Thursday, October 31, 2013

It's Just a Perfect Day

"Just a perfect day
you made me forget myself
I thought I was
someone else, someone good

Oh, it's such a perfect day
I'm glad I spent it with you"


Soundtrack: Perfect Day - Lou Reed

Lou Reed, un'altra icona della giovinezza che passa via. Inevitabile ricordare quando per la prima volta si è ascoltato qualcosa di suo. Inevitabile andare indietro con la memoria di 30-40 anni e "scoprire" che si era già lì e con una certa somma di pensieri ed opinioni già presenti.

L'occasione, la triste occasione, di rispolverare musiche sopite da anni e coprte di qualche strato di "buona" polvere. E' di questi giorni il mio trasloco e la scoperta di libri e dischi che si erano dimenticati. Ricordo di Lou Reed che nel 1975 dovetti rinunciare al concerto per i "disordini". Si parlava di atteggiamenti fascisti da contestare, un'aura del tutto sbagliata. Un concerto che pareva sponsorizzato da aree di destra (così si diceva).
Era invece solo musica.
Soundtrack: Heroin - Lou Reed

Transformer e la splendida Walk on the wild side e poi Berlin, Rock n' roll Animal, Lou Reed Live, Metal machine music, Street Hassle, Coney Island Baby, The Blue Mask, Songs for Drella, New York, Magic and loss, Set the twilight reeling, Exctasy, The Raven, Lulu ... sono titoli e programmi musicali di questi giorni. Titoli della playlist personale da mettere in programma di "sentire". Per non dimenticare ancora non solo uno splendido artista ma anche una parte della propria vita.

Take a walk on the wild side può significare per chiunque un'apertura alla sperimentazione. Un'ipotesi di lavoro per vedere al di là della vita di tutti i giorni. Uno sguardo oltre l'orizzonte per svelare il proprio lato oscuro. Quello nascosto che si cerca di nascondere e che permea le proprie intimità e i pensieri più profondi.

Soundtrack: Walk on the wild side - Lou Reed


Possiamo dire di non avere mai scoperto il proprio lato oscuro? Possiamo dire di averlo mai cavalcato? Di avere avuto il coraggio di cavalcarlo? Filtri sociali, educazionali, inibizioni, lecite e non, autocastrazione. per ottenere cosa? Di essere cittadini "normali", educati e rispettosi? Anche se privi di sorriso?

Il sorriso da dove proviene? Forse proprio da quel lato oscuro che tentiamo di non svelare mai o quantomeno di non fare intravedere mai. Se non per vergogna, quantomeno per convenienza perché troppo diverso dal mondo che frequentiamo (volenti o nolenti).
Ecco, torniamo ai versi dell'inizio. "Just a perfect day you made me forget myself - I thought I was someone else, someone good ..." Ecco, siamo proprio noi ...

Soundtrack: Sweet Jane - Lou Reed

Wednesday, October 23, 2013

William Dumbar - poeta scozzese

Anna di Bretagna - Petites Heures ». ca 1499-1514 - École de Rouen
''Our pleasance here is all vain glory,
This false world is but transitory;
The flesh is bruckle, the Fiend is slee:—
Timor Mortis conturbat me.''
William Dunbar (c. 1465-c. 1530)
Lament for the Makaris (l. 5-8)
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           "Of Februar the fyiftene nycht
          
Full lang befoir the dayis lycht
           I lay in till a trance,
         
And than I saw baith Hevin and Hell."

William Dunbar (c. 1465-c. 1530) 
The Dance of the Seven Deadly Sins



Soundtrack: Sinner's prayer - Beth Hart and Jeo Bonamassa

Tuesday, October 22, 2013

Raccolta delle diecimila foglie di parole

Incontrarsi
in un sogno
è ben doloroso.

Nell'istante
del risveglio,
la mano protendo
e nulla tocco.

Otomo no Yakamochi
Man'yōshū (万葉集), IV/471

Soundtrack: Shinto music

Si tratta della raccolta più antica di poesie giapponese, appartenente al periodo Nara. Infatti, le composizioni risultano scritte tra in VII e l'VIII secolo. Aperta a tutte le classi sociali, la raccolta delle diecimila foglie di parole (Man'yōshū) contiene poesie scritte da sovrani, principi, nobili e popolo.

Mi piace lo stile diretto, immediato che esprime subito il sentimento e il pensiero. In questo senso, appare assai più vicino a noi di tanta poesia antica. Le frasi sono semplici e il pensiero è agile e fresco. Aperto all'intuizione. Così deve essere la parola guidata dal sentimento. Non torbida o convoluta ma franca, anche se drammatica. Disillusa nella sua scarna espressione.

Così mi piace lo stile del dialogare. Senza orpelli o metafore. Diretta come deve essere diretto il dialogo tra due persone. Che si devono fissare negli occhi, leggendo la verità dei pensieri. Senza sotterfugi, senza zone oscure, nascoste.

La vita ci chiede risposte nette che noi abbiamo il dovere di dare. Invece l'uomo si crogiola in alambicchi, tattiche e strategie di cui solo a lui sono chiari i vantaggi. Vantaggi che però sono solo temporanei e che svaniscono in breve in un nulla o creano vergogna.


Soundtrack: Forever Young (Bonamassa, Hart)

Monday, October 21, 2013

I find no peace, and all my war is done

www.hklfc.com

Pace non trovo e non ho da far guerra;
E temo e spero; et ardo, e son di ghiaccio;
E volo sopra 'l cielo e giaccio in terra;
E nulla stringo, e tutto 'l mondo abbraccio.

Tal m'ha in pregion, che non m'apre né serra,
Né per suo mi ritien né scioglie il laccio;
E non m'ancide Amore e non mi sferra,
Né mi vuol vivo né mi trae d'impaccio.

Veggio senza occhi, e non ho lingua e grido
E bramo di perir, e cheggio aita;
Et ho in odio me stesso, et amo altrui.

Pascomi di dolor, piangendo rido.
Egualmente mi spiace morte e vita:
In questo sato son, donna, per vui.

Petrarca - Sonetto CXXXIV

Soundtrack: Ondine - Maurice Ravel

Sunday, October 20, 2013

Rollei

Storia di famiglia.
Mio nonno usava una Rollei - Mio padre usava una Rollei. Oggi non si usa più una Rollei ma io l'ho acquistata. Storia di famiglia. L'ho fatta vedere a mio figlio. E lui l'ha portata a scuola alla lezione di fotografia. Era orgoglioso. Storie di famiglia.
Ma non solo della mia famiglia. Anche di famosi attori e musicisti e dive del fumetto.

Fascino dell'analogico, del difficile da ottenere e del pensato a lungo prima di scattare.

Un'immagine su cui riflettere prima, ragionata. Piano di inquadratura, posizione del soggetto, proiezione della composizione.

Un'intuizione che aveva 12 pose al massimo a disposizione. Poi anche 24 pose ma poi era necessario cambiare il rullo.

E poi ancora, lo sviluppo dei negativi. A mano. A seguire, la stampa dei negativi. Il provino per scegliere cosa stampare. Magari disegnando sull'immagine stampata i margini dell'inquadratura che si sceglieva come migliore.

Poco margine all'errore anche se forse c'era margine all'improvvisazione. Al genio che creava anche dall'errore.

Soundtrack: Birth of the cool - Miles Davis

I tempi dei grandi della fotografia. L'espressività dolce e drammatica del bianco e nero. L'intensità delle sfumature, l'eleganza delle nouances dei grigi. La sgranatura della pellicola o la precisione del dettaglio. Una scelta anche questa a priori.

Scelgo la Pan F oppure l'HP 400 o la FP4. Queste erano le discussioni. la panchromatica, la Ferrania, l'Agfa. e poi le soluzioni di sviluppo. Acidi, fissatore, aromi che permeavano gli spazi risicati che si trovavano in casa.

Sarebbe stato ideale il bagno ma non era possibile. E allora, lo sgabuzzino con quella maledetta polvere che finiva sulle stampe o peggio sulle pellicole. Peli devastanti in grado di capitare nei punti meno opportuni! Sul naso, sugli occhi. Volti ed espressioni deturpate da peli, riccioli di polvere. Invisibili a occhio nudo ma voraci di pellicole e carta da stampa fotografica.

Certo, c'era spazio al ritocco. Ma era roba da professionisti. Ore e ore di training. Di paziente uso di strumenti. Raschietto, pennello, matita, pennarello. Per i più, situazioni irrimediabili o peggio, l'occasione di devastare del tutto una stampa. Di toccare i negativi non si parlava neppure!

Soundtrack: Live in London 1982 - Modern Jazz Quartet


Ma nel mondo dell'analogico non esiste solo rollei. La biottica. Esistevanole macchine a telemetro, le Leica, le Contax, irraggiungibili. E poi le reflex. Le giapponesi che avrebbero dominato. E sopra tutte, la svedese, la Hasselblad. La grande formato dopo la quale c'erano le macchine a banco ottico. da studio, da professionisti.
Si sognavano i paesaggi sgranatissimi con un albero o una sola casa in cima alla collina. Dine del deserto che nascevano per incanto da elaborazioni di paesaggi toscani. E la fotografia impegnata. Barbomìni, zingari, poveri e poi operai, fabbriche, manifestazioni, cortei. Barricate di lotte sociale e feste del proletariato. Tossicodipendenti, personaggi equivoci. Artisti di strada e di teatro. Soggetti connotati da riche ed espressioni drammatiche.

Ma esisteva anche la fotografia tecnicamente raffinata. Espressione di eleganza e salotti intellettuali. Di ironia, di brutalità. Di glamour, di erotismo. Hamilton, Newton, Avedon, Parr, Siepp, Araki, Mapplethorpe, Modotti, Erwitt, Fellig, Klein, Horst, ecc ...

Valentina si cimenta con la svedese Hasselblad. Obiettivi rigorosamente tedeschi. Ottiche al limite della perfezione. Contrasti inarrivabili, definizione mitica. Si pensava che per fare una grande foto fosse necessario una grande macchina fotografica. Invece è necessaria una grande sensibilità. E fortuna.

E poi la moda. La foto delle sfilate. Delle modelle. Di veli che danzano effimeri quanto la durata della passerella. Volti persi in un orizzonte al di là del pubblico. Passi studiati, cadenze volute, un ritmo che ha il compito di sottolineare l'abito, l'atmosfera e il significato di ogni pezzo di una colleione. E poi, gli stop. Precisi. Pose di statua colta in un attimo di volontà, di voluttà, di capriccio, di voglia e di svolgliatezza. Ecco il fotografo impegnato nel cogliere l'istante. Come in una guerra. L'attimo fuggente. Se lo perdi, si rischia di perdere tutto. Dalla foto stupenda a quella banale.

Soundtrack: New York Dolls - Personality crisis

Ecco, ferma, stop. Girati, a destra, poi di scatto a sinistra e guarda qui, gli occhi su di me, poi lontani. Ridi e poi fai il broncio. Arrabbiati e disprezza e poi guarda con interesse. Vezzosa, sdegnosa, irata, felice. Estasiata e poi assonnata e poi dormiente, pacata e rilassata. Sognante e delirante, indispettita e incuriosita. E click su click, su click e su click.
Un sospiro per una posa. Un respiro per un'altra. Un movimento con il capo, le ciocche si stemperano sul viso e poi lancia i capelli all'indietro. chiditi tra le braccia e aprile al mondo. Sequenza son il motore che scatta, scatta, i flash che lampeggiano e il caldo che aumenta. Poi, stop. Pausa. Andiamo a vedere come è andata la sequenza. Polaroid che aiutano con l'immagine che si stempera immediata sulla pellicola bianca.

Soundtrack. Maniac - Flashdance

Valentina indaga e fotografa. Blow-up che fotografa e che indaga. Giallo e flash. Sono interconnessi.

Click, click, click. L'otturatore scatta. 1/1000, 1/500, 1/60. Synchro, flash. Esposimetri che misurano e lancette che indicano. temperatuira colore, luce riflessa. Flash, flash. Stop. Finito. Grazie. Ciao.
Sountrack: Give it 2 me - Madonna

Thursday, October 17, 2013

Plus ça change, plus c'est la même chose

Il proverbio francese delinea il rapporto "sconcertante" (lo definisce così Paul Watzlawick), tra persistenza e cambiamento. Cioè non persistenza o cambiamento come antitesi bensì come un unicum continuum, inseparabile, indivisibile.
Salvator Dalì
Potremmo dire che il cambiamento ha insito in sè la persistenza perché ciascun cambiamento viene affrontato per stabilizzare il risultato e quindi renderlo persistente.

Soundtrack: Change - Tracy Chapman

D'altra parte, ciò che è persistente è intrinsecamente soggetto a cambiamenti per potersi adattare alle variazioni contingenti e l'obiettivo è il mantenimento di uno stato.
Palazzo Chigi - Ariccia (Rm)
Dunque mutiamo per rimanere costanti e rimaniamo costanti grazie ai mutamenti.
Il gioco sembra fatto.

Eppure sia il mutamento che la persistenza ci spaventano: l'uno perché affrontiamo (si fa per dire) l'ignoto e il secondo perché ci fa percepire l'invecchiamento. L'uno è un gioco che può apparire azzardato ma eccitante, l'altro è una sicurezza assai noiosa e piena di difetti.
Michelangelo Antonioni - Cronaca di un amore
E in un rapporto di coppia, la ricerca del cambiamento non è forse la volontà di mantenere una condizione esistente? E viceversa, la costante stabilità non indice alla ricerca del cambiamento?

Soundtrack: Change - David Bowie

E quindi? Esiste un meglio e un peggio? Anche qui entra il paradosso dell'inizio. Infatti, nel gioco della vita le prime età sono dedicate al cambiamento che poi viene consolidato nelle età successive e quindi il cambiamento contiene i germi della persistenza. Ma anche viceversa, lo status che il giovane trova consolidato e persistente gli induce il desiderio di cambiare ...

Sembra un gioco di Escher.
Maurits Cornelis Escher - 1961
Soundtrack: Anthem of the Trinity - Terry Riley

Wednesday, October 16, 2013

Aerfuturismo e il fascino del volare e ancor più del volare sull'acqua

Galileo Chini
L'uomo ha sempre desiderato staccarsi dal suolo e seguire gli uccelli nel volo libero, senza confini ed ostacoli. Forse è questa libertà desiderata che traduce la sofferenza dell'anima legata ad un involucro materiale che la incatena.
Gerardo Dottori - Temporale in città - 1919
Liberi di volare. Liberi di guardare secondo prospettive nuove per l'uomo. Questi gli spunti per Marinetti per comporre la prima esaltazione lirica del volo. Aeropoesia. Dall'Aeroplano del Papa di Marinetti ad Aeroplani di Buzzi, a Ponti sull'Oceano di Folgore e a Caproni di Carli. E poi ancora, Dottori e Azari con tele vorticose a completare l'aeropittura.

Soundtrack: Antonio Ruffolo - Serenata futurista
Giulio D'Anna - Volo sopra la campagna - 1929
Assenza di continuità del piano orizzontale e di una cornice (montagne, alberi, città, mare, laghi) per quello che vediamo. Questa è l'essenza che diversifica la visone aerea da quella terrena. In questa il dinamismo delle cose domina l'io guardante, nella seconda è questo io che domina le cose con un dinamismo autonomo.

Soundtrack: Aviatore Dro - Balilla Pratella
Mino Delle Site, Rombo di motori,1932
Le cose mutano forma con la prospettiva che domina dall'aereo e dalle sue complicate evoluzioni. Ciò che è a destra è dopo a sinistra e quello che è dietro diventa davanti e si torce. Il piccolo si ingrandisce e il grosso si diminuisce. Effetti laterali di rotazione e visioni rotanti che deformano qualsiasi precedente prospettiva. In sintesi la modulazione assoluta della realtà.

Soundtrack: Il manifesto del Futurismo - Carmelo Bene
Tullio Cralli - Volo futurista - 1929
Libertà assoluta di fantasia e "ossessionante desiderio di abbracciare la molteplicità dinamica" e da queste la progressione verso l'Aeroscultura desiderata da Boccioni e vista come "armoniosa e significativa composizione di fumi colorati offerti ai pannelli del tramonto e dell'aurora e di variopinti lunghi fasci di luce elettrica."
Un tempo esisteva la Coppa Schneider, trionfo della passione di sentire l'aria sul viso in un volo nell'azzurro del cielo sull'azzurro dell'acqua. Un trofeo per il progresso degli idrovolanti. Estasi della conquista di due mondi lontani da quello dell'uomo: il cielo e il mare.
Ora si può ritrovare questa passione in un magico cartone animato di Hayao Miyazaki, Porco Rosso (紅の豚 Kurenai no buta). Affascinante nel tratto e magico nella narrazione, è un film che strega adulti e bambini. Delicatezza, eleganza, profumo di un mondo di onore, cavalleria e signorilità che non sembra esistere più ma che vale la pena di rileggere di continuo.

Soundtrack: Francesco Balilla Pratella: Trio per violino, violoncello e pianoforte (1919)

Tuesday, October 15, 2013

Natura, mondo e sè - Assonanze

 
In questo mondo
anche la vita della farfalla
è frenetica
世の中や蝶の暮らしも忙しき
(yo no naka ya chō no kurashi mo isogashiki)

Kobayashi Issa

Di solito gli Haiku mi sembrano colpi di acquarelli su un foglio bianco per la levità del pensiero che sospendono nel vuoto e per la fragilità dell'immagine che si crea nella mente. Una foglia che vibra nel vento, un riflesso che si spande dell'acqua in movimento. Un pensiero ed una sensazione che suonano uniti la stessa melodia.

Questa volta è diverso. Un Haiku che compone un pensiero unico. Una sorta di riflessione compiuta che ha un senso moraleggiante. Si tratta qiondi di un "mono no aware", cioè il sentimento delle cose:. Una nostalgia, un rimpianto per il tempo che passa o la percezione consapevole della mutevolezza e della caducità delle cose. Ma sempre senza sofferenza.

Però, vorrei affiancare a questo Haiku un "Pensiero" di Marco Aurelio perché mi sembra una giusta assonanza:

"Quando sei costretto dalle circostanze a subire come un turbamento,
torna rapidamente a te stesso e non estraniarti dal ritmo oltre l'indispensabile:
tornando continuamente all'armonia crescerà il tuo dominio su di essa."

La farfalla subisce la frenesia della vita, Marco Aurelio indica come dominare la frenesia. Senza violenza. Usando e affinando se stessi.
Tarda primavera di Ozu Yasujiro (1949)
Soundtrack: Sonata D821 fur Arpeggione - Franz Schubert 

Monday, October 14, 2013

Ou commence l'ecriture? Ou commence la peinture?

Artemisia Gentileschi - Pisa
Si chiama e si chiamava, forse di più una volta, calligrafia. Un gesto elegante che aveva una duplice espressività: simbolica di linguaggio secondo un modello di convenzione e visiva di segno su un mezzo modificabile, impressionabile (carta, tela, pietra, ecc ...).
Soundtrack: Philippe Jaroussky - Ombra mai fu - Händel - Serse

Oggi vive l'aspetto funzionale, come un certo (da me non amato) stile architettorico che nasce e muore in un ambito rigoroso di essenziale significato pratico. Eppure, l'uomo, la sua fantasia, l'essere mente più che braccio, trasforma qualsiasi cosa in un viaggio che va dalla funzione alla finzione. Dalla realtà verso la fantasia. Come dire, dalla terra alla luna.

Oggi però vive l'importanza del significato, non certo disgiunto dalla chiarezza formale che richiede di essere comprensibile veicolo di trasporto di idee. Quindi, una standardizzazione del gesto e per questo una sua uniformità secondo un format unico, condiviso, quasi universale. La scittura non manuale. La scrittura in stampatello. La digitoscrittura. Fredda, meccanica, anonima.
Video: Zen Calligraphy

Dov'è quindi finito il bello scrivere? Inteso non solo formalmente ma come espressione di eleganza dotta, istruita, di esercizio ad una compostezza e chiarezza e bellezza? Dove sei finito, tratto sottile e spesso, alternati in un fraseggio perfetto?

Se il segno deve accompagnare, come espressione secondo un codice, un pensiero, dovrebbe quantomeno esserne gemello in tutto e non sembrare antitetico. E infatti, si può tracciare l'animo, la condizione di spirito, attraverso le sfumature o anche i segni macroscopici rilevabili nel gesto scritto.
Soundtrack: Japanese music

Chi può dire di avere sempre la stessa scrittura? In ogni momento della propria vita? In qualsiasi stato d'animo? Invece la scrittura mediata da una macchina, dattilografata, è capace di nascondere l'emozione che fa tremare la mano. Tutto il significato risiede nella parola, nel suo valore e nella composizione di una frase. Non nel tratto a sottolineare l'emozione.

Tutto risiede, dicevamo, nella presenza di tutti i componenti sintattici o anche nella loro assenza. Ecco che il gesto perso nella grafia artificiale riprende vita nella sintassi. Interrotta come il singhiozzare, muta come il silenzio, tronca come nella parola che si interrompe per rabbia o per dolore, ripetiva come nel balbettare emotivo.

Anche se affido i miei pensieri alla tastire di un computer, ritorno al segno grafico tracciato dalla mano. Ritorno alla matita che modula il tratto da sottile a inciso, secondo un'involontaria guida emotiva. Ritorno alla carta che trattiene il segno per tutto il tempo che dura un'esistenza, per potere essere letta, lei scritta all'inizio, ancora fino al termine della vita.

Amo il gesto grafico e mi avvicino al Giappone dove scrivere e dipingere sanno essere anche la stessa cosa. Favoriti dall'alfabeto simbolico ma anche da un'amorosa tradizione all'eleganza e alla sfumatura nel contempo.
Soundtrack: Chet Baker Live at Ronnies Scott's

Gesto che si continua senza interruzione, guidato dall'inizio e non correggibile in itinere. Una pittura alla prima. Come per l'acquarello che non ammette errore. Gesto non ripercorribile e quindi traduzione esatta del pensiero e del sentimento momentaneo che ne ha prodotto il contatto con la carta.

Un modo di esprimere un sentimento contemporaneamente secondo due valori, quello simbolico codificato e quello pittorico emotivo. Capace di esprimere anche il silenzio, il nulla. Perché il nulla non può essere definito da una sola parola ma richiede sfumature, ombre, tratti incisi e accennati. In un colpo solo. Perché non vuole neppure troppe parole.


Soundtrack: Les Feuilles Mortes - Iggy Pop