Saturday, August 29, 2015

Della Mae - Empire

Della Mae
Non sono sicuro di avere visto bene. Ero al lavoro ed è entrata nello studio Alessia, l'ultimo "acquisto" del gruppo di ricerca. Esperta in sistemi informatici correlati allo studio delle funzioni sensoriali. Sei mesi fa non avrei neppure immaginato di aprire una linea di ricerca in questo campo ma, dopo un solo colloquio con Lei, mi si sono aperte davanti bellissime prospettive di studio.

E' decisamente vero che la ricerca nasce dagli incontri. Così è stato. Bene, Alessia è entrata, ha salutato ed è uscita subito ma io ho fatto in tempo a vedere un qualcosa che mi incuriosiva molto. Perline, collanine e altre cose svolazzanti che si affacciavano e sparivano subito dopo.

Ho interrotto lo studio e mi sono alzato. Ho preso la tazza con il caffé che era sulla scrivania e sono uscito nel corridoio. Immaginavo che sarebbe stata al computer per leggere la posta elettronica prima di iniziare il lavoro. Così facciamo tutti. Eccola! "Ciao Alessia, prima sei entrata-uscita di volata e non ho fatto in tempo a rispondere al saluto!"

"Ciao" ha risposto con un rapido sguardo per poi rituffarsi sullo schermo del PC. Ho guardato meglio e mi sono accorto che avevo davanti una ragazza in pieno stile country. Giubbottino di jeans, gonna chiara, corta, con le balze e stivali da cowboy. Ma non vedevo perline o altro di svolazzante.

Non mi potevo trattenere e quindi, con tono divertito, ho chiesto "Alessia, come mai uno stile così country? Hai lasciato a casa l'uniforme da intellettuale e da ricercatrice?" Ti sei girata, mi hai squadrato da capo a piedi e con un sorriso ti sei alzata. "Carino, vero? Ieri sera ho visto un video musicale con Gianni e stamane ho voluto portarmelo addosso per tutto il giorno. Era un video in stile country!"

Gianni era il suo fidanzato, anzi, era già alquanto 'maturo' per lei e questo si inquadrava con la sua personalità, in cerca di protezione. Strano per una persona abituata ad esplorare nuovi orizzonti, da sola, mi sono detto. Ma eccola, ora, davanti a me. Abbandonati gli occhiali e i capelli raccolti sulla nuca e il maglioncino scuro sulla maglietta chiara sopra i jeans.

Country-Alessia indossava, sotto il giubbino di jeans una maglietta chiara, una T-shirt ma al collo aveva una serie di collanine di perline colorate, strass e ... piume. Lo stesso, alle orecchie. Pendevano orecchini in stile Navaho! E, al polso libero dall'orologio indossava un braccialetto in oro e turchesi (stile Tex-Mex).

Un sorriso, altre due parole e poi, "Ciao, torno nello studio che sono indietro ed abbiamo una scadenza importante. Complimenti, sei bellissima in stile country. Gianni cosa ha detto?" Mi ha risposto che Gianni era partito molto presto quella mattina, prima che lei si svegliasse, e non aveva visto nulla e non avrebbe visto alcunché perché era previsto che rientrasse dopo due giorni. "Mandagli un sms con una foto. Sei imperdibile!" e sono uscito dalla sua stanza.

Mi è venuta in mente una vecchissima canzone di Walter Valdi, un cabarettista milanese degli anni sessanta. Il testo diceva 'Urca che bel saria de ves un del Texas ...' e raccontava la giornata di un impiegato che, così vestito e con il cavallo, si recava in ufficio. Si sarebbe comportato da cowboy per tutto il giorno! Alessia per ora era solo vestita, così. Avremmo visto in seguito se cambiavano anche altre cose, oltre al suo abbigliamento.

E mi sono domandato se non capita ad ognuno di noi immaginarsi di essere diversi ogni giorno in funzione di come ci siamo vestiti. L'abito fa il monaco? Penso proprio di si. Aggiunge qualcosa al nostro essere e in questo torniamo bambini quando ci si traveste per essere qualcosa di più importante, più forte, invincibile. O solamente diverso dal resto del mondo. L'abito serve anche a sottolineare la nostra volontaà di escluderci dal mondo. Viviamo così di illusioni che 'vestono' la nostra vita e ce la rendono più interessante e divertente o almeno solo esclusiva, privata.


Se non fosse, così smetteremmo veramente di giocare e cominceremmo a morire. O no?

Soundtrack: Della Mae - Empire

Empire
C. Woodsmith

Empire sits on the edge of a hill
Born out of a gypsum mine
Held at once 300 souls
And none of them were mine


Now they’re just ghosts in the streets
Wandering a land that sleeps


Once it was a lively place
Now just tumbleweeds
The houses they are silent
Quiet as thieves


Now they’re just ghosts in the streets
Wandering a land that sleeps


The miners callused hands
The women who planted seed on the land
Empire met its end


Once you’re gone you can’t go back
the locks they have all froze
The lid upon the coffin
Now it has been closed

bv

Now they’re just ghosts in the streets
Wandering a land that sleeps


The men who built the Empire
Up from the ground
missed the cracks in the foundation
One blow and it all falls down


The miners callused hands
The women who planted seed on the land
Empire met its end

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