"Dì, hai visto Emanuela negli ultimi tempi? Ti dico questo perché l'ho incontrata proprio ieri in Piazza Duomo mentre salivo le scale della metropolitana e lei le stava scendendo. Ero controluce e quindi all'inizio non l'avevo vista ma poi, quando mi è passata al fianco ho sentito la sua voce perché stava telefonando. Mi sono girata di fianco e l'ho riconosciuta. Era bellissima!" mi stavi dicendo questo mentre eri in cucina e stavi preparando qualcosa.
Dallo studio sentivo a fatica ma avevo compreso le tue parole nel senso. Poiché Emanuela mi ha sempre incuriosito come donna e come spirito libero, ho messo in pausa il computer e mi sono alzato per raggiungerti. Mentre percorrevo il corridoio con la sua lunga libreria ti ho vista uscire dalla cucina con in mano due coppette con un veloce cocktail colorato e del lime che colorava il bordo.
Ho assaggiato il contenuto della coppetta ed era fresco e gioioso nel contempo. Un mohito cortissimo con metà rhum chiaro e vodka per esaltare la forza, mentre il resto era classico. Corto, perché quantitativamente poco al punto da stare nella coppetta che esaltava l'allegria del contenuto. Ti ho domandato di Emanuela perché ricordavo che almeno sei mesi prima era uscita da una storia con un nostro collega medico e sembrava veramente 'out'.
Emanuela è una bellissima donna, scura di capelli e con un viso tendenzialmente rotondo in cui fiammeggiano due occhi neri con una linea orientale all'insù che lei sa bene evidenziare con il trucco. Un trucco che spesso si rifà alle linee di mascara e eyeliner degli anni settanta e che talora lei accentua alla Emy Whinehouse. Il tagli dei capelli è però medio, dieri sul mediolungo mosso.
"Si, hai ragione. Alcuni mesi fa era distrutta. Il suo ... Gastone, non ricordo bene il nome, si era comportato così da bastardo che ne era rimasta sconvolta. Aveva scoperto che spesso le mentiva e con la scusa delle visite o degli impegni improvvisi in ospedale, trovava il modo di incontrarsi con le sue temporanee amanti. Si era sentita una di loro. Un'avventura ... e pensare che stavano già pianificando di sposarsi e di mettere su famiglia." mi hai detto mentre Caterina era saltata sul tuo grembo per essere accarezzata.
"Ricordo bene la cosa perché ne sono stato 'tirato dentro'. Lui lavora nel mio stesso ospedale e quindi lo conosco discretamente bene. Ha sempre avuto la fama di essere uno che corre dietro alle gonnelle ma, nel periodo in cui stava con Emanuela sembrava essersi calmato. Aveva evidentemente spostato il proprio interesse dal personale dell'ospedale alle persone esterne. Non ho mai avuto rapporti particolari perché mi pareva una persona sfuggente e non so rapportarmi con chi non mi piace ..." e sorseggiavo il tuo cocktail che volgeva alla fine, ahimé.
"Dopo la loro rottura ero uscito almeno un paio di volte con Emanuela e in una occasione l'avevo portata fuori a cena allo Shambala per una cena thai-vietnamita. cena a lume di candela ... al punto che le avevo dovuto precisare che quello, il mio, non era un tentativo e che eravamo andati là solo per stare tranquilli e parlare e cenare in modo diverso. Ricordo che si era messa a ridere buttando la testa alle spalle e mostrando la sua dentatura bellissima in una cornice di labbra rosso fuoco. Durante la cena però aveva pianto e le si era rovinato il trucco." avevo continuato.
"Lo so, ricordo perché avevi messo le mani avanti e me lo avevi detto. Shambala! Una volta hai rischiato di stare male perché ti avevano servito del pesce non cotto del tutto. Ma, per Emanuela ci eri tornato ... vero?" e stavi sorridendo perché scherzavi. Anche io scherzavo ... ma forse non del tutto. Emanuela mi piaceva veramente molto anche se non avevo mai tentato alcunché per amore e rispetto tuo, mi stavo dicendo mentre pensavo a quello che avevi detto.
"Si, Emanuela mi è sempre piaciuta perché ha in parte la tua eleganza e sensualità ma ho sempre pensato che non fosse così irripetibile come sei tu. Una certa prevedibilità me la faceva sentire 'normale' e quindi, per certi versi scontata e questo è un po' un deterrente per me, lo sai, vero?" avevo risposto e in quel momento mi sono ricordato di Emanuela seduta sul divano a casa nostra ... e ti ho guardata. La differenza c'era. Non la tua eleganza e il tuo charme.
"Mesi fa, Emanuela mi aveva chiamata e l'ho incontrata. Era il periodo in cui tu eri in Inghilterra per lavoro e forse non ti aveva trovato e ha cercato me. In fondo, sappiamo entrambi molto di Lei, conoscendola da tanti anni. L'avevo trovata sciupata, non più così curata, neppure nel vestire e avevo provato un vero rancore contro quel cretino del tuo collega. Giulio, ecco come si chiama!" mi hai detto mentre ti eri sfilata le scarpe e ti eri accovacciata sul divano (Caterina era sgattaiolata via).
"Si, me lo avevano detto anche altre persone. Amiche in comune. Meravigliate anche loro nel vederla come disfatta, trascurata, lasciarsi andare come non avrebbero mai immaginato. Un 'bellissimo vaso con una crepa profonda' mi aveva confessato Lucia mentre cercava paragoni su come aveva trovato Emanuela." Avevo acceso la luce per prendere un libro illustrato che avevo visto per terra, al fianco del divano su cui eri seduta.
"E quindi, puoi immaginare la mia gioia nel vederla in così splendida forma, l'altro giorno. Brillante, splendida, piena di energia e di fascino ... e poi al telefono stava civettando con qualcuno ... ho avuto l'impressione. Insomma, guarita e, anzi, migliorata rispetto a prima. Un effetto Kintsugi!". E mi hai sorpreso non solo per il tono con cui avevi pronunciato queste parole ma anche perché ignoravo quell'ultimo termine che avevi usato.
"Kintsugi? Cos'è?" ti ho piacevolmente confessato.
"Kintsugi (金継ぎ) significa letteralmente "riparare con l'oro" ed è una pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per la riparazione di oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. Questo rende l'oggetto più prezioso non solo per il metallo utilizzato ma anche perché, in questo modo, ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate che è unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi." mi stavi stupendo con questo concetto.
"Vuoi quindi dire che Kintsugi significa che dall'imperfezione e da una ferita può nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore? E' stupendo quello che mi hai detto. Bellissimo concetto e meravigliosa pratica di sensibilità giapponese! Sono stupefatto e tu sei sempre meravigliosa in questo! Unica e irripetibile!" e mi sono alzato per darti un bacio.
Caterina però la pensava in modo differente e mentre ero quasi arrivato alla tua guancia, lei si è lanciata sul divano all'inseguimento di Martino e ha turbato la perfezione di quel momento. Tu ti sei distratta e ti sei voltata per cercare dove fossero finiti quei due gatti e io non sono riuscito a fare altro se non a sentire il profumo dei tuoi capelli che mi sfioravano mentre ti giravi. Il mio bacio è finito nell'aria. Forse ho baciato te o forse ho lanciato un bacio a Emanuela-kintsugi.
Soundtrack: Death Cab for Cutie "I Will Follow You Into The Dark"
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