Monday, August 31, 2015

E se ci perdessimo il meglio?

Aristide Maillol
Ero seduto al tavolino di un bar sul lungolago e mi gustavo l'aria fresca del mattino unita al caldo del sole di agosto. La gente intorno scambiava parole in toni sommessi che non interrompevano il flusso dei pensieri. Il cappuccino aspettava di fronte a me e mi ero pure concesso una brioche con la marmellata. Avevo tempo! Più di un'ora e questo mi piaceva molto.

Avrei dovuto essere all'appuntamento con mia moglie alle undici e mezza e quindi avevo tutto il tempo per dedicare questo rempo alla lettura ed alle riflessioni su quanto accadeva intorno a me. Ho sempre amato guardare ed ascoltare e pensare, prendendo spunto da quello che mi circonda. Un gusto piacevolissimo che, appena posso, mi concedo. Quella mattina era così.

Kimia Ferdowsi Kline
Il libro era in inglese. Just Kids di Patty Smith e lo leggevo con il dizionario del cellulare. Un dubbio, una ricerca e l'interpretazione della traduzione che non era sempre perfetta, precisa. Leggevo ma anche ascoltavo. Patty Smith raccontava le proprie esperienze di vita all'inizio. Quando, da sola, era uscita di casa per affrontare l'esistenza.

La sua vita era appena iniziata con una gravidanza e un parto, con una bambina che avrebbe lasciato ... "In the spring of 1967 I assessed my life. I had brought the child healthy into the world and placed her under the protection of a loving and educated family." Non ci sono altre parole dedicate alla figlia. Nata e lasciata. Già questo mi trasmetteva perplessità su atteggiamenti egoistici e superficiali.

Ryan Pickart - Odette
Poi, il libro seguitava con la descrizione delle prime esperienze a New York, ecc ... e mentre leggevo non potevo fare a meno di riflettere su quello che la vita forma nei primi 20-30 anni. Di quanto l'individuo è in grado di esprimere e di come gli standard educativi possono limitare l'espressione e le prospettive di una persona.

"Ciao! Tutto bene? Avete saputo di Lorena, la figlia del Tony e dell'Aurora? E' tornata dall'Australia!" La frase era stata gridata e tutte le persone ai tavoli del bar non avevano potuto fare a meno di voltarsi. Lui, quello che aveva gridato, era un anziano signore vestito da montanaro nonostante la temperatura estiva. Camicia di flanella e pantaloni di velluto. Corti poco sotto il ginocchio e due calzettoni che si infilavano negli scarponi da passeggiata sugli alpeggi.

Rex Ray - San Francisco based paintyer
I destinatari del saluto erano invece una coppia di anziani che erano vestiti in modo normalissimo per una domenica mattina in un paese lungo il lago. Pantaloni e camicia lui e gonna e camicetta, lei. Subito avevano scostato una sedia per fare accomodare il loro rumoroso amico al tavolino. Detto fatto, erano poi sprofondati nella conversazione privata, dopo avere ordinato un caffé alla cameriera.

Questa è una tipina aguzza, non giovane e con l'aria sempre un po' turbata. Tra l'imbarazzato e il potenzialmente indispettito. Non l'ho vista sorridere che rare volte e solo per un breve istante. Il marito o compagno, addetto alla macchina del caffé, è alto e la barba dei tre giorni e tendenzialmente il broncio. Tutto sarebbe meglio, ho pensato, se fossero un po' diversi ... meno chiusi e invece sorridenti ... ma la posizione è ottima e il caffé e la brioche buoni. Per questo hanno sempre qualcuno da servire.

Sergio Cerchi - Sitting Red Haired Girl
"Allora, vi dicevo, Lorena è tornata e sembra che tutto sia andato bene! Me lo ha detto direttamente il Tony che, con la sua vecchia, deve avere tirato un gran sospiro di sollievo al rientro della figlia. Pensa, a 22 anni una figlia che se ne va in Australia. Da sola." La continuazione della prima frase, urlata, mi giungeva ora delicatamente. "Pare che abbia trovato lavoro prima come camerirea e poi ha conosciuto altri ragazzi e ragazze italiani e hanno aperto un locale. E le cose sembrano andare bene, anche. E' tornata per una vacanza."

"Di', quanto è stata via? Tanto, vero? Perché non mi ricordo bene la partenza." La signora aveva domandato mentre si puliva le labbra del caffé schiumato. "Col mese prossimo fanno due anni, mi sembra" aveva risposto il 'montanaro'. "Bon, se le cose sono andate bene son contento ma è certo che l'Aurora e il Tony vivevano male la lontananza. Loro che hanno lavorato tutta una vita per fare studiare la figlia, vedersela partire così, lasciando gli studi!" ... si era intromesso il signore in camicia bianca.

Mary Bell Eastlake - In the Orchard - circa 1895
"Non era anche fidanzata o quasi col figlio della Rita? I due ragazzi mi sembrava avessero fatto anche dei progetti ... So che lui, mi sembra si chiami Sebastiano, ha continuato a studiare ed ha finito l'università. Si è laureato l'anno scorso. Lo so perché mio nipote fa il volontario con lui nelle ambulanze." aveva proseguito il 'montanaro', "Mi sembra anche che non abbia ancora trovato lavoro da queste parti e stia cercando in giro ... ma, finora nulla!" Il vento si era levato e stava spettinando la moglie del signore in camicia bianca.

Il 'montanaro' aveva bevuto il caffé e si muoveva per alzarsi. Borbottava che aveva non so quale impegno e che doveva partire. Un saluto con un cenno, un "ossequi" con eleganza alla signora e poi si era diretto alla cassa per 'regolarizzare'. "Ma no, lascia stare ... cosa fai?" aveva esclamato il signore in camicia, accorgendosi che l'amico intendeva offrire a loro due la consumazione. Da queste parti si usa fare così. Una gara a chi offre ... almeno questo.

Bessie MacNicol - Two sisters, 1899
La coppia aveva ripreso a parlare tra di loro, penso, della notizia relativa a Lorena ma il tono era sommesso e il vento faceva il resto. Non sentivo più. Ho ripreso la lettura ma il pensiero è andato al concetto delle scelte di vita. Lorena era andata via, abbandonando gli studi che le erano stati programmati. Aveva rischiato e ora sembrava, da quanto detto, che avesse un lavoro. Lontano, ma un lavoro. Nessuno aveva parlato di felicità e quindi non si può dire nulla su questo argomento.

Sebastiano era invece rimasto. Aveva proseguito gli studi e si era laureato ma ora cercava , pareva senza successo, un lavoro. Attaccato alla casa natale, al suo territorio, non si era avventurato ed era rimasto. Non posso accennare neppure per lui al fatto che potesse o meno essere felice.

Sir John Lavery - Ariadne - 1886
Si tratta di due scelte. Partire e rischiare. Rimanere e sperare. Cosa è meglio? Io sono rimasto e non ricordo di avere sperato ma solo di essermi dannato per ottenere qualcosa. Ci sono riuscito ma, in uno sprazzo di avventura durato 6 mesi, ero anche andato all'estero e poi ero rientrato. Ora, mosso dallo spirito dell'avventura, mi dico che se tornassi indietro, ripartirei e chissà cosa sarebbe poi successo.

L'avventura è esaltante. In un modo o nell'altro, sempre formativa. Penso, adesso, che gli anni fra i 18 e i 28 debbano essere sacrificati un po' all'avventura e che i genitori dovrebbero pensare più alla formazione della persona che all'impostazione di una carriera. In fondo, quando si pensa alla carriera si pensa al conformismo. Il confromismo è un valore tendenzialmente medio. L'avventura può invece essere un picco o un buco. Il genitore teme e spera nel conformismo. Cosa è invece meglio?

Montserrat Gudio
E mentre sorseggio il cappuccino e spezzetto la brioche per mangiarne un poco, mi chiedo cosa farei con mio figlio. Lo lascerei andare o cercherei di convincerlo a rimanere? E' meglio che lui sia se stesso o una fotocopia dei genitori? In questo, io sento di avere impiegato 50 anni per guadagnare un po' di me stesso e di avere continuato e di continuare ancora adesso lungo la strada della conquista ma trovo tante contraddizioni.

Tra quello che sono e quello che forse avrei voluto essere. Al punto che, mentre il vento continua a soffiare invitando le persone anziane a rientrare nel bar, abbandonando i tavolini esterni, mi sento che, se fosse possibile, chiederei a Dio di avere una seconda possibilità. Per fare tutto il contrario di quello che ho fatto. Non che abbia rimpianti e che non sia felice di quanto ho vissuto. E' solo che non ho certezza che non avrebbe potuto essere ancora meglio. Chissa? La vita dovrebbe dare due chances.
Sara Zin - Painter born in Seoul, Korea
Soundrack: GIUSEPPE TARTINI.- CONCERTO EN RE MAJEUR POUR TROMPETTE

Saturday, August 29, 2015

Della Mae - Empire

Della Mae
Non sono sicuro di avere visto bene. Ero al lavoro ed è entrata nello studio Alessia, l'ultimo "acquisto" del gruppo di ricerca. Esperta in sistemi informatici correlati allo studio delle funzioni sensoriali. Sei mesi fa non avrei neppure immaginato di aprire una linea di ricerca in questo campo ma, dopo un solo colloquio con Lei, mi si sono aperte davanti bellissime prospettive di studio.

E' decisamente vero che la ricerca nasce dagli incontri. Così è stato. Bene, Alessia è entrata, ha salutato ed è uscita subito ma io ho fatto in tempo a vedere un qualcosa che mi incuriosiva molto. Perline, collanine e altre cose svolazzanti che si affacciavano e sparivano subito dopo.

Ho interrotto lo studio e mi sono alzato. Ho preso la tazza con il caffé che era sulla scrivania e sono uscito nel corridoio. Immaginavo che sarebbe stata al computer per leggere la posta elettronica prima di iniziare il lavoro. Così facciamo tutti. Eccola! "Ciao Alessia, prima sei entrata-uscita di volata e non ho fatto in tempo a rispondere al saluto!"

"Ciao" ha risposto con un rapido sguardo per poi rituffarsi sullo schermo del PC. Ho guardato meglio e mi sono accorto che avevo davanti una ragazza in pieno stile country. Giubbottino di jeans, gonna chiara, corta, con le balze e stivali da cowboy. Ma non vedevo perline o altro di svolazzante.

Non mi potevo trattenere e quindi, con tono divertito, ho chiesto "Alessia, come mai uno stile così country? Hai lasciato a casa l'uniforme da intellettuale e da ricercatrice?" Ti sei girata, mi hai squadrato da capo a piedi e con un sorriso ti sei alzata. "Carino, vero? Ieri sera ho visto un video musicale con Gianni e stamane ho voluto portarmelo addosso per tutto il giorno. Era un video in stile country!"

Gianni era il suo fidanzato, anzi, era già alquanto 'maturo' per lei e questo si inquadrava con la sua personalità, in cerca di protezione. Strano per una persona abituata ad esplorare nuovi orizzonti, da sola, mi sono detto. Ma eccola, ora, davanti a me. Abbandonati gli occhiali e i capelli raccolti sulla nuca e il maglioncino scuro sulla maglietta chiara sopra i jeans.

Country-Alessia indossava, sotto il giubbino di jeans una maglietta chiara, una T-shirt ma al collo aveva una serie di collanine di perline colorate, strass e ... piume. Lo stesso, alle orecchie. Pendevano orecchini in stile Navaho! E, al polso libero dall'orologio indossava un braccialetto in oro e turchesi (stile Tex-Mex).

Un sorriso, altre due parole e poi, "Ciao, torno nello studio che sono indietro ed abbiamo una scadenza importante. Complimenti, sei bellissima in stile country. Gianni cosa ha detto?" Mi ha risposto che Gianni era partito molto presto quella mattina, prima che lei si svegliasse, e non aveva visto nulla e non avrebbe visto alcunché perché era previsto che rientrasse dopo due giorni. "Mandagli un sms con una foto. Sei imperdibile!" e sono uscito dalla sua stanza.

Mi è venuta in mente una vecchissima canzone di Walter Valdi, un cabarettista milanese degli anni sessanta. Il testo diceva 'Urca che bel saria de ves un del Texas ...' e raccontava la giornata di un impiegato che, così vestito e con il cavallo, si recava in ufficio. Si sarebbe comportato da cowboy per tutto il giorno! Alessia per ora era solo vestita, così. Avremmo visto in seguito se cambiavano anche altre cose, oltre al suo abbigliamento.

E mi sono domandato se non capita ad ognuno di noi immaginarsi di essere diversi ogni giorno in funzione di come ci siamo vestiti. L'abito fa il monaco? Penso proprio di si. Aggiunge qualcosa al nostro essere e in questo torniamo bambini quando ci si traveste per essere qualcosa di più importante, più forte, invincibile. O solamente diverso dal resto del mondo. L'abito serve anche a sottolineare la nostra volontaà di escluderci dal mondo. Viviamo così di illusioni che 'vestono' la nostra vita e ce la rendono più interessante e divertente o almeno solo esclusiva, privata.


Se non fosse, così smetteremmo veramente di giocare e cominceremmo a morire. O no?

Soundtrack: Della Mae - Empire

Empire
C. Woodsmith

Empire sits on the edge of a hill
Born out of a gypsum mine
Held at once 300 souls
And none of them were mine


Now they’re just ghosts in the streets
Wandering a land that sleeps


Once it was a lively place
Now just tumbleweeds
The houses they are silent
Quiet as thieves


Now they’re just ghosts in the streets
Wandering a land that sleeps


The miners callused hands
The women who planted seed on the land
Empire met its end


Once you’re gone you can’t go back
the locks they have all froze
The lid upon the coffin
Now it has been closed

bv

Now they’re just ghosts in the streets
Wandering a land that sleeps


The men who built the Empire
Up from the ground
missed the cracks in the foundation
One blow and it all falls down


The miners callused hands
The women who planted seed on the land
Empire met its end

Thursday, August 27, 2015

L’unico vero maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno - Giordano Bruno


Steven Alexander - Sage #2 - 2002
“Un giorno non lontano una nuova era giungerà finalmente sulla terra. La morte non esiste. La miseria, il dolore e le sue tante tragedie, sono il frutto della paura e dell’ignoranza di ciò che è la vera realtà.”



“Ma quanto tempo ancora sarà necessario?”



“Il tempo dipende da noi, Sagredo. Il tempo è l’intervallo tra il concepimento di un’idea e la sua manifestazione. L’umanità ha concepito il germe dell’utopia e la gestazione procede verso il suo concepimento inevitabile: il secolo passato è una tappa importante, che precede la nascita. Gli Esseri divini vegliano sulla gestazione della terra e alcuni nascono qui per aiutare gli umani a comprendere che la trasformazione dipende dal loro risveglio.”



“Anche voi Maestro siete sceso qui per questo scopo?”



“ Anch’io Sagredo, ma non sono solo. C’è un folto gruppo di Esseri, che sono scesi più volte nel corso della storia e si riconoscono nel grande Ermete, Socrate, Pitagora, Platone, Empedocle… In questo secolo Leonardo, Michelangelo…



“Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà inattesa, improvvisa proprio quando il potere si illuderà di aver vinto.”



Rumori di fondo indicano che la visita volge al termine.

“Maestro quando potrò ritrovarvi?”



“Guarda dentro di te, Sagredo ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità che è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai!”



La porta si apre e compare il guardiano…



“Non ci stiamo separando Sagredo, la separazione non esiste, siamo tutti Uno, in eterno contatto con l’Anima Unica…”

 Giordano Bruno - Discorso a Sagredo - febbraio 1600

Gianni Milano - Anarchia

Tuesday, August 25, 2015

Angurie, semi e sfide

Lutz Baar - Watermelon
"Quando arrivava l'estate aprivano i barachini delle angurie, ricordi? ... Ricordi che spuntavano ai bordi delle piazze o lungo i vialoni ormai vuoti di traffico? ... La sera li raggiungevamo, accaldati perché nessuno aveva l'aria condizionata, e ci sedevamo al tavolino e si veniva serviti senza chiedere. Loro vendevano solo quello, angurie al gelo!"

Stavi allungata davanti a me e giocavi con un cubetto di ghiaccio in bocca, unica concessione al caldo che stavamo soffrendo. Vestivi solo una camiciola in cotone indiano blu scuro, aperta, e degli slip e reggiseno scuri. Il caldo allontanava qualsiasi desiderio e restavo di fronte a te con il pensiero a quello che avevi appena detto.
Piergiuseppe Occleppo - Natura morta con anguria
"Angurie al gelo! Ecco le parole che brillavano nella notte quando i fari dell'automobile illuminavano il cartellone con la scritta dipinta con il pennello e la vernice. Gli spray non erano così diffusi." e il ricordo andava ai baracchini composti solo del bancone in legno, dei piatti con il coltello a denti fitti per tagliare meglio e del tovagliolo in carta e poi, al lato, c'era una gabbia con dentro le angurie. La gabbia veniva chiusa con un lucchetto nelle ore di chiusura dell'esercizio e un ondulato in fibra di vetro (verde, di solito) proteggeva i poponi dal sole.

"Mi ricordo anche che noi ragazzini avevamo l'abitudine di prendere la fetta con le due mani e di affondarci il viso dentro quasi in una gara a chi mangiava più in fretta - o almeno a chi si riempiva di più la bocca! Poi, quando la polpa era finita e rimanevano gli innumerevoli semi (una volta mi sembra fossero più numerosi di oggi), ecco che iniziava un'altra gara: chi sputava i semi più lontano."
Francesco Dossena - Flora - 2005
Ti sei alzata e ti ho guardata. Se andata in cucina e ho sentito che aprivi il frigorifero. Ho pensato che era una disavventura avere il condizionatore guasto proprio a metà agosto. Eppure era nuovo, in garanzia. Avevo chiamato e mi avevano risposto che doveva esserci un difetto e che avrebbero provveduto lunedi. Solo che oggi era venerdì sera!

Rumori familiari in cucina mentre mi ero alzato da terra per riorientare il ventilatore che soffiava potente ... aria calda. I gatti erano ridotti a figure pelose appiattite vicino alle finestre aperte. Immobili come frittelle con periodici movimenti del torace. Respiravano! Io vestivo i soliti pantaloncini mimetici che tiro fuori dall'armadio da almeno 15 anni e una maglietta psichedelica del 1975 acquistata, usata, in un negozietto che esisteva anni fa vicino all'ospedale dove lavoravo.
Lilly Martin Spencer - Still life with watermelon, pears and grape
"Certo che sei decisamente folcloristico con questa mise alternativa!" mi hai detto rispuntando in sala con un piatto colmo di anguria già tagliata in comodi pezzi. "Ti distingui sempre ma, oggettivamente, ora sei un po' esagerato, tra il fuori moda e il trascurato!" Non c'era altro rumore nei dintorni al di fuori del ronzio del ventilatore e le tue parole mi giungevano inattese.

"Forse, non indosso una camicia firmata e pantaloncini in tinta, se vuoi vado di là e mi cambio, ma sono due cose che amo per il loro significato. Quando ero piccolo era lo stesso. Le cose che indossavo avevano un valore che derivava da chi me le aveva preparate al mattino. Facevano parte di scelte misurate, oggettive e portavano con sè amore." Ho indicato sia i pantaloncini che la maglietta.

"Vedi, questi pantaloncini lo ho acquistati almeno 15 anni fa e da allora ho ristrutturato la casa sul lago, siamo andati in vacanza in Italia e all'estero e loro sono sempre stati con me. Ho decine di fotografie con loro. Li ho aggiustati e fatti aggiustare tante volte e continuerò a farlo. Non ne ho mai trovati di simili. Oggi sono tutti lunghi fino alle ginocchia e, così corti non se ne trovano." rispondevo in modo svogliato.
Renato Guttuso - Fette di anguria - 1966
"Quanto alla maglietta, è storica perché è un concerto dei Grateful Dead. Non c'ero al concerto ed è stato un caso averla ma ricorda un'epoca che amo molto. Epoca di speranza. Ecco ... queste due cose riguardano l'utilità, l'affetto e la coerenza di pensiero ... cosa vuoi di più?" mi ero ravvivato nell'esprimere il concetto finale.

"Bravo! Ma il risultato non è dei migliori. Invece, io ho scelto cose che stavano bene tra loro e con il mio aspetto. Blu, leggera e fresca la camicetta e scuri anche gli indumenti intimi che giocano bene con il colore della pelle e il biondo dei capelli. Sto bene io e sono piacevole nell'aspetto!" mi hai risposto.

Paul Cézanne - Still Life with a Ginger Jar and Eggplants - 1893-94
"OK, ma cosa c'entra con l'anguria al gelo?" mi è sorta spontanea la domanda. "Centra nel senso che anche noi ragazzine, anzi bambine, giocavamo con i semi ma poi siamo cresciute e trovavamo che sputare i semi non fosse bello, elegante, di buon gusto e siamo evolute. Mangiavamo l'anguria tagliandola in modo divertente. Strani animali, faccine, oggetti, e così via. I semi, al bordo del piatto." mi hai detto mentre gustavi la tua anguria tagliata.

"E invece, noi maschietti siamo rimasti al livello dei semi sputati. Come dire che non siamo cresciuti. Ed è vero, in generale. Il gioco e il divertimento personale vale più della forma che giudicano gli altri dall'esterno" e provavo il desiderio di mangiare l'anguria e di vedere dove arrivavo con i semi.
Sarah Miriam Peale - Still Life with Watermelon - 1822
Ma sono cresciuto e ho perso la spontaneità di alcuni gesti. L'impulso è pressoché sempre filtrato dall'educazione e da stereotipi comportamentali e mi trattengo. Ma verrà un giorno in cui potrò pentirmi di questo e quindi, mentre il ventilatore soffiava e le luci esterne si spegnevano e il buio la faceva da padrone, ti ho guardata ed ho deciso di essere ancora più me stesso.

Sembra strano che da pensieri così semplici e ricordi così infantili possano nascere decisioni importanti ma è così. Ogni nostro gesto e pensiero, se analizzato bene, nasce da molto lontano. Da cose che quasi non ci immagineremmo mai. A volte non sappiamo bene perché ci comportiamo così ma si tratta solo del risultato della pigrizia di non pensare a ritroso. Eppure dovremmo abituarci a correre all'indietro per conoscerci meglio.

Soundtrack: Tom Rosenthal - Watermelon

Sunday, August 23, 2015

Fumo di sigaretta, Allman Brothers e Finale

Aristide Maillol
Doveva essere fine giugno o inizio di luglio e il sole entrava dalle grandi finestre della camerata del vecchio ospedale. Il vento muoveva leggero le tende, rinfrescando l'ambiente che, naturalmente, era privo di aria condizionata (all'epoca non era diffusa). I degenti, allineati con i letti lungo le pareti della grande stanza, si guardavano l'uno in faccia all'altro.

Noi eravamo gli studenti diligenti che ogni giorno frequentavamo il reparto. Visitavamo, partecipavamo alle discussioni con i medici della corsia e venivamo interrogati sui singoli casi per vedere se fossimo preparati. Ma, oltre a tutto questo, vivevamo da testimoni le esperienze di uomini e donne di fronte alla malattia. Esperienze di vita, di speranza e di fine.

Lennon Michalsk
Oggi, il rapporto con la fine è qualcosa che fa parte del lavoro. Non insensibilità ma possibile parte del quotidiano. In lotta per evitare la fine, a volte la dobbiamo accettare con razionalità. L'umano è però qualcosa di diverso. Non ci rende assuefatti alla morte. Difficile accettare anche se la ragione rende evidente l'impossibilità di fare tornare indietro la persona.

Ricordo quell'estate con il caldo del vento che era piacevolissimo. Lui stava in fondo alla camerata, sul letto vicino alla finestra. Aperta leggermente. Intorno a lui i familiari. Moglie e figlio o figlia. Non ricordo. Parlo di oltre trent'anni fa. La diagnosi era severissima. Un tumore del polmone. Avanzato al punto da rendere lui "terminale".

Yuqi Wang
L'ossigeno vicino al letto. La maschera pronta al bisogno. Lui, così sottile da sollevare di poco le coperte dal materasso. Piccolino, con i capelli fini, di colore chiaro (non bianchi). La radio vicina al letto e una canzone che mi è sempre piaciuta. Rambling man degli Allman Brothers. La moglie di lui si avvicina a noi e ci riporta la sua richiesta ..."vorrebbe fumare una sigaretta ... è possibile?"

Ci siamo guardati. La richiesta non sarebbe stata lecita ma ... lui, che aspettative aveva? Il respiro come "a singhiozzo, irregolare" come ormai avrei imparato a capire che era foriero di un finale a breve. Eppure, nonostante l'ossigeno, la diagnosi nota e il respiro a scatti, difficile, la richiesta era di una vecchia amica-nemica, la sigaretta. Non ci siamo sentiti di negarla.

Richard Diebenkorn
Da lontano lo guardavo. Rambling man volgeva all'assolo di Dicky Betts. Bellissimo. Mi sono avvicinato al suo letto. In tempo per vedere che aspirava la sigaretta in modo assorto e lungo. Poi, l'aveva lasciata alla moglie e aveva disteso le braccia sul letto. Il fumo usciva dalla sua bocca insieme al respiro. L'ultimo e poi basta. Basta del tutto. La sigaretta era quello che aveva desiderato, in finale.

Sono passati oltre trent'anni e l'immagine è ancora davanti a me. La musica è nelle mie orecchie. Nulla è stato dimenticato ... il sole, la luce, il vento e il calore piacevole sulla pelle. Neppure le sensazioni di semplicità del vivere e dei desideri. La sensazione di quanto barattiamo con la nostra esistenza e del valore intrinseco di qualsiasi cosa che ciascuno di noi attribuisce. Possiamo mai giudicare l'altro nei suoi desideri e nei suoi valori?

Louis Treserras
Soundtrack: Allman Brothers Band - Ramblin' Man


Lord, I was born a ramblin' man
Tryin' to make a livin' and doin' the best I can
And when it's time for leavin', I hope you'll understand
That I was born a ramblin' man


Well my father was a gambler down in Georgia
He wound up on the wrong end of a gun
And I was born in the back seat of a greyhound bus
Rollin' down Highway 41

Lord, I was born a ramblin' man
Tryin' to make a livin' and doin' the best I can
And when it's time for leavin', I hope you'll understand
That I was born a ramblin' man

I'm on my way to New Orleans this mornin'
Leaving out of Nashville, Tennessee
They're always having a good time down on the bayou
Lord, the delta women think the world of me

Lord, I was born a ramblin' man
Tryin' to make a livin' and doin' the best I can
And when it's time for leavin', I hope you'll understand
That I was born a ramblin' man

Lord, I was born a ramblin' man
Lord, I was born a ramblin' man
Lord, I was born a ramblin' man
Lord, I was born a ramblin' man

Friday, August 21, 2015

No soy de aquí ni soy de allá

Edgar Degas - Young Woman with Ibis
"Dove pensi di essere? Dove sei? Sei qui o cosa?" Così aveva esordito, spazientito, Andrea di fronte all'atteggiamento apparentemente 'assente' di Luisa. Luisa era assorta in pensieri privati e non stava partecipando al briefing che veniva dato nella riunione del mattino in ufficio.

Andrea era il suo 'capo', il suo responsabile. Un tipo nevrotico e iperattivo, poco incline a qualsivoglia 'volo Pindarico'. Più pratico che strategico e, per questo, molto insicuro e ansioso. Luisa aveva qualche anno più di lui e una grossa esperienza nel campo lavorativo e, anche per questo motivo, una calma esasperante. Quella di chi sente sicura di riuscire a dominare ogni evenienza.
Kris Knight - 2013
Luisa non aveva fatto carriera semplicemente perché si era sempre dimostrata poco 'allineata' e spesso anche critica sulle scelte aziendali che non fossero più che etiche. Il suo precedente capo, Leonardo, più volte le aveva detto di non avere la sensazione di poterla controllare. "E più cercherai di farlo e meno ci riuscirai!" gli aveva risposto una volta Luisa e la cosa era finita lì.

L'azienda voleva un controllore controllato e controllabile e quindi aveva scelto il giovane Andrea e aveva lasciato Luisa in un ruolo subordinato. "Che peccato!" aveva esclamato gran parte delle persone del team, consce del valore di Luisa, rispetto a quello del giovane che era stato premiato/promosso.
Hollie Chastain
Andrea, sotto sotto era ben conscio di questo e, a maggior ragione, tendeva ad essere aggressivo verso di lei ma Luisa non gli dava la benché minima soddisfazione. Con grande classe riusciva perfino a fargli vedere, a dimostrargli, la validità delle sue idee contrapposte a quelle di lui. Andrea era però abbastanza scaltro ed opportunista ed aveva capito che gli conveniva avere Luisa come mente propositiva, tanto lei non sarebbe mai andata a rivendicare la paternità delle idee di fronte all'alta dirigenza. Lo faceva già Lui e, per questo, i grandi capi avevano stima per lui.

In verità, i grandi capi sapevano benissimo che il motore di tutto era Luisa e che Andrea viceversa era solo il controllore. Faceva però comodo a loro avere un galoppino che appianava ogni contrasto e manteneva i rapporti con lei. Lei, così combattiva e faticosa da gestire. L'intelligenza a volte è faticosa da gestire.
Carole Brémaud - Vanishing II
Quella mattina, Andrea forse era stato più sgarbato e rude del solito. Luisa era però veramente distratta. Lo sapeva, si era accorta, ma non poteva farci nulla. Alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi verdi in quelli azzurri di lui. "Scusa Andrea, ma non ti peoccupare, recupero subito il filo del discorso. E aveva snocciolato, cioè ripetuto, le ultime parole di lui." Gli aveva dimostrato che anche se distratta, la semplicità (banalià?) dei suoi concetti non poteva sfuggire a nessuno. Tantomeno a lei.

Aveva poi aggiunto che forse il problema poteva essere visto anche in modo diverso da quello presentato, proprio per dare un senso di innovazione alla risposta che l'azienda doveva dare al cliente. Citava esempi di precedenti campagne pubblicitarie che avevano già percorso il brief che Andrea stava dando. Portava soluzioni già viste,  recenti e passate. Campagne pubblicitarie famose ma anche sconosciute ai più. L'esperienza unita all'attenzione faceva la differenza!
Antonio Mora - Timeskin
Poi, il cellulare di Luisa aveva preso a suonare. "Hasta siempre comandante ..." Non poteva che essere qualcosa di simile la sua suoneria e già in più occasioni le avevano detto di cambiarla per l'imbarazzo che poteva dare (anche solo per un momento) in presenza dei clienti. Già, i clienti! Dando per scontato che questi dovessero sempre essere apolitici o potenzialmente di opinione diversa.

Luisa si era scusata ma aveva però risposto. Brevi frasi e un saluto. Nessuno poteva avere capito alcunché di quella chiamata. "Dunque, Luisa, ti ringrazio dei suggerimenti ma ci ho riflettuto molto e penso che la linea che ho indicato sia la più realizzabile ed efficace." Questo aveva risposto Andrea. Aveva quindi chiuso il portatile e aveva aggiunto che in mattinata sarebbe pervenuta a tutti una email con il documento-brief e con i necessari allegati. "Ciao e buon lavoro" ed era uscito.
Michael Carson
Franca si era alzata subito dal suo posto ed aveva raggiunto Luisa dall'altro capo del tavolo. "Ciao, sei stata bravissima! Sembravi veramente assente, eppure hai tirato fuori idee molto interessanti. Sai cosa ti dico? Se ti va bene, provo a svilupparle indipendentemente da quello che ha detto Andrea. Come proposta alternativa! Cosa dici?"

Un sorriso sulle labbra e uno sguardo di piacevole intesa, quasi di sottecchi. Non un accordo segreto, anzi, poco dopo lo avrebbero comunicato via email a tutto il gruppo, all'insegna della libera espressione ma con l'impegno di non trascurare la linea dettata da Andrea (anzi, di darle la priorità) .
Bernard Fleetwood-Walker
Roberto, uno degli 'art director' del gruppo, mentre passava accanto a Luisa si era sentito in dovere di scimmiottare Andrea "Ma, ci sei? Dove diavolo sei stata mentre presentavo il brief?" con una voce stridula e poi ridendo. Luisa si è voltata e gli aveva detto "Aveva però ragione! Ero molto lontana. Ero persa in un mondo ideale che sto inseguendo da giorni. L'altro ieri mi sono imbattuta in una fotografia di Frida Khalo. Era bellissima, lei che ha un viso con tratti molto marcati, quasi inconsueti, in parte persino androgini. Era stupenda e ho immaginato di fare l'amore con lei. Mi sentivo come Tina Modotti, la fotografa che si narra sia stata una delle sue amanti."

Luisa si era interrotta. Forse non era il caso di spiattellare queste sue fantasie in modo così aperto. Il mondo dell'ufficio è molto 'piccolo' in tutti i sensi. Mancava solo che girasse voce che, oltre a comunista, fosse anche lesbica! Aveva guardato Roberto e gli aveva detto "Capita, no? Capita di guardare un corpo del tuo stesso sesso e provare ammirazione al punto di accarezzarlo? Sarà capitato anche a te guardando quei modelli scolpiti delle pubblicità di D&G o Armani? Sia inteso, mi piacciono gli uomini e solo gli uomini. Peccato che di uomini veri ce ne siano veramente pochi in giro ... e non parlo dal punto di vista delle prestazioni sessuali. L'uomo è anche, se non sopratutto, altro. Ben altro!"
Gu Zhinong - Chinese realism
Pausa di sospensione e poi "Roberto, come va la tua 'love story' con Francesca della produzione? Funziona bene? Siete felici?" Era un modo per tagliare con la sua esternazione ingenua di prima e passare al contrattacco. C'era riuscita. Roberto, preso di petto, aveva solo farfugliato che, si, andava ... ma nulla di più. Forse erano già nella fase di esaurimento. "Ciao Luisa, scappo che ho da fare ..."

Franca, invece non mollava. Franca era da sempre una sua amica. Fidata. "Dimmi, Luisa, dov'eri? Eri in Messico? Eri con Riveira o con Trotsky? Dimmi, dai ..." Luisa era però un po' annoiata di tutto questo interesse, in fondo erano affari suoi. Sperò che qualcuno la cercasse sul cellulare, di nuovo, per avere la scusa di andarsene. Nulla!
Karoly Patko - Nudes - 1927
"Si, forse ero in Messico ma non sono sicura. Faceva caldo, questo è certo. Profumi solari, luci intense. Ma non so. Scusami ma non ho neppure io le idee chiare. Come Roberto sulla sua vita. Ci sentiamo dopo. Ciao." Si era alzata di scatto e, raccogliendo il tablet e la borsa, era uscita dalla stanza. Libera! Sola!

Aveva preso l'ascensore sperando che non ci fosse nessuno. Proprio come desiderava, nessuno! Aveva premuto il tasto per l'uscita e quindi aveva guadagnato la strada rapidamente. Via, Via, Via, aveva pensato. Non sopporto più nulla e nessuno oggi. Non voglio essere in nessun posto e con nessuna persona. Libera con me stessa.
Louis Treserras
Era quasi ora di pranzo e domandandosi dove andare per stare sola le era venuto in mente il Govinda. Il ristorante degli Hare Krshna da cui mancava da almeno 30 anni. Magari era chiuso, non esisteva più. A piedi per Milano. In mezzo a ragazzotti e ragazzotte multicolori e a turisti, oltre ai soliti milanesi indaffarati. Via Valpetrosa, al 5, si ricordava e si era diretta a passo veloce. Magari, andando presto avrebbe evitato l'affollamento.

Il ristorante esisteva ancora. Ingresso piccolo. La solita solfa dell'iscrizione alla comunità religiosa e poi la saletta. Semplice, pulita. Tre persone in tutto. Sconosciuti e singoli. Nessun rumore, nessun chiacchiericcio fastidioso. Solo una tenue atmosfera intima. Perfetto, si era detta!
Xia Junna
Ecco. Luisa era là. Sola. Felice di essere in un posto che era a Milano ma che al tempo stesso era lontano decine di migliaia di chilometri da Milano. Non qui e non là. Proprio come si sentiva. Apolide. Sola e distaccata. Senza alcun obbligo sociale. Commensali che silenziosamente consumavano il pasto vegetariano. Niente alcool (purtroppo) ma solo una bevanda di té.

Oggi andava così. Di solito capitava nelle grandi occasioni (compleanno, inizio autunno, riconoscimenti, ecc ...). Oggi invece era un giorno qualsiasi ma il bisogno del 'nulla' era imperante. In nessun luogo. In nessun tempo. Con nessuno. Con il solo 'nulla'. Senza alcuna voglia o desiderio. In un limbo splendido. Pronta a rifiutare qualsiasi contatto per restare così. Da sola. Felice.
Osamu Obi
Soundtrack: Terry Riley - A Rainbow in Curved Air

Wednesday, August 19, 2015

Non insegnate ai bambini - Giorgio Gaber


Amedeo Modigliani - Alice
Non insegnate ai bambini

Non insegnate la vostra morale

È così stanca e malata

Potrebbe far male

Forse una grave imprudenza

È lasciarli in balia di una falsa coscienza.



Non elogiate il pensiero

Che è sempre più raro

Non indicate per loro

Una via conosciuta

Ma se proprio volete

Insegnate soltanto la magia della vita.



Giro giro tondo cambia il mondo.



Edgar Degas
Non insegnate ai bambini

Non divulgate illusioni sociali

Non gli riempite il futuro

Di vecchi ideali

L'unica cosa sicura è tenerli lontano

Dalla nostra cultura.



Non esaltate il talento

Che è sempre più spento

Non li avviate al bel canto, al teatro

Alla danza 

Ma se proprio volete

Raccontategli il sogno di

Un'antica speranza.



Frédéric Bazille
Non insegnate ai bambini

Ma coltivate voi stessi il cuore e la mente

Stategli sempre vicini

Date fiducia all'amore il resto è niente.



Giro giro tondo cambia il mondo.

Giro giro tondo cambia il mondo.

Mark Horst

Monday, August 17, 2015

Inno individualista e movimento civile

Inizio del 1900. L'internazionale anarchica era sempre più attiva. Movimento di speranza che aveva letto nella lotta individualista la propria espressione più evidente. Anarchia che è fiducia nell'uomo si trasformava in gesti che decretavano viceversa la propria sfiducia nelle masse. Il singolo riusciva a squotere il potere più della moltitudine di donne e uomini.

La bomba anziché la manifestazione. Questa era la soluzione che dimostrava il fallimento del movimento come espressione di una volontà collettiva. Come il dittatore impone alla massa il proprio volere e le proprie decisioni, così altrettanto fa l'anarchico che uccide il potente di turno con l'esplosivo o la pallottola o il pugnale.


Inno individualista (link alla canzone)
 
Pria di morir nel fango della via,
imiteremo Bresci (oppure Vittorio Pini) e Ravachol (
pseudonimo di François Koenigstein);
chi stende a te la mano, o borghesia,
è un uomo indegno di guardare il sol.

Le macchine stridenti dilaniano i pezzenti
e pallide e piangenti stan le spose ognor,
restano i campi incolti e i minator sepolti
e gli operai travolti da omicidio ognor.

E a chi non soccombe si schiudan le tombe,
s’apprestin le bombe, s’affili il pugnal.
È l’azion l’ideal!

Francia all’erta, sulla ghigliottina
tronca il capo a chi punirla vuol;
Spagna vil garrotta ed assassina;
fucila Italia chi tremar non suol.

In America impiccati, in Africa sgozzati,
in Spagna torturati a Montjuich ognor;
ma la razza trista del signor teppista
l’individualista sa colpir ancor.

E a chi non soccombe si schiudan le tombe,
s’apprestin le bombe, s’affili il pugnal.
È l’azion l’ideal!

Finché siam gregge, è giusto che vi sia
cricca social per leggi decretar;
finché non splende il sol dell’anarchia,
vedremo sempre il popol trucidar.

Sbirri, inorridite, se la dinamite
voi scrosciare udite contro l’oppressor;
abbiamo contro tutti, sbirri e farabutti,
e uno contro tutti noi li sperderem.

E a chi non soccombe si schiudan le tombe,
s’apprestin le bombe, s’affili il pugnal.
È l’azion l’ideal!

Diverso è invece stato l'insieme del movimento sui diritti civili degli anni sessanta.
Il 1 gennaio 1960, mentre scattava l'anno nuovo e la fine degli anni cinquanta, mentre Eisenhower festeggiava in un club di golf riservato ai maschi bianchi e la gente si stringeva e si baciava a Time Square, Martin Luther King partecipava ad una marcia a Richmond, nello stato della Virginia, per protestare contro la decisione del governo locale di chiudere l'intero sistema scolastico della contea di Prince Edward piuttosto che aprire completamente la scuola agli studenti di colore.

Meglio promuovere l'azione collettiva che imporre il gesto individualista.
Ma l'idea anarchica è la base di partenza per la percezione del proprio diritto di essere un individuo e non una particella di una massa priva di idee, logiche e desideri, visioni e personalità.

Disobbedienza è il primum movens verso tutto perché esprime una diversità di vedute. E su questo si deve lavorare per costruire un movimento che sia propositivo e costruttivo. Non solo distruttivo.