l’incirconciso, così oggi non conta l’uomo di destra né l’uomo di sinistra, ma solo la nuova creatura: la quale lentamente e faticosamente sale una strada segnata dalle impronte di Colui, che arri­vato in alto, si è lasciato inchiodare sulla Croce a braccia spalancate per dar la sua mano forata a tutti gli uomini e costruire il vero arco della Pace."


... impressionante, vero? Sono parole di 64 anni fa ...

Soundtrack: War-Bob Marley
 

Hasta siempre Presidente Allende

40 anni fa - 11 Settembre 1973 in Cile un golpe militare rovesciava il presidente socialista Salvador Allende, eletto tre anni prima e rappresentante del partito Unidad Popular.

Soundtrack: Venceremos

Allende dichiarò subito di sentirsi il presidente di tutti i cileni, all'interno di una coalizione nella quale, accanto ai partiti di ispirazione marxista, erano presenti cattolici e la sinistra.


Sostenitore dei lavoratori e delle classi disagiate e con atteggiamenti di forte sospetto nei confronti delle multinazionali, Allende era visto con molta preoccupazione da parte degli Stati Uniti non solo per il contenuto politico della sua figura e del suo governo (visto come comunista e di area sovietica) ma anche (se non soprattutto) per gli enormi interessi economici USA in quell'area.

Nixon era apertamente ostile ad Allende e non solo aveva cercato di impedirne l'elezione a Presidente del Chile ma, si sospetta che abbia posto i presupposti per favorire un eventuale golpe.



Una volta insediato, il governo del Presidente Allende iniziò a realizzare la sua "piattaforma" di riforma socialista della società cilena.

Le riforme socialiste di Allende presero il nome di "rivoluzione con empanadas e vino rosso", a sottolinearne il carattere pacifico.

Ad essere sinceri, è necessario fare un'analisi politica ed economica del periodo di presidenza di Allende perché ci sono stati errori, ingenuità ed altro che hanno in parte creato i presupposti per la creazione/sviluppo di un fronte di opposizione che è poi sfociato nella successiva evoluzione nefasta. In politica, un certo integralismo può contrstare l'effettiva evoluzione progressista. In un articolo pubblicato sull'International Journal of Epidemiology, si trova questa valutazione critica, interessante da leggere. (Link: Int J Epidemiol)

Pochi mesi prima di morire, Salvador Allende tenne un intervento all'Onu (1972) in cui denunciava lo strapotere delle multinazionali che stavano sottraendo il potere alle democrazie in tutto il mondo. Un discorso altamente lungimirante e premonitore di quella che sarebbe stata la spaventosa e triste evoluzione del mondo... una delle tante Cassandre non ascoltate ...  (Link ONU)


Allende mori' durante il bombardamento del palazzo presidenziale, La Moneda, non senza aver parlato alla radio un'ultima volta al popolo cileno (link: Radio) denunciando i generali golpisti, capeggiati da Augusto Pinochet.

 Decine di migliaia di cileni morirono nella durissima repressione seguita al colpo di stato dell'11 settembre 1973 e nei 17 anni della feroce dittatura fascista.

Ed oggi?
"Very little remains of Allende’s Chile. Almost all of his policies were reversed following the military coup and the capitalist oriented counter-revolution that followed. General Pinochet’s regime returned most of the industries nationalized by Allende to their prior owners, slashed public spending, and repressed the trade union movement. 
However, a small number of Allende’s most popular policies remain to this day, such as the half litre of milk provided daily to Chilean school children and the state’s ownership of most of the copper industry. One lasting achievement was the elimination of the latifundios in the countryside, although ironically Allende’s socialist reforms in this sector, in removing the large land owners, paved the way for the capitalist mode of agricultural production established by the military after 1973.
In a broader political sense, the memory of the Allende period and the dictatorship that followed continue to divide Chileans to this day. For some, the 3 years of Allende’s government represent the only time in Chilean history when the working class and the poor gained a genuine stake in running the country and the economy."
(International Journal of Epidemiology 2005; 34: 737–739 - Richard Muir and Alan Angell)

Non posso quindi fare altro se non salutare Salvador Allende in modo caro e affettuoso "Hasta siempre Presidente"!

Soundtrack: El pueblo unido jamás será vencido

Sunday, September 8, 2013

Demetrio

 Efstràtios Dimitrìu (Ευστράτιος Δημητρίου) in arte Demetrio Stratos (1945-1979).


Ricercatore musicale, cantante, compagno. La sua voce come strumento musicale da accordare, da suonare. Diplofonie, trifonie, quadrifonie.

Soundtrack: Flautofonie

Voce e personaggio di prima linea dei Ribelli e degli Area, si è dedicato dal 1978 alla ricerca musicale, acquisendo un ruolo internazionale grazie alle collaborazioni con John Cage, con la Dance Company, con Jasper Jones e con Andy Warhol.

 Soundtrack: Suonare la voce


Ricordo la sua figura, la sua voce, la sua intelligenza.

In una Milano degli anni settanta, affascinante per la vivacità intellettuale alternativa e creativa.

Ricordo le sue scorribande notturne ai microfoni di Radio Milano Centrale, in un'epoca di Radio Libere.

I suoi concerti al Parco Lambro, alla Villa reale di Monza, ai Navigli, alla palazzina Liberty.


 Soundtrack: La mela di Odessa (Lambro)




Ricordo affettuoso, nostalgico, vivo, presente di un mondo che non esiste più se non nel nostro cuore e nella nostra mente.

E nelle orecchie.


 Soundtrack: Gioia e rivoluzione




Grazie Demetrio.

 Soundtrack: Omaggio a Demetrio

Saturday, September 7, 2013

Inconscio e Inconsciamente

Cléo de 5 à 7 - Agnés Varda - 1962


Si parla di inconscio ma l’inconscio è uno solo? Ognuno di noi ne uno e basta? E’ un qualcosa di unitario? Queste domande sorgono spontanee perché le azioni che derivano da quanto chiamiamo “inconscio” sono molteplici e di natura differente.

E, ciò che avviene inconsciamente è condizionato dall’inconscio (o dagli inconsci) o si realizza senza una ragione precisabile? Quindi, potremmo dire che all’inconscio appartiene  tutto ciò che non è definibile dalla razionalità vigile, bensì da una razionalità onirica.

Soundtrack: Musical Box - Genesis

Questo perché “agire inconsciamente” non è lo stesso di “agire istintivamente” in quanto nella prima azione esiste un che di razionale, derivato, condizionato, filtrato, mentre nella seconda esiste solo una logica diretta, non filtrata, automatica.

Jacques Lacan aveva elencato ben otto tipi di inconscio, connotati dal comune denominatore della mancanza di consapevolezza:  “Le significant agit séparément de sa signification à l’insu du sujet.”

In questo senso, ciascuno di noi percepisce la forza dell’inconsio nell’ambito del cosiddetto “pensiero visivo”, cioè di quando percepiamo  una sensazione che non è razionalmente indotta dall’oggetto che stiamo osservando. In pratica, è il vedere qualcosa avvertendo una sensazione che non è direttamente correlabile (per forma, ambiente, significato) all’oggetto stesso.

Soundtrack: Psycho Killer - Talking Heads

Potremmo fare riferimento alle macchie di Rorsach o agli studi di Margaret Numburg. Le macchie o i disegni esplicitano la potenzialità dell’inconscio. E, all’inverso, possiamo considerare il Tachismo come espressione di un inconscio artistico percettivo, o meglio di una volontà di fare guidare il gesto pittorico dall’inconscio.

Mark Tobey

Il linguaggio gestuale/pittorico è infatti più liberamente legato all’attività immaginifica e spontaneamente simbolizzatrice, rispetto al linguaggio verbale, generalmente imbrigliato in regole formali. 

Il gesto, d’altra parte, è infatti più libero, enormemente più libero della parola.

Si segue il concetto zen di KO-TSU, di “spontaneità dell’azione” che si lega alla conoscenza irrazionale (prajna) che è figlia della velocità, intesa come immediatezza di esecuzione, e figlia della contemporaneità tra pensiero ed azione.


Un inconscio che si concretizza, non un gesto istintivo, quindi.

Giuseppe Capogrossi
Il gesto viene controllato non più dall’idea razionale, educata, condizionata ma dal movimento guidato da qualcosa di inconscio che, per essere salvaguardato dal razionale, deve tradursi/utilizzare nella/la velocità di esecuzione.

Analogamente, come altra espressione di questo affiorare dell’inconscio nel gesto, si possono annoverare gli alfabeti asemantici (Tobey) ma anche i segni non discorsivi, benché assimilabili a significanti di se stessi e per se stessi (Capogrossi).

Soundtrack: Stairway to Heaven - Led Zeppelin

Il segno per questo deve essere talmente nuovo e non allacciarsi o ricordare alcunché. (Dorfles) E in questo modo diviene espressione totale del sé artistico o dell’inconscio artistico. (Alcoplay)

Georges Mathieu
L’evoluzione ulteriore in senso liberatorio, per abbattere ancora di più gli eventuali intermediari tra pensiero libero artistico, inconscio e il risultato artistico si è poi concretizzata nell’eliminazione, in campo pittorico, del tramite per antonomasia, dello strumento intermediario del pittore, il pennello.

L’espressione del gesto che si traduce in segno senza interposizioni di strumenti trova realtà nel dripping di Jackson Pollock ma anche, se vogliamo, nel body painting di Yves Klein.



Yves Klein
A questo punto, però, ci si può domandare se il risultato possa essere la figurazione stessa dell'inconscio o piuttosto il prodotto non sia solo un'espressione materialmente limitata dello stesso. 

Infatti, il risultato del gesto inconscio non è il gesto stesso ma il suo valore simbolico, cioè ancora una volta il significante sganciato dal significato e interpretabile dall'osservatore mediante il pensiero visivo. 


Arbitrario, soggettivo e sganciato dal significato originario perché scaturente dal soggetto-autore.

Soundtrack: When the music is over - The Doors 
 

Friday, September 6, 2013

Le parole. Già. Dissolvono l'oggetto (Giorgio Caproni)

"Stava sdraiato al sole e davanti ai suoi occhi passava un'immagine dietro l'altra. Non sapeva né leggere, né scrivere e non aveva mai visto un libro, eccetto il messale miniato del prete, eppure la sua mente era uno scrigno di racconti."
La crociata dei bambini; Eileen e Rhode Power, 1926

Quante volte la nostra attenzione reagisce solo di fronte ad uno stimolo pregiudiziale? Quante volte prestiamo attenzione solo se qualcosa ci perviene da persone che stimiamo o rispettiamo (o dobbiamo rispettare)?

Eppure, il dono del pensiero è comune a qualsiasi uomo. Dal genio all'oligofrenico. Dal colto all'incolto. Dallo studioso all'ignorante.
Will Hunting – Genio ribelle
Perché allora il nostro giudizio si attiva dopo il pre-giudizio? Se uno stolto, ma importante, parla, allora prestiamo attenzione. Se un "nessuno" parla, a stento lo ascoltiamo.

Certo, non sempre è così ... ma è molto frequente.

Soundtrack: Gabriel Fauré-Pavane Op. 50

Dressed animals - Miguel Vallinas
Viviamo in modo assai buffo senza prestare attenzione a ciò che vale, bensì a ciò che proviene da fonti che consideriamo rilevanti. Per stima, per autorevolezza, per autorità.

Non solo, ma predilegiamo considerare più ciò che è affine al nostro pensiero che non ciò che è contrario. Una sorta di pigrizia nei confronti di quanto ci mette in movimento, in discussione. Eppure, il rifiuto della discussione ingenera staticità e questa è nemica dell'evoluzione, della crescita, del mettersi in moto, del progredire.

Ecco, si direbbe che siamo vittime del pre-giudizio, dell'opportunismo e della pigrizia (o dell'autoreferenzialità). Tutto questo, per chi si perita di appartenere all'homo sapiens non è certo un granché.

Soundtrack: Classical Sax Tenor-Erin Royer

E allora, "find the way", come si ripeteva Diana Nyad, la nuotatrice non più giovane che ha percorso le 110 miglia (177 km) che dividono Cuba da Key West. Un mantra che stimola a non sedersi mai, a cercare sempre qualcosa al di là di noi stessi, prendendo tutto quanto ci offre la vita come "provocazione" positiva.

Federico Garcia Lorca - Genio ribelle
Perché è dalla provocazione che si è stimolati all'azione, alla riflessione, alla ricerca del significato. Quello dei gesti, delle parole, dei suoni, dei colori, dei sapori, degli odori, dei contatti fisici.

Nulla è da escludere. Nessuno è da escludere. Tutto deve essere ascoltato, filtrato, analizzato. Per imparare sempre. In questo senso, si potrebbe dire che "nulla è del tutto inutile".

Abbiamo fortunatamente così tanto ancora da imparare che è una gioia immensa sapere di non sapere nulla.

Soundtrack: I know what I like and I like what I know - Genesis

Sunday, September 1, 2013

"Vagliate ogni cosa e trattenete il valore ..."

Questa è una frase tratta dalla prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi. Un documento scritto intorno all'anno 50 dopo Cristo. Oggi, voglio prendere spunto da questo perché credo che ogni riflessione che sia in sè giusta, debba/possa trovare una pari interpretazione indifferentemente dal punto di vista di partenza.
Valentin de Boulogne o Nicolas Tournier, San Paolo che scrive le sue lettere
Mi spiego. E' logico che per un cristiano, credente, osservante, questa frase abbia un significato forte nel senso di esortazione a guardare tutto ciò che circonda l'uomo vedendone/apprezzandone il reale significato e cioè la dipendenza, l'origine e lo scopo che sono nel e nel Divino e dei confronti dello stesso. Segni, nel termine della radice stessa che si trova nel concetto di "insegnamento", per vedere/riconoscere/interpretare.

Ma per chi non è dello stesso credo o che non ha un credo trascendente, come ad esempio l'uomo positivista, un uomo come Bertrand Russell che scrive negli anni trenta "Perché non sono cristiano", che concepisce il tutto del reale filtrato dalla propria intrinseca logica umana, questa stessa affermazione assume un significato finale totalmente diverso. Ma non per questo sbagliato.

Non si arriva più al legame con il Divino. C'è invece l'esortazione ad essere attenti al mondo per essere pronti a coglierne anche le sfumature e ad accoglierle criticamente per avvertirne il significato e la valenza. Quindi, di fatto, un'esortazione a non accettare passivamente il mondo e le sue espressioni e un pungolo ad essere sempre disponibili a filtrare il tutto (ogni percezione oggettiva e soggettiva), attraverso la propria esperienza, razionalità e cultura.

In fondo, potremmo dire che entrambi i punti di vista hanno in comune molti aspetti. Muta invece sia la premessa che il risultato. Anzi è la premess, il presupposto, che guida l'esito della riflessione.Come dire che la logica del ragionamento è corretta, la formula è la stessa, solo che per il primo personaggio (il cristiano, il credente) il punto di partenza e di arrivo è Dio e per l'altro che parte dall'uomo, il risultato è l'uomo.

Dovremmo, a tale riguardo, considerare una interessante (e forse leggere) prova ontologica, secondo i principoi della logica matematica, dell'esistenza di Dio, formulata da Kurt Godel. (link)

Prendiamo, ora, un'altra frase sempre dalle lettere di San Paolo ma questa volta ai Romani (12, 2); "e non vogliate conformarvi al mondo presente ...". Per il Cristiano la frase prosegue secondo la logica Divina "... affinché possiate distinguere qual'è la volontà di Dio." Vicevbersa, per il non Cristiano, la frase può finire l' al primo pezzo, dopo 7 parole, perché è già carica di significato.

Volesse il Cielo che l'uomo lì'avesse sempre seguita! Non saremmo ora di fronte al consumismo, allo pseudo-liberalismo, al culto della personalià forte, a quello delle personalità deviate e devianti, all'idolatria/immedesimazione nel furbo-prepotente-che-ha-successo, alla massificazione del tutto. Ed alla becera ignoranza che ha oltretutto perso le proprie radici-principio (cfr. Pasolini).

La domanda, a questo punto, è: "è giusto non volere conformarsi al mondo presente?"Non suona un po' retorica, anti-evolutiva, decadente, insomma, nostalgica? Ed anche granguignolesca? Anche qui ci si trova di fronte all'ambiguità di significato/interpretazione, ma, ma anche in antitesi alla preziosa onnivalenza di un frase.

In fondo, può significare sia chiusura (intesa come nostalgico rifiuto) che, all'opposto, apertura verso un nuovo modo di concepire ed agire (la nascita di una rivolta/rivoluzione). Anche in questo caso, il significato è dato dal punto di vista.

Se questa frase viene pronunciata da un nostalgico, un monarchico, un fascista ma anche da un tradizionalista (all'estremo, un amish per assurdo), suonerà antiliberale; viceversa, se pronunciata da un liberale, un anarchico, un progressista, suonerà libertaria. Sia chiaro, nessun giudizio positivo/negativo - in questa fase - sulla tipologia dei personaggi che pronunciano la frase.

Per concludere, altrimenti si può giocare all'infinito, ogni cosa, come dicevano i latini, è una "vox media". Possiede significati comuni ma anche opposti. E forse, proprio per questo, non vale la pena combattere caparbiamente ciascuno per perorare strenuamente la propria causa e farla prevalere su quella altrui. Forse si tratta di una riflessione pigra perché si deve sempre compbattere per qualcosa, per degli ideali.

Ma, forse, non è più importante vivere, rispettando ciascuno le opinioni altri e trovare sempre vie di dialogo, confronto e condivisione?

Soundtrack: O fai parte del problema ...

Friday, August 30, 2013

Finanza creativa, strumenti finanziari "tossici" e il cittadino

Finanza creativa è un concetto quantomai astratto e dai molteplici significati. Comiato per definire intuizioni e strategie innovative anche estreme per bilanciare situazioni economiche non favorevoli, riconosce in questo un comune denominatore che è il rischio. Un rischio che si sgancia da quello canonico, definito "ponderato", perché tale può essere l'azzardo da non potere essere del tutto definito.

Per questo, dal suo significato inizialmente positivo, o quantomeno un po' superficialmente "entusiastico", in conseguenza delle situazioni disastrose provocate, oggi per "finanza creativa" si allude ad un modo di gestire la finanza pericoloso (o quantomeno spericolato) ed eticamente (se esiste etica in finanza ...) poco corretto. L'aggettivo "creativo" assume un significato sarcastico, quasi ad indicare un modo di agire spregiudicato al limite dell'immorale ed illegale. Forse è meglio dire che questo tipo di finanza non ha nulla di "creativo" (la creatività è sempre bella) ma è solo "speculativa"!

L'assunto odierno abbraccia la pratica di gestire intermediazioni relative a strumenti finanziari privi di valore di mercato. Il limite della truffa si delinea nel fatto che spesso il contrattore, cioè l'ivestitore, essendo privo delle conoscenze specifiche, non è completamente consapevole dei rischi dello strumento e/o del suo effettivo valore. Il gioco si realizza in quanto l'intermediario o l'emettitore stesso non comunica la reale tipologia dell'investimento.

L'occasione
Mi sono scontrato per la prima volta in modo diretto con questa realtà quando, un giorno, recatomi nella filiale della banca che gestiva i pochi titoli in possesso della mamma, frutto dei risparmi di una vita di dipendente pubblico, nell'ambito della bufera dei titoli emessi dalle banche americane, mi sono reso conto che una parte dei risparmi materni era stata investita in titoli tossici. Chiedendo conto della cosa, poiché ero certo che mai mia mamma (ultra-ottuagenaria) mai avrebbe scelto di investire con rischio i pochi risparmi, mi sono sentito dire che la direzione generale dell'istituto bancario aveva dato mandato prioritario ai propri dipendenti di vendere tali strumenti. A tutti. Indipendentemente dal profilo dell'ivestitore, dalla sua età e dall'entità del patrimonio.

Vergognoso! Una filiale che era nata con pochi clienti tra cui mia mamma, nel lontano 1966, e che annoverava una clientela mediamente ultrasettantenne, si comportava così? Gabbare la fiducia dei propri clienti! Una gloriosa "Cassa di Risparmio ..." Alla domanda se il singolo impiegato si fosse mai domandato che in tale modo tradiva la persona che aveva davanti, candidamente mi venne confessato che la cosa era inevitabile perchè, in caso contrario (se cioè l'impiegato si fosse rifiutato di "sbolognare" titoli tossici) la sua carriera si sarebbe bloccata, come minimo! Quindi, tutta questa bella gente aveva preferito assicurarsi la carrierina piuttosto che mantenere una propria dignità nel rispetto di un'etica professionale ed umana.. Ci risiamo. L'abbiamo detto già molte altre volte. Non ci sarebbero dittature, criminali di massa e altro se non ci fossero tanti piccoli uomini che accettano di eseguire ordini che, concettualmente, non sempre condividono. Pol Pot, Hitler, Mussolini, ecc ... non hanno fisicamente ucciso tutte quelle persone che sono state vittime delle loro dittature. Lo hanno fatto tanti piccoli omini, con tanto di famiglia, figli e casettine e desideri piccolo-borghesi. Loro hanno ucciso. E' vero, un impiegato di banca che ha spacciato titoli tossici ai piccoli risparmiatori non ha ucciso ma può avere gettato sul lastrico delle persone, o quantomeno avere loro creato dei problemi. Fossi in loro non dormirei bene.

Non si impara dal passato ... se non conviene
Dimenticando (volutamente è da dire) i disatri provocati, le grandi banche d'affari americane sono oggi tornate a fabbricare le obbligazioni definite CDO (collateralized debt obligation) che nel 2007 per prime si meritarono l'appellativo di «titoli tossici». I mutui subprime americani vanno già a ruba. Gli investitori che si indebitano per comprare azioni a Wall Street sono aggressivi come nel 2007. I fondi di private equity mondiali sono tornati a strapagare le aziende e a rimpinzarle di debito. I mercati finanziari – secondo i calcoli del Sole 24 Ore – valgono oggi circa 740mila miliardi di dollari: circa 20mila miliardi in più rispetto ai picchi del 2007. Dieci volte più del Pil mondiale. Insomma, la finanza speculativa, gigantesca, prorompente è tornata. Quel mostro che nel 2007 si mangiò l'economia reale ruggisce ancora. Il problema è che oggi, se scoppiasse una crisi sistemica, gli Stati non avrebbero più molte munizioni per combatterla: hanno troppo debito. (Sole-24 Ore)


JP Morgan e Morgan Stanley stanno tornando ad assemblare i Cdo sintetici, cioè quelle obbligazioni che inglobano debiti di varia natura (mutui, bond aziendali, titoli vari) e che nel 2007 diffusero i rischi americani in tutto il mondo.

Questo sta tornando perché offrono buoni rendimenti (ancorché il rischio sia elevato) e gli investitori sono tornati a chiederli. I mutui Subprime americani vanno nuovamente a ruba.

È l'effetto della grande liquidità pompata dalle banche centrali. La cura dei mali del 2007 ha ridotto i sintomi ma ha ingigantito i mali. (Sole-24 Ore)

I derivati
I derivati sono strumenti finanziari complessi enormemente diffusi nel mondo e per questo con un ruolo di assoluta centralità nell’intera economia globale. Il termine "derivato" è la sostantivizzazione dell'aggettivo che denota un qualcosa che in sè non ha un'identità e quindi un valore. Infatti, i derivati sono titoli che in sè non hanno un valore perché non corrispondono ad un qualcosa reale, che esiste. Il loro valore "deriva" da quello di altri prodotti finanziari che invece sono reali. Il derivato "deriva" il proprio valore da quello del titolo sottostante (underlying asset). In questa logica, il derivato può di fatto "mascherare" il reale valore/rischio del "sottostante" con l'obiettivo di trarre un vantaggio(trading), ma anche fornire una garanzia al suo rischio (hedging = copertura), come un'assicurazione su un bene futuro (ecco perchè si chiamano "future". La differenza,  è che nel primo caso il sottostante asset è rischioso mentre nel secondo caso è solido.

Per lo più i derivati hanno un significato di strumento di speculazione perché fanno riferimento ad una "previsione" che è una scommessa sull'andamento futuro di un particolare indice di prezzo che può essere, in linea genrale, qualsiasi cosa (quotazione di titoli, tassi di cambio, di interesse, prezzo di merc, petrolio, materie prime, ecc ...). La peculiarità del derivato è che l'investitore (che assume il ruolo dello scommettitore) non ha alcun rapporto con l'asset da cui il derivato "deriva" il proprio valore. Ad esempio, un derivato che trae il proprio valore dall'andamento del mercato petrolifero e che viene acquistato da soggetti che non hanno alcun rapporto con il petrolio, oppure che trae il proprio valore dall'assicurazione stipulata sul rischio di incendio di un bene sul quale gli investitori non hanno alcun potere di controllo o altro.

Prendiamo l'esempio di un soggetto che ottiene un finanziamento e che diventa pertanto debitore verso un altro soggetto. Il rischio di solvibilità del debito da parte del primo è materia del soggetto che eroga il finanziamento e di nessun altro. Se invece su questo asset viene creato un derivato, il rischio di solvibilità del debitore può essere spalmato su un numero "n" di soggetti estranei all'operazione originaria. La conseguenza è che se il debitore è insolvente, questa volta il rischio diventa di proporzioni finanziarie maggiori perché coinvolge molte più persone e i relativi investimenti a catena.

A seguito dello scoppio della bolla finanziaria (economia virtuale), avvenuto tra il 2007 ed il 2008, i soggetti protagonisti della finanza internazionale sono riusciti, tramite i derivati, a scaricare le conseguenze della crisi sui settori produttivi dell’economia reale (le imprese) e sugli enti pubblici (e, conseguentemente sui risparmiatori e sulla collettività).

Nel mondo finanziario esistono diverse tipologie di derivati: SwapOptionsFuturesForwards, ciascuno dei quali presenta proprie peculiarità e comprende a sua volta dei sottoinsiemi. I contratti Swap (Swap = scambio) sono derivati sottoscritti da due soggetti che si impegnano a rispettare uno scambio di flussi finanziari prestabiliti nella qualità e nella quantità, ad una data prefissata. L'elemento del gioco è la data dello scambio.
- Interest Rate Swap. Rappresenta uno dei derivati finanziari più diffusi. L'esempio classico è quello della rinegoziazione dei mutui nel passaggio da un tasso fisso a variabile e viceversa. Due soggetti scambiano tra loro gli interessi calcolati sui contratti che non vengono scambiati. Di fatto può sembrare una condizione protettiva (Hedging) ma la scadenza dello scambio può rappresentare invece un grosso svantaggio quando le oscillazioni dei tassi siano molto rilevanti (il gioco sta in una controparte consapevole e nell'altra inconsapevole).

- Currency Swap. E' come quello sopra ma in questo caso la base dello scambio ci sono contratti subordinati a valute differenti. In pratica, ci si copre dalle variazione dei tassi di scambio di valute differenti, spalmando quelli delle une sugli altri e viceversa.
- Differential Rate Swap. Come quello sopra con la differenza che lo scambi riguarda un tasso di interesse variabile su valuta nazionale con un analogo tasso su valuta diversa. Di fatto, spalma il rischio dell'interesse su due valute che tra loro si possono bilanciare.
- Commodities Swap. Come dice il nome, si tratta di è un derivato basato su scambi al prezzo di una merce o materia prima (ad esempio, il petrolio) e tassi di interesse dall'altra. Anche in questo caso, l'oscillazione dell'uno può coprire quella dell'altro oppure offrire opportunità di vantaggi.

- Credit Default Swap. Si tratta di uno Swap diventato famoso perchè utilizzato a copertura del rischio di fallimento di interi Paesi, ad esempio quelli europei.Si tratta di spalmare quanto più possibile il rischio di insolvenza per tamponare e minimizzare i rischi. Tutto sta nella consapevolezza o meno del contraente. La cessione di parte del rischio è scambiata con la cessione di una quota degli interessi derivati dal rischio stesso. Questo tipo di derivato, diffusissimo oggi, è responsabile della forbice dello spread tra Paesi forti e Paesi deboli.

Ci sono derivati costruiti su altri derivati che a loro volta sono uno mix di derivati che a loro volta sono basati su un qualche tipo di garanzia, come ad esempio un mutuo su una casa. Tra i derivati più complessi ci sono quelli alla base dei cosiddetti mutui subprime. Volendo concedere mutui per l'acquisto di case a soggetti finanziariamente "deboli", cioè con un grosso rischio di insolvenza per precedenti o per tipologia lavorativa/sociale, sono stati creati derivati a parziale copertura del rischio. Questi però sono stati collegati ad altri derivati in garanzia ai primi, in sequenza infinita, al punto che era poi difficilissimo capire dovre avrebbe portato l'insolvenza del debitore iniziale.Di fatto si costituivano derivati "salsiccia" basati su numerosi altri derivati.

Con la crisi della solvenza immobiliare (anche relata al rialzo dei tassi di interesse), da un lato il mercato delle case subì il crollo per la immissione sul mercato di case a basso costo conseguenti al sequestro di beni a soggetti impossibilitati ad onorare i propri debiti, e dall'altra i detentori di derivati "salsiccia" si trovarono di fronte all'impossibilità di capire se questi avevano un reale valore oppure fossero privi di valenza. Si parla di "bolla immobiliare" perché il mercato era sostenuto dai mutui subprime e non da mutui realmente solvibili.

Too big to fail
Molte banche, piene di titoli tossici su cui aleggiava la percezione di un valore pressoché nullo, sono state salvate con denaro pubblico (il pubblico si è così sobbarcato gli oneri della finanza privata che aveva speculato) e per salvare le banche gli Stati si sono ulteriormente indebitati.

Ne è conseguita una recessione economica. Peccato che i finanziamenti alle banche non siano stati seguiti dalla riapertura creditizia finalizzata a promuovere la ripresa economica. Anzi, il credito a basso tasso offerto dagli Stati ha rappresentato un'opportunità di guadagno per le banche che hanno applicato su quegli stessi fondi, interessimaggiori. Il netto era rappresentato quindi dalla differenza tra il tasso da pagare allo Stato da parte delle banche e quello applicato dalle stesse ai privati.

Too big to fail. Ma forse era il caso di finanziare il cittadino, l'imprenditore direttamente o, quantomeno di definire regole sull'impiego dei fondi prestati dallo stato alle banche.



Thursday, August 29, 2013

ZORBA, la Grecia e il regime dei colonnelli

Zorba il greco è un film girato da Michael Cacoyannis nel 1964 sull'isola di Creta. Basato sul romanzo di Nikos Kazantzakis, contiene la famosa sequenza del sirtaki venne registrata sulla spiaggia di Stavros. 

Il film è famoso soprattutto per le musiche scritte e dirette da Mikis Theodorakis.

Sarebbero bastati solo tre anni per trasformare la Grecia da quella coreografica di Zorba a quella tristemente reale dei Colonnelli. Infatti, la dittatura (la Giunta) venne instaurata con un colpo di stato il 21 aprile del 1967. Non sarebbe stata una sorpresa perchè già da molti anni la situazione politica e sociale della Grecia era in condizioni di preicolosa precarietà. Dapprima una vera guerra civile (dal 1945 al 1949), poi il succedersi di condizioni politiche precarie e conflittuali con il re da una parte e e il governo dall'altra, in un pericoloso gioco di interessi tra USA e Unione Sovietica. Alibi politici che nascondevano obiettivi di potere in cui il territorio greco diventava la scacchiera su cui giocare.
 
Soundtrack: Ta paidia tou Peirea

"Nella notte fra il 20 ed il 21 aprile 1967 venne dato il segnale. Alle 2 Papadopoulos, Makarezos e Ioannis Ladas entrarono nella sede dello Stato Maggiore dell’Esercito e annunciarono il colpo di stato al comandante Georgios Spantidakis . Spantidakis stesso facilitò i piani dei colonnelli. Alle 2:30 un reggimento di paracadutisti comandato dal maggiore Georgios Konstantopoulos occupò il Ministero della Difesa. Le truppe del brigadiere Pattakos raggiunsero occuparono i centri di comunicazione. La Polizia Militare arrestò più di 10.000 persone. Tra questi, dirigenti politici, il primo ministro Kanellopoulos, personaggi di spicco ma anche semplici cittadini. Tutti coloro che avevano mostrato simpatie per la sinistra. Alle 5:30 della mattina del 21 aprile i capi dei golpisti si presentarono al re nella sua residenza estiva che era stata circondata dai carri armati dei rivoltosi. Inizialmente il sovrano cercò di opporre resistenza. In seguito, raggiunse il ministero della difesa, che era il centro della rivolta, dove ebbe un colloquio con Kanellopulos, che era lì in stato di arresto. Kanellopulos cercò di convincere il re a interrompere qualsiasi dialogo con i golpisti e a denunciarli pubblicamente. Ma il nuovo governo venne legittimato dal capo dello stato, anche se in seguito Costantino II cercò di ritornare, senza successo, sulla sua decisione. Per molti, l'atteggiamento di Costantino II lo legò indissolubilmente ai colonnelli e ne favorì successivamente la caduta nel 1974 attraverso il referendum che sancì la fine della monarchia."

Soundtrack: ΜΑΡΙΑ ΦΑΡΑΝΤΟΥΡΗ - ΑΣΜΑ ΑΣΜΑΤΩΝ


Georghios Papadopoulos, Stylianos Pattakose Nikolaos Makarezos
Dalle 6:25 del 21 aprile il canale radiofonico dell’esercito trasmetteva brevi comunicati: «Qui stazione radio delle forze armate greche. A causa della drammatica situazione che si è creata, da mezzanotte l’esercito ha assunto il governo del paese. Seguirà un comunicato del comandante dell’esercito». Poco tempo dopo, un altro comunicato: «secondo l’articolo 91 della Costituzione e dopo suggerimento del governo sospendiamo gli articoli 6, 8, 10, 12, 14, 18, 20, 95 e 98 della Costituzione a causa della minaccia alla sicurezza dei cittadini e della nazione che proviene dall’estero. Firmato Costantino re dei greci. Il presidente e i membri del Consiglio dei ministri» [Vlaxou 2008, 18-32]. Iniziava così la dittatura.Cancellate le elezioni e abolita la costituzione stessa, uno dei primi atti del nuovo governo fu l'istituzione della legge marziale. Questo, mentre Gheorghios Papadopoulos illustrava alla stampa e alle televisioni straniere la situazione:
Il Paese era caduto in una profonda crisi. Io cercavo una soluzione perché la politica era in un vicolo cieco. I greci per la loro storia non sono vicini al comunismo, perché il comunismo non ha nessuna cosa in comune con la tradizione cristiana che è sempre stata alla base dell’educazione dei greci. In questa situazione l’esercito nazionale e le forze armate del paese erano l’unica forza neutrale che poteva scendere in campo mentre i greci si stavano aspramente contrapponendo gli uni agli altri. Questa forza ha creduto opportuno intervenire sentendosi in dovere di fermare la corsa del Paese verso il precipizio.
Quindi, un golpe in funzione del pericolo comunista in un paese in cui il partito comunista era fuorilegge. Secondo le valutazioni dei colonnelli, il 90% della popolazione greca poteva essere definita comunista.

Secondo gli oppositori greci, al di là delle dichiarazioni ufficiali governative e di alcuni punti di vista di osservatori esteri, il regome dei colonnelli era di chiara marca fascista o neofascista e in tutti i casi, totalitaria. D'altra parte, le numerose pubblicazioni edite in Italia negli anni del regime, elencavano chiaramente le caratteristiche della "giunta": repressione, arresto sistematico di chiunque fosse solo sospettabile di avere idee contrarie al regime, istituzione di campi di prigionia e uso sistematico della tortura. Numerosi i testimoni diretti di queste atrocità e tra questi, Alexandros Panagoulis e Mikis Theodorakis. Ma nessun governo europeo risposte a questi appelli.

Soundtrack: Kokkino Trianta ...

Dicevamo che al di là delle definizioni politiche e delle giustificazioni anticomuniste, il governo dei colonnelli poteva nettamente essere definito, in base ai propri principi ideologici, come di destra. Bene, anche all'interno della stessa destra, tra il 1967 e il 1972, cominciò a nascere e ad organizzarsi un'opposizione. Parliamo di un'opposizione spesso guidata da interessi economici, come quella che nasceva all'interno di classi dirigenti e imprenditoriali e dello stesso seto medio borghese che si trovavano danneggiate dalla pesante situazione economica.


L'incapacità di interpretare e dare valide risposte anche a queste voci non comuniste da parte dei colonnelli, sfociò in una ancor più dura repressione con la diretta conseguenza di avviare un processo generale di organizzazione del dissenso. Questo, a sua volta portò a progettare anche azioni violente come il fallito di attentato allo stesso Papadopoulos. In quell'occasione (1968) venne arrestato e torturato Alexandros Panagulis che, dopo un processo-farsa, venne condannato a morte.

Le pressioni internazionali si fanno sentire e la sentenza di morte non verrà mai eseguita. Lo stesso Panagulis rifiuterà di beneficiare di un'amnistia concessa dai colonnelli a tutti i detenuti politici per non dare all'opinione pubblica un'immagine sbagliata del regime. Nel 1974 esce dal carcere ma la sua morte, ufficialmente per un incidente automobilistico, apparirà da subito molto sospetta.


Nel novembre del 1973 gli studenti del Politecnico di Atene muovono una forte protesta contro il governo che sembra inizialmente non reagire così duramente come era stato in precedenza e questo favorisce l'aggregazione alla protesta di molti altri oppositori e non solo della fascia studentesca. Ma la repressione era solo stata rimandata perché pochi giorni dopo la risposta militare si fa sentire durissima, soffocando la rivolta nel sangue: 24 morti.

I tempi però sono maturi per un cambiamento. L'opinione nazionale e internazionale impone al generale Dimiti Ionnides di destituire Papadopoulos nel tentativo di mantenere il potere militare. Si tratta ormai solo di questione di tempo. L'occasione viene da una mossa sbagliata sullo scacchiere internazionale. Ionnides tenta di rovesciare il presidente di Cipro, l'arcivescovo Makarios III, con un colpo di stato che però fallisce, innescando una potente azione da parte del governo turco che occupa la parte nord dell'isola. La guerra con la Turchia, nemico di sempre, è alle porte e gli stessi ufficiali dell'esercito greco tolgono il loro appoggio alla Giunta.



Ci si avvia quindi al ritorno della democrazia con le prime elezioni da 7 anni. Vince la Nuova Democrazia, un partito conservatore guidato da Konstantinos Karamanlis. Anche Panagulis entra in parlamento in forza di un partito liberale-progressista, l’Unione del Centro – Nuove Forze. 

Il suo obiettivo è di scovare e fare punire tutti i sostenitori politici del precedente regime ma, gli ostacoli che incontra in questa "caccia" lo inducono a dimettersi dal partito con cui era stato eletto per entrare nel gruppo indipendente.

Poi, nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio del 1974, l'incidente. Ad Atene muore Alexandros Panagulis. Ufficialmente la colpa è dello stesso. Al suo funerale, il 5 maggio, scorre "la piovra", un'immensa folla per le vie di Atene.

Sountrack: Maria Faranturi 

Soundtrack: Theodorakis