Monday, September 30, 2013

Fantasmi del passato e urto con la storia

Requiem (1935-40)

No, non sono io, è qualcun altro che soffre.
Io non potrei esser così, ma quel che è successo
Neri drappi lo ricoprano,
E portino via le lanterne ...
                     Notte

Anna Achmàtova 

Come a una voce lontana presto ascolto,
Ma intorno non c'è nulla, nessuno.
In questa nera buona terra
Voi deporrete il suo corpo.
Nè il granito nè il salice piangente
faranno ombra al cenere leggero,
Solo i venti marini dal golfo
per piangerlo accorreranno


Anna Achmàtova - Komarovo 1958

Quale grandezza espressiva, quale profondità di ricordi la sua vita deve avere scavato nell'anima e nella mente. Le parole usate come sequenze fotografiche. Un linguaggiofresco, dinamico, tagliente e in chiaroscuro. Grandissima poetessa prerivoluzionaria che ha saputo passare attraverso la storioa dell'Unione Sovietica per giungere, solitaria e discorde,a breve distanza da noi.

Fantasmi di una vita che si affollano nella mente. Occhi che ci guardano, ci sfuggono, ci spiano, ci cercano e che cerchiamo senza speranza ... La poetessa vive con il passato nel presente, quasi una meraviglia del suo essere sopravvissuta ai suoi coetanei che da tempo non sono già più.

Soundtrack: Sexy Sadie (Beatles)

Sunday, September 29, 2013

La calma - Chuang-Tzu

La mia vita ha un limite,
mentre la conoscenza non ha limiti.
Chi consuma la propria vita per perseguire ciò che non ha limite
finisce per esaurirsi.
Chi si dedica alla conoscenza
non fa che mettersi nei pericoli.

Chi fa il bene si attira la fama,
chi fa il male si attira le pene.
La tua norma costante sia di seguire la via di mezzo:
potrai preservare la persona,
conservare la vita,
nutrire i genitori
e giungere alla fine dei tuoi anni.

Soundtrack: Happiness is a warm gun (Beatles)

Friday, September 27, 2013

Chi sta in alto dice

Chi sta in alto dice:
si va verso la gloria.
Chi sta in basso dice:
si va verso la fossa

Bertold Brecht

Soundtrack:  Pink Floyd - Atom Heart Mother (Conservatório de Paris)

Lode dell'imparare (Bertold Brecht)


Impara quel che è più semplice! Per quelli
il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l'a b c; non basta ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! Devi sapere tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.

Impara, uomo all'ospizio
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.

Frequenta la scuola, senzatetto!
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un'arma.
Tu devi prendere il potere.

Non avere paura di chiedere, compagno!
Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quel che non sai tu stesso,
non lo saprai.

Controlla il conto
sei tu che lo devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere

(1933)


Soundtrack: Learning to fly (Pink Flyd - Venice)
Soundtrack: Learning to fly (Tom Petty)

Il silenzio così simile alla parola (Marcelin Pleynet)

Parlare è un aggettivo ma non si impone come la macchina o il cavallo     (parlato)

"le silence ainsi semblabe à la parole"

Fuori niente è cambiato.


Sono frasi di Marcelin Pleynet, poeta, critico d'arte, esteta. Sulle orme di Mallarmé,  esplora il valore del linguaggio e della pittura come segno di se e non come mezo espressivo di qualcos'altro.

In queste poche righe riassume il significato del silenzio nei confronti del suono. Una valore pari, uguale, dotato di una forza che nulla ha da invidiare alle espressioni più forti, aggressive o disperate. Perché il silenzio ha valenze multiple, ha la capacità di esaltare il significato dei termini usati e dei toni impiegati.
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Soundtrack: Sinead O'Connor - Nothing Compares 2 U ( Live Dublin)

Sinhead O'Connor
It's been seven hours and fifteen days
Since you took your love away
I go out every night and sleep all day
Since you took your love away
Since you been gone I can do whatever I want
I can see whomever I choose
I can eat my dinner in a fancy restaurant
But nothing
I said nothing can take away these blues
`Cause nothing compares
Nothing compares to you

It's been so lonely without you here
Like a bird without a song
Nothing can stop these lonely tears from falling
Tell me baby where did I go wrong
I could put my arms around every boy I see
But they'd only remind me of you
I went to the doctor n'guess what he told me
Guess what he told me
He said girl u better try to have fun
No matter what you'll do
But he's a fool
`Cause nothing compares
Nothing compares to you

all the flowers that you planted, mama
In the back yard
All died when you went away
I know that living with you baby was sometimes hard
But I'm willing to give it another try
Nothing compares
Nothing compares to you
Nothing compares
Nothing compares to you
Nothing compares
Nothing compares to you
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La sospensione accentua l'espressione. Come il pensiero visivo di fronte al non esplicito di cui si parlava alcuni post fa. Stessa cosa.

Non solo, ma anche il silenzio come esaltazione del pensiero e segno di rispetto e di ammirazione o di obbedienza e di sottomissione. Ma non sempre. Anche il silenzio ha una duplicità di interpretazione perché può significare anche rifiuto, opposizione, segno di forza contraria alla parola.

Il silenzio è più forte della parola. E' l'espressione più alta del pensare, premessa alla creazione, come la gravidanza nei confronti della vita.

Nel silenzio si impara, nel silenzio si cresce, nel silenzio si prende conoscenza e coscienza.

Nel silenzio si pensa, nella parola il pensiero si è già formato o si forma con rischio di errore. per questo amo il silenzio.

Segno di intelligenza, di eleganza, di capacità di vivere nelle sfumature e per le sfumature. E le sfumature sono la ricchezza del mondo.

Nel silenzio si lotta e si colpisce molto più forte. Non strepiti e urla. Non gesti scomposti, bensì un rigore. Non segni di paura bensì di forza. Una forza che spaventa, sfida e intimorisce ... perché non da alcun segno di debolezza.

In June of 1963, Vietnamese Mahayana Buddhist monk Thích Qung burned himself to death at a busy intersection in Saigon. The self-immolation was done in response to the persecution of Buddhists by South Vietnam’s Ngo Dinh Diem administration

E' ragionevole, chiunque lo capisce. E' facile.

E' ragionevole, chiunque lo capisce. E' facile.
Non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota e i sudici, sudicio.
E' contro il sudiciume e contro l'idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo:
è la fine dei delitti.
Non è follia ma invece
fine della follia.
Non è il caos ma
l'ordine, invece.
E' la semplicità
che è difficile a farsi.

Bertold Brecht, 1933
Lode del comunismo 

Soundtrack: Sinhead O'Connor Live at Parkpop 2013  
Ovviamente è necessario fare dei distinguo tra teoria e pratica, tra filosofia di base e realtà oggettiva, ma il principio è giusto. Laddove non si voglia la prevaricazione degli uni da parte di altri, laddove non si possa accettare che pochi opprimano i molti, ecco che la risposta è quasi scontata.
Bertold Brecht
Certamente l'uomo ne ha applicato i principi in modo errato, limitato dalla sua stessa limitatezza, oppresso dal suo stesso desiderio innato di opprimere. Ma il concetto è giusto e per la mala realizzazione non può essere misconosciuto, ignorato, rifiutato.

La storia deve insegnare a non sbagliare di nuovo non a scartare ciò che, giusto per principio, è stato attuato malamente.
http://www.digitalperformance.it - Walhalla machine - Robert Lepage
Per questo, si deve riaccettare la logica del bene comune, dell'uguaglianza nel rispetto di tutti, dell'equità nella distribuzione delle risorse. 

Utopia? Necessariamente ma è giusto rinnegare le utopie? O è assai meglio continuare a considerarle come una sorta di libìnea guida su cui misurare se stessi e le proprie azioni?


 Soundtrack: Cannoni e bombe (Opera da tre soldi)


Bellezza

Bellezza
 
Ti do me stessa,
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.


Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.


Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nid.


E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo –
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vetta.



SoundtracK:  Gabriel Fauré - Romance sans Paroles Op 17, No 3
Link: Antonia Pozzi


La beauté
L'avion qui vole, me semble-t-il, exceptionnellement bas, vient de passer au-dessus des Pyrénées.
Je suis, comme chaque fois que je fais ce voyage, stupéfait par la grandiose beauté du paysage.
Qui la dira ? Qui la décrira jamais ? Nous traversons ces montagnes qui coupent nos deux horizons en moins de quinze minutes.
Rien n'est comparable à la splendeur de ce déroulement… aucune œuvre humaine ne peut rivaliser avec ce chef-d'œuvre naturel… Il y faut bien entendu l'avion, mais comme la misère et la tristesse de cet appareil, comme ses miraculeuses prouesses s'oublient vite en présence de ce monde vivant, fini et infini, de formes et de couleurs que magnifient les quatre éléments.
À l'altitude où nous sommes, les forêts qui montent à l'assaut de la montagne ne sont que de vastes manteaux sombres posés sur les épaules de lourds géants assoupis dans la blancheur neigeuse des cimes, et dont les membres étendus, dispersés par un sommeil qui n'a pas d'âge, se drapent plus bas de la délicate transparence perlée du brouillard.
Sur l'ocre brun de leurs flancs, découpés d'une suite infinie de ravins et de falaises, sinue le fil clair des torrents et des rivières dont les lignes bleues aboutissent à des lacs grands comme des points d'exclamation, et où plonge notre ciel… Tout cela dans la mouvance désormais figée d'un monde, de dessins et de volumes, refermé sur la beauté d'une immensité sans partage…
Marceline Pleynet - Extrait du journal de l'année 1981, Le jour et l'heure, coll. « POL », Hachette, 1989.

(Photo by Tomaz Benedicic)
Soundtrack: Beautiful boy (John Lennon)

Wednesday, September 25, 2013

Platone, un inconsueto poeta d'amore

STELLE

"Le stelle tu guardi, mia stella:
Foss'io cielo, per mirarti
Con tutti quegli occhi senza fine."

Mine anti-uomo: una vergogna che continua ...

Arma di distruzione di massa ad azione lenta è la loro definizione. Non sono proiettili che, sparati, agiscono subito sul bersaglio. Loro non hanno un bersaglio definito e sanno stare silenti a lungo. Sanno aspettare, crudelmente nel sonno.

Secondo l' ONU, piu' di 100 milioni di mine anti-uomo giacciono inesplose nei campi, nei sentieri o lungo le strade di un terzo dei Paesi in via di sviluppo.

Oltre 300 vittime alla settimana sono il tributo che l' umanita' paga per loro. Feriti che muoiono per dissanguamento o per infezioni. Chi non muore resta mutilao per sempre. E non esistono strutture di riabilitazione che aiutino le vittime a recuperare una vita quasi normale.

Soundtrack: London calling (The Clash)

In Cambogia, sono oltre 30.000 i mutilati dalla mine anti-uomo, 1 ogni 236 abitanti. 
Una stima percentuale delle vittime:
- 7% i combattenti

- 34% i bambini
- 26% gli anziani
- 16% le donne
- 17% gli uomini (non combattenti)
Obama (premio Nobel per la pace ...) non firma la messa al bando delle mine antiuomo
88 Paesi risultano contaminati da loro. E tra questi, la graduatoria del triste primato vede:

Somalia: Mine antiuomo stimate: 1 milione 
Mozambico: Mine antiuomo stimate: 3 milioni 
Bosnia-Herzegovina: Mine antiuomo stimate: 3 milioni
 Kuwait: Mine antiuomo stimate: 5 milioni 
Cambogia: Mine antiuomo stimate: 8-10 milioni 
Iraq: Mine antiuomo stimate: 10 milioni 
Afghanistan: Mine antiuomo stimate: 10 milioni 
Angola: Mine antiuomo stimate: da 10 a 20 milioni 
Iran: Mine antiuomo stimate: 16 milioni 
Egitto: Mine antiuomo stimate: 23 milioni

Oggetti indifferenti, incapaci di scegliere la propria vittima. 
Bambini, inermi, anziani, tutti. Oggetti quasi come giocattoli. 

Mortali, invalidanti, capaci di stravolgere vigliaccamente la vita di un essere umano ... frutto della malvagità e dell'indifferenza di altri uomini.



Questa è una mina italiana (Valmara) a frammentazione perché lo scoppio è in due fasi:  la prima carica solleva di un metro in aria il cilindroche contiene  almeno 2000 frammenti metallici, mentre la seconda carica proietta le schegge a 360° nella zona circostante. 

Uccide entro 27 metri ma ferisce anche in modo grave entro 200 metri. Colpisce tutto il corpo ma soprattutto torace e addome.

Soundtrack: London calling (Bruce Springsteen)
Ogni anno vengono prodotte 5-10 milioni di mine antiuomo. 

Invece, le operazioni di sminamento riescono a smaltire 100.000-200.000 mine antiuomo ogni anno.

Con questi ritmi, occorrerebbero centinaia di anni per eliminarle completamente dai paesi nei quali sono presenti.


Per liberare il solo Afghanistan sarebbero necessari oltre 4000 anni.

CONVENZIONE di OTTAWA

Sono numerosi i Paesi che non hanno sottoscritto la convenzione di Ottawa per la proibizione dell’uso, dello stoccaggio, della produzione e del commercio delle mine antiuomo e per la loro distruzione: 

Stati Uniti, Russia, Cuba, Israele, Cina, India, Egitto, Turchia, Marocco, Nigeria, Eritrea, Somalia.




Messaggio del Segretario Generale in Occasione della Giornata Internazionale per la sensibilizzazione sulle Mine e l’Assistenza nell’Azione Contro le Mine, (4 Aprile 2013)

L’eliminazione della minaccia di mine e ordigni bellici inesplosi rappresenta uno sforzo di importanza cruciale per la promozione di pace e sviluppo, per la tutela della vita umana e il sostegno a Paesi in fase di transizione.
 
 
Le Nazioni Unite continuano a fornire assistenza ad ampio riggio a milioni di persone in Afghanistan, Cambogia, Colombia, Laos, Libano, Sud Sudan e altrove. Tuttavia, occorre accelerare tale progresso, anche alla luce di nuove frontiere di azione che sono emerse, soprattutto in Siria e Mali, dove cresce l’impatto devastante sul piano umanitario dell’uso di ordigni esplosivi in aree densamente popolate.

Sono incoraggiato dal fatto che 161 Stati Membri hanno aderito alle misure cogenti della Convenzione sulle mine anti-uomo del 1997. Inoltre, 111 Paesi hanno sottoscritto la Convenzione sulle munizioni a grappolo, e 81 hanno firmato il Protocollo V sugli ordigni bellici inesplosi della Convenzione che disciplina certe categorie di armi convenzionali. 127 Stati hanno poi ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Chiedo dunque che l’adesione a questi importanti trattati sia universale.

I programme di azione sulle mine delle Nazioni Unite continuano a creare spazi in favore delle attività di soccorso umanitario, le operazioni di pace e le iniziative di sviluppo, consentendo al proprio personale di agire sul terreno e al tempo stesso garantendo a rifugiati e profughi la possibilità di fare ritorno volontariamente a casa. La Strategia 2013-2018 delle Nazioni Unite sull’azione anti-mine delinea una serie di passi verso l’obiettivo di un mondo più sicuro, nel quale individui e comunità possano perseguire il proprio sviluppo socio-economico e i sopravvissuti siano trattati come membri a pieno diritto nelle loro società.

L’impegno delle Nazioni Unite per accrescere la consapevolezza e agire sul tema è globale. In occasione di questa Giornata internazionale, riaffermiamo dunque tale impegno in favore di un mondo libero dalla minaccia di mine e altri ordigni bellici.

Rifiutiamoci di accettare le logiche di convenienza. Solleviamo la nostra testa e facciamo sentire la nostra voce.

 Soundtrack: Ohio (CSN&Y) 

Rosa Parks - Mother of the Civil Rights Movement

Dicembre 1955. Una donna, in Alabama, sale a Montgomery e si siede su un autobus di linea per tornare a casa propria dopo una giornata di lavoro. Un giorno come un altro ma anche l'inizio di una nuova era: quella dei diritti umani.

Prima di raggiugere la propria destinazione, il guidatore dell'autobus invita Rosa Parks ad accomodarsi in fondo all'autobus, nella sezione di posti destinata alle persone di colore.

Rosa Parks si rifiuta. Viene quindi arrestata per avere violato la legge locale che imponeva una "segregazione razziale" sugli autobus di linea. Infatti, i dieci posti davanti erano destinati ai bianchi e in quella giornata, Rosa Parks, insieme ad altre persone di colore aveva occupato la prima fila dietro quei posti ma l'autobus era pieno e così il guidatore aveva chiesto a Rosa e agli altri di colore di alzarsi per fare posto ai passeggeri bianchi in piedi.

Rosa rimane seduta mentre gli altri si alzano. Avanza il proprio diritto di rimanere lì perchè non occupa i posti "dei bianchi". L'autista, Joseph Blake, crede di avere il diritto di stabilire dove finisce l'area riservata ai bianchi e dove inizia quella dei neri e quindi chiama la polizia.

Soundtrack: Because The Night - Patti Smith, Bruce Spingsteen, U2


Arrestata, tradotta in prigione, fotografata, obbligata a lasciare le proprie impronte digitali, il rapporto della polizia indica che il reato consiste nell'essersi rifiutata di obbedire agli ordini dell'autista.

Il fatto diventa di rilevanza nazionale e la comunità afro-americana inizia il boicottaggio degli autobus in segno di protesta. Martin Luther King Jr, allora 26enne si mette in luce per il coordinamento del boicottaggio che dura ben 381 giorni e per le sue doti di oratore.






la legge di segregazione razziale sugli autobus viene riconosciuta incostituzionale nel giugno del 1956 e viene discussa presso la corte suprema degli stati uniti nel novembre successivo.

Per questo, Rosa Parks viene riconosciuta come la madrina del movimento dei diritti civili.

 



Quando consideriamo questo, possiamo sperare che ognuno di noi possa avere un ruolo per cambiare anche cose ben più grandi di noi. Cose che in apparenza sembrano essere insormontabili. Tutto deve partire da noi.

Non possiamo/dobbiamo accettare qualsiasi cosa sotto la spinta della ineluttabilità. Il potere di un dittatore dipende dalla forza che gli attribuiscono i suoi sudditi e così nella nostra società. Il boicottaggio è un'arma gigantesca.

Basta avere la forza della costanza. No, no, no e poi ancora no. Così si possono distruggere i muri del potere.

Link: Martin Luther King - I Have a Dream on August 28, 1963


Basta avere il coraggio in noi stessi, la determinazione e la dignità a sostegno delle azioni e non avere paura. Non abbiate paura recitava il grande Papa Wojtila.

Soundtrack: Freedom - Richie Havens at Woodstock, 1969
 

Tuesday, September 24, 2013

Verso il declassamento del nostro Paese ... una svendita imbecille ed egoista!

Ma come è possibile pensare di cedere il nostro traffico aereo e le nostre comunicazioni a sociatà estere che non potranno mai 'avere a cuore' lo sviluppo di un Paese per loro straniero? Come è possibile ragionare sempre in termini di mero interesse personale, sacrificando lo spirito di nazione e di appartenenza ad un popolo? Perché l'Italia è sempre stata guidata da piccoli potentini che hanno curato più il loro interesse che non quello del proprio Paese?

Si tratta di una maledizione, in questo caso, l'individualismo. Il pensare che quanto accade in strada, nella strada sotto la nostra casa, in quanto avviene al di là della porta della nostra abitazione, non ci interessi? Anche la strada, il quartire, la città sono la nostra casa. Come non buttiamo la sporcizia per terra nel nostro salotto, così non dobbiamo fare per strada ... e invece, eccolo l'italiano medio. Maleducato, stupidamente egoista e con l'illusione di essere più furbo degli altri, vive in modo maleducato, poco civile e prepotente. Eppure, se unisse le proprie forze a quelle degli altri, potrebbe fare emergere questa povera nostra terra.

Povera Italia. Poveri noi. Come potrà un Air France avere a cuore il nostro turismo e agevolare le tratte aeree per espanderlo? Come potrà una Telefonica, investire in Talia per favorire lo sviluppo della rete nel nostro Paese? Sono tutti aspetti, questi, che oggi come oggi, sono vitali per lo sviluppo di un Paese. E noi livendiamo. Meglio allora un buon governo statale con industrie ed aziende statali che difendano la realtà territoriale di un popolo. Altro che europa. Siamo allesolite! In un mondo in cui le multinazionali hanno più forza del governo di un Paese, come si può difendere l'equità di distribuzione delle ricchezze e delle opportunita?

Cosa dobbiamo fare? ... Una cosa è certa, dobbiamo fare ...

Saturday, September 21, 2013

Finché c'è lotta c'è speranza

"Non esiste crescita se non si hanno lavoratori al fianco orgogliosi di sè, pieni di dignità e di voglia difare. Non certo mendicanti un'occupazione o un sussidio, costretti all'umiliazione di una provvisorietà senza senso. Non certo sudditi di consumi drogati, indotti da vent'anni di insopportabile rimbambimento tele-commerciale."
"Non può esservi alcun tipo di speranza di rinascita civile se diamo per scontato che vi sia un unico modello, necessario e ineluttabile, di sviluppo e crescita."
"Ci sono ancora tanti, nuovi motivi per essere di sinistra, senza ricorrere ogni volta a parole d'ordine degli altri. A cominciare dall'idea che un Paese più giusto e più dignitoso è anche un Paese più sicuro, più forte e innovativo."
I nemici della speranza - Telmo Pievani - Micromega 1/2012

  Soundtrack: L'Internazionale - Area (live)

"A causa della globalizzazione, il lavoro non è più un diritto bensì una concessione condizionata dal ricatto di non averlo. Quanto alla dignità, d'ora in avanti verrà esclusa dal tempo lavorativo e dispensata a piccole dosi solo nel tempo libero, purché non abbia ad interferire con le esigenze del consumo."
La classe generale contro il governo di classe - Pierfranco Pellizzetti - Micromega 1/2012

"Oggi, da quando non più solo il corpo, ma la vita intera, in tutte le sue componenti, materiali e immateriali, è stata messa al lavoro, a volte con grandi sacrifici, ma anche con un arricchimento delle nostre possibilità creative, la rilevanza del lavoro è diventata ancora più forte. Esso non fa parte soltanto della vita privata ma è anche una dimensione fondamentale della sfera pubblica e sociale. E' per questo che l'intera cultura occidentale ha posto la difesa e la rivendicazione del lavoro a fianco dei diritti alla vita e alla dignità umana."
 Il Lavoro e la vita - Roberto Esposito - Micromega 1/2012

Soundtrack: Mouss & Hakim - Bella Ciao / Bandiera Rossa

"... facciamoci tutti e tutte operai e operaie. E lottiamo ciascuno nel suo ambito, con i suoi mezzi e capacità, e tutti coloro che potranno si rechino a Roma (manifestazione dell'11 febbraio 2012) ad esprimere alla nazione la volontà di testimoniare il significato pregnante dell'articolo 1 della nostra Costituzione, che parla, com'è noto, di una Repubblica fondata sul lavoro."
Con la classe generale - Angelo D'Orsi - Micromega 1/2012

"Tra di noi è cresciuta una massa di esseri umani giuridicamente inesistenti, invisibili, ricattabili con permesso di soggiorno e sfruttabili a piacere ... la difesa dell'articolo 18 è una buona occasione per ripartire."
Un diritto non un previlegio - Adriano Prosperi - Micromega 1/2012

"Dopo il governo della volgarità populista, ecco quello dell'astuzia conservatrice. Cambia lo stile, è indubbio, ma non cambiano le finalità. Persone garbate e distinte ribadiscono che la crisi la devono pagare coloro che non l'hanno mai provocata: gli operai, i lavoratori dipendenti, gli studenti, il commercio al minuto, i precari, l'impresa artigiana, persino gli immigrati."
Il falso bersaglio - Franco Canfora - Micromega 1/2012

"Rivedere l'articolo 18 significa togliere un po' di garanzia. Perché un po' soltanto? In questo "po'" è contenuto il significato del valore di diritto che si vuole cancellare. Perché un po' meno diritto significa nessun diritto; significa discrezionalità ..."
Il potere delle masse - Carlo Formenti - Micromega 1/2012

"Omnia videre, multa dissimulare, pauca corrigere ... Molti, ad esempio, pensano che i cambiamenti e le riforme possano avvenire in breve tempo. Io credo che ci sia sempre bisogno di tempo per porre le basi di un cambiamento vero, efficace. E questo è il tempo del discernimento."
Antonio Spadaro - Intervista a Papa Francesco - Civiltà Cattolica III, 2013

 

"Non si è cittadini a pieno titolo se non si ha un lavoro nel quale ci si esprime in modo libero."
L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro - Carlo Galli - Micromega 1/2012


Soundtrack: Italiani brava gente - L'internazionale

Friday, September 20, 2013

Esperienza mediale multi-tasking e ibridazione dei mezzi

Internet vive da oltre 20 anni. Ormai dal 1990 nascono solo generazioni digitali che vivono il virtuale come realtà oggettiva. Anche le "vecchie" generazioni analogiche e analogico-digitali vivono nel digitale per buona parte del proprio tempo e vi si adattano.


Il Golem
Ma, dopo una fase iniziale di totale proiezione nel vitruale, ecco scoprire una crescente controtendenza. Anzi, più che tendenza "contro" si tratta di una vera tendenza "ibrida". Cosa significa?

Mentre prima il retail si lanciava nei virtual shop (più agili, meno costosi e impegnativi), dichiarando "vecchio" e desueto e destinato solo a morire il commercio analogico (dei negozi "fisici", del rapporto diretto consumatore-venditore e consumatore-oggetto), ora nascono gli ibridi. Cosa sono?

Link: Paul Wegener: Il Golem (1920)
 
Negozi fisici, reali, con postazioni virtuali da consultare a disposizione dei clienti che possono navigare nel catalogo virtuale e scegliere poi ciò che vedranno, toccheranno dal vero. Ma anche negozi virtuali con caratteristiche analogiche, tipo voce del commesso che aiuta nello shopping o creazione delle figure di "personal shopper" che guidano verbalmente e visivamente all'acquisto, così come possibilità di visualizzare l'oggetto che si desidera acquistare, ruotandolo a 360° come se lo si tenesse in mano.

E' il digitale che si trapianta nell'analogico e viceversa per raggiungere una fusione sensoriale totale. Non più due mondi alternativi ma uno solo, unificato. Espressione dell'evoluzione della società.

Trasposizione di un mondo nell'altro o semplice estensione? La risposta è molto evidente nei cosiddetti "linker people", una realtà di popolazione che orienta i gusti e i comportamenti dei nuovi ventenni. "Sono persone connotate da un forte bisogno di rielaborare il mondo e i contesti circostanti in modo unico e creativo, utilizzando la tecnologia come una piattaforma integrata e sempre in contatto con il mondo esterno." (Mark Up, 177).
Jackson Pollock
Per le persone "linked" il mondo virtuale è parte integrante del reale che ne condivide linguaggi e codici comunicativi (link, tag, pop-up, scroll, sliding, sharing, ecc ...). 

L'esigenza “on the go” è un elemento di forte attrazione anche in termini di personalizzazione del servizio (quando voglio, dove mi serve).

Peculiare è un modo di vivere apolide ma non nel senso originario del termine (cittadino del mondo e di nessun luogo in particolare), bensì in quello di persona che riconosce di essere in un posto e in nessun posto. In un mondo fisico e in un mondo visrtuale contemporaneamente. 
Soundtrack: Beatles - Nowhere man - Live in Munich 1966 

Emilio Vedova
Il contatto con gli altri è reale e virtuale nel contempo. Presenti fisicamente in mezzo alla gente, vivono nel virtuale in cerca di contatti senza appuntamento. reale e virtuale sono integrati tra loro in un continuo interscambiano stimoli che vengono recepiti e collezionati e messi a disposizione per altri.

Gli stimoli sono oggetti da collezionare in un gioco esteso di connessioni in cui il multi-tasking è l'alfabeto base.

Quanto manca ai replicanti, ai cloni, ai robot nella vita di tutti i giorni?   Io ho viste cose che voi umani non potreste immaginare ...

Soundtrack: In search of the lost chord (Moody Blues)
 

La retorica delle cose ultime e La Mela di Odessa

Spesso ci si trova di fronte all'affermazione che l'ultima opera di un artista è la più completa, la più difficile, la più complessa perché frutto dell'elaborazione di tutta una vita. Non è così. Si tratta di una banalità, frutto della cosiddetta "retorica delle cose ultime"

Non è detto che l'ultima opera sia la migliore. La più sofferta, la più creativa. Mestiere e creatività non sempre hanno rapporti e se li hanno, non sempre sono sinergici e positivi.

Altre volte (e non poche), le opere prime sono le più fresce e ricche. Forse perché hanno avuto un periodo di gestazione lungo, frutto dello stesso concomitante sviluppo di una personalità

Forse sono le più innovative e dirompenti, le più violente ed intransigenti. Forse perché la gioventù non conosce modulazione e quindi per questo sono le più sincere e spontaee.

Ecco, appartiene a questo gruppo un opera di giovani musicisti che ho sempre amato e che amo ancora, gli Area. Al di là dell'impegno politico e delle canzoni più strettamente ad esso collegato, per gli Area ci sono diverse opere di pura fantasia lirica. 

La Mela di Odessa (ancorché collegata ad un evento reale) ne è un esempio, stupendo.

C'era una volta una mela a cavallo di una foglia.
Cavalca, cavalca, cavalca
insieme attraversarono il mare.
impararono a nuotare.
Arrivati in cima al mare, dove il mondo diventa piccino, la mela lasciò il suo vecchio vestito e prese l'abito da sposa più rosso, più rosso.
La foglia sorrise, era la prima volta di ogni cosa.
Riprese la mela in braccio, e partirono.
Giunsero in un paese giallo di grano pieno di gente felice, pieno di gente felice!
Si unirono a quella gente e scesero cantando fino alla grande piazza.
Qui altra gente si unì al coro.
"Ma dove siamo? ma dove siamo?"
Chiese la mela.
"Se pensi che il mondo sia piatto allora sei arrivata alla fine del mondo. Se credi che il mondo sia tondo allora sali, e incomincia il giro tondo!"
E la mela salì, salì, salì, salì, salì.
La foglia invece saltò, saltò, saltò.
Rientrò nel mare e nessuno la vide più.
Forse per lei, mah, il mondo era ancora piatto.
....Vicino al mare dove il mondo diventa piccino....Se credi che il mondo sia tondo, allora sali, sali! E incomincia il giro tondo! 


Soundtrack: La Mela di Odessa - Area al parco Lambro
Soundtrack: La mela di Odessa - Patrizio Fariselli&Paolo Tofani
Soundtrack: La mela di Odessa - Area Reunion




Consumabilità: Qui ed Ora e il valore del nascosto

Willoword.com
Siamo in un'epoca dove l'attesa non è più accettata. E, viceversa, rappresenta a volte un valore intrinseco delle cose.

Il concetto di pronto consumo, qui ed ora è dilagante.

Tutto deve necessariamente essere sempre disponibile, ontime, online.

Il tempo ha perso la propria preziosità per diventare un ostacolo che deve essere superato.

Tutto e subito, altrimenti non è accettabile. Ogni cosa deve essere completa all'atto della sua presentazione.

Deve essere così completa da non lasciare alcuno spazio all'immaginazione. Anzi, l'immaginazione non deve essere una risorsa di cui avvalersi. Nulla deve essere accennato.

Soundtrack: Time after time - Miles Davis

Eppure, il parziale, nell'arte e nella vita ha sempre rappresentato il trampolino dell'immaginazione e questa è sempre stata ed è la base della suggestione, del pensiero visivo di cui si parlava tempo fa. Della sensazione che nasce dal proprio vissuto e dalla propria cultura e sensibilità.

Ma, non solo, l'immaginazione collegata alla sensazione emotiva ha sempre consentito di lasciare impressi nella memoria i ricordi delle esperienze. D'altra parte, l'esperienza è un vissuto passato attraverso un proprio giudizio e questo è correlato all'emozione e al nostro filtro cognitivo-culturale.

Seguiamo gli sguardi e costruiamo la storia e le sensazioni
In senso artistico si dovrebbe parlare del rapporto tra implicito ed esplicito, dove per implicito si intende quanto viene lasciato trasparire senza pronunciarlo o visualizzarlo.

Di fronte ad un film in bianco e nero cogliamo quindi le suggestioni dell'incompleto, dell'implicito. Di quanto viene abbandonato alla libera percezione del singolo.

E per questo meccanismo si compie l'incantesimo di una visione quasi viscerale tanto è personale. Perché lasciata al singolo ed alle sue capacità.

Soundtrack: Interstellar overdrive - Zappa & Pink Floyd

Ma non solo. Le scene conoscono pause e la narrazione riconosce intervalli di sospensione che accrescono quanto avvenuto poco prima e sottendono in modo vibrante agli eventi che vi succederanno.

Invece, in un film a colori, a colori naturali, tutto viene rappresentato e la percezione emotiva viene affidata alla spettacolarità delle scene. Una spettacolarità che costruisce la narrazione in modo completo, in modo da non lasciare nulla al caso (e quindi all'immaginazione dello spettatore).

Il gabinetto del dr. Calligaris - Link
Lo spettatore, non l'artista, è lasciato in un ruolo passivo. Subisce il film. E i silenzi sono occupati da musiche, da battute, da rumori che non lasciano alcuno spazio alla suspance, al dramma, all'emozione profonda. Ecco perché tutto viene fagocitato, digerito e quindi metabolizzato, lasciando solo pochi ricordi in cui la differenza tra una visione e l'altra viene notata solo per la spettacolarità della stessa e non per l'intensità dei sentimenti evocati.

Ecco, potremmo dire che tutto e subito, per una facile consumabilità si traduce in un adesso e non più. In una perdita di ricordi, di memoria emotiva. In un digerire ogni cosa, espellendola poi per non contenerla più dentro di noi.

Una vita quindi dove la memoria diventa solo a breve termine. Un futuro con pochi ricordi. Con poca immaginazione (Maggio francese, dove sei?). In fondo è l'evoluzione (voluta, perché controllabile) verso il pensiero acritico e il consumismo massificato e sfrenato.


"Farhenait 451" non ha insegnato nulla ... e "Brave new world"?

SoundtracK: Bjork - Opera House

Tuesday, September 17, 2013

Cléo de 5 à 7 - Apologia di un film o il gioco dello specchio



Film del 1962, diretto da Angés Varda, racconta la vita di una cantante di musica leggera, Florence "Cléo" Victoire, dalle ore 5 alle ore 7 del pomeriggio del 22 giugno. Si tratta di due ore di vita scandite dal pensiero del risultato di un esame medico al quale Cléo si è sottoposta nel sospetto di un tumore maligno. Cléo vive le ore nell’attesa di quell’esito che è previsto per le 6.30.





La vita intorno è trasparente, scorre da sola e sfiora solamente Cléo. Il suo pensiero è altrove.
Girato in diretta, con la cinepresa che filma Cléo mentre è in mezzo alla gente, la pellicola inquadra Cléo attraverso le vetrine e riflessa da specchi. 


Cléo stessa si specchia/si riflette in una gestualità che è frequente ed ossessiva. Auto-ossessiva.







Il tema della vita, del significato della stessa, della morte, della caducità delle cose. Temi esistenzialisti. I valori materiali che perdono di significato di fronte alla necessità/obbligo di rispondere al dubbio esistenziale. 



La solitudine che ammanta ogni sensazione, appiattendola e dilagando nei rapporti tra le persone. 

La bellezza messa di fronte al suo significato di involucro apparentemente splendido che può nascondere una malattia incurabile.





 Numerose le comparse famose (cameo) con Jan-Luc Godard, Anna Karina, Eddie Constantine e lo stesso Michel Legrand che ha firmato le musiche del film.


Soundtrack: Sans Toi

90 minuti è il tempo che separa Cléo dall'inizio del film al momento in cui le sarà comunicato l'esito della biopsia e 89 minuti è la durata del film.

L'orologio di Cléo batte al tempo di quello del film, e viceversa e quindi ogni gesto e ogni pausa ha una durata reale. Questo è il tocco di eleganza ulteriore.




Il respiro di Cléo si mescola a quello dello spettatore e, idealmente, anche il suo cuore batte alla stessa frequenza.
Illusione di un contatto, dettata dall'assoluto bisogno di non essere totalmente sola di fronte al sipario che si solleva.

Questo il significato dell'incontro cercato con il giovane soldato.
 






Un incontro dell'occasione dove questa non è passione o desiderio, bensì solo necessità di sentire un corpo vicino, un respiro accanto e uno sguardo in cui specchiarsi. Pur senza dividere alcunché.





 




Tatto, sensibilità ed eleganza. Il bianco e nero trionfa sul colore, lasciando allo spettatore il ruolo/compito di completare le atmosfere con la sua sensibilità ed esperienza e fantasia.








Le film: Cléo de 5 à 7


Agnès Varda

Soundtrack: Mad World - Gary Jules

fin