Osservavo Martina scegliere i fiori che avrebbe portato a Luisa questa sera, in occasione del suo compleanno. Le mani dalle dita affusolate sfioravano gli steli dei fiori come accarezzandoli nel timore di spezzarne uno e questo contrastava con il gesto del fioraio le cui mani grosse, ruvide e screpolate, trattavano i fiori in modo deciso ed emergico.
Martina era una giovane studentessa che frequentava da noi come prima esperienza clinica. Figlia di amici, mi era toccato di prendermene cura e renderla partecipe di incontri e riunioni, allo scopo di farle vedere come esattamente funziona il nostro lavoro che non è solo clinico. Lei seguiva diligentemente anche se a volte lo sguardo tradiva perplessità e quindi noia.
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Chen Yife |
Luisa era sua mamma e quella sera sarebbe stata festeggiata. Non so cosa avrebbe regalato Martina alla mamma mentre sapevo che Federico, il papà di Martina e marito di Luisa, aveva acquistato un paio di orecchini in oro e corallo che, penso, avesse scelto su precise indicazioni di lei. Anche io, ormai, non mi azzardavo più nei regali per Giulia, così selettiva e particolare nei gusti.
Anche di Giulia conoscevo la scelta per il regalo a Luisa: una camicia in seta di Etro dai meravigliosi colori blu china e verde smeraldo con i disegni del Paisley. Io, invece, temevo di avere fatto una scelta sbagliata, anche se era stata ben ponderata. Avevo infatti ordinato tramite Amazon, direttamente dagli USA, un libro. Un libro molto particolare.
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granadina - Hermenegildo Anglada Camarasa - 1914 |
Sapevo dei trascorsi di Luisa di accesa femminista negli anni settanta, al punto che all'annuncio del suo matrimonio ero rimasto molto sorpreso. 'Chi aveva mai trovato? Quali doti aveva questo Federico, che allora non conoscevo, per essere riuscito a conquistare Luisa?', ricordavo di avere pensato. In effetti, Luisa era stata per molti, me compreso, una sorta di meta irraggiungibile.
Bellissima, fieramente femminista, sembrava totalmente disprezzare l'elemento maschile dal punto di vista intellettuale e considerare il mondo esclusivamente nel modo femminile. La donna, da sottomessa, diventava dominante, ripagando l'uomo della stessa moneta da lui utilizzata nei secoli passati e nel moderno recente. Molti pensavano che avrebbe accettato solo un amore lesbico, tanto avevamo provato e riprovato per scalare il suo cuore con cocenti fallimenti.
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Sámal Joensen-Mikines - Morgunsól - 1947 |
E il fallimento non si concludeva con un dolce sorriso e parole del tipo "... rimaniamo amici che è bellissimo così" ma diventava espressione di superiorità. Il maschietto che ci provava veniva rimesso in riga con toni da rimprovero per l'esiguità del suo valore rispetto a quello della donna che aveva cercato di 'circuire'. Tant'è che la maggior parte di coloro che avevano provato con lei, se ne andavano e non rimanevano assolutamente suoi amici, anzi.
Con me era stato diverso. Mi ero beccato un "hai una bellissima intelligenza femminile ma con un carattere maschile che non potrei soffrire e quindi, insieme, andremmo incontro solo a scontri su scontri e questo mi dispiace perché mi piaci." Cosa potevo dire di più? Tentare con un sorriso e una certa
nonchalance, dicendo "... ma perché non proviamo ...?". Nulla, irremovibile e quindi, con la coda tra le gambe, sei mesi di lontananza per raffreddare la scuffia e rientrare con cuore distaccato e neutrale.
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Fujishima Takeji - The Orchid - 1926 |
Possiamo immaginare come venne presa la notizia del successo di Federico! Un tipo, si, belloccio ma nulla di più. Non impegnato politicamente, culturalmente neutro, emotivamente sul distaccato o giù di lì. Forse era stato quello il segreto. Non dimostrare alcuna mascolinità emotiva e caratteriale bensì offrirsi alla sua mercé (alla mantide religiosa). Aspettare che fosse lei a decidere quando, come e dove. Un cavaliere servente. E intanto c'era riuscito! E noi, a sognare e fare congetture!
Ecco. Di anni ne erano passati e Luisa era cambiata. Gli anni non erano stati delicati e il viso era ora assai pieno di rughe. Un fatto costituzionale perché ne aveva molte più di certe altre amiche ben più in là negli anni. Ma, forte del suo carattere, Luisa non sentiva alcun problema a riguardo. Il suo essere capace di rimanere superiore si dimostrava anche in questo. Niente lifting, nessuna infiltrazione, microiniezione di silicone o altro. Tutto al naturale.
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Masaaki Sasamoto |
Lavorara come vicedirettore nella sede centrale di una banca finanziaria ed era stata capace di mostrare il suo carattere dominatore in mezzo ad un nutrito gruppo di maschietti di tutte le età. Italiani e stranieri. Ma la conoscevano anche per il suo irrefrenabile femminismo. Non celato, anzi reso manifesto in ogni occasione. Duro e aggressivo come lo era agli inizi degli anni settanta, al liceo.
Ecco perché mi ero dannato a cercare il libro di Betty Friedan che era uscito negli Stati Uniti nel 1963. Si intitolava
The Feminine Mystique e poteva a ragione essere considerato una sorta di manifesto della seconda ondata del femminismo. Quello degli anni sessanta-settanta. La copia che avevo scelto di acquistare non era una ri-edizione bensì proprio un originale dell'epoca. Verosimilmente non la prima edizione ma certamente una copia stampata nei primi anni.
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Llewelyn Lloyd |
La copia che avevo scelto era stata descritta dal venditore come 'usata, con i segni del tempo e alcune note a margine, scritte da precedenti lettori'. Era proprio quello che volevo, una copia vissuta e con, magari, qualche pensiero o riflessione di una lettrice dell'epoca. Ricordavo gli incontri con Antonietta Laterza che Luisa conosceva bene e la percezione che avvertivo di essere totalmente un 'intruso', sgradita presenza maschile in una riunione in procinto di essere del 'collettivo femminile'.
Avevo rivisto Luisa una sera a Boleto, erta frazione del Comune della Madonna del Sasso della provincia novarese (verbano-cusio-ossola), durante uno spettacolo tenuto dall'amico Patrizio Fariselli e da un'antropologa che parlava della storia mistica, medievale e fantastica del Lago d'Orta. Patrizio aveva mirabilmente musicato la rappresentazione. Bene, in quell'occasione avevo visto Luisa che parlava e parlava con l'antropologa di cui mi sfuggiva il nome.
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David Hettinger - Ballando Light |
Un'antropologa decisamente femministra, secondo la quale, ogni cosa derivava in senso positivo dalla femminilità e dalle femmine mentre il maschio non aveva alcun valore o merito. Ecco, Luisa tendeva a questo. Stavo riflettendo a cosa avrei dovuto scrivere sul biglietto di accompagnamento per non sfigurare. Infatti, temevo sempre il fiero e sprezzante sarcasmo che Luisa (talvolta in modo anche inopportuno) estraeva e lanciava addosso ai poveri maschietti che le offrivavo l'occasione di farlo.
"The problem that has no name, ecco l'inizio" mi trovai ad esclamare. Martina si era girata di scatto. La frase era della stessa Betty Friedan ma dovevo aggiungere qualcosa d'altro che riassumesse il ruolo della donna in senso evolutivo .... "To move from the protectionist tradition to the equal right tradition ... ecco il finale. Luisa capirà di certo e ne sarà felice!"
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Jeremy Mann - 1979 |
Martina si era di nuovo girata e, sorridendo, aveva esclamato "Vedo che dopo tanti anni e altrettanti capelli grigi, voi tutti, maschietti compagni di scuola, non smettete mai di cercare di conquistare la mia mamma ... scusa se te lo dico ... è inconquistabile. Il maschio le serve, è fisiologico che lo cerchi ma non lo stima e non lo stimerà mai quanto una donna e quindi il suo rapporto può essere solo di compagnia e amicizia. Non l'avete ancora capito?"
Colpito nel segno, le ho guardato le lunghe mani e ho risposto ..."Scusa anche me, ma senza un povero maschietto, neppure la tua mamma sarebbe stata capace di farti venire al mondo. Il maschio serve e, nel suo piccolo, è essenziale. Questo, cerca di capirlo perché non è detto che tu riesca a trovare un altro Federico."
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Ricardo Fernandez Ortega - Peer Gynt Suite No. 1 - Morning Mood |
Soundtrack:
Patrizio Fariselli - "Area - varizioni per pianoforte"