Wednesday, December 28, 2016

Irresistibile tentazione o naturale pulsione?

Paul Keysar - Moonrise Over the Marsh
Date che contano e date che non ci dicono nulla.
Ecco la relatività delle cose.
Quello che per me è indimenticabile, per te non lo è ... e, viceversa, quello che tu vivi come fondamentale per me può scorrere senza destare attenzione.
Albert Emile Kirchner - The Embrace
La vita è questo. Una relatività continua.
E non si sfugge da questo destino se non si ha il coraggio di ribaltare la nostra visione.
Ribaltarla da egocentria a policentrica.
Significa partire dagli altri e non da se stessi.
Mark English - Figures
Mi sembra di essere stato molto fortunato nell'essere educato da chi mi esternava la propria meraviglia verso gli insegnamenti che di continuo le cose del mondo le impartivano anche se di anni sulle spalle ne aveva accumulati tanti e tanti.
Kim English -  957
"Stupita meraviglia", "Umile accettazione".
E non mi stancherò mai di ripetermelo in ogni momento.
na sorta di mantra celestiale che evoca la gioia di vivere e di affrontare il mondo con amore e rispetto. Educato fortunato e forse intrinsecamente predisposto ... ma propendo più per il valore dell'educazione e dell'esempio.
Albert Lynch - Peruvian painter - A quiet read - 1851-1912
Per questo ti ringrazio e ricordo questa data con profondo amore e rispetto e gratitudine.

Soundtrack:  Un Gusto Superiore - O Sei Parte Del Problema O Sei Parte Della Soluzione

Tuesday, December 27, 2016

John Donne - No man is an Island

John William Godward  - Dolce Far Niente - 1861-1922
 No man is an Iland (Olde English Version)

No man is an Iland,
intire of itselfe;
 
every man is a peece of the Continent,
a part of the maine;
 
if a Clod bee washed away by the Sea,
Europe is the lesse,
as well as if a Promontorie were,
as well as if a Manor of thy friends
or of thine owne were;
any mans death diminishes me,
because I am involved in Mankinde; 
 
And therefore never send to know for whom
the bell tolls; It tolls for thee.

MEDITATION XVII - 1624
Devotions upon Emergent Occasions
John Donne 

Stefan Bakalowicz - Neighbours, Scene from Roman life - 1885
"Mmmmm, mmmm, mmmm, mmmm" stavi canticchiando tra te e te ma non riuscivo a capire quale motivetto fosse. Non sentivo bene e quindi mi stavo perdendo quei piccoli elementi che spesso servono ad avere la visione generale delle cose.

Ma chi ha mai detto che è dai grandi elementi che si può risalire alle cose intere? Chi è mai stato così stupido da pensare che solo dalla cose grosse deriva il mondo? Penso che l'abbia detto qualcuno che non si è mai stupito a guardare le formiche che, così piccole, fanno grandi cose.
Helen Allingham (née Helen Mary Elizabeth Paterson, 1848–1926) - Hanging the Washing
E non sto  parlando dei giganteschi formicai, bensì del livello di comunicazione e cooperazione che le formiche sanno insegnarci mentre noi, grandi, anzi grandissimi rispetto a lei, continuiamo ad essere convinti che l'individualismo sia un elemento di vantaggio e che comandare sia meglio di condividere.

Ecco, siamo così stupidi che, al confronto con le formiche, diventiamo miscroscopici. "Mmmmm, mmmm, mmmm, mmmm" adesso potevo canticchiare anch'io quello che intonavi tu. Avevo capito da alcune sfumatore di quale canzone si trattava e quindi potevo anche io farti l'accompagnamento.
Emile Samoilovich Villiers de l'Isle Adam - 1843-1889 - View of Constantinople

Sunday, December 25, 2016

Perché 40 anni dopo?

Ah Izian
Enrico si era presentato quella sera in modo non convenzionale. Un eskimo logoro di almeno 40 anni e la barba incolta. Noi, che lo vedevamo sempre tirato a lucido e persino leccato nei suoi blazer blu notte con pantaloni grigio fumo di Londra. E con scarpe inglesi, originali, forse della Grenson factory del Northamptonshire ... così una volta aveva detto. Ora indossava delle Clarks, le desert boot.

Enrico che appariva ora cespuglioso e incolto! Pulito, si ma decisamente old fashioned. Enrico nei suoi settant'anni o quasi che mostrava i segni della sua storia. Una storia di continui compromessi tra un cuore rivoluzionario ed una mente razionalmente opportunista. Tra un desiderio che affondava le radici nella storia delle conquiste della lotta di classe ed il perbenismo dell'establishment formale.
Ysa Perez
Enrico che chiedeva ora di avere cinque-dieci minuti per spiegarci alcune cose. Con un affanno che sembrava inconcepibile in questa atmosfera natalizia-consumistica-borghese. Nel nostro salotto caldo e confortevole, tra musiche di pregio e gatti tra l'assonnato e l'interessato. Enrico si era presentato così, a noi.  Noi, mollemente adagiati sul divano e con in corpo già qualche bicchiere di spumante.

Aveva un'ansia da disperazione. Un desiderio appassionato di comunicare qualcosa, con lo sguardo al quadrante dell'orologio su cui scorrevano le lancette. Ecco il nostro Enrico in pieno travaglio, si stava pensando. Cosa sarà successo? Perché così, sotto Natale? La risposta più logica era che fosse successo qualcosa sul lavoro. Una di quelle merge tra società in cui saltano teste di manager come lui.
Alessio Albi
"Permettetemi, cari amici, di leggere qualcosa che mi ha sconcertato e posto le basi per un cambiamento radicale. Un ritorno. L'occasione è un intervento di quarant'anni fa, anzi quarantuno. Nell'ambito di un dibattito sul 'Manifesto'. Ricordate? Il giornale esiste ancora oggi ma il fascino dei dibattiti è diverso da quello di allora. Il fascino dei confronti ... nella misura in cui, ricordate?

"Guardavo, come alla finestra, le persone che partecipavano ai dibattiti in prima persona. Io riuscivo solo a stare zitto e a non avere parole. Mi sentivo inadatto, immaturo, banale ed inespressivo. E stavo zitto, provando una certa ammirazione ed una invidia positiva per quelli che salivano sul palco e parlavano e strappavano consensi su consensi. Cosa dicevano di così bello? Era il tono che usavano?"
Jean-Michel Bihorel
Questo pensavo io in risposta alle sue parole. Ma non avevo avuto il tempo di dire nulla, perché Enrico aveva tirato fuori un paio di fogli ed aveva iniziato a leggere. "Dibattito del 1975 sul Manifesto. Intervento di un mio omonimo per nome, Enrico Bosio. Vi riporto solo alcune parti del suo intervento. 'il manifesto è nato insieme a lotte che non erano imbrigliabili in vecchi schemi politici; a lotte che dilagavano oltre i confini del sistema e che ponevano domande nuove; che in una fase di grande sviluppo del capitalismo - in cui era credibile il mito della società ricca ed opulenta dei consumi - hanno fatto toccare con mano la mostruosità di questo sistema, l'infelicità che generava nei rapporti tra gli uomini ... il manifesto aveva di se stesso un concetto diverso: povero ma onesto e libero.' "

La lettura correva via con amorevole, calda passione e noi avevamo ascoltato in silenzio e con scrupolosa ed anche rapita attenzione. Avevo abbassato il volume della musica per lasciare lo spazio alle parole che potessero scorrere ben udibili. "... 'quel che conta è che il giornale riusciva ad essere strumento di una linea e di una strategia che illuminavano i fatti con una nuova concezione della vita e dei rapporti tra gli uomini' ..."
Hula
"Certo, allora la vita era più facile, le lotte operaie e studentesche già mettevano in piedi frammenti di società nuova: l'assemblea che decideva tutto, il rifiuto della gerarchia e della delega, l'egualitarismo che era il connotato di ogni rivendicazione. Cari amici, si parlava di rifiuto del ricatto delle crisi usate come mossa per dare giustificata spiegazione al ribasso delle esigenze di vita e di rispetto."

Si era fermato ed aveva abbassato il capo mostrando l'incipiente calvizie che connotava di età la testa a dispetto dei capelli lunghi che apparentemente si liberavano. Si era fermato e sembrava averlo fatto per commozione e sfinimento. "Addio, articolo 18" ho esclamato e mi sono sentito gli occhi dei presenti, addosso. "Hai ragione", se ne era uscito Enrico con il capo ancora chino. E poi i nostri occhi si sono incontrati.
Sienna Kwami
Era il momento di bere qualcosa, fosse anche solo un dito di whisky o altro, purché dotato di vigore alcoolico. Era il momento di un lirismo politico tra fratelli di un'epoca che non esiste più se non nei cuori anziani che l'hanno vissuta con gusto e passione. Mi sono sentito una grande voglia di fare uscire lacrime dagli occhi per sfogare la disperata tristezza che avvertivo.

"Perchè quarant'anni dopo? Perché avere atteso tanto, incapaci di manifestare il proprio sentimento vitale? Quarant'anni per aprire la bocca? Io, alle storiche assemblee ascoltavo e basta. Ed ora, invece, mi alzerei subito per parlare. Ma le assemblee non esistono più se non come fantasmi di qualcosa che è sfilato via da decenni. Ora sono preso da un'incontenibile senso di dovere partecipare ed esprimere la mia idea, di perorare le cause 'perse', direbbe qualche bel razionalista, oggettivista borghese."
Gerard Mas
"Ora non sto più zitto, a costo di farmi dare del vecchio rincoglionito, passista e nostalgico. Si, certo, orgogliosamente nostalgico di un'epoca che è stata di desiderio e di alternativa. Forse solo ipotetica e mai reale. E' vero! Forse abbiamo distrutto un sogno con i nostri dibattiti e i nostri confronti. O forse abbiamo educato noi stessi ad un modo di esistere che è stato sopito negli anni ma che non è morto!"

"Addio articolo 18, uno stronzetto saputello e prepotente ti ha oggi cancellato. Ma noi, della guardia rivoluzionaria siamo pronti a rinascere. Figli di battaglie perse e di risultati magari inconcludenti ma certamente ... poveri, onesti e liberi. Ora più che mai, liberi di dire quello che si pensa. Per essere se stessi e per sperare di fare capire qualcosa a chi seguirà dopo di noi."
Ana Mercedes - Ben Giles
"Addio articolo 18, sei nei nostri cuori. Adesso sembra il momento adatto di riunirci e indossare di nuovo gli eskimo verdi con il finto pelo di agnello all'interno e di guardare con sfida di barricata l'establishment americano che un pazzo volgare di presidente e subdolo e ecero ha messo in piedi, ponendo direttamente al potere i rappresentanti del capitalismo privato."

"Addio articolo 18. Sei ora pronto a rinascere? E noi dobbiamo essere al fianco tuo, al fianco di un emblema di diritto che deve essere universalmente difeso. Il capitale è fine a se stesso. L'uomo è fine agli altri. Grazie Enrico. Hai fatto indossare di nuovo l'eskimo a me e forse anche a qualcun altro. Oggi, non è nato solo il nostro Santo Signore. Oggi, forse siamo rinati anche noi. Grazie."
Lydia Pang - Vins Baratta photographer
 Soundtrack: Ash Ra Tempel - 1974 Paris Downers

Thursday, December 22, 2016

Comme deux perles liquides au fond de ses yeux clairs

 
Questa è l'immagine che ho di Lei. Questa è l'emozione che mi è rimasta nella mente e nel cuore. Un giorno di inizio settembre. In Bretagna, sotto una pioggerellina finissima. Le nuvole nel cielo e il Calvaire de Tronoën en Saint Jean Trolimon alle sue spalle. A volte mi domando se un ricordo possa derivare da un'esperienza reale o anche da un'esperienza di fantasia ma fortemente voluta.
Il presente e il passato antico. La maestà di un sentimento sacro che trova espressione in un'opera di uomini antichi e i tuoi pensieri che trovano rinfresco nel vento di quella giornata di settembre in Bretagna. Tu ed io, il mondo del passato, della storia e della cultura. Il mondo che mi stavi insegnando.
Non ricordo parole e non ricordo contenuti ma solo sensazioni che erano e sono colme di amore per la cultura e per il rispetto dell'uomo per il Signore. Guardo nelle foto di vecchi libri le espressioni del personaggi del Calvaire e trovo l'uomo di sempre con le sue paure e le sue angosce. Con il dolore inespresso dalle parole e viceversa dimostrato dai gesti.
Diamante splendente nella notte dei ricordi che ormai risalgono a oltre quarant'anni fa. E' vero che costruiamo il tessuto della nostra esistenza come una tessitrice al suo telaio. Ogni filo è un ricordo e una sensazione. Perché non esistono ricordi senza sentimento. Anzi è la sensazione che conduce al ricordo. Ne siamo consci? Siamo consci di quante sensazioni perdiamo?
Ti vedo oppressa da contingenze quotidiane come vedevo Lei vivere nello stesso modo. Forse la gioia che da figlio riuscivo a darle - ma non ne ero conscente - stavano dando un senso diverso ma è certo che la gioia del rapporto tra lei è me è venuto fuori, si è manifestato anche a parole, solo più tardi. Di fronte e per mezzo di amorose confessioni di gioia nello stare insieme.
Da Lei, per avermi dato lo spirito di cogliere la bellezza della cultura e del rispetto per l'uomo e da me per il senso di gratitudine da figlio nei cofronti di una Madre colta e semplice e sensibile ed elegante. La gioia dei pensieri che si intrecciano in una melodia di affinità e di gusto per l'opera bella dell'uomo.
Ora guardo te. Lei nonc'è più e trovo per caso un libro dal titolo meraviglioso: Comme deux perles liquides au fond de ses yeux clairs. Libro forse scritto da qualcuno che ha il nome di un severo monaco trappista del cinque-seicento. Non so, non ho trovato ma l'ho acquistato. Mi è venuto in mente - non so - Jeanne d'Arc. Persona che adoro, bellissima e dona coraggiosa.
Lo riceverò e sarà un dono per il Santo Natale. Come quando Lei ed io ci si scambiava regali e si pranzava insieme. In due, come sempre. Ora guardo Te e vedo lo stesso colore degli occhi e sento il sentimento di gratitudine verso di te. Per quello che mi hai insegnato anche tu e per quello che mi dai. E il ricordo viaggia sulle sensazioni. Voglio condividere con te quello che ho condiviso con Lei.
Ora sei tu il mio presente. Ora sei tu il mio futuro ed è giusto che Lei abbia lasciato il passo per te. E' giusto che io viva nel suo ricordo e nel tuo presente. Non sovrapposizione. Non conflitto. Semplice traslazione di due fasi della vita. La prima e poi la definitiva. Il bozzolo si schiude e nasce la sencoda parte che è dominante ma non dimentica l'origine.
Soundtrack:  Candy Dulfer - Lily Was Here (Baloise Session 2015)