Tuesday, September 5, 2017

Uno sguardo alle spalle

 
Ieri mi hai colpito con una frase detta di sfuggita mentre ci passavamo i piatti per prepararli per la cena. Mi hai parlato di un senso di depressione contro il quale stai combattendo. Un senso di malessere, malinconia che hai giustificato come legata al trascorso della vita.

Agli anni ormai alle spalle che si accompagnano alla sensazione di una vita avviata verso il naturale finire. Mi hai detto di avere pensato che forse sarebbe il momento di prendere qualcosa, un antidepressivo. Ti ho risposto istintivamente, concordando con te che non fosse una cosa da prendere "alla leggera".
Linda Perry



Non è una sciocchezza la depressione. E' un male sottile che si insinua nelle pieghe di ogni istante di vita e che prende corpo, mette le radici e non si allontana. La depressione che è l'assenza di un orizzonte di prospettive aperto. Che è una perdita di significato in quello che siamo e che facciamo. Che è una compagna dei momenti di solitudine e di riposo, ozio, silenzio.

Mi domando come sia possibile combattere la depressione dal proprio interno, senza dovere ricorrere a sostanze che aumentano la serotonina, le catecolamine, ecc ... Senza ricorrere ad altre sostanze, assai più distruttive, che aiutano transitoriamente a superare i momenti di maggiore melanconia?
L'estate di Kukijiro
La depressione che avanza quando arrivi al momento in cui la tua attività lavorativa volge al termine è la paura del non sapere cosa fare dopo. Come impegnare il proprio tempo e svuotarsi della concezione che il solo valore del tempo risiede in quello che produci per il tuo senso del dovere. Possibile che si sia perso il senso del valore del tempo dedicato a se stessi?

Ci si guarda intorno e si vede gente impegnata a lavorare, a guadagnare, a conquistare e si rabbrividisce al pensiero che tra non molto noi ci troveremo nella fascia improduttiva. Di quelli che al mattino possono domandarsi che cosa potranno fare, che cosa faranno in quella giornata,
"Angelo, che cosa daresti della tua ricchezza per avere vent'anni di meno?" ... "Tutto" mi hai risposto. E sono passati quindici anni da allora. Forse ci sei e forse non ci sei. Ma quel giorno, di fronte ad una mia domanda pleonastica mi hai sottolineato il valore estremo della vita rispetto alle cose. Avrei tolto qualcosa a quel "tutto" perché aveva più un significato concettuale che reale ma rimane il senso.

Ora, la tua frase, il tuo messaggio lanciato mi riporrtano a riflettere su un concetto che da anni mi accompagna. "Nasciamo soli, viviamo soli e si muore da soli." Non è pessimismo ma realtà concreta. Non significa che non si viva insieme agli altri ma che, quando un qualcosa ti colpisce molto direttamente, non esiste nessun'altra persona al di fuori di te.
Linda Perry
Un tumore viene vissuto dalla persona che se l'è visto diagnosticare. Nessun altro potrà mai avvicinarsi anche lontamanente a tutto il valore soggettivo della cosa. Pur nella più intima vicinanza, esisterà sempre un vallo incolmabile fra chi vive e chi vive a fianco. Questi pensieri mi hanno sempre sostenuto nella convinzione che noi e solo noi dobbiamo pensare di risolvere le proprie cose.

Tutto quello che potrà venire dagli altri sarà bene accetto e connotato da estrema gioia. La vicinanza è importante. Ma è meglio non contarci. E' meglio fare affidamento in primis a noi stessi. Se aiuto ci sarà, meglio ancora. Chiedere umilmente ma senza aspettarsi con certezza. Ecco ...
Ma questo vale per me. Ti ho risposto che anche io vivo sensi di umore depresso quando sono fermo e/o sono solo. "Chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo" sono le domande esistenziali a cui aggiungere quella relativa al significato di quello che facciamo. Ogni essere vivente che abbia un minimo di consapevolezza ( e chi non ce l'ha?) prima o poi si porrà queste domande.

Da lì inizia la depressione, di fronte al vuoto. Ecco, gli anni che passano offrono un orizzonte che, a differenza di quello di una persona giovane, è ricco di vuoto. Il giovane ha un orizzonte ricco di prospettivhe che poi sono rappresentate da tutte le potenziali svolte di vita che l'esempio degli altri offre. Ma la persona avanti negli anni?
Quali esempi ha di fronte? Di malattia, di limitazioni funzionali, di stanchezza sempre maggiore e poi ... il vuoto della fine, di cui non si sa nulla. Abbiamo tutti giardato di fronte a noi mentre abbiamo camminato gli anni dell'infanzia, della giovinezza e dell'inizio della maturità ... ma poi abbiamo cominciato a camminare guardando indietro, nel ricordo, nel rimpianto, nella dolce memoria.

E' una fortuna, la Fede. La Fede che accompagna qualcuno e che offre la certezza di una fine che non è fine. Una fine che è rinascita. Ma, mi ripeto, la Fede è una questione di fortuna. Ti capita o non ti capita. Forse ti capita perché ti è stata insegnata con l'esempio. Ma quanto siamo pronti a cogliere questo esempio? Penso che capiti a tutti ma solo alcuni lo colgono.
E' il concetto di "natura che provoca, vita che provoca". Ma cosa provoca? Provoca una domanda di fronte ad un'esperienza altrui. Provoca una messa in dubbio delle nostre convinzioni. Insomma, provoca attraverso la proposta di un modo diverso di vivere e desiderare. provoca dimostrando la presenza di un "significante" diverso da quello che abbiamo.

Anni fa, mi avevi manifestato il desiderio di completezza della tua natura femminile attraverso la conquista di un figlio. Ora non esiste un qualcosa, un qualcuno che possa improvvisamente riempire di senso la vita futura. Ora dipende in gran parte da te. E da me, come persona che ha scelto di vivere al tuo fianco e che tu hai accettato e che accetti.
Vasulka Woody
Dare un senso diverso alla vita che si è improntata alla professione ... con i suoi impegni, i suoi valori e i suoi ruoli e riconoscimenti. Tra non molto i valori saranno diversi e non per questo meno validi. Il leggere, il passeggiare, il riflettere e gli impegni sociali, culturali che dovranno riempire le ore e quelle che preparano a questi.

Il nuovo senso deve essere assunto con gioia e non con senso di ripiego. E magari sarebbe bello considerare il senso per gli altri. Cioè, finalmente, dedicare buona parte della nostra vita agli altri. In questo modo il senso diviene compiuto. Vivere per la nostra solitudine e soddisfazione è ben poca e transitoria cosa. Vivere nel senso della vita in generale (e gli altri sono il "generale") è invece grande cosa. Ma anche per questo ci si deve trovare nella condizione di vedere, di comprendere.
La vita che provoca è la cosa più bella che esista, perché fa crescere.

Soundtrack: 4 non Blondes - What's Up