Saturday, November 30, 2013

Ogni giorno, ogni istante. Unici.

Non si ripete due volte questo giorno
Scheggia di tempo, grande gemma

Mai più tornerà questo giorno
Ogni istante vale una gemma inestimabile.


Una tazza di thè

Nan-in era un maestro giapponese dell'era Meiji.
Un giorno ricevette una visita di un professore universitario che voleva interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il thè.
Riempì fino all'orlo la tazza del suo ospite e poi continuò a versare.
Il professore, guardò il thè traboccare.
Poi, non trattenendosi, gridò "La tazza è colma. Non ce ne entra più".
"Come questa tazza", disse Nan-in, "tu sei colmo delle tue opinioni e delle tue congetture. Come posso spiegarti lo Zen se prima tu non vuoti la tua tazza?"

Quando vogliamo imparare dobbiamo prima ascoltare con la mente vuota, priva di pre-giudizi, di idee ed opinioni. Accettare e poi analizzare.

Forse ciò che non capiamo deriva più dalla nostra incapacità di essere disponibili ad ascoltare che non dal pensiero e dal modo di chi ci parla.

E, quando diciamo ascoltare, non significa meramente "sentire" con le orecchie. Ascoltare vuole dire accogliere un qualcosa dentro di noi.

Soundtrack: Monterey Pop Festival - extended performance

Old fifty-five & Planet Gong


Trascorre il tempo. La sensazione è di un vivere continuo senza che passino gli anni. Stessi pensieri. Stessi sentimenti. Stesso modo di reagire (almeno nel proprio interno) alle stimolazioni del mondo. Meno ingenuità? Ma neanche tanta di meno. Il carattere che si è formato da piccoli rimane. Il gioco è stato quello - inconscio - di non farsi cambiare mai troppo. Il gusto di rimanere come si è sempre stati. Cambiare solo per taluni aspetti formali. Ma, in realtà, procedere con l'entusiasmo di sempre. Una buona dose di incoscienza. Tanta gioia e un pizzico di saggezza (o esperienza?).
Soundtrack: Magdalene (Gong)

Così, accompagnando il figlio a scuola mi ritrovo a pensare che in fondo il tempo è trascorso ... e non poco (per fortuna ci sono). Se mi intromettessi nei loro discorsi di adolescenti sarei realmente un intruso. Perché la mia fisionomia è da non giovane (anziano ?). Sarebbe una reale intrusione, intromissione. Sbagliata. Non sarei sullo stesso piano. Forse (se l'educazione conduce i comportamenti) mi beccherei del "lei". Insomma, piani differenti di dialogo. Anche se per certi versi mi sento come loro (o almeno credo ...). I miei sguardi non sarebbero sguardi loro. Valenze diverse. Come dire, una luce non può essere la stessa se proviene da una candela o da un faro. Eppure, di luce si tratta. E' l'origine che fa la differenza ...

Così ho capito che il tempo è trascorso. Decennio dopo decennio. I discorsi tra coetanei non me lo avevano fatto sentire così direttamente. Si sa, si parla senza sentirsi mai vecchi. Anzi la vecchiaia esiste, ma noi ne siamo lontani. E tra poco arriva la carta d'argento ...  Il parametro me lo facevano avvertire i miei "idoli" della musica. O morti o decrepiti o ancora "arzilli". Certamente non più giovani. Altro che "forever young" e "old rockers never die". Siamo, sono come tutti. Caduchi.
Soundtrack: I never glid before - Gong


Ed allora, senectus ... che non sia di per sè una malattia bensì un valore che si aggiunge alla vita che scorre al nostro fianco e dentro di noi. E gioia, tanta gioia.
Mi viene in mente che i Gong esistono e si esibiscono ancora. Eppure David Allen e Gilli Smyth non sono certamente più gli stessi.
Soundtrack: Witch's song - I am your pussy - Gong

L'importante è non confondersi mai. La mente rimane la stessa (ed è un bene se impara e non si condiziona), l'età avanza e chiede che non si faccia confusione. Gurdarsi allo specchio e sorridere di gioia e di ironia.

Soundtrack: Gong - Live Master Builder - Gong live 2010

Wednesday, November 20, 2013

Michael Nyman

Non mi è possibile dimenticare uno dei miei compositori preferiti che adoro ascoltare in modo ipnotico per ore ed ore.

Soundtrack: "Chasing Sheep is Best Left to Shepherds" from "The Draughtsman's Contract"

Concentrandomi nello studio, nella lettura e nel lasciare correre i pensieri sull'oinda delle sensazioni visive. Ma anche osservando il mondo circostante con una colonna sonora di Michael Nyman.

Soundtrack: Michael Nyman - Heart Ask Pleasure First


Tuesday, November 12, 2013

Dreamachine

Un modo per raggiungere stati allucinogeni, sfruttando le onde cerebrali e stimolazioni ivisive idonee.

Video: Brion Gysin - Dream Machine


Brion Gysin in un parallelo con Brave New World di Aldus Huxley.

Video: Come costruire una dream machine (1)
Video: Come costruire una dream machine (2)
Video: On line dream machine - NON PER EPILETTICI (!!!)

Soundtrak: Sunray

Cut-Up, Cut-In, Cut-Out

CUT UP - Tecnica sperimentale, spontaneistica, assimilabile al concetto futurista di "parole a caso" che deriva dal tagliare spezzoni di frasi per poi mescolarli e ricostruire frasi composte da frammenti casuali.


Soundtrack: William Burroughs : Cut-up

"To make a dadaist poem
Copy concientiously
Choose an article as long as you are planning to make your poem
And there you are a writer, infinitely original and endowed with a sensibility that is charming though beyond the understanding of the vulgar
Shake it gently
Then cut out each of the words that make up this article and put them in a bag
Take a newspaper
The poem will be like you
Take a pair of scissors
Then take out the scraps one after the other in the order in which they left the bag
Cut out the article"
 
Affine ad una certa cultura DADA (Tristan Tzara compose una poesia in questo modo nel 1920 ed è al pari di un manifesto della poesia dadaista), è sicuramente più famosa per il suo legame con lo scrittore beat William S Burroughs e con Brion Grysin, uno scrittore-pittore-musicista dello stesso periodo (1950-1960).

Soundtrack: Tristan Tzara

Si tratta di una duplice apertura causalmente compositiva: "Cut-up & Fold-in" di cui la seconda è costituita dall'alternanza di righe di un testo con righe di un altro ma anche di due fotografie. 

Soundtrack: Brion Gysin at work

Gyin and Burroughs svilupparono insieme anche la tecnica del cut-in su spezzoni di nastri audio. Si trattava di una logica conseguenza dopo le parole e le immagini. Con loro, altri autori, quali Sinclair Beiles, Alan Burns, Julio Cortàzar, Gil Wolman. E poi ancora, tutti gli autori cha hanno usato i tape-loop riprodotti in senso regolare o inverso ed anche tra loro mixati, gli autori della musica elettronica, i Beatles, David Bowie, Kurt Cobain.


Soundtrack: The alchemists of sound - BBC Radiophonic Workshop

Ora, il cut-up non è forse un percorso che normalmente fa la nostra mente quando analizza più cose in contemporanea. Taglia e mischia. Incolla e cuce. Divide e unisce. A volte tenendo i significati delle cose, delle parole, dei ricordi, dei pensieri, delle sensazioni ben distinti tra loro, a volte trovando comuni denominatori o alleanze casuali.


Soundtrack: Karlheinz Stockhausen (1928-2007): Telemusik, per nastro magnetico (1966). Realizzazione: Karlheinz Stockhausen presso lo Studio per la Musica Elettronica NHK di Tokyo.

Così, da un magma informe e senza senzo può derivare la creazione. 


"When you cut into the present the future leaks out."
Come coerentemente dice Burroughs.
Soundtrack: Blondie - Rapture


 

Saturday, November 2, 2013

Dans Mon Jardin

Wozniak
"Not in my backyard" è il concetto che accompagna il nostro vivere. Indifferenza per il vicino e attenzione solo sul nostro che ci compete/interessa. Vicinanze parallele che non si incontrano mai se non in casi fortuiti e spesso evocanti fastidio più che piacere.

Soundtrack: Dans mon jardin - Manu Chao

Poi, di fronte a calamità, eventi che sconvolgono gli assetti sociali e logistici, ecco ricomparire il senso comune della vita. Ecco la solidarietà, la fratellanza. Per poi tornare, all'atto della ripresa della normalità, nel proprio guscio dove si vive nel fastidio per gli altri.
Dimensioni comunicative che preferiscono scrivere di fronte allo schermo di un computer, piuttisto che usare le parole, il tono della voce, le sfumature delle espressioni con lo sguardo che si intreccia l'uno nell'altro.
Arrossire, impallidire, avvampare, sbiancare, inspirare, espirare, tremare, bloccarsi, sudare, raffreddarsi. Cose tutte che si perdono di fronte ad una webcam o a un video. Ho detto "che si perdono" perché sono tesori espressivi non verbali che hanno fatto riempire pagine su pagine della nostra letteratura. Con un valore superiore anche a quello delle stesse parole.

Soundtrack: Le P'tit Jardin - Manu Chao

Invece, ora, si preferisce la comunicazione mediata. Più comoda, più immediata (e per questo pericolosa perché non riflessiva), meno impegnativa (si può interrompere in ogni istante e finché non se ne ha più voglia). Un "usa e getta" del valore delle relazioni umane. Un "tutto subito e nulla più in un istante".
Wozniak
Dov'è il calore umano? Dov'è lo specchiarsi nell'altro? Dov'è il leggere i silenzi e le espressioni del linguaggio del corpo. Senza sottofondo musicale. Solo il silenzio del non parlare, trasmettendo con le mani, le gambe, il respiro, gli occhi, le palpebre, le labbra mute. La sfumatura che conta più della sonorità di una parola.

Soundtrack: Les mille paillettes - Manu Chao

Così ci si chiude nel proprio giardino e si pensa che esistano luoghi che si possono rifiutare ad altri. Mentre invece la terra è di tutti. Nulla può essere negato ad un altro che chiede. Che si affaccia per cercare pace o lavoro. O vita. Il mio giardino fa parte del mondo. Non ne è isolato.
Questa logica deve permeare anche la coscienza sociale e politica in modo da esserci di aiuto nelle scelte che devono derivare da una autostima e dal rispetto verso non solo se stessi ma anche gli altri. Un rispetto che nasce dalla cultura e si proietta verso una visione profonda del mondo intero e non solo della propria realtà locale. In un rigore interno, proprio che chiede rigore anche a chi deve governare.


"Scambiamoci un segno di Pace" dicono in Chiesa. Non è un gesto che deve finire lì, dopo la Santa Messa. Deve proseguire, permeando ogni cosa, lungo tutta una vita. Fratelli, compagni. Tutti insieme nel cammino dell'esistenza.


Per renderla finalmente colma di significato.
E non chiusa in uno sterile e triste egoismo.

Soundtrack: Il Faut Manger - Manu Chao