Saturday, October 31, 2015

Non so, forse credo ma non immaginavo

Carl Larsson - My Eldest Daughter Suzanne with Milk and a Book - 1904
L'altra sera sono uscito di casa per una passeggiata e non appena in strada ho notato che ogni cosa appariva diversa. Non più luci dei lampioni ma lumi e lanterne e tremori luminosi dalle finestre delle case che non erano più palazzi bensì semplici edifici, al massimo di 2 piani. Un'atmosfera irreale per me, uomo del ventunesimo secolo.

Un silenzio meraviglioso ma inconsueto che faceva giungere alle orecchie le voci delle persone lontane e il correre delle ruote con uno zoccolio di cavalli. Cavalli? Ecco il rumore di un carro. Una carrozza? Ma dove mi trovo? Cosa è successo alla mia città? Alla Milano che mi aspettavo di trovare appena fuori del portone di casa.
Anders Zor
Mi sembrava fosse fine ottobre e invece adesso vedevo la neve agli angoli e guardavo le strade che non erano più ampie me piccole piccole. Stradine con un'aria intima, alla luce delle lanterne. Non più le insegne luminose, non più traffico. E i semafori? E la gente? La gente era diversa da me. Abiti diversi. Direi costumi e costumi antichi. Dov'ero finito? Mi sono guardato e non indossavo felpa o jeans ma anch'io calzoni corti e calzettoni lunghi fino a quasi il ginocchio. Sete e ricami.

Le scarpe non avevano nulla a che fare con le mie solite scarpe e mi copriva le spalle una mantella scura da cui usciva una giacca dello stesso colore dei pantaloni. Azzurra, di seta e pizzo. Chi sono, mi sono domandato e perché penso diverso da come sono? Sdoppiato tra il prima e il dopo. Credevo di sapere e non so più.
Eugène Frederik Jansson (1862-1915)
Gira l'angolo una donna. Una signora con corpetto aderente e ampia gonna fino a terra e una mantella sulle spalle. Un fine cappellino sui capelli raccolti sulla nuca e con boccoli sulle tempie e con un velo davanti agli occhi. Con lei, un bambino in pieno costume antico pure lui. Mi passano oltre e sento le voci ma non capisco quello che dicono. Che lingua parlano?

Mi trascino verso il punto luminoso, in fondo alla via e vedo negozi e movimento di gente che entra ed esce e chiacchera e ride e si arrabbia e discute. Ma non capisco, eppure le mie orecchie sentono bene. Una carrozza passa vicina e i cavalli nitriscono infastiditi per la gente e il cocchiere urla loro qualcosa che non intendo.
 Bo von Zweigbergk - Woman in Cafe - 1921
La carrozza è elegante e con fregi oro e di bronzo e dal finestrino esce una mano femminile con un fazzoletto in mano e mi raggiunge un profumo dolcissimo e inebriante ma che non ho mai sentito in vita mia. Mi volto e un cane mi passa davanti inseguito da un ragazzo vestito male, a piedi nudi nonostante la neve, e grida alcune parole all'animale. Cosa hai detto? chiedo. Non risponde e corre via. Ma la gente si volta e mi guarda e ride. Ho parlato diverso.

Mi sento solo, isolato e il cuore batte forte. Ero a casa ed ascoltavo musica classica mentre scrivevo e poi mi sono ricordato che dovevo prendere una cosa al supermercato vicino a casa e mi sono rivestito ed uscito. Ma ero nel mio tempo ... ed ora? Mi sento indietro di tre-quattro secoli e neppure nella mia Italia. Già, l'Italia, chissà se esiste già in questo momento, mi chiedo, mentre leggo alcune scritte su un muro.
Gregori Aminoff - Portrait of a Young Girl - 1910
Una lingua stranissima. Caratteri tipografici gotici e incomprensibili. Poi, un nome, Johan Helmich Roman. E' l'unica cosa che intendo. Ma, Johan Helmich Roman era un compositore barocco svedese. Lo stavo ascoltando poco prima di uscire di casa e mi ero soffermato, smettendo di scrivere, pensando che mi sarebbe piaciuto vivere al suo tempo.

Forse l'avevo desiderato troppo o forse avevo espresso troppo intensamente il desiderio. Qualcuno o qualcosa mi ha ascoltato e mi ha proiettato nell'epoca di Johan Helmich Roman e nella sua Svezia. Nel periodo d'oro della corte svedese. Ed ora mi trovavo là. Ho cercato di desiderare fortemente il ritorno ma ... nulla. Ancora quella strana atmosfera e quella realtà così lontana e i suoni delle voci che non prendevano significato.
Rune Hagman
Ecco, quante volte ci si trova isolati, soli ed estranei agli ambienti, alle cose ed alle persone perché si è desiderato qualcosa di diverso da solito. Quando si esce dal seminato e si affrontano nuove strade, nuovi percorsi. Ogni cosa intorno si presenta diversa e chiede uno sforzo immane per essere intesa e quindi riuscire utile ed orientativa. E se si vuole tornare indietro, si rimane inascoltati. 

Quella sera, in una Svezia dell'epoca barocca, ero solo ma non ho sentito paura. Anzi, ho inteso che la cosa dovessere essere percepita come una rinascita. Ad un nuovo mondo, ad una nuova dimensione. Perché il nostro destino è di nascere e rinascere una, cento, mille volte ... perché la vita cambia e non si può rimanere fermi, immobili ma si deve sempre andare avanti e sorridere alle provocazioni del destino. Almeno così voglio credere
Lu Cong - My Name Is Tabitha - 2010
Soundtrack: Ulrika Westerberg - Musica Svedese dal Periodo Barocco

Thursday, October 29, 2015

Acqua cheta

Lu Cong
Cos'è la meraviglia? E' il trovarsi di fronte all'inatteso e questo può essere espressione di qualsiasi cosa. L'inatteso di fatto è la contrapposizione dell'atteso che esprime generalmente il comune. Cioè quello che costituisce il pensiero usuale, il credo quotidiano, l'immaginato collettivo.

Guardavo di fronte a me e vedevo l'inatteso allontanarsi dalla stanza in cui ero. L'inatteso era una persona che riuniva in sè quanto di più comune possa esserci nel pensiero collettivo. Una suora. Cos'incarna la suora se non una figura di attesa serenità, sicurezza, moderazione, umiltà e silenzio?
Certo, Gertrude era tutt'altro ma Gertrude è un peronaggio del passato, quando la vocazione era secondaria alle scelte di un rigore e di una legge familiare dove il primogenito aveva tutto e le figlie femmine diventavano suore o si sposavano a chi conveniva per la famiglia.
Jean-Fautrier Sarah (detail) - 1943
Di Gertrude, figura assai complessa ed affascinante avevamo già parlato diverso tempo fa. Ora si trattava di Antonietta. Di ben più umili natali, rispetto a Gertrude, quella di Antonietta era stata una vocazione sincera. Intrapresa una strada secolare fin da giovane, colma di ideali e di desideri di amore e generosità. Spontaneamente, individuale.

Inatteso è anche il fatto che abbia conosciuto ben due Madri Antonietta negli ultimi anni e che entrambe abbiano lasciato un segno nel mio cuore e nel mio spirito. Esempi di contraddizioni e di umanità di fronte all'impegno di una vocazione. Ora parliamo dell'ultima Antonietta.
Guido Reni - Beatrice Cenci
"Ciao, Antonietta, scusa se mi rivolgo a te in modo così franco e diretto. Sto parlando ad una persona qualsiasi, assumendo il fatto che una suora sia invece una persona speciale. Ma perché speciale? Perché ha scelto di vivere in modo diverso, unico e irripetibile rispetto alla stragrande maggioranza degli altri." Le ho parlato anche se la stanza era ormai vuota della sua presenza.

Ho rivisto la sua figura quando, poco prima, finito l'esame, indotta mi aveva parlato di sè. Le mie domande riformulavano l'occasione precedente delle sue risposte. In un dialogo ex-ante-ex-post si potrebbe dire. Un confronto in cui la domanda viene dopo la risposta e può essere quindi articolata in modo migliore, più preciso, per evidenziare meglio la frase evocata.
Harry Kent - Self portrait (Devian Art)
"Speciale hai detto? Speciale perché la mia vita è stata diversa. E' diversa. Obiettivi differenti rispetto ai luoghi comuni di desiderio di normalità. Ecco, potremmo dire che il desiderio era la genesi di qualcosa di speciale. Un giorno ti svegli e senti che il tuo destino è compiuto. Si è compiuta dentro di te una decisione che è una risposta ad una domanda molto diversa da quelle che siamo (siete) abituati a porre a se stessi. Una domanda esistenziale. Così precoce da stupirci perché non riusciamo a vederne l'origine ..." mi avevi detto o forse solamente mi avevi fatto intuire.

"Dicevo, ti svegli e sai che hai un destino. Diverso da qualsiasi altro destino che ti saresti immaginata. E ti domandi, perchè io? Perché io fra tutti. Perché proprio io? Ti senti un misto di gioia e di prigionia. Un sentimento strano che non riesci a capire ma sai che sei di fronte all'ineluttabilità del tuo orizzonte. Qualcuno sembra avere deciso per te ... e in modo definitivo. Il senso di decisione voluta da una scelta altrui ti pervade e lo accetti con gioia e con paure perché non sai, non puoi immaginare, fino a cosa ti porterà e che cosa sarà. Imprevedibile ma meraviglioso e con un poco di paura." stavi continuando mentre con gli occhi avevi guardato fuori dalla finestra.
Augustus John
"Vedi, Madre Antonietta, lo so perché anch'io un giorno mi sono svegliato così. Sentivo che qualcuno aveva scelto per me. Ti domandi perché proprio io? Cosa hai fatto per meritare questo? E lo accetti con gioia e, in effetti, con la paura di quando non sai cosa potrà succedere e se ci riuscirai!" ho replicato ai tuoi discorsi di prima.

"Ti senti indirizzata ad alti compiti e lasci che altri scelgano il tuo. Per me il destino scelto fu l'Africa! E ci vado! Ci sono andata. Ma rimango atterrita. Nulla della lingua che sentivo. Nulla degli sguardi che incontravo. Sapori, odori, suoni e contatti che mi atterrivano. Fuggivo dicendomi che non ce l'avrei fatta. Spaventosamente turbata e inadatta a tutto questo. La sensazione di un sacrificio troppo grande per potere essere affrontato e accettato."
American gothic - Models
"Ecco e così segui con abbandono. Con timore senza gioia e con meravigliata umiltà ma senza la grande fiducia che prima avevi. Ti auguri di mantenere questo sentimento di forza e determinazione, questa sensazione di amore, per sempre. Speri che la forza ti venga data da altro perché in te manca. Ma, le cose cambiano. Fuggi gridando che non ce la fai e torni a casa esausta. Gli altri capiscono il tuo fallimento e non te lo fanno pesare ma sei tu che ti giudichi. Torni a casa. Trovi la routine."

"La spettacolarità del sentimento rischia di diventare consuetudine. Ti abitui alla routine, al tran tran quotidiano e gli orizzonti si restringono. All'interno, tra sorelle, nascono anche i contrasti, le discussioni e l'isolamento se non ci si conforma." Non vedevo i tuoi occhi che guardavano al parco che era là fuori del nostro edificio.
Arcangela Paladini - Autoritratto
"Nasce così un senso di sfiducia, di inadeguatezza e la forza dello spirito si affievolisce ulteriormente. Quella forza che è fiducia e volontà scema via e ti senti sola, inutile. Sei vuota. Senti che forse hai sbagliato e che sei senza scopo. A cosa servi? E il peso della depressione diventa un macigno perché avverti di avere perso la fede in te come strumento del suo amore. Avverti che ogni gesto non è  risolutore e tantomeno utile. Ti guardi intorno e le lacrime scendono." Forse avevi pianto anche quando dicevi questo.

"Inizia una china che ti porta nel buio più buio. Le sorelle ti si fanno vicine ma non più di tanto e allora, vieni lasciata a casa. Per riposare, per riprenderti. Ma lì, la fede ti sembra ancora più lontana e urli di rabbia e di angoscia nel vedere dove è finita quella straordinaria chiamata a cui avevi risposto. Forse, un'altra persona aveva risposto perché tu ormai sei diversa. Cosa sei? Non lo sai più. E poi vengono i dottori."
Artemisia Gentileschi - Venere addormentata (dettaglio)
"Consulti su consulti. Diagnosi e soluzioni che non portano a nulla. E ti chiedi dove stai andando, anzi, dove ti stanno portando perché non decidi più nulla. Non senti più il Suo amore sopra di te, sei in balia degli altri e basta. Arriva la cura del sonno. Fleboclisi e sonniferi per giorni, settimane. E poi l'angoscia sembra sparire. Non rinasci di certo. Sei solo più calma. Guardi il mondo attraverso un filtro. Se anche non senti più, non te ne fai un problema." Mentre dicevi questo ti stavi rimettendo a posto il velo e gli occhi erano lucidi.

"Ora, cosa sei, dove sei e cosa fai?" dicevo nella stanza vuota di te. E mi avevi risposto prima, "Mi affido agli altri. Non sono più capace degli slanci di prima. Seguo la routine, tranquilla della mia scarsa utilità. Mi sembra di avere un compito ormai assolto e di essere vecchia al punto da meritare il riposo. L'oblio di chi non è più attivo." Sorridevi e smettevi di sorridere come chi piange ed è triste ma cerca di sorridere lo stesso. Il volto tradisce due sentimenti nello stesso tempo.
Sofonisba Anguissola - Le due sorelle e il fratello della famiglia Gaddi - 1555-60
"E' una vita utile la tua?" Le avevo risposto che se stiamo ancora in vita è perché qualcuno, lassù, forse ci sta affidando un compito che si espliciterà in un secondo tempo e che per questo non riusciamo ancora ad intravedere. Mi aveva sorriso di un sorriso buono ma con lo sguardo un po' vacuo, misto a lacrime. Non le ho chiesto più nulla ma ho riflettuto che non mi sarebbe venuto spontaneo pensare che sotto le vesti tranquille di una suora anziana vi fosse tutto questo travaglio di una vita.

L'acqua cheta è quella che noi pensiamo che sia ma, come sempre, i nostri sensi ci traggono in inganno. Fin dai pre-socratici cquesto si era reso evidente! Mi sono alzato dalla sedia e sono andato a chiudere la finestra che si era aperta sotto la forza di un vento settembrino. Un gatto mi aveva guardato da sotto una pianta. Lontano e sicuro.
Bernardino Mei - Ghismonda
Soundtrack: DakhaBrakha - Sho Z-Pod Duba

Tuesday, October 27, 2015

L'amicizia e la vergogna

Boleslaw Von Szankowski
Da un certo periodo a questa parte mi rilassa vedere solo alcuni film che trattano di vicende in cui le organizzazioni criminali fanno da contesto alla vicenda principale. Mi colpisce il concetto di amicizia e quello di affari che appaiono disgiunti tra loro. Si legittima un'azione negativa contro una persona per il fatto che è determinata dal business, sottolineando che non c'è nulla di personale e per questo non deve evocare reazioni di risposta emotiva.

"Nulla di personale" aveva detto Antonio a Marco nel momento in cui il suo comportamento aveva estromesso l'amico dal giro di attività. "Nulla di personale" era la premessa a mantenere l'amicizia viva, attiva. "Scusa ma gli affari sono gli affari!" aveva proseguito Antonio mentre Marco non aveva ancora aperto bocca. D'altra parte, cosa avrebbe potuto dire? Il silenzio si protraeva e diventava pesante ed imbarazzante.
Jeremy Mann - 1979
Una non risposta apre la via a molteplici interpretazioni. Perché Marco non rispondeva? Perché non una parola e non un gesto? Intorno, gli sguardi imbarazzati delle persone che erano pronte a cercare di alleggerire la tensione nel momento in cui Marco, come ci si aspettava,  avesse mandato a quel paese Antonio. Ci si aspettava un "Vai a farti fottere!" come minimo ... ma anche un parapiglia non era escluso tanto pesante era stata la mossa di Antonio.

Invece, il nulla. E Marco rimaneva lì. Incomprensibile. Non una mossa. Lo sguardo di sbieco verso il vuoto. Da quella parte non c'era nessuno. Io non sono mai stato capace di passare oltre, o forse semplicemente di non farmi gli affari miei . Ho quindi guardato Antonio e gli ho detto "Vedi, la tua mossa, nel nome degli affati, è stata una mossa da grande stronzo! E ti dico questo per non offendere tua mamma che conosco bene e che stimo. Ma come diavolo hai potuto concepire una simile mossa?"
Lu Cong - Kaleigh
"Lo so, mi dispiace ma ... bisogna capire che nel business non può esserci attenzione all'amicizia e che questa non deve entrarci minimamente. E non c'entra, di fatto. Il mio affetto e la mia stima e il mio rispetto per Marco sono immutati" Antonio rispondeva in modo concitato. Nella sua voce c'era una sorta di scusa tonale. Marco era sempre zitto, solo guardavo alle sue mani che erano strette in due pugni.

Ecco, la parola 'rispetto' mi colpiva. Anche nei fil con i mafiosi, i camorristi e roba simile si parlava del rispetto. Anche in quei film si diceva che 'il business è business' e che quindi non c'era nulla di personale nel tradire una persona. "Bel modo di ragionare. Un bel sistema per trovare una giustificazione a qualsiasi comportamento, caro Antonio! Ti faccio i miei complimenti. Hai pensato alle conseguenze del tuo gesto? E non solo dal punto di vista morale, dell'amicizia? Hai pensato o te ne sei fregato nel nome del business?" ero decisamente saturo del formale contenimento di Marco.
Léon Joseph Florentin Bonnat - Autoritratto
"Marco, che diavolo? Perché non gli dici il fatto suo? Perché non rispondi? Condividi forse il suo stesso modo di pensare?" non mi trattenevo più io, mentre gli altri stavano zitti. Imbelli, avrei detto! Una pausa. Forse un'altra e poi la voce di Marco, finalmente. "Non so cosa pensare. Sono attonito di fronte a quello che considero un tradimento che va al di là del possibile plausibile o motivato. Ho pensato a quali vantaggi dovevano, potevano derivare da questo comportamento ma non ne trovavo di validi."

"Attonito. Ecco come sono rimasto. Un pugno, un insulto erano nulla in confronto al mio stupito dolore e disgusto. Nel nome degli affari Antonio giustifica qualsiasi mossa. Alessandro ha detto giusto, quale vantaggio hai conseguito? Dimmi che hai raggiunto l'obiettivo della tua vita e me ne farò una ragione. Sarò stato calpestato, estromesso, buttato fuori per un motivo plausibile. Carriera, soldi, prestigio. Ma, dimmi? Mi sembra, invece, che non sia nulla di tutto questo!" Marco era esasperato.
Gustave Courbet - Self-Portrait with Pipe
"Sai cos'è la vergogna? E' una parte del pentimento. E' una parte del senso di responsabilità nei confronti di qualcosa che si percepisce come sbagliata, scellerata! Antonio, ti vergogni o no?" Marco si era staccato dal gruppo ed era andato verso la porta, indietreggiando ma continuando a guardare Antonio. La musica era terminata e il silenzio era ancora più pesante.

Antonio era zitto. Lo sguardo verso il basso per non incontrare gli occhi di alcuno di noi. E noi, a guardare. "L'amicizia non c'entra. Mi rendo conto di averla barattata con un nulla di fatto. Solo con una dimostrazione di interessata fedeltà alla dirigenza. Una sorta di tributo al Minotauro. Il Leviatano comanda e io obbedisco in modo scellerato. Non so cosa ho guadagnato. Forse nulla o forse qualcosa. Marco, credimi, non c'era nulla di personale. Faceva parte del gioco e noi giochiamo. Io gioco. Basta!"
Archibald George Barnes - Woman Beside a Chestnut Tree
Abbiamo guardato Antonio uscire dalla stanza. Il silenzio lo ha accompagnato. Poi, la maggior parte si è rimessa a parlare di altro e a guardare il bicchiere mezzo vuoto o vuoto del tutto per ordinare ancora qualcosa. Marco era zitto. Non so se fosse vergogna per avere messo in pubblico i fatti suoi o se fosse amarezza. Paradossalmente mi sembrava fosse più la prima causa della seconda ed ho considerato di avere sbagliato. Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto anche io in silenzio. La verità, pesa.

Osman Hamdi Bey - Kamplumbağa Terbiyecisi
Soundtrack: ALISON BALSOM - Café 1930

Friday, October 23, 2015

La realtà non esiste


Claudio Rocchi - Volo magico n° 1 - 1971 (originale)

Quando stai mangiando una mela tu e la mela siete parti di Dio,
Quando pensi a Dio sei una parte di ogni parte e niente è fuori da tutto
Quando vivi tu sei un centro di ruota e i tuoi raggi sono raggi di vita;
puoi girare solo intorno al tuo perno o puoi scegliere di correre e andare
Quando dormi tu sei come una stella e il respiro è come fuori dal tempo;
Quando ridi è come il sole sull'acqua, sai che farne della vita che hai
Quando ami tu ridoni al tuo corpo quel che manca per riempire un abbraccio,
Quando corri sai essere lepre e lumaca se hai deciso di arrivare o restare
Quando pensi stai creando qualcosa, illusione è di chiamarla illusione,
Quando chiedi tu hai bisogno di dare, quando hai dato hai realizzato l'amore.
Quando gridi la realtà non esiste hai deciso di essere Dio e di creare.
Quando chiami tutto questo reale hai trovato tutto dentro ogni cosa.



Soundtrack: Franco Battiato feat. Alice - La Realtà Non Esiste

Wednesday, October 21, 2015

Dal protezionismo al diritto - "the problem that has no name"

Osservavo Martina scegliere i fiori che avrebbe portato a Luisa questa sera, in occasione del suo compleanno. Le mani dalle dita affusolate sfioravano gli steli dei fiori come accarezzandoli nel timore di spezzarne uno e questo contrastava con il gesto del fioraio le cui mani grosse, ruvide e screpolate, trattavano i fiori in modo deciso ed emergico.

Martina era una giovane studentessa che frequentava da noi come prima esperienza clinica. Figlia di amici, mi era toccato di prendermene cura e renderla partecipe di incontri e riunioni, allo scopo di farle vedere come esattamente funziona il nostro lavoro che non è solo clinico. Lei seguiva diligentemente anche se a volte lo sguardo tradiva perplessità e quindi noia.

Chen Yife
Luisa era sua mamma e quella sera sarebbe stata festeggiata. Non so cosa avrebbe regalato Martina alla mamma mentre sapevo che Federico, il papà di Martina e marito di Luisa, aveva acquistato un paio di orecchini in oro e corallo che, penso, avesse scelto su precise indicazioni di lei. Anche io, ormai, non mi azzardavo più nei regali per Giulia, così selettiva e particolare nei gusti.

Anche di Giulia conoscevo la scelta per il regalo a Luisa: una camicia in seta di Etro dai meravigliosi colori blu china e verde smeraldo con i disegni del Paisley. Io, invece, temevo di avere fatto una scelta sbagliata, anche se era stata ben ponderata. Avevo infatti ordinato tramite Amazon, direttamente dagli USA, un libro. Un libro molto particolare.
granadina - Hermenegildo Anglada Camarasa - 1914
Sapevo dei trascorsi di Luisa di accesa femminista negli anni settanta, al punto che all'annuncio del suo matrimonio ero rimasto molto sorpreso. 'Chi aveva mai trovato? Quali doti aveva questo Federico, che allora non conoscevo, per essere riuscito a conquistare Luisa?', ricordavo di avere pensato. In effetti, Luisa era stata per molti, me compreso, una sorta di meta irraggiungibile.

Bellissima, fieramente femminista, sembrava totalmente disprezzare l'elemento maschile dal punto di vista intellettuale e considerare il mondo esclusivamente nel modo femminile. La donna, da sottomessa, diventava dominante, ripagando l'uomo della stessa moneta da lui utilizzata nei secoli passati e nel moderno recente. Molti pensavano che avrebbe accettato solo un amore lesbico, tanto avevamo provato e riprovato per scalare il suo cuore con cocenti fallimenti.

Sámal Joensen-Mikines - Morgunsól - 1947
E il fallimento non si concludeva con un dolce sorriso e parole del tipo "... rimaniamo amici che è bellissimo così" ma diventava espressione di superiorità. Il maschietto che ci provava veniva rimesso in riga con toni da rimprovero per l'esiguità del suo valore rispetto a quello della donna che aveva cercato di 'circuire'. Tant'è che la maggior parte di coloro che avevano provato con lei, se ne andavano e non rimanevano assolutamente suoi amici, anzi.

Con me era stato diverso. Mi ero beccato un "hai una bellissima intelligenza femminile ma con un carattere maschile che non potrei soffrire e quindi, insieme, andremmo incontro solo a scontri su scontri e questo mi dispiace perché mi piaci." Cosa potevo dire di più? Tentare con un sorriso e una certa nonchalance, dicendo "... ma perché non proviamo ...?". Nulla, irremovibile e quindi, con la coda tra le gambe, sei mesi di lontananza per raffreddare la scuffia e rientrare con cuore distaccato e neutrale.
Fujishima Takeji - The Orchid - 1926
Possiamo immaginare come venne presa la notizia del successo di Federico! Un tipo, si, belloccio ma nulla di più. Non impegnato politicamente, culturalmente neutro, emotivamente sul distaccato o giù di lì. Forse era stato quello il segreto. Non dimostrare alcuna mascolinità emotiva e caratteriale bensì offrirsi alla sua mercé (alla mantide religiosa). Aspettare che fosse lei a decidere quando, come e dove. Un cavaliere servente. E intanto c'era riuscito! E noi, a sognare e fare congetture!

Ecco. Di anni ne erano passati e Luisa era cambiata. Gli anni non erano stati delicati e il viso era ora assai pieno di rughe. Un fatto costituzionale perché ne aveva molte più di certe altre amiche ben più in là negli anni. Ma, forte del suo carattere, Luisa non sentiva alcun problema a riguardo. Il suo essere capace di rimanere superiore si dimostrava anche in questo. Niente lifting, nessuna infiltrazione, microiniezione di silicone o altro. Tutto al naturale.
Masaaki Sasamoto
Lavorara come vicedirettore nella sede centrale di una banca finanziaria ed era stata capace di mostrare il suo carattere dominatore in mezzo ad un nutrito gruppo di maschietti di tutte le età. Italiani e stranieri. Ma la conoscevano anche per il suo irrefrenabile femminismo. Non celato, anzi reso manifesto in ogni occasione. Duro e aggressivo come lo era agli inizi degli anni settanta, al liceo.

Ecco perché mi ero dannato a cercare il libro di Betty Friedan che era uscito negli Stati Uniti nel 1963. Si intitolava The Feminine Mystique e poteva  a ragione essere considerato una sorta di manifesto della seconda ondata del femminismo. Quello degli anni sessanta-settanta. La copia che avevo scelto di acquistare non era una ri-edizione bensì proprio un originale dell'epoca. Verosimilmente non la prima edizione ma certamente una copia stampata nei primi anni.
Llewelyn Lloyd
La copia che avevo scelto era stata descritta dal venditore come 'usata, con i segni del tempo e alcune note a margine, scritte da precedenti lettori'. Era proprio quello che volevo, una copia vissuta e con, magari, qualche pensiero o riflessione di una lettrice dell'epoca. Ricordavo gli incontri con Antonietta Laterza che Luisa conosceva bene e la percezione che avvertivo di essere totalmente un 'intruso', sgradita presenza maschile in una riunione in procinto di essere del 'collettivo femminile'.

Avevo rivisto Luisa una sera a Boleto, erta frazione del Comune della Madonna del Sasso della provincia novarese (verbano-cusio-ossola), durante uno spettacolo tenuto dall'amico Patrizio Fariselli e da un'antropologa che parlava della storia mistica, medievale e fantastica del Lago d'Orta. Patrizio aveva mirabilmente musicato la rappresentazione. Bene, in quell'occasione avevo visto Luisa che parlava e parlava con l'antropologa di cui mi sfuggiva il nome.
David Hettinger - Ballando Light
Un'antropologa decisamente femministra, secondo la quale, ogni cosa derivava in senso positivo dalla femminilità e dalle femmine mentre il maschio non aveva alcun valore o merito. Ecco, Luisa tendeva a questo. Stavo riflettendo a cosa avrei dovuto scrivere sul biglietto di accompagnamento per non sfigurare. Infatti, temevo sempre il fiero e sprezzante sarcasmo che Luisa (talvolta in modo anche inopportuno) estraeva e lanciava addosso ai poveri maschietti che le offrivavo l'occasione di farlo.

"The problem that has no name, ecco l'inizio" mi trovai ad esclamare. Martina si era girata di scatto. La frase era della stessa Betty Friedan ma dovevo aggiungere qualcosa d'altro che riassumesse il ruolo della donna in senso evolutivo .... "To move from the protectionist tradition to the equal right tradition ... ecco il finale. Luisa capirà di certo e ne sarà felice!"
Jeremy Mann - 1979
Martina si era di nuovo girata e, sorridendo, aveva esclamato "Vedo che dopo tanti anni e altrettanti capelli grigi, voi tutti, maschietti compagni di scuola, non smettete mai di cercare di conquistare la mia mamma ...  scusa se te lo dico ... è inconquistabile. Il maschio le serve, è fisiologico che lo cerchi ma non lo stima e non lo stimerà mai quanto una donna e quindi il suo rapporto può essere solo di compagnia e amicizia. Non l'avete ancora capito?"

Colpito nel segno, le ho guardato le lunghe mani e ho risposto ..."Scusa anche me, ma senza un povero maschietto, neppure la tua mamma sarebbe stata capace di farti venire al mondo. Il maschio serve e, nel suo piccolo, è essenziale. Questo, cerca di capirlo perché non è detto che tu riesca a trovare un altro Federico."
Ricardo Fernandez Ortega - Peer Gynt Suite No. 1 - Morning Mood
Soundtrack: Patrizio Fariselli - "Area - varizioni per pianoforte"

Monday, October 19, 2015

Try to catch the wind

1Lu Cong - michelle-irene
Una sera stavo riflettendo su quanto stava succedendo intorno a me. Nello stretto intorno a me. Riflettevo sul fatto che la grande maggioranza delle persone risultavano scontente, disilluse e arrabbiate contro il sistema, contro l'amministrazione, contro il direttore, contro lo stato. Un coro di persone che guardava al pensionamento come ad un sogno ambito. Un mare di professionisti di diverso livello che avevano perso l'impulso di essere se stessi e orgogliosi delle proprie capacità e della propria esperienza da mettere al servizio del loro quotidiano lavorare.

Guardavo Roberto, Francesca, Antonella, Maria, Armando, Patrizia, Rita, Umberto, Andrea, Mauro, Silvana, Laura e Stefania. Professionisti, validissime persone che si univano in un unico coro di lamento e insoddisfazione. Quante occasioni perse mi meravigliavo di osservare! Quanto troppo dipendiamo e ci facciamo dipendere dalle contingenze.
William Henry Margetson - A Stitch in Time - 1915
Certo, il mondo non è facile. Il mondo è molto diverso da quello che avremmo mai immaginato e desiderato.Il mondo è crudo, avaro, cattivo. Giulia mi guardava mentre stavo pensando queste cose ad alta voce. Il mio viso guardava fuori della finestra e la fronte appoggiava sul vetro nel desiderio di sentire le gocce di pioggia che scorrevano lì fuori.

Ricordavo il vento e la pioggia che avevo provato a Brest in Normandia quando, poco più che diciannovenne, ero andato con mia mamma in un giro settembrino per conoscere Deauville e Saint Malo e Mont Saint Michel e Omaha Beach. Pioggia fredda e vento atlantico sul viso ma sensibilità, poesia e gioia meravigliata nel cuore e nei pensieri.
Maria Leterza - Klaraduus
Grazie a tutto quello che in passato ho visto e sentito e amato e avvertito sulla pelle, nel cuore e nelle orecchie e nella mente, quel giorno come tante altre volte osservavo il mondo vagando nei pensieri e nelle sensazioni, tra ricordo e realtà, percezione ed esperienza. Giulia era rientrata da un viaggio breve ma aveva sbagliato strada al ritorno e si era stancata nell'attraversare la città in pieno orario di rientro dgli uffici. Mi guardava e mi ascoltava sorseggiando un calice di vino rosso.

Non mi ero accorto della sua presenza e solo quando sentii la sua voce mi voltai e la vidi. Mi aveva detto che anche lei sentiva pressoché solo lamentele dove lavorava. Tutti scontenti, tutti irritabili, tutti arrabbiati e demotivati. "Eppure parliamo di professionisti che fanno del curare le persone il loro obiettivo. Come è possibile arrivare a stravolgere così radicalmente il proprio essere? Come lavora questa gente?"
Paula Rubino - "Tightrope"
"Non lo so, Giulia, forse dipende dal fatto che in loro il sogno si è spezzato. Forse dipende dal fatto che hanno perso la forza dentro di loro e si lasciano così trasportare da tutto il resto. Senza forza, senza sogni, viaggiano in balia della corrente e non possono essere felici." Replicai permettendomi di bere un sorso dal suo bicchiere. Il gatto era salito sul letto e faceva le fusa rumorosamente.

"Sai che Claudia mi ha chiesto se vogliamo comperare uno zerbino uguale al suo per avere un'immagine uniforme del pianerottolo? Mi sembra una cosa ridicola. L'estetica ... Dev'essere un'idea partita da quella fanatica del piano di sotto che non ha nulla da fare se non pensare all'estetica del condominio!" e ridevi mentre dicevi questo.
Sergei Arsenievich Vinogradov - 'Sewing'
"Hai ragione! Sono d'accordo con te. Meno male che ci sei. E' bello trascorrere la propria vita con una persona così affine. Tornando a quello che hai detto, se il nulla domina il proprio orizzonte, anche uno zerbino diventa importante! E il bello è che a tutti sembra che la propria vita sia colma di significato. Solo che si tratta di significati privi di significanza e che possono crollare in un istante lasciando lo spazio al vuoto e alla depressione ... che fa paura." Desideravo essere fuori e sentire la pioggia. Se avessimo avuto un terrazzo sarei uscito.

"Anche tutte le persone che si lamentano sono convinte di avere una vita ricca di significato e invece non si accorgono che il significato vero l'hanno perso. Non hanno più fiducia nel loro io. Nell'io che è sogno, desiderio, credo, ideale e rispetto dei propri principi. Intendiamoci, non i principi che rendono rigidi, bensì quelli che ci fanno liberi e permettono di essere coerenti con il senso delle cose. Principi che non cedono di fronte alla convenienza ed al consumismo o al pensiero comune, all'indottrinamento." Avevi preso in mano un libro. "Tu sei diverso dagli altri. Tu sei tu. Anche con le contraddizioni." Mi avevi detto e sul letto era salita anche la gatta ... ma non faceva fusa.
Hao Shiming
"Anche tu sei diversa da tutti. Per questo avverti, come avverto anche io, l'invidia verso di te, l'invidia nei confronti del diverso. Per chi non sceglie la strada comune e il pensiero unico dominante. Il diverso che rimane coerente con i propri principi di amore e di generosità. Illuso o ingenuo, non importa come si viene giudicati. Pensa che qualcuno mi ha persino detto che il mio atteggiamento poteva nascondere un secondo fine!" Avevo aperto la finestra e mi ero affacciato, ma la pioggia era finita. Aveva smesso mentre mi attardavo nei discorsi.

"Essere se stessi. Mantenere il proprio credo di amore. Essere professionisti e mantenere la propria etica a dispetto di chi ne approfitta, sfrutta. Io sono io e mi comporto per quello che riguarda la mia professionalità indipendentemente dalle condizioni in cui mi fanno lavorare. Il mio lavoro deve mantenere l'impronta che amo dare: quella delle cose ben fatte. Un sorriso da chi hai aiutato, sembra stupido dirlo, vale più di un riconoscimento del grande capo." Mi avevi risposto prontamente e il vino era finito e quindi ti eri alzata.
Kees van Dongen - Woman with Cat
La gatta, la tua gatta ti aveva seguito. Il pensiero dentro di me continuava ... 'sembrano pensieri stupidi, banali eppure sono veri, reali e li amo. Non mi interessa fare parte del gruppone dei lamentosi. Io sono io e se devo curare bene, lo faccio bene perché mi è stato insegnato di seguire il mio principio di amore e di onestà. Grazie mamma per tutto questo. Ingenuo o no, sono felice così. Felice anche di protestare e di fare sentire la mia voce di fronte alle cose ingiuste, allo sfruttamento, indipendentemente dai rischi di ritorsione. Essere se stessi è anche questa una prova di amore verso di sè e verso gli altri.'


CATCH THE WIND

In the chilly hours and minutes of uncertainty
I want to be in the warm hold of your loving mind


To feel you all around me
And to take your hand along the sand
Ah, but I may as well try and catch the wind

When sundown pales the sky
I want to hide a while behind your smile
And everywhere I'd look your eyes I'd find

For me to love you now
Would be the sweetest thing, it's what'd make me sing
Ah, but I may as well try and catch the wind

Dee dee de de dee de de de de dee

When rain has hung the leaves with tears
I want you near to kill my fears
To help me to leave all my blues behind

For standing in your heart
Is where I want to be and long to be
Ah, but I may as well try and catch the wind

Ah, but I may as well try and catch the wind
Ah, but I may as well try and catch the wind
Ah, but I may as well try and catch the wind

Donovan (12.03.1965)

Saturday, October 17, 2015

La mina e il destino

Thomas Saliot
Ero fermo al semaforo. Ero in motocicletta e lui, il mendicante ignora le motociclette e quindi mi ha saltato. Camminava a fatica appoggiandosi sulla stampella. Barba lunga, pelle abbronzata e sporca, capelli arruffati sotto un cappellaccio e, sopra il tutto, un cappotto pesante, senza forma, sporco e fuori luogo vista la mitezza della temperatura.

Saltellava in modo goffo e drammaticamente impedito sull'unica gamba. L'altra era un moncone sotto il ginocchio. Chiusa nel pantalone. I movimenti erano però svelti, come di chi è abituato a convivere da tempo con tale infermità. L'età? Non era anziano. Diciamo intorno ai quaranta. Lo sguardo sfuggente. L'attesa alla sua questua, decisamente scarsa. Consapevole di potere ottenere raramente qualcosa e che quel qualcosa era sempre molto scarso.
Be yourself - Ingrid Bergman
Dignità, mi sono detto. Quale dignità può avvertire quell'uomo. Con un moncone di gamba. E perché è così? Mi è venuto spontaneo pensare che si trattasse di quel genere di mutilazioni che solo le mine anti-uomo provocano e che, facilmente, quell'uomo poteva provenire dai Paesi dell'est vicini a noi e teatro, alcuni anni fa di una guerra fratricida spaventosa.

Quell'uomo era nato sano. Non aveva magari avuto alcuna possibilità di studiare e di imparare una professione che non poggiasse sulla sua prestanza fisica. Braccia per afferrare e gambe per trasportare. Tolte le une o le altre, tutto il resto perdeva il proprio valore. E l'uomo scendeva da una condizione di lavoratore, degno della propria essenza di vita, a quella di mutilato, invalido, inutile.
Paul Ruiz
Oppure, quell'uomo era nato sano ed aveva studiato ma la mutilazione ne aveva impedito l'occupazione in un Paese martoriato dalla guerra, dove l'industria, il terziario avanzato si erano frantumati. E si era così ritrovato a vivere di elemosina. Ora, aveva scelto di affidarsi a quegli sfruttatori dell'uomo che reclutano (anche a forza) i mutilati e li sbattono per le strade a raccogliere soldi mossi dalla pietà.

Mi rendevo contro che quell'uomo forse non aveva avuto altra scelta se non quella di affidarsi, di vendersi, ad un mercante di uomini che lo aveva portato in Italia a mendicare. Un padrone al quale doveva giornalmente portare il dovuto. Pena, chissà cosa. Eppure, quell'uomo era nato sano. Aveva avuto la possibilità di desiderare e sperare in un futuro fatto di cose semplici e belle. Un amore, una famiglia, dei figli, una casa e una vecchiaia con i nipoti sulle ginocchia. Il caldo dei baci.
Joan Dumouchel ~ Rain Color
E invece, un giorno era salito su una cosa metallica che aveva fatto uno strano rumore. Che aveva dato una strana sensazione e che poi era esplosa. Era saltato in aria senza rendersi conto. Senza avere neppure il pensiero di cosa stesse accadendo. Poi, magari, era svenuto o si era contorto dal male. La gamba non c'era più e il sangue era invece ovunque e il pantalone in brandelli. Si sarà domandato. Avrà gridato "dov'è il mio piede, cosa è successo della mia gamba".

Poi i soccorsi. Quali soccorsi? Poi il dolore e la febbre e la disperazione, l'incredulità e la paura delle domande sulla propria esistenza. La speranza di guarire e la delusione di rendersi conto della realtà. Una realtà fatta di un qualcosa che non può più toccare perché non esiste più. La mano che sfiora la coperta sotto la quale non c'è più nulla. Un nulla che fa male e dispera.
Loui Jover - Birds
E poi, la discesa. Il ritorno a casa o alla solitudine. L'abbandono degli altri perché lui rimane indietro. Perché é di peso in un momento in cui la solidarietà è morta sotto il peso della comune difficoltà di vivere. Ognuno è per sè. E la disperazione di vedere cambiare ogni orizzonte. Di perdere tutte le speranze e le attese e i desideri.

Rimane solo quello di vivere, anzi, di sopravvivere. Di non morire. Sfamarsi e coprirsi e magari soddisfare le pulsioni più primitive in un imbuto di degrado in cui la dignità si perde, sfila via. E di fronte alla fame e al freddo. All'umido e al gelo, ecco la sua resa alla mano che lo comanda di salire su un mezzo di trasporto. Camion, vagone, barca, chissà cosa.  Per espatriare e finire lungo un viale, a Milano, a chiedere l'elemosina. Facendo leva sulla propria mutilazione, evocando la pietà. Non la dignità.
Andrea Kowch
Eppure, sarebbe bastatocnascere in un altro Paese per vedere i propri sogni diventare realtà. Sarebbe bastato che avesse percorso un tragitto diverso da quello che lo aveva portato sulla mina. Sarebbe bastato che che si fosse preparato per essere un professionista e vivere del valore della propria mente e non della prestanza del corpo. Sarebbe bastato credere di più in se stesso e ribellarsi ad un destino di schiavo del mendicare e rifiutare un aiuto verso la perdita della propria dignità e libertà.

Sarebbe bastato che qualcuni gli avesse fatto capire che anche in fondo al pozzo si può guardare il cielo e tentare di raggiungerlo. Mi domando se ha mai considerato che a questo mondo, in questa vita, esistono persone che sono pronte ad aiutare, credendo nella dignità della persona. Che la Religione è una forza gigantesca che supera ogni ostacolo e fa vedere la luce. Che anche un profugo, un clandestino, mutilato e analfabeta e malato può essere accolto. Che anche per lui ci può essere un destino di fiducia nelle sue capacità residue e di utilità magari verso chi sta anche peggio.
Hu Jundi (胡钧涤)
L'uomo si perde d'animo prima ancora di morire, mentre dovrebbe capire che il proprio destino è nelle sue sole mani e che esiste anche quello che non si riesce a vedere e che proprio per questo può essere scoperto e diventare una soluzione alla propria disperazione. Basterebbe credere fermamente nel proprio valore di dare qualcosa e nella propria dignità. Siamo oggetto di amore e spesso di questo non ci rendiamo conto e procediamo senza una vera meta, sovravvivendo, anziché vivendo.

Soundtrack: C.S.I. - E ti vengo a cercare