La gemebonda avventura si è conclusa alle quatto e mezza nel secondo letto a destra della porta dell'infermeria manicomiale. Schizofrenia paranoide.
All'ingresso: clamoroso, impulsivo, laceratore, illuso. Scambia gli infermieri per secondini che gli faranno la forca. Dopo due mesi di trattamento insulinico: corretto, sintono, adeguato alle esigenze della vita di reparto.
Il tale modo, la solitudine si era chiusa intorno a lui come una muraglia insormontabile che lo divideva per sempre dal passato e dal futuro. E così via, a ritmi successivi ed alterni per altri venti anni, sino al decesso avvenuto per cachessia da neoplasia gastrica inoperabile in schizofrenico.
Curioso il dato in quando vari Autori hanno da tempo rilevato una rara incidenza di questo tumore in pazienti portatori di malattia schizofrenica.
"Pronto, Schiavon? C'è Noto Campanella?" - "E' in diagnostica, professore."
"Dica che ha chiamato Turci dall'infermeria. E' morto Rezzato, c'è un posto libero!"
Altri entreranno, passeranno, come un grande fiume senza forze. In silenzio. Perché il silenzio è la consegna che il Destino ci ha dato."
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Dspedale Psichiatrico Ferri Volterra - foto Baldi |
Questo testo venne pubblicato nel 1971 negli Annali di Freniatria e Scienze Affini. L'autore è un Medico, uno Psichiatra, Filippo Noto Campanella. Ne ho trovata la copia riordinando in casa di mamma. Lui è stato fugacemente anche il mio Pediatra oltre 50 anni fa. Lo ricordo. Grasso, buono, dolce. Più incline a parlare sul senso delle cose che non a scrivere il nome del farmaco che il bambino necessitava.
Lo capisco. Anch'io ho più voglia di ascoltare e imparare dalla gente, dalla loro esperienza diretta, di quanta ne abbia di prescrivere esami e medicine. E' la voglia di conoscere l'uomo. Veniamo ora al testo che è molto bello per aspetti formali, storici ed umani. Uno sguardo di quegli occhi azzurri che giardavano l'orizzonte ponendosi tante domande, molte delle quali senza una risposta certa. Solo ipotesi e per questo suggestive e dolcemente affascinanti.
"All'ingresso: clamoroso ..." mi colpisce molto l'ultimo aggettivo "illuso". E' la dolcezza verso l'uomo che non sa e che pensa di potere ciò che poi non può controllare. E' un pensiero delicato ed amorevole che riguarda tutti noi che urliamo, ci ribelliamo, vantiamo diritto di essere rispettati e poi non siamo nulla. Ci illudiamo e basta. Ci aspetta solo una gelida acqua fredda che non è detto ci risvegli alla vera realtà.
Segue l'altro periodo con la registrazione degli effetti della terapia
insulinica ... "adeguato alle esigenze della vita di reparto" ... non si
parla di adeguatezza alla sua vita di essere umano ma solo di
comportamento, di rispetto verso le regole che devono essere osservate.
Noi siamo così. L'importante è che seguiamo le regole. Che non superiamo
le barriere del comportamento lecito (previsto, accettato e quindi
codificato). Se poi, dentro siamo distrutti dalla rabbia,
dall'infelicità o dal dolore, non importa. Questo è il campo del privato
e noi, per stare in una società dobbiamo mantenere un comportamento
adeguato alle esigenze della società (non disturbare, non dare fastidio,
non invadere gli spazi altrui, ecc ...)
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Antonio Pisano (Pisanello) - Testa di donna |
In effetti, Filppo Noto Campanella, riporta - dopo - che "la solitudine si era chiusa intorno a lui ...". Possiamo dire, straziante solitudine ma non molesta. Questo conta. Come per i Manicomi il cui compito era di nascondere lo spettacolo della follia e del disadattamento (la seconda non è una malattia ma tant'è ...) alla società "benpensante".
L'articolo pubblicato prosegue con una "semplice" nota scientifica " Curioso il dato ...". Si era all'epoca nel concetto dell'osservazione che poteva essere "curiosa". Oggi, nell'epoga del pragmatismo anche dialettico diciamo che un fenomeno "è o non é" o al massimo diciamo che "l'osservazione non raggiunge la significatività" per il numero esiguo dei casi (= esseri viventi) o per la concomitanza di fattori confondenti. Nel 1909 asserivano che i pazienti psichiatrici sembravano immunizzati nei confronti del cancro, poi si accumularono osservazioni che suggerivano l'opposto. Oggi possiamo dire che non è possibile definire ruoli di vantaggio/svantaggio o previlegio/non previlegio delle malattie mentali verso i tumori e che è sbagliato affidarsi a teorie psicodinamiche in tale senso dove predomina il ruolo individuale dell'uomo nei confronti della malattia.
Ci troviamo poi di fronte ad una sequenza di breve dialogo. Dove l'emeneto-guida è il dato oggettivo-utilitaristico. La morte libera uno spazio. La fine di una persona apre all'ingresso di un'altra vita. Siamo in coda e lo spazio è limitato. Chi esce, fa entrare. Senza un briciolo di emozione si procede. Anche perché l'emozione può diventare un carico insostenibile per chi lavora in questi ambiti e può distruggere (burn-out si dice).
Infine, la conclusione. La dolce e struggente riflessione sul destino di noi tutti. Il silenzio. Il fiume che in altri passi diventa "amaro", in altri è il corteo per la morte di un uomo grande per la gente (come quello detto "la piovra" per Alekos Panagulis, ad esempio), ed ancora il fiume di una manifestazione di pace o di guerra, ecc .. Qui è il destino dell'uomo che avanza in silenzio nel corso della propria vita, sotto la pioggia o sotto il sole, e procede verso la fine.
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"Lunedì scorso 2 forsennati sono entrati in casa mia, in quai
Bourbon, mi hanno presa per le braccia e mi hanno lanciata dalla
finestra del mio appartamento in una automobile che mi ha condotta in un
manicomio." Camille Claudel, artista anticonformista rinchiusa il 10 Marzo 1913 nel manicomio di Ville-Evrard dove morirà nel 1943 |
Manca un sola cosa. Importante. E lo spunto ci viene dal prossimo mercoledì 15 ottobre. Giorno in cui nasce Santa Teresa D'Avila. Un personaggio tutt'altro che semplice da definire. L'elemento religioso è sicuramente la logica conseguenza della sua persona e questo illustra come l'uomo possa farsi realmente partecipe della propria esistenza. Come possa dominarla. Ed anche come possa trasformare un viaggio silenzioso e muto, verso la fine, in un cammino danzante e gioioso verso la rinascita.
E ancora un grazie a mia mamma che ha conservato tra i suoi innumerevoli libri e documenti anche questo breve scritto di uno Psichiatra.
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Mi si rimprovera (crimine spaventoso) di aver vissuto da
sola, di passare la mia vita con dei gatti, di avere manie di
persecuzione! È a causa di queste accuse che sono incarcerata da 5 anni e
mezzo come una criminale, privata della libertà, privata del cibo, del
fuoco e delle comodità più elementari. Camille Claudel |
Soundtrack:
Jackson Browne: NPR Music Tiny Desk Concert