Wednesday, March 30, 2016

Ce n'è per tutti

Gustav Klimt - Mada Primavesi - 1912
Strana avventura questo pomeriggio quando ha suonato il citofono ed abbiamo sentito la voce di Lorenzo, un nostro giovane amico pittore, che chiedeva di salire con una certa urgenza. Strano era anche il fatto che noi due si fosse a casa in città e non sul lago. Giulia ed io ci siamo guardati negli occhi, giusto il tempo di sentire il campanello della porta che suonava. Lorenzo ci aveva anche detto che non era solo e che con lui c'era un certo Federico che non conoscevamo.

Abbiamo aperto e i due sono entrati, scivolando atraverso la porta. Eleganti, alla moda, con classe e ... decisamente belli. Lorenzo, vestito con un completo grigio chiaro con fini righe verde scuro che si intrecciavano quasi invisibili e una camicia azzurro chiaro. Federico, invece, con un completo blu scuro, serio, e la cravatta in tinta di maglia di seta che staccava sulla camicia a righe blu sul bianco. Si sarebbe detto fossero fratelli per una certa somiglianza. Lorenzo è biondo e Federico è biondo-rosso.
Joshua Miels - Eileen - 2011
Abbiamo saputo che Federico è un giovane avvocato di un certo successo. Si occupa di diritti di proprietà intellettuali ma non ha nulla a che fare con Lorenzo che è un pittore molto in voga negli ultimi anni. Si sono seduti sul divano e, appena il tempo di servire loro un caffé, abbiamo chiesto il motivo di tanta urgenza. Il motivo era Giovanna. Giovanna, la figlia di nostri amici che ora, in pensione, sono andati a vivere in Kenia in una missione. Un nuovo destino, una nuova vita. E per questo, Giovanna ci è stata, moralmente, un po' affidata.

Giulia aveva un abitino in cotone principe di Galles, sbracciato, che esaltava la bellezza delle sue spalle e, così, seduta sul divano prendeva in pieno quel bagliore di luce che lancia il sole attraverso le persiane nel tardo pomeriggio. Io, invece, ero restato in piedi, indeciso su cosa bere. Caffé anch'io (la moka era sul tavolo con una tazzina pronta per essere riempita) oppure no?
Johanna Harmon
Sapevamo che Giovanna stava insieme a Lorenzo ormai da quasi due anni e le notizie erano di una coppia felice e soddisfatta. Con Giovanna, a cena, poche settimane prima avevamo intuito una certa determinazione verso un percorso, diciamo, di genitori consapevoli e quindi si rimaneva ancora di più nel dubbio e nell'incertezza del significato per questo incontro. "In che senso, Giovanna, scusami Lorenzo?" ho aperto le danze.

Lorenzo ha appoggiato la tazzina, si è messo seduto sulla punta del cuscino del divano e ha guardato prima Giulia e poi me e poi il pavimento di legno. "Nel senso che se fino a due settimane fa avevo certezze, ora non so più cosa pensare. Tutto è iniziato con un fulmine. Federico ed io non ci si conosceva prima ed ora sentiamo di avere legami profondi e intimi che non avremmo mai immaginato. Mai e poi mai!" Federico ha annuito ed ha sottolineato queste parole con un cenno di assenso e un filo di voce. Una bella voce.
Massimo Lagrotteria - "untitled"
"Sapete che Giovanna ed io stiamo decidendo di avere un figlio? Mi sembra che ve l'avesse detto. E quindi, tutto era perfetto nella sua normalità di coppia felice ed unita. Ma, poi, quella cena. Sembrava una cena qualsiasi, un appuntamento come tanti, per finire bene la giornata insieme. Il ristorante era noto, intimo ed elegante. Insomma, tutto secondo uno schema collaudato ed apprezzato. Ma Giovanna si è presentata sottobraccio a Federico e io non ho capito." In punta al divano, indeciso se alzarsi o rimanere seduto, Lorenzo appariva nervoso, quasi agitato. Stringeva le mani a scatti. Il viso a terra. La voce profonda con inflessioni giovanili.

La voce di Federico ci ha quindi sorpresi nella pausa lasciata da Lorenzo. Ci siamo voltati a guardarlo, senza parole e ancora senza un pensiero a riguardo. "Anche per me è stata una sorpresa. La cena stessa era una sorpresa visto che non era prevista e che Giovanna mi aveva chiesto di vederci all'ultimo momento. Anzi, ho pure tardato perché avevo un cliente ancora in appuntamento. Premetto che Lorenzo ed io non ci si conosceva e che Giovanna è la mia ... fidanzata, almeno così credevo o credo, da almeno sei mesi."
Francoise de Felice - detail
"Nel nostro imbarazzo reciproco - la cena aveva inequivocabilmente dell'intimo - ci siamo presentati e Giovanna appariva raggiante di gioia e così disinvolta come mai l'avevo vista." aveva ribattuto Lorenzo. "La cena ha preso avvio come se nulla fosse ma Federico ed io abbiamo continuato a guardarci e a non capire. A non riuscire a dire nulla se non frasi formali per non fare dominare un silenzio interrotto solo dalla voce di Giovanna. L'imbarazzo tra noi due era palpabile."

"Si, era così. Io morivo dalla voglia di capire ma non osavo fare domande dirette a Giovanna e così vedevo anche fare da Lorenzo. Giovanna ci aveva presentati come persone. Come un artista e un avvocato. Ma non aveva detto nulla del rapporto che la legava con me." si era intromesso Federico con una voce lievemente concitata nel modo con cui pronunciava le parole.
Sarah Atkinson
A questo punto, Giulia ed io non sapevamo se rimanere seri e compassati o cercare di sdrammatizzare con un accenno di sorriso e frasi di forma, tendenti a minimizzare. A minimizzare cosa? Non lo sapevamo. Pensavamo però ad una rottura di legame con uno dei due. Un modo per farlo decisamente spigliato e inconsueto, quello scelto da Giovanna. Ricordava l'atto di Renzo e Lucia per strappare a Don Abbondio il matrimonio. Ora eravamo in una pausa di silenzio. Un silenzio lungo.

Si capiva che nessuno dei due aveva la voglia, il desiderio di proseguire nella spiegazione di quello che era successo. "E quindi, cosa ha combinato la nostra Giovanna" Giulia ha lanciato in quel silenzio la domanda, interrompendo il dialogo che finora era stato tra voci maschili. "Sappiamo che Giovanna è decisamente una testa matta. E' una persona al di fuori degli schemi, un po' come i suoi genitori, capace di rompere con la consuetudine, ma cosa ha combinato?" ha concluso.
Lu-jianjun
Ancora silenzio. Caterina si era affacciata nel salotto ma si era fermata alla vista di due sconosciuti. Era ferma, seduta a terra, la coda attorno al corpo, anche lei in silenzio. Martino probabilmente stava dormendo altrove (ah, la vita dei gatti!). Il rumore del cucchiaino che girava nella tazzina di un caffé ormai raffreddatosi sembrava fortissimo. Poi, sia Lorenzo che Federico hanno preso parola insieme. Hanno finito la frase senza interrompersi tutti e due. Le parole, tanto pensate e trattenute non potevano fermarsi. Le parole si erano sovrapposte e la frase era risultata confusa ma il concetto, invece, era apparso molto, molto chiaro.

"Volete dirci che Giovanna da tempo è la fidanzata di entrambi? E' questa la verità che è venuta fuori quella sera? E voi non ne sapevate nulla?" mi erano uscite di botto le parole. La loro presenza, qui aveva solo un senso. Feriti, sotto shock, confusi, innamorati e traditi, erano davanti a noi due e non avevano fatto cenno ad alcuna rottura o quant'altro. Un fidanzato tradito se ne va ... invece questi due erano qui, da noi. Che senso aveva?
Edmund Tarbell - Mrs. John Lawrence
"Abbiano dovuto aspettare il piatto di sushi-sashimi che si era ordinato per sentirci dire che lei, Giovanna, stava insieme ad entrambi da diversi mesi e che aveva deciso di chiederci se volevamo rendere chiara la cosa e fare coppia in tre. Per sempre, perché lei amava tutti e due nello stesso modo e per aspetti diversi e complementari. Non c'entrava nulla il sesso. Eravamo le due parti singole di una stessa figura globale maschile che lei aveva in mente come ideale e che desiderava. E per questo lei ci amava in modo completo ed esclusivo e profondo." Era la voce di Lorenzo. Federico era tornato nel silenzio.

"Non so cosa fare. Personalmente mi sembra pazzesco e inaccettabile ma il mio amore per Giovanna è enorme e mi sconvolge il fatto di non riuscire ad arrabbiarmi al punto di avere la forza di lasciarla e andarmene. Il mio amore per lei è così forte da avere ancora paura di perderla. Non riesco ad uscire da un senso di competizione con lui per ottenere l'esclusività di Giovanna!" la voce di Federico aveva ripreso tono.
Richard Diebenkorn
"Ma Giovanna ha insistito che noi due ci si parlasse perché non voleva una competizione. Lei non era la dama da conquistare e noi non eravamo, non siamo, due cavalieri ad un palio. Lei ci aveva scelti per vivere insieme, contemporaneamente, tutti. Ci ha parlato del suo amore per il resto della cena e ci ha cercato di dimostrarci che nulla veniva tolto all'altro e, d'altra parte, nessuno di noi aveva mai avuto il sentore che Giovanna si stesse risparmiando nei nostri confronti. Confusi, confuso. Ma perché?" Lorenzo aveva detto questo mentre si era alzato. Caterina, a quel movimento si era di colpo alzata, si era voltata ed era scappata via, verso luoghi che considerava più sicuri.

Giulia ed io eravamo senza parole. Eravamo pronti a tutt'altro e questa volta abbiamo pensato che Giovanna, come i suoi genitori, aveva decisamente del coraggio. Che, forse, aveva ereditato una certa spregiudicata follia. Un sentore di egoismo era evidente. Avevamo sentito questi due giovanotti che lei dichiarava che non sarebbe riuscita ad amare mai uno solo di loro e che mai avrebbe potuto amare altri se non loro due. Insieme. Cosa potevamo dire. Il lago delle frasi banali era gigantesco ma doveva essere evitato.
Aaron Westerberg
Giulia si è alzata, è andata verso la libreria, ha cercato un po' e poi, con una certa fortuna, ha trovato quello che voleva (strano, nel nostro disordine). Un libero decisamente vecchiotto e con le pagine alquanto rovinate. "Storie come queste, miei cari, non sono una novità. Molto spesso, una donna ama più uomini. Ognuno ha una caratteristica diversa ed è difficile rinunciare a qualcosa in cambio di un'altra. Io stessa ho impiegato nove anni per decidermi a spostare mio marito e in quel frangente lui ha dovuto aspettare che facessi le mie scelte e le mie considerazioni ... e le mie prove!"

Francamente non ero molto felice che venissero fuori queste cose perché Giulia stava tirando in ballo un periodo di estrema confusione che avevo dovuto vivere, subire, accettando anche cose che non gradivo per nulla. Forse le stesse condizioni che Lorenzo e Federico si trovavano ad affrontare oggi. "Tanizaki parla, agli inizi del novecento, di una famiglia composta da una donna e da due uomini. Una relazione decisamente moderna e lo stesso è l'argomento del libro 'Jules e Jim' di Henri-Pierre Roché. Si tratta di realtà difficili che spesso sfociano in una dimensione di normalità, attraverso l'interruzione di uno dei due rapporti. Tutto dipende da chi vuole e quanto vuole resistere, facendo sua la visione della donna che, poi, è l'unica che domina la scena." Mi sembrava necessario esprimere parole di sentità verità e sincerità.
Mi sono accorto che queste mie parole avevano impedito l'entrata ad effetto di Giulia ma consideravo giusto stare dalla parte dei due ragazzi che apparivamno decisamente in sofferenza. "Ecco, proprio questo cercavo. Sicèlide di Samo, meglio noto come Asclepiade. Uno dei poeti dell'Antologia Palatina. Poeta d'amore, ha scritto un'epigrafe che si intitola 'Ce n'é per tutti' che dice così ...." aveva continuato Giulia. e l'aveva letta a tutti noi. Brevissima e spietata nelle parole e nel concetto.

"Non ho certezza che vi sia un punto del giusto e un punto dell'ingiusto. Troppe sono le variabili in gioco. E ogni decisione prematura può essere eccessiva e irriflessiva e in questi casi la razionalità è l'unica arma di fronte a quello che noi chiamiamo amore. Non è facile e non è indolore ma lasciare che il tempo faccia la sua parte e sciolga il nodo della decisione è l'unica cosa da fare, secondo me." La citazione di Giulia era apparsa troppo di parte e mi ero sentito di iniziare con i suggerimenti ai due ragazzi.
Domenico Ghirlandaio - Giovanna Tornabuoni (dettaglio) - 1488
"Se siete qui, significa che non avete rotto con Giovanna e che sentite la necessità di capire se vi va bene oppure no. E lo capirete se vi accorgerete che, pur senza accettare del tutto, la cosa non vi turba eccessivamente. Se non vi sentirete infastiditi. Se il sentimento contrario (cioè il rifiuto) sfuma, allora sarà fatta ma ci sarà l'occasione di sentirsi chiariti anche nel momento in cui doveste rifiutare il tutto. Giovanna ne è totalmente consapevole! Sa molto chiaramente cosa rischia e che cosa pretende. Ha posto lei le regole del gioco e lo conduce!" Ho continuato.

Giulia si era nuovamente seduta sul divano ed aveva accavallato le gambe. Era evidente la sua posizione di donna sicura da millenni di gioco femminile con i sentimenti del maschio. Un qualcosa di innato, ancestrale, crudele ma estremamente naturale. "Sempre citando Asclepiade, vi posso dire che in questo modo, Giovanna, vi ha messo nelle consizioni di capire se il vostro è amore o passione. Lei vuoe amore. magari non è vero che la sua sia una decisione definitiva. Magari vuole solo vedere chi di voi due, che 'pesa', che considera nello stesso modo dell'altro, è deciso a continuare fino in fondo pur di averla. Certa che uno, prima o poi mollerà, ... Chissa?" e si era nuovamente alzata per correre a prendere Martino che si era presentato tra i due divani.
William Rothenstein
Non so come sia finita. Giovanna è sparita per almeno sei mesi (non era la prima volta) e noi non l'avevamo cercata. I suoi genitori avevano avuto sentore di qualche suo casino affettivo ma erano sereni nel loro impegno missionario. Liberi nelle loro decisioni. Noi, non avevamo chiesto nulla a Giovanna quando si era rifatta viva e, personalmente, speravo sempre di incontrare Loronzo o Federico per capire chi avesse continuato il gioco. Perché di gioco si tratta.
Paul Antoine de La Boulaye - Salomé (detail) (1849 – 1926)
Soundtrack: Потап и Настя - Бумдиггибай

Monday, March 28, 2016

Ain't no sunshine when she's gone

Christina Ricci
Luisa stava aspettando Giulio al solito bar dove di solito si incontravano per bere un aperitivo prima di cena. Luisa aveva addosso un sentimento strano. Le sembrava che tutto fosse ormai "over", passato, trascorso. Non un senso di desolazione, di malinconia ... solo una dilagante noia verso tutto quello che sembrava costituire la sua vita di abitudini. Magari belle, se viste dall'esterno. Magari anche invidiate. Bel lavoro, ambienti eleganti, conoscenze gradevoli, un compagno piacevole, ricco, delicato e profondamente cavaliere.

Eppure, Luisa si stava ormai annoiando. Non splendeva più il sole. Qualcosa se n'era andato. E sembrava definitiva la cosa. Non si trattava di una persona o altro che era venuta meno. Era semplicemente il suo gusto di proseguire quella vita. In quel modo e con quelle persone. Tutte, nessuna esclusa. Aveva in testa solo una canzone che le ripeteva "I know ..." e di cui conosceva bene il senso. "Ain't no sunshine when she's gone" e quel "she" era effettivamente lei stessa.
Kate Moss by Kate Garner
Indossava un vestito comperato tanti anni fa per una follia in un negozietto del pieno centro di Milano. Un tailleur verde smeraldo. 'La fola dell'oca' si chiamava il negozio e il costo era stato realmente una follia. Ma, tant'è, l'aveva acquistato e ora le fasciava il corpo allenato da ore di palestra. Asciutto, tonico e molto bello. La natura era stata decisamente generosa. Le calze erano elegantemente trasparenti con una sottile riga dietro che sottolineava quanto fossero diritte le sue gambe.

Le scarpe erano molto rigorose. Un paio di decolleté tipo Chanel da cui non sapeva separarsi quando cercava un senso di sicurezza più forte del solito. Ne aveva una collezione e questa volta erano scure ma con il tacco metallico, lucido. Giusta altezza per essere belle senza eccesso. La borsa era follemente rossa, piccola e di lucertola mentre al polso vestiva un braccialetto tennis che le ricordava sempre suo padre, quando lo aveva ricevuto come regalo per la laurea.
Cara Delevingne
Ecco, ricordava suo padre e non ricordava bene sua madre. Oppressa dal suo sposo, così intraprendente, estroverso e di successo. Quando era venuta a mancare, Luisa ricordava che tutti o quasi avevano ripetuto alla noia quanto si fosse dedicata tutta la vita al lavoro e alla famiglia. E a se stessa? Sua madre aveva riservato del tempo a se stessa? Probabilmente no. "I know ...." ripeteva la canzone nella sua testa.

Forse buttava via tutto o forse no! "I know ....", la canzone della noia e dell'abbandono. Se le parole dicevano "Ain't no sunshine when she's gone", ecco che lei se n'era andata da un pezzo ma era rimasta come una statuina, una marionetta nel posto dove il suo lui e gli altri si aspettavano fosse. Il suo aperitivo, una "Zarina", piccolo ma molto forte, era già finito. Luisa prende i guanti rossi che aveva lasciato sul bancone del lounge bar e scende dallo sgabello. Lascia dei soldi e si avvia verso l'uscita del locale. 
Charlize Theron
Giulio non l'avrebbe trovata. Giulio avrebbe cercato di parlarle al telefono ma la sua chiamata sarebbe rimasta disattesa. Chissà per quanto? Forse per sempre. Luisa se n'era andata da molto tempo, ma solo ora era veramente sparita. Giulio si sarebbe arreso senza riuscire a capire. Si sarebbe fatto mille domande ma nessuna avrebbe trovato la risposta. Come poteva intuire che lui non c'entrava e che il comportamento di Luisa era una seconda chance che lei aveva deciso di dare a sua madre, attraverso se stessa?

Era proprio così. Luisa mollava suo padre dominatore di sua madre, vestendo il personaggio di quella donna morta da anni e così poco ricordata perché sempre vissuta all'ombra del suo uomo. Luisa era sua madre. Era diventata lei in quel momento e si era presa la rivincità sul suo uomo-padre. Fosse realmente così o no, per lei e il suo rapporto con Giulio, non importava. Lei era sua madre e Giulio era diventato l'emblema del padre. "I know, I know, I know ..."
Julianne Moore
Ain't no sunshine when she's gone
It's not warm when she's away
Ain't no sunshine when she's gone
And she's always gone too long
Anytime she goes away
Wonder this time where she's gone
Wonder if she's gone to stay
Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home
Anytime she goes away

And I know, I know, I know, I know,
I know, I know, I know, I know, I know,
I know, I know, I know, I know, I know,
I know, I know, I know, I know, I know,
I know, I know, I know, I know, I know,
I know, I know,
 
Hey, I oughtta leave young thing alone
But ain't no sunshine when she's gone
Ain't no sunshine when she's gone
Only darkness every day
Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home
Anytime she goes away
Anytime she goes away
Anytime she goes away
Anytime she goes away
Claudia Cardinale

Saturday, March 26, 2016

Evgenij Abramovič Baratynskij - Евгений Абрамович Баратынский


Евгений Абрамович Баратынский
 Guarda le stelle
 
Guarda le stelle: molte ardono
Nel silenzio della notte
E splendono attorno alla luna
Nell'azzurro del cielo.

Louise C. Fenne - Self Portrait with Cap
 Guarda le stelle: tra esse ce n'è una
A me più cara di ogni altra.
Per quale ragione? Si alza per prima
O brilla più vivida?
No! Il suo lume conforta cuori amici
Costretti a separarsi,
e i loro occhi si incontrano in lei,
lassù in alto nell'azzurrità.

Henri de Toulouse-Lautrec - Self-Portrait - 1882
Appena la vedi apparire nel cielo,
ti guarda pensosa anch'essa,
e il suo sguardo risponde al tuo
e teneramente riarde.

Gustave Caillebotte - Self portrait
Nel turchino della notte non stacchiamo
I nostri occhi da lei:
la seguiamo dalla terra al cielo
e dal cielo alla terra.
E tu, hai già scelto la tua stella?

Bo Bartlett - Self Portrait. 1996

Nel silenzio della notte
Molte splendono e ardono
Nell'azzurro del cielo.
Pierre Auguste Cot - Portrait of a young woman (detail) - 1869
 Non affidare il tuo cuore alla prima
Che vedi a te davanti,
non dir tua, futile in amore,
la più fulgida di tutte,
ma chiama invece tua solo la stella
che guarda pensierosa,
e il cui sguardo risponde al tuo
e teneramente riarde.
Vertov Dziga - Man with a movie Camera-still 2 - 1929

Thursday, March 24, 2016

Going Up The Country

Louis Treserras
 A volte mi sembra necessario uscire dal mondo reale e continuare a vivere con la mente proiettata nel proprio mondo ideale. Non significa estraniarsi o non essere presenti. Significa avvolgersi in un'aura che è fatta del proprio modo di vedere e che serve a vivere il presente senza farsi corrompere dalle brutture dello stesso. Serve a rimanere integri nella propria dignità.
Louis Treserras
 Non so se questo possa essere giusto o sbagliato, so solo che permette di sognare e di permeare la realtà di incorruttibile entusuamo e creatività. Non è vivere nel proprio mondo senza partecipare a quello reale. Non è essere privi di realismo, è volere mantenere l'entusiasmo e la forza di creare.
Louis Treserras
Infatti, mi sembra piuttosto che sia un non accettare in modo passivo il mondo e che rappresenti un modo per dissetarsi alla fonte della propria freschezza intellettuale per ripartire ogni volta con un entusiasmo immutato. Con una nuova forza. Ingenuo? Non so, ma è così e fa la differenza.
Soundtrack:  "Going up the Country" - Canned Heat / WOODSTOCK '69 

Wednesday, March 23, 2016

Dal disprezzo al composto e irremovibile rifiuto

Fred Einaudi
Non so cosa pensare.
Sono convinta che tutti non sappiano cosa pensare.
Anche se di allenamento possiamo parlare, ormai.
Allenamento ad un terrorismo incolto e profondamente fallimentare.
Capace di reclutare solo tra ignoranza e superficialità e stoltezza.
Perché dietro a chi esegue non esiste pensiero.
Perché dietro a chi organizza e pianifica c'é solo idizia omicida.
Va bene, sono morto. Mi hai ucciso. E allora?
Cosa hai creduto di fare? Morirai anche tu.
Prima o poi e sarai di fronte al giudizio di Dio.
Un Dio che, indipendentemente da come lo si voglia chiamare,
mai e poi mai può accettare l'omicidio, la violenza e la stolta crudeltà.

 
Nessuna azione di questo tipo,
che si svolga a Parigi, Bruxelles, Madrid, Beiruth, Ankara, Sharm el-Sheik o altro,
ha la dignità di essere chiamata in modo diverso da stoltezza e ignoranza.
Non c'è religione, non c'è ideologia politica, non c'é lotta scociale.
Non c'é nulla di tutto questo.
Solo ignoranza e stoltezza omicida.
Ignoranti, stolti che uccidono senza un significato.
L'avrebbero fatto per una bottiglia di birra o per entrare prima al gabinetto.
L'avrebbero fatto solo per credere di essere qualcosa. Di avere un significato.
E invece, sono solo il nulla.

Meghan Howland
Ora sono morto. Tu morirai come me. Non importa quando.
Io sarò accolto nel cielo dei giusti, dei buoni, dei delicati.
Tu entrerai nell'oblio degli stolti che non merita alcun ricordo.
Per questo, non sei degno neppure di essere oggetto di rabbia, di odio.
Ecco, non sei degno. E' un disprezzo - il mio - verso il nulla che uccide.
Ecco, è il rifiuto di scendere allo stesso livello.
Non sarà occhio per occhio perché altrimenti riconosceremmo una identità.
Invece, è rifiuto di reagire nello stesso modo.
Un litro di sangue chiede un altro litro di sangue.
Un corpo tronco a metà chiede un altro moncone di uomo.
Non così. Severa, inscalfibile dignità di fronte alla bestialità ignorante.

Mark Rothko - Black, Red and Black - 1968
Mi stringo sui corpi di chi ha perso la vita, qui e là.
Mi stringo alle persone che piangono un dolore acuto.
Mi stringo a chi è rimasto sena una persona vicina.
Mi stringo al mondo.
Perché chi è degno è uguale a tutti.
Chi è degno è universale.
Non religione, non pelle, non cultura, non ideale.
Solo grande e generale dignità,
che rifiuta l'ignoranza
e la stoltezza omicida
del nulla.

Tuesday, March 22, 2016

Bonum obedientiae e Disobbedienza

Bartolomeo Guidobono - Allegory of Spring - 1705-9
Non so cosa pensare ogni volta che mi trovo davanti a certe espressioni che Lorenza mi propina quando, in rotta con qualcuno, mi telefona e mi chiede di incontrarla al più presto. Lorenza è la figlia di miei amici e, in realtà è lei più amica di quanto non lo siano i suoi genitori. Di lei apprezzo la sincerità, la lealtà e il desiderio giovanilissimo di cercare nuove soluzioni per la propria vita, anche a costo di affrontare grossi (ma ponderati) rischi.

In sintesi, lei è un po' quello che avrei voluto essere io. Giovane e libero di cercare e cercare senza il limite dei confini geografici. Mi accorgo di pensare sempre di più che, se tornassi indietro, indipendentemente dal fatto che oggi sia felice di quello che sono e che ho, vorrei partire, lasciare i confini non solo della mia città ma anche dell'Italia stessa ed affrontare, da solo, il mondo. Tale è il desiderio di cambiare ogni prospettiva in un moto rivoluzionario.
Johanna Harmon
Patrizio è diventato famoso in un ambito di rivoluzione ma in questa piccola Italia e, mi domando, cosa sarebbe stato di lui se si fosse spostato nella ricerca sonora pura che si svolgeva all'estero. Invece, si è scavato un bellissimo ruolo nella musica italiana e si è realizzato a casa. Lui, la sua famiglia, le sue cose ... il suo destino, insomma e ha trovato soddisfazione anche in un revival, espressione tipica dell'atteggiamento italiano di vivere e volere rivivere il passato perduto.

Bene, Lorenza mi aveva telefonato e la richiesta era stata simile alle precedenti. "Ciao, Ale, ho bisogno di parlarti con urgenza. Quando possiamo vederci?" Ho snocciolato alcune date ma, per quanto vicine, mi sono state tutte rigettate come 'Troppo tardi!' e quindi mi sono dovuto rassegnare a vederla il giorno dopo. Proprio perché quella stessa sera avevo un impegno di lavoro e mi era impossibile trovare il tempo per lei.
Giacomo Grosso - La Femme - 1899
Così, seppure stanco del lavoro della notte, ecco che mi sono portato all'appuntamento con Lorenza. Mi ha fatto aspettare una buona mezz'ora ma poi è arrivata con il suo scooter e un improponibile casco dai colori mimetici. "Alla buonòra!" le ho detto perché mi stavo leggermente scocciando di aspettarla al bar dove mi aveva dato appuntamento. Il Loft10 a Pavia. Atmosfera e cocktail ma non avevamo programmato la cena.

Vestita di un giacchino Etro, bellissimo, sopra un paio di pantaloni di seta nera, lucida e leggermente ampi. Scarpe Chanel verde smeraldo che ricordavano alcune inserzioni della giacca in cui abbondava il dorato e, sopra ogni cosa, i suoi bellissimi capelli castani-mogano che le scendevano a ciocche e riccioli sulle spalle. Lorenza è decisamente molto carina. Direi bella ma è solo una cara amica ... molto stressata e piena di contraddizioni.
Helene Knopp
"Scusa, ma ho fatto tardi perché uscivo dall'ufficio dove lavoro a progetto e sono voluta passare da casa a cambiarmi per essere al meglio per te!" L'ho guardata negli occhi e le ho sorriso per sottolineare che non mi avrebbe incantato con queste parole. Ero un poco infastidito del ritardo. Oltretutto avevo dovuto venire a Pavia e quindi erano quasi due ore che ero in ballo.

"Dimmi cosa dobbiamo ordinare e poi, scusa se sono brusco ... ma sono un poco stanco, dimmi subito l'argomento di tanta urgenza." Sapevo che stavo buttando acqua sul suo fuoco dell'entusiasmo e che potevo rischiare di fare spegnere la voglia in lei di farmi partecipe di qualcosa che riteneva molro importante ma non potevo permettermi di andare avanti per ore e ore, parlando di tutto e di più, per poi dedicare pochi minuti all'oggetto della sua chiamata. Era fatta così, dopo essersi sfogata di tante cose, finiva per svelare un inconsistente motivo della chiamata.
Stephanie Rew - Seated in green Furisode kimono - 2011
"Hai ragione, scusa. Il motovo di tanta urgenza è che, come sai ho un lavoro a progetto, sembra che io possa venire considerata solo sulla base della capacità di obbedire agli ordini e non per il mio valore professionale! Questo mi sconforta!" Nel frattempo avevano portato i drink, due semplici Negroni in due tumbler bassi old fashioned. "Sono bella, intelligente, disinvolta e molto professionale e capace. So gestire tante situazioni anche complesse e con un certo stile ma qui sembra che l'unica caratteristica importante sia l'obbedienza! La cieca obbedienza!"

Stava bevendo in modo compulsivo e, così, a digiuno, presto il Negroni avrebbe avuto un effetto negativo. Le ho offerto qualcosa da mangiare e per fortuna ha accettato. L'alcool a digiuno è devastante. "Penso che ovunque venga chiesta la capacità di sapere obbedire ... unitamente però lla capacità di sapere essere intraprendenti ma è altrettanto vero che spesso i capi preferiscono soldatini alle teste pensanti. E' un brutto difetto dei capi!" Mi stavo preoccupando della piega del tutto.
Louis Treserras
"Una volta, ho letto un articolo di Alberoni, sai quegli articoli di colore che vengono pubblicati in taglio basso, una volta alla settimana. Ecco, uno di quelli parlava delle doti del capo che, in sintesi, riassumeva sopratutto nella capacità di scegliersi e valorizzare i collaboratori. Bene, si diceva che i buoni 'capi' sono assai pochi perché sono quelli che non hanno paura delle capacità dei collaboratori e che li valorizzano e li stimolano. Ecco, forse, tu non hai buoni capi." ho continuato.

"Temo fortemente che sia così! Ma non sono capace di adattarmi. Non sono capace di stare zitta e obbedire e basta e sto perdendo la stima in loro e questo mi rende molto più difficile obbedire ai loro ordini. Perché, di questo si tratta, solo di ordini. Mai nessun parere. Iniziative, poi, figurati!" L'atmosfera del bar era decisamente carina ma sentivo con un certo fastidio provenire dalla cucina profumi abbastanza dozzinali che contrastavano con il clima del locale.
Tifenn Python
"L'obbedienza è una virtù che deriva dall'umiltà che è poi sottomissione ad un'autorità che si considera legittima e forse il tuo, diciamo, problema consiste nella non considerazione di legittimità dei tuoi superiori. Ma, cosa si intende per legittimo? Legittimo ha due valenze: quella formale e cioè del ruolo che viene considerato istituzionalmente superiore e quella soggettiva che deriva dal riconoscimento di autorevolezza prima ancora di autorità. In questo, mi sembra di capire che, mancandoti la percezione di autorevolezza non puoi attribuire autorità. In pratica stai ed hai delegittimato i tuoi capi perché non li stimi!" Avevo proseguito mentre Loredana stava mangiando di gusto un tramezzino che ci avevano servito.

"Hai ragione. Li stimo due mediocri che tengono sotto tante persone a cui chiedono solo di obbedire agli ordini e che sfruttano per farsi belli. E così soffocano le mie proposte di innovazione, sopiscono le mie proposte sotto una montagna di 'se', 'ma', 'non è il momento', 'non sono sicuro', 'ti mancano alcune informazioni', 'il cliente lo conosco bene e non accetterebbe ...'. Ecco, è sempre così ma non so cosa fare. Dimmi qualcosa, suggeriscimi il modo di uscirne." Forse aveva ecceduto nel rossetto, un glossy, e purtroppo aveva lasciato una sbavatura sul bordo del bicchiere, che non stava molto bene.
Phillip Leslie Hale - La Donna
"Ti dirò solo una cosa perché sei tu a dovere prendere la decisione. Oggi, 21 marzo, nel 1971, due plotoni di soldati americani in Vietnam si rifiutarono di obbedire agli ordini dei loro comandanti. Lo fecero perché ritenevano senza senso il comando ricevuto, inutile, crudele verso la popoazione civile dei vietnamiti e scioccamente pericoloso. Si rifiutarono. Disobbedirono. E furono tutti moralmente condannati! Ciascuno si prese la propria responsabilità e vennero riconosciuti colpevoli di qualcosa che suonava come 'disonore'. Ecco il bivio che hai di fronte. Bevi o esci dal gioco!"

La musica nel locale stava aumentando di volume e sentivo meno bene di prima la voce di Loredana e per questo mi ero avvicinato a lei. Sentivo il suo profumo, intenso e delicato ma che si mischiava all'odore dei cibi caldi che uscivano dalla cucina e che venivano serviti ai tavoli della sezione ristorante del locale. Pessimo, mi sono detto, questo mix! Poi, ho guardato Loredana negli occhi e lei ha risposto con un tono grave. "Temevo dicessi questo. Sono ad un bivio. Accettare o rifiutare. Non vedo via di mezzo ma non sono sicura di volermi rimettere in gioco per cercare ancora una soluzione lavorativa. Non è stata facile neppure questa da trovare."
Oleandermilk - Cristophe Lee Donovan
La serata era proseguita su altri argomenti. Più semplici e leggeri. Poi ci siamo salutati e l'ho seguita con lo sguardo mentre si allontanava sullo scooter con i capelli che ondeggiavano fuori dal casco. Sarebbero passati almeno tsei mesi prima di avere di nuovo sue notizie. Mi era così giunta, inattesa, una cartolina da Hanoi. La vista di un quartiere simil francese, sulla sponda del Fiume Rosso. Poche righe in una calligrafia agile e svelta. 'Ho pensato a quei due plotoni di soldati americani che si erano rifiutati di obbedire ad un ordine in cui non credevano! Ho pensato al Viet Nam ed ora sono qui ad Hanoi e sto lavorando ad un progetto sulle fonti di energia rinnovabili. E' dura, guadagno molto meno ma sono io a decidere e mi piace. Grazie', dicevano quelle parole e mi sono sentito felice.
Sonja Tines - One of the probabilities
Soundtrack:  "Ungrateful Love"- Deep Jazz Hip Hop

Sunday, March 20, 2016

Speed o il significato dell'età

Jean Auguste Dominique Ingres, "Comtesse d'Haussonville", detail (1845)
AnnaMaria è una signora anziana. Un'anziana insegnate che non smette di essere affascinata dalla curiosità al punto da essere considerata un po' ingenua perché sempre aperta alle cose. AnnaMaria è una persona  meravigliosa che è passata atraverso la vita conservando quei doni stupendi dell'infanzia e della giovinezza che sono l'entusiasmo, la fiducia nel mondo, il sapersi meravigliare e l'umiltà di accettare. AnnaMaria è quasi vicina ai cento anni ma è come parlare ad una giovane donna.

AnnaMaria ha generato un figlio e lo ha educato ad essere giovane sempre come lei. Ha avuto la fortuna di non essere influenzata da un uomo al fianco e quindi ha saputo essere se stessa. Con tutto il bene ed il male che questo può significare. In fondo, ha voluto dire affrontare la vita da sola. Lei, donna, in un mondo dove la donna da sola aveva solo il significato dell'occasione possibile per un uomo.
Ilya Repin - Rest (Portrait of the Artist’s Wife) - 1882
Libera di stato e poi divorziata, ha trascorso gli anni in mezzo ad illusioni e delusioni ma la vita l'ha benedetta perché le ha riservato seccature ma grandi gioie e piacevoli e delicate, sottili, intime soddisfazioni. Spesso ci si realizza nei figli e così è stato. Lui è cresciuto libero come lei e inesorabilmente felice di ogni istante della vita che gusta con un piacere tattile, fisico ancorché l'origine sia la mente e lo spirito. Grande gioia.

Ed è con AnnaMaria che voglio sapere cosa si prova nell'essere febbrilmente preda della curiositòà del conoscere. Il piacere di capire e leggere i meccanismi del mondo e le infinite sfumatire delle cose. "Anna, dimmi, cosa provi nel leggere il mondo intorno a te?" Le ho chiesto mentre eravamo una di fronte all'altro nella veranda che dava sul mare.
Emile Friant
Il sole era al tramonto. Quel tramonto che ti sa infondere un dolcissimo senso di malinconia e di beatitudine perché colora di caldo ogni cosa. Lei mi ha guardato con quegli occhi di donna anziana che parlano di quella serenità che solo i tanti hanni sanno dare. "Tante, troppe cose sono ancora velate dell'oscurità della non conoscenza ma questo riempie l'anima, lo spirito di una gioia intensa, così intensa da farti tremare dentro, nel tuo profondo. E' l'enorme gioia di avere davanti un'infinità di cose ancora da capire e imparare. E' l'enorme gioia di sapere che non ci si potrà mai annoiare."

"Ecco, la noia. Quel sentimento che sembra pervadere il mondo e che tu mi stai dicendo è frutto dell'incapacità di vedere quante cose ancora ci sono intorno da conoscere e capire. Un'incapacità di percepire il valore sottile e altrettanto grande delle sfumature che rappresentano l'essenza gustosa della vita." Ero attratto da quelle parole, da quei concetti che intuivo generavano in lei gioia.
Alfred Agache. - 1889
"Il mondo si replica davanti a te ad una velocità tale da non riuscire a stargli dietro e quindi il tuo pensiero è obbligato a correre sempre di più, ad essere veloce, veloce, velocissimo e questo rappresenta il leit motif della vita. Che gioia!" Ha continuato mentre una brezza tiepida rinfrescava l'aria e muoveva quei capelli bianchi di quella bella testa. bella in tutti i sensi.

"A volte mi accorgo della velocità del pensiero che aumenta e della gioia di pensare su piani diversi, molteplici e complessi, felice di riuscire a concepire la contemporaneità di azione intellettuale e di tracciare linee comuni e differenti in contemporanea. A volte, un calice di vino, a digiuno, ha l'effetto di moltiplicare la sensibilità e di rendere fisicamente più tangibile la sensazione di percezione delle sfumature della vita, attraverso una visceralità di reazione allo stimolo che è maggiore, rispetto al normale." Le parole fluivano semplici e complesse al contempo mentre la luce del giorno si affievoliva e quella delle flebili candele si accentuava. Ero felice di quel dialogo.
César Santos - "Prenda Intima" [Detail]
Alessia, che era presente al nostro dialogo, si era accomodata sul muretto della veranda e era intervenuta con una sua esperienza di vita. "Oltre vent'anni fa avevamo provato, noi del Gruppo di Sperimentalità Percettiva, a prendere le anfetamine per vedere se aiutavano il processo percettivo-creativo e avevamo notato quanto la realtà sapesse dilatarsi in funzione delle sue sfumature che ti trascinavano ora qua e ora là, prendendo - quasi in modo ciclico - la padronanza della scena. Ci accorgevamo della rilevanza delle piccole cose rispetto a quella dell'elemento dominante della realtà!"

"Intendi dire che con le anfetamine provavate che le cose importanti venivano sopraffatte da quelle minori e che la realtà risultava così capovolta, distorta, rispetto alle sequenze e ai ruoli tradizionali. Notavate che nulla è privo di significato e che invece tutto sa essere secondario? Una sorta di ribaltamento dei ruoli all'insegna dell'assenza degli stessi nella realtà della vita?" Mi era venuto spontaneo chiedere. Alessia mi aveva sorriso e i suoi occhi erano illuminati dalla candela che aveva vicino. In lontananza si sentiva il rumore del mare sotto la spinta del vento che sembrava aumentare.
Charles Emile Auguste Carolus-Duran - Portrait of Anna Obolenskaya - 1887
"Noi non abbiamo mai provato anfetamine o acidi o altro. Neppure l'alcool è stato mai utilizzato per espandere la percezione. Il nostro 'speed' erano l'entusiasmo e la curiosità. E la maggior parte di noi era così. Forse la guerra ci aveva dato il senso del tutto. Un tutto che in un momento era presente e che poi, improvvisamente, poteva sparire, crollare e finire. Dovevi gustare tutto. Il piccolo e il grande e entrambi avevano lo stesso significato perché, in fondo, era il senso del vivere. In quel momento eri vivo e dovevi ingozzarti di tutto perché di li a poco potevi scomparire, per sempre. La nostra droga era la vita!" La voce di AnnaMaria era venuta dal punto scuro della veranda e immaginavo l'espressione degli occhi mentre ascoltavo quello della sua voce.

"E' vero. La vera droga è la vita. Solo che la maggior parte delle persone si anestetizzano nel corso degli anni e perdono la percezione di questo. Tutto tende a diventare obsoleto, prevedibile, inquadrato e, tutto sommato, noioso. Così noioso! AnnaMaria, scusa, è forse questo il significato dell'età?" Avevo una leggera sete. Forse il venticello mi aveva seccato le labbra e desideravo inumidirle, oppure era una certa abitudine a coronare quell'ora con un aperitivo che mi spingeva a volere bere qualcosa.
Wang Neng Jun (王能俊)
"Si potrebbe dire che gli anni creino una duplice dimensione nelle persone: quella del timore delle sorprese e quella della prevedibilità. Entrambe impediscono di volare. La prima perché il volo ai associa alla paura di cadere e la seconda perché viene meno la curiosità di muoversi dal proprio mondo che, per forza, è sempre molto simile a se stesso, giorno dopo giorno." Alessia era andata in sala ed era tornata con un vassoio su cio c'erano alcuni calici di vino con una fetta di arancia. E ne aveva dato uno ad AnnaMaria mentre diceva questo.

"Lo speed è quindi antitetico con l'età? Almeno quello naturale, spontaneo, giusto? Eppure, qualcuno, con il tempo, diventa più creativo e aperto a tutto. E lo diventa senza alcun ausilio artificiale. E questo come accade?" Aveva chiesto Alessia alla nostra meravigliosa amica. Non volevo interrompere e mi sono riempito la bocca con un po' di vino per resistere alla tentazione di dire la mia.
Man Ray -  Portrait of Kiki de Montparnasse.
"Direi che questo che tu chiami maggiore creatività quello che, in realtà, è maggiore acuità di direzione, di indirizzo. L'età, in coloro i quali rimangono curiosi, entusiasti, aperti al mondo, conferisce una maggiore determinazione pratica, una maggiore capacità di delineare i veri obiettivi verso cui dirigere il gesto e il pensiero. Non è maggiore creatività, bensì maggiore orientamento al risultato. Meno gesto afinalistico e puramente sperimentale e più concretezza nela fare convergere gli sforzi verso un risultato. Mi sembra che questo distingua il giovane creativo dal creativo anziano." AnnaMaria si era fermata per ascoltare le grida di due gabbiani che sembravano giocare a inseguirsi.

Mi sono alzato per vedere meglio il tramonto del sole sull'orizzonte del mare. Mi sono avvicinato ad AnnaMaria e mi sono sentito di dire "Che fortuna sarebbe, secondo quello che dici, essere giovani negli anni ed avere la creatività unita all'esperienza dell'età! In fondo, mi sembra di avere sprecato così tanto tempo in gesti privi di significato concreto che, se li avessi filtrati con l'esperienza che oggi mi ritrovo con l'età, mi viene spontaneo chiedermi dove sarei arrivato!"
Wladyslaw T. ('W.T.') - Benda - (1873-1948)
"Sei arrivato dove era giusto che arrivassi! Perché, solo così sei potuto essere e diventare te stesso. E mantenere la tua identità di curioso per sempre, come Anna Maria!" mi aveva risposto Alessia mentre stava accendendosi una sigaretta, coprendo la fiamma dell'accendino con il palmo della mano, per resistere al vento che aumentava.

"E' vero, forse l'elasticità deriva dalle prove della vita e dall'imparare a considerare che si è altamente fallibili. Che si sbaglia e ci si illude e si crede e ci si raffredda e ci si entusiasma e si piange e si ride. L'importante è continuare a credere che ogni sensazione non è mai eterna e definitiva e che quindi non è possibile, per nessun motivo, credere di essere arrivati ... e iniziare ad invecchiare!" Il tono della voce di Anna Maria tendeva al leggero ridere. Si stava divertendo a farci capire il segreto della creatività di tutta la vita.
William Merritt Chase - Portrait Of A Lady - 1890
"Vuoi dirci che non dobbiamo mai credere di essere infallibili, di avere sempre ragione, di avere diritti superiori agli altri e di insegnare tutto a tutti. Questa è la vera noia! Questa è la vera negazione della creatività, dell'entusiasmo, della curiosità e della gioia di vivere. Splendido! Mi ricorderò sempre di questa sera. Voglio ricordarmene per sempre. E' lo 'speed' naturale di cui si ha bisogno." E dicendo questo, Alessia si era tolto il pareo e superando con un salto il muretto ci aveva salutati ed era corsa via verso il mare. In costume.

Avevo intravisto Alessia in costume, con la pelle ambrata e le giovani gambe che si muovevano con eleganza e il costume che danzava rosso e arancio e giallo sul suo corpo. Avevo sentito il delicato sorridere di Anna Maria, sottolineare questa uscita di Alessia, gioendo della sua giovinezza nel ricordo di quella che aveva gustato tanto tempo fa. E mi sono accorto che non avrei voluto essere in nessun altro posto se non lì. Con Anna Maria e la sua sensibile, delivata e splendida, infinita gioia di vivere.
Adolphe William Bouguereau - At the Foot of the Cliff
Soundtrack: Gaelynn Lea: NPR Music Tiny Desk Concert