Saturday, November 2, 2013

Dans Mon Jardin

Wozniak
"Not in my backyard" è il concetto che accompagna il nostro vivere. Indifferenza per il vicino e attenzione solo sul nostro che ci compete/interessa. Vicinanze parallele che non si incontrano mai se non in casi fortuiti e spesso evocanti fastidio più che piacere.

Soundtrack: Dans mon jardin - Manu Chao

Poi, di fronte a calamità, eventi che sconvolgono gli assetti sociali e logistici, ecco ricomparire il senso comune della vita. Ecco la solidarietà, la fratellanza. Per poi tornare, all'atto della ripresa della normalità, nel proprio guscio dove si vive nel fastidio per gli altri.
Dimensioni comunicative che preferiscono scrivere di fronte allo schermo di un computer, piuttisto che usare le parole, il tono della voce, le sfumature delle espressioni con lo sguardo che si intreccia l'uno nell'altro.
Arrossire, impallidire, avvampare, sbiancare, inspirare, espirare, tremare, bloccarsi, sudare, raffreddarsi. Cose tutte che si perdono di fronte ad una webcam o a un video. Ho detto "che si perdono" perché sono tesori espressivi non verbali che hanno fatto riempire pagine su pagine della nostra letteratura. Con un valore superiore anche a quello delle stesse parole.

Soundtrack: Le P'tit Jardin - Manu Chao

Invece, ora, si preferisce la comunicazione mediata. Più comoda, più immediata (e per questo pericolosa perché non riflessiva), meno impegnativa (si può interrompere in ogni istante e finché non se ne ha più voglia). Un "usa e getta" del valore delle relazioni umane. Un "tutto subito e nulla più in un istante".
Wozniak
Dov'è il calore umano? Dov'è lo specchiarsi nell'altro? Dov'è il leggere i silenzi e le espressioni del linguaggio del corpo. Senza sottofondo musicale. Solo il silenzio del non parlare, trasmettendo con le mani, le gambe, il respiro, gli occhi, le palpebre, le labbra mute. La sfumatura che conta più della sonorità di una parola.

Soundtrack: Les mille paillettes - Manu Chao

Così ci si chiude nel proprio giardino e si pensa che esistano luoghi che si possono rifiutare ad altri. Mentre invece la terra è di tutti. Nulla può essere negato ad un altro che chiede. Che si affaccia per cercare pace o lavoro. O vita. Il mio giardino fa parte del mondo. Non ne è isolato.
Questa logica deve permeare anche la coscienza sociale e politica in modo da esserci di aiuto nelle scelte che devono derivare da una autostima e dal rispetto verso non solo se stessi ma anche gli altri. Un rispetto che nasce dalla cultura e si proietta verso una visione profonda del mondo intero e non solo della propria realtà locale. In un rigore interno, proprio che chiede rigore anche a chi deve governare.


"Scambiamoci un segno di Pace" dicono in Chiesa. Non è un gesto che deve finire lì, dopo la Santa Messa. Deve proseguire, permeando ogni cosa, lungo tutta una vita. Fratelli, compagni. Tutti insieme nel cammino dell'esistenza.


Per renderla finalmente colma di significato.
E non chiusa in uno sterile e triste egoismo.

Soundtrack: Il Faut Manger - Manu Chao

No comments:

Post a Comment