Sunday, October 13, 2013

Maschere e voci

Due personaggi della musica mi hanno sempre colpito più di altri non solo per la loro intrinseca bravura atristica ma anche per il loro senso estetico.

Due personaggi diametralmente opposti. In comune, una voce non comune, bellissima.

Nina Hagen (Berlino Est, 11 marzo 1955) - meglio gli inzi dell'attuale
 Somwhere over the rainbow - Nina Hagen
Live Westfaleshalle - 1978 - Nina Hagen Band
Der wind hat mir ein lied erzahlt - Nina Hagen


Personal Jesus - Nina Hagen

Wir leben Immer ... Noch - Nina Hagen



Klaus Nomi (Immenstadt, 24 gennaio 1944New York, 6 agosto 1983)
Camille Saint-Saëns' 1877 opera Samson et Dalila - Klaus Nomi 1978
Cold Song - Klaus Nomi
Total Eclipse - Klaus Nomi 1981
ICUROK - Klaus Nomi
Nomi Song - Klaus Nomi

La cultura non la si salva solo dal fango ...

... ma anche dalla miopia dei politici e degli amministratori. 
Soundtrack: Mozart 3° movimento Piano Sonata A major K.331 - Marcia Turca

Giotto - Polittico di Badia
4 novembre 1966 l'Arno invade tutto il suo bacino a monte e a valle di Firenze e la città viene sommersa dall'acqua. Pioveva a dirotto da alcuni giorni, superando la quota di 19 centimetri in eno di 24 ore.

Poteva sembrare una delle note piene d'autunno. Certo che 200 litri per metro quadro sono tanti e l'Arno cresce, cresce e rompe l'idrometro a quasi 9 metri oltre il livello.
Alle 04.00 il Lungarno Cellini viene invaso e poi a breve altre zone sono sommerse dall'acqua del fiume. Sono quasi le 07.00 ed è il turno della Biblioteca Nazionale Centrale e poi della Piazza Santa Maria Maggiore.
Alle 09.00 è la volta del Duomo. L'acqua salirà fino a 4 metri di altezza. Gli Uffizi, i tesori di arte, i libri antichi, tutto sotto. Erano passati 633 anni dalla precedente gigantesca alluvione del 1333 e si era daccapo.
Poi, catene di solidarietà, volontari, esercito, polizia, carabinieri, ecc ... ecc ... tutti a salvare quanto era salvabile uomini e donne e dipinti e libri. Tutti allo stesso modo. 
L'opera d'arte, la cultura aveva lo stesso valore delle persone. E così deve essere.
Soundtrack: Klaus Schulze - Live Warsaw 2008

In questi anni invece, l'alluvione sulla cultura segue un andamento molto subdolo. Nulla di evidente ma un continuo in crescendo.
Tagli su tagli. Decreti legge su decreti legge. Chiusure su chiusure. E noi a guardare. A brontolare, a discutere a manifestare. E poi, tutto prosegue.
Oggi, Letta dichiara che si dimetterà se si faranno tagli alla cultura ma ormai la stall è pressoché vuota.
Sarebbe stato più giusto se avesse detto "mi dimetterò se non verranno aumentati i fondi a disposizione della cultura. Se non sarà valorizzata e promossa la conoscenza." Invece ...

Soundtrack: Shakespear Sonettes - Berliner Ensemble - 2009

Saturday, October 12, 2013

La conoscenza non è un lusso ...

Disinvestire per reinvestire. Uno dei tanti comandamenti di oggi. L'oggi di un mondo in cui l'elemento economico rappresenta il padrone riconosciuto ed assoluto.


Spostare le risorse da un posto ad un altro, quindi. Peccato che, se ci rifacciamo ad una logica virtuosa, lo spostamento dovrebbe fare riferimento alle risorse che si sprecano e non a quelle già utili in un altro. Ecco il punto.
Soundtrack: Ash-Ra-Temple

Ma a cosa servono gli sprechi? Penso debbano avere una funzione perché altrimenti non sarebbero così terra di nessuno e dove nessuno vuole avventurarsi. Diciamola così.

La funzione dello spreco è di creare sacche di investimenti poco dicibili. Poco chiari perché poco virtuosi. E per investimenti di questo tipo si possono intendere diverse voci: fare girare soldi ad amici, agevolare/favorire impieghi a persone gradite, creare sacche di potere, ecc ... Tutte cose che hanno una ragione ben superiore a quella delle "cose" disinteressate perchè non vestite di "interesse personale" bensì di "interesse pubblico".


Torniamo alla culture e alla conoscenza. “La cultura non è un lusso, è una necessità.” Si tratta di un'affermazione dello scrittore e pittore cinese Gao Xingjian.

Forse alcuni nostri ministri non sanno il cinese e quindi non hanno potuto fare tesoro di questo concetto nelle loro mansioni.
Però anche un italiano, è vero che è antico, ma pur sempre un italiano, un certo Cicerone, aveva detto qualcosa di simile che questi ministri avrebbero potuto intendere.

Soundtrack: Revolution - Nina Simone

Marco Tullio Cicerone: In difesa di un Poeta - Difesa di Archia
"...

VI-13


Nessuno, quindi, potrà rimproverarmi o prendersela a ragione con me, se il tempo che alcuni utilizzano per sbrigare i loro affari, per celebrare nel circo i giorni di festa, o semplicemente per divertirsi e riposare corpo e mente o che altri dedicano a interminabili banchetti, al tavolo da gioco alla palla, io lo spendo per ampliare i miei studi. E a maggior ragione me lo si deve concedere: infatti, grazie a questi studi, cresce la mia padronanza di linguaggio che, grande o piccola non importa, non è mai mancata agli amici in difficoltà. Qualcuno, forse, può giudicarla cosa di scarsa importanza: ma io so che è importantissirna e so da quale fonte attingerla.

www.informarexresistere.fr
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Se fin dall'adolescenza, grazie all'insegnamento di numerosi maestri e ad approfonditi studi, non mi fossi persuaso che nella vita nulla si deve desiderare con forza, quasi fosse un dovere, tranne la fama e la virtù, e che per ottenerle si deve essere disposti a tenere in poco conto tutti i tormenti fisici, la morte e l'esilio, non mi sarei mai esposto per la vostra salvezza a tante gravose contese e agli attacchi quotidiani di gente senza scrupoli. Ma di questi ragionamenti sono zeppi i libri, i discorsi degli uomini di buon senso e gli esempi antichi: ma sarebbero tutte cose immerse nelle tenebre più fitte, se non fosse la letteratura a illuminarle. Quanti ritratti di personaggi illustri da ammirare e imitare ci hanno lasciato gli scrittori greci e latini! E io, tutte le volte che rivestivo una carica della repubblica, conformavo il mio cuore e la mia mente al pensiero dei grandi del passato.

VII 15

Qualcuno chiederà: «E con questo? Vuoi dire che tutti quei grandi uomini, del cui valore rimane testimonianza nelle opere letterarie, furono forse eruditi in questa scienza, che tu tanto lodi?». Non è facile esserne certi per tutti, ma so cosa rispondere: molti di questi uomini, lo riconosco, pur nella loro ignoranza, ebbero qualità straordinarie e rivelarono un grande equilibrio per una disposizione naturale, che oserei dire divina. Anzi, potrei aggiungere che più spesso, per arrivare al successo, si sono dimostrate maggiormente efficaci le doti naturali senza cultura, che la cultura senza doti naturali. Di una cosa, però, sono proprio convinto: quando a un'indole nobile e ricca di talento si aggiunge un metodico indirizzo scientifico, allora il vero genio si manifesta. 

Soundtrack: La gazza ladre (Overture) - Muti

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Mi riferisco a tutta una serie di uomini del passato, ben noti ai nostri padri: l'Africano, unico nel suo genere; Caio Lelio e Lucio Furio, famosi per il loro esemplare equilibrio; e quell'uomo tanto energico e, per quei tempi, così dotto, Marco Catone. 

Ebbene, se costoro avessero ritenuto lo studio della poesia del tutto inutile per comprendere e mettere in pratica la virtù, non si sarebbero dedicati a essocon tanto fervore. Ma quand'anche non si manifestassero frutti tanto preziosi e a questi studi si richiedesse solo il piacere, anche in questo caso, come credo, dovreste giudicare questo passatempo dello spirito il più nobile e degno dell'uomo. Infatti, gli altri tipi di svago non sono adatti a tutte le circostanze, a tutte le età e a tutti i luoghi; questi studi, invece, aiutano i giovani a crescere, dilettano gli anziani, celebrano gli eventi favorevoli, offrono aiuto e conforto durante le avversità,rallegrano entro le mura domestiche, non sono d'impaccio fuori, ci tengono compagnia durante la notte, in viaggio e in vacanza.

VIII 17

Se poi non potessimo in prima persona attendere a questi studi, né gustarli con la nostra sensibilità, quantomeno dovremmo ammirarli vedendo che altri vi attendono. Chi di noi ebbe un animo così insensibile e rozzo da non commuoversi qualche tempo fa per la scomparsa di Roscio? Egli, morto in età avanzata, per la sua arte straordinaria e per la sua eleganza, dava tuttavia l'impressione che non sarebbe dovuto morire mai. Roscio si era accattivato l'affetto e l'ammirazione di tutti noi semplicemente con i movimenti del suo corpo: e noi non dovremmo forse tenere in considerazione gli illimitati movimenti dello spirito e l'agilità della mente? 

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http://alineoriglia.blogspot.it/p/focus-non-r.html
Quante volte io ho visto Archia, qui presente, o giudici - e considerando che mi ascoltate con tanta attenzione mentre sperimento una nuova tecnica oratoria, approfitterò della vostra benevolenza - quante volte, dicevo, l'ho visto improvvisare un gran numero di versi incredibilmente belli su vari argomenti d'attualità, senza aver scritto una sola riga! Equante volte l'ho sentito ripetere lo stesso discorso con parole ed espressioni completamente differenti! 

Soundtrack: Over the rainbow- Judy Garland

Inoltre, ho potuto constatare che le poesie da lui messe per iscritto dopo attenta riflessione, sono giudicate degne di essere equiparate alle più famose e lodate opere degli antichi scrittori. Quindi, non dovrei apprezzare quest'uomo? Non dovrei ammirarlo e ritenere che lo si deve difendere a ogni costo? Inoltre, noi siamo venuti a conoscenza dal pensiero di personalità autorevoli e di grandissima cultura che l'apprendimento di qualunque altra disciplina si fonda sulla teoria, sugli insegnamenti e sul talento personale; il poeta invece si avvale del suo stesso modo di essere ed è spinto a comporre dalle forti capacità della sua mente, come animato da una sorta di ispirazione divina. Per questo motivo ben a ragione il nostro Ennio definisce «sacri» i poeti, in quanto sembra che ci siano stati concessi quasi come un prezioso dono degli dèi.
...
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Certo, se l'animo non avesse qualche speranza nel futuro e se limitasse tutti i pensieri entro lo spazio in cui è circoscritta la nostra vita, non si logorerebbe in così grandi fatiche, non si tormenterebbe in tanti affanni e veglie, non rischierebbe tante volte la vita. Ma per fortuna negli animi migliori è radicato un impulso che notte e giorno sprona con lo stimolo della gloria e impone di non limitare la memoria del nostro nome al tempo della vita, ma di estenderla alla posterità.
..."
"Escogito ergo sum"
Ci sarebbe anche Socrate a proposito di Senofonte : "Riconosceva le buone indoli dal fatto che imparavano rapidamente le cose su cui si applicavano e che ricordavano quanto imparato e che desideravano tutti quegli insegnamenti che permettono di governare bene la casa e le città e che consentono di trattare bene con gli uomini e con le faccende degli stessi. 
Tali persone, una volta educate, avrebbero potuto non solo essere felici ma sarebbero state in grado di amministrare bene e rendere felici anche gli altri uomini e le città. Ma non trattava tutti allo stesso modo; infatti, a quelli che ritenevano di essere capaci per il solo carattere e che disprezavano quindi l'apprendimento, insegnava che l'educazione è ancor più importante per le persone che sembrano essere le migliori per il proprio carattere."

Soundtrack: Child in time - Deep Purple


http://www.roars.it/online/la-ricerca-di-base-e-un-lusso/
Ma anche molto più recentemente, se i ministri non amano i classici, un filosofo inglese, Roger Scruton, dice così della cultura: "Diversamente dalla scienza, la cultura non è un patrimonio di informazioni obiettive o di verità teoretiche; non coincide neppure con l’acquisizione di abilità particolari, non importa se retoriche o pratiche. Eppure, essa è una fonte di sapere: sapere emotivo su che cosa fare e che cosa pensare. Trasmettiamo questo sapere per mezzo di ideali ed esempi, per mezzo di immagini, racconti e simboli. Lo trasmettiamo per mezzo delle forme e dei ritmi della musica, e per mezzo degli ordini e degli schemi del nostro ambiente costituito."

Quindi, perché da noi i ministri non considerano che "la conoscenza non è un losso o un costo ma un bene per tutti.  Non hanno mai nepure sentito parlare della cosiddetta Knowledge-based Economy"?  Poveri noi, e si continua a tagliare sulla ricertca, sulla Università, sulla Scuola. Cosa sarà il nostro Paese nel prossimo futuro? Incolto tra i colti (perché gli altri investono ancora se non di più perché hanno capito che la cultura fa competizione nel mondo del prossimo futuro).

Soundtrack: Thick as a brick - Jethro Tull

Friday, October 11, 2013

Prove d'inverno

L'altro ieri Milano aveva le strade umide di pioggia e lucenti alla luce del mattino.
Eugene Atget
C'era pure uno sprazzo di foschia. Non una nebbia, quella nebbia che ricordo negli anni sessanta quando, da bambino andavo a scuola percorrendo un lungo tratto lungo i bordi della Martesana che fumava nel freddo.
 Soundtrack: Ti te sé no - Jannacci

Eppure, vedere la foschia è stato piacevole. Anzi, avrei voluto fosse nebbiolina e poi nebbia. Quella nebbia che isola. Che ti fa immaginare di essere altrove. Che ti brucia un poco in gola se respiri profondamente a bocca aperta.
Eugene Atget
Ieri sera c'è stata una forte bufera di vento seguita da una pioggia battente molto intensa e stamane il cielo è meravigliosamente terso con fresche nuvole bianche di corsa. L'aria, così strapazzata dal vento, è diventata fredda, pungente.

Eugene Atget
Sembra un'aria di gennaio eppure siamo solo a metà ottobre. Una prova d'inverno.

Gli alberi e le foglie ci ricordano però in quale stagione ci troviamo. Soprattutto le foglie degli aceri che virano dal verde al rosso e al giallo e che sono ancora attaccate ai rami ci dicono che non è ancora inverno ... eppure, le mani che si intirizziscono per il freddo la raccontano diversamente.

Magari, domani, con un'aria più calda diremo che sembra un autunno che ricorda la tarda estate.
Avremo così fatto un salto di due stagioni in due giorni.

L'importante non è la stagione, la pioggia, la nebbia o il freddo.
L'importante è rimanere ingenuamente meravigliati di quanto ci sta intorno e continuare ad essere capaci di sognare per tutta la vita.
Soundtrack: Fly me to the moon - Diana Krall

La contingenza è solo una brutta cosa a cui non ci si deve piegare.

Soundtrack: Mourir pour des idées - Brassens
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Georges Brassens - Mourir Pour Des Idées

Mourir pour des idées, l'idée est excellente
Moi j'ai failli mourir de ne l'avoir pas eu
Car tous ceux qui l'avaient, multitude accablante
En hurlant à la mort me sont tombés dessus
Ils ont su me convaincre et ma muse insolente
Abjurant ses erreurs, se rallie à leur foi
Avec un soupçon de réserve toutefois
Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente,
D'accord, mais de mort lente

Jugeant qu'il n'y a pas péril en la demeure
Allons vers l'autre monde en flânant en chemin
Car, à forcer l'allure, il arrive qu'on meure
Pour des idées n'ayant plus cours le lendemain
Or, s'il est une chose amère, désolante
En rendant l'âme à Dieu c'est bien de constater
Qu'on a fait fausse route, qu'on s'est trompé d'idée
Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente
D'accord, mais de mort lente

Les saint jean bouche d'or qui prêchent le martyre
Le plus souvent, d'ailleurs, s'attardent ici-bas
Mourir pour des idées, c'est le cas de le dire
C'est leur raison de vivre, ils ne s'en privent pas
Dans presque tous les camps on en voit qui supplantent
Bientôt Mathusalem dans la longévité
J'en conclus qu'ils doivent se dire, en aparté
"Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente
D'accord, mais de mort lente"

Des idées réclamant le fameux sacrifice
Les sectes de tout poil en offrent des séquelles
Et la question se pose aux victimes novices
Mourir pour des idées, c'est bien beau mais lesquelles ?
Et comme toutes sont entre elles ressemblantes
Quand il les voit venir, avec leur gros drapeau
Le sage, en hésitant, tourne autour du tombeau
Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente
D'accord, mais de mort lente

Encor s'il suffisait de quelques hécatombes
Pour qu'enfin tout changeât, qu'enfin tout s'arrangeât
Depuis tant de "grands soirs" que tant de têtes tombent
Au paradis sur terre on y serait déjà
Mais l'âge d'or sans cesse est remis aux calendes
Les dieux ont toujours soif, n'en ont jamais assez
Et c'est la mort, la mort toujours recommencée
Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente
D'accord, mais de mort lente

O vous, les boutefeux, ô vous les bons apôtres
Mourez donc les premiers, nous vous cédons le pas
Mais de grâce, morbleu! laissez vivre les autres!
La vie est à peu près leur seul luxe ici bas
Car, enfin, la Camarde est assez vigilante
Elle n'a pas besoin qu'on lui tienne la faux
Plus de danse macabre autour des échafauds!
Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente
D'accord, mais de mort lente

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Thursday, October 10, 2013

Guitar shredding ...

Un poco di velocità e di tecnica - Cuore poco ma anche questo è spettacolo.
Link - 30 Shredders In One Solo

Link - 40 guitar techniques 

Spettacolo e basta ... a volte serve così. - Guns 'n' Roses - KROQ Inland Invasion

Questo non è spettacolo: Hare Krshna

Wednesday, October 9, 2013

Ore 22.39 - Cinquant'anni fa il Vajont - Abbiamo imparato qualcosa?


Tratto dal sito www.corrieresera.it
Cinquantanni sono trascorsi e ancora adesso ci si domanda "il perché" di questa tragedia e perché non c'è stata una vera giustizia.
Tratto dal sito www.corrieresera.it

Perché ancora adesso ci sono decisioni che vanno avanti contro tutti e nonostante siano contro ogni logica?

La tragedia del Vajont non ha insegnato nulla?

Ancora gli interessi personali e del capitale contro il bene della gente?

“Un sasso è caduto in un bicchiere, l’acqua è uscita dal bordo, ed è finita sulla tovaglia.

Tutto qua. [..] E non è che si sia rotto il bicchiere; non si può dar della bestia a chi ha costruito il bicchiere perchè il bicchiere era fatto bene, a regola d’arte, testimonianza della tenacia e del coraggio umani.
La diga del Vajont era ed è un capolavoro”.

Queste, le parole di Dino Buzzati sul suo giornale, Il Corriere della Sera.

Peccato che il capolavoro sia di un progresso che non guarda all'interesse dell'uomo comune e non ascolta con umiltà i valori umani e la natura.

Peccato che si tratti di un progresso che guarda solo all'interesse del capitale.

Ancora una volta ...



Qualcuno, ciò che sarebbe successo al Vajont l’aveva ascoltato, detto e scritto.

Qualcuno aveva denunciato le irregolarità delle analisi di impatto ambientale e di opportunità e sicurezza e la pericolosità di quella diga.

Qualcuno aveva ascoltato le voci di Erto e Casso e aveva capito che qualcosa in quel  progetto non funzionava. Il monte Toc aveva un nome motivato. Gli alberi non si inclinavano per nulla ...

Quella persona era Tina Merlin, giornalista. (fondazione)
Ascoltiamo Tina Merlin intervistata: Qui

Abbiamo imparato qualcosa? E allora, l'ILVA, la TAV ... siamo ancora daccapo?

Video: Vajont - Paolini
Video: Documentario Vajont 1
Video: Documentario Vajont 2


Tuesday, October 8, 2013

La banalità del male

Fa piacere trovare che le mie idee sulla responsabilità dei "piccoli uomini" anche per atti esecrabili immensi, come le persecuzioni razziali, le pulizie etniche, i massacri civili, le distruzioni di massa, sono state in precedeza espresse anche da altri. 

Hanna Arendt, ne parla nel suo testo: La banalità del Male. Eichmann a Gerusalemme.

"È... mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una d imensione demoniaca.

Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie.

È una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s'interessa al male viene frustrato, perché non c'è nulla.

Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale". 
Hannah Arendt

La banale malvagità di Eichmann, assassino nazista degli Ebrei, che ne ha fatto uno dei peggiori carnefici della storia, è il frutto semplice e mostruoso della sua "mancanza di immaginazione".


Una carenza che si traduce anche in assenza di quella dimensione peculiarmente umana, l'empatia, che fa sì che si ci possa immedesimare nell'altro al punto di essere partecipe delle sue emozioni, siano esse di gioia o di dolore.


Le azioni compiute da Eichmann "erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso". "Non era stupido, era semplicemente senza idee... Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di idee possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell'uomo. Questa fu la lezione di Gerusalemme". 

Per la Arendt, è "questo agire in assenza di pensiero il fatto tragico dei nostri tempi". È il pericolo estremo della  irriflessività. "Il guaio del caso Eichmann, era che uomini come lui ce n'erano tanti  e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali".

Gaetano Vallini, L'Osservatore Romano, 2006 


Soundtrack:Unbehagen - Nina Hagen
Soudtrack: Nina Hagen - Live Rockpalast