Thursday, October 30, 2014

Ricordo di avere conosciuto un assassino ...

Il ricordo si perde veramente negli anni. Dovevo averne 15 o 16, allora. Frequentavo un liceo ed eravamo veramente tanti al punto che le sezioni, classicamente comprese tra la A e la F, si erano dovute estendere fino alla M. Io facevo parte della "C" ma avevo una simpatia per una coetanea della sezione "M" e quindi frequentavo anche i suoi compagni.

Tra questi ce n'era uno che aveva lo sguardo schivo. Era alto e vestito con una certa tendenza alla moda. Una moda che allora si orientava con una simpatia per i partiti della destra. Loden, cappello kangol, scarpe a punta e, per le ragazze, l'immancabile borsa di Bonera. Noi invece, jeans, basco, montgomery oppure eskimo.
Ma con lui non esisteva alcun attrito. Anzi gli ero simpatico. Parlava di musica. Discorsi superficiali. Sguardo sottile e sorriso con labbra altrettanto sottile e la sigaretta sempre presente. Non andava bene a scuola. Non studiava. Aveva evidentemente altri interessi.

Nulla di più. Un pomeriggio, mentre attraversavo la strada, ero vicino a casa, ved un'automobile svoltare e lui che sporge il braccio ed il viso dal finestrino del posto dietro il guidatore. Mi saluta. Lo solauto. Sorridente lui, con la sigaretta tra le labbra.

Questo è il ricordo di lui. L'immagine che mi è rimasta nella memoria. Era iniziato il secondo anno e lui, verosimilmente bocciato, non si era più ripresentato. Stop. Fine dei ricordi. Salvo il fatto che poi avremmo letto che, insieme ad un altro, lui aveva ucciso una sua coetanea per la quale avevano poi chiesto un riscatto.
Unknown - by Charles Gates Sheldon
Avevano premeditato di ucciderla e poi chiedere il riscatto. Avevano finto di essere gli amici affranti per l'accaduto e di vivere gli attimi della sparizione insieme ai genitori di lei. L'avevano uccisa subito, invece. Ma erano stati smascherati subito. Avevano confessato. Il tiro a segno in una discarica. Il tribunale aveva condannato all'ergastolo.

Ecco, ricordo quel saluto fatto da un auto in curva. Ecco, ricordo un fatto di cronaca atroce. Ho conosciuto un assassino. Ma era come tutti noi. Cosa si nasconde in noi? Cosa fa venire fuori la belva?

Metropolis
Soundtrack:  Mark Lanegan - The Beast In Me

Wednesday, October 29, 2014

Cultura borgherese

Jean Luc Cornec - telephone sheep
In un'intervista, Pierpaolo Pasolini alla domanda relativa a chi amasse maggiormente rispese che erano "le persone che avevano fatto a malapena la prima elementare ... perché non erano ancora corrotte dalla cultura borghese."

Si tratta di un concetto dove la parola cultura significa semplicemente il risultato della scuola. E dove l'aggettivo "borghese" indica semplicemente l'insieme dei valori borghesi fatti di perbenismo formale ma non concettuale, fatti di principi di proprietà e di conquista e non di condivisione.

La corruzione intesa come conseguenza della culturalizzazione diversa da quella propria, innata e naturale è un concetto sicuramente suggestivo perché si scontra con il percorso della culturalizzazione in sè.
André Breton at a Dada festival in Paris, March 27, 1920, wearing a slogan by Francis Picabia
Conoscere e fare propri elementi conoscitivi originariamente estranei implica necessariamente un processo di cambiamento, di modifica e quindi, se si vuole, di corruzione di uno stato originale. Si acquisisce un po', rischiando di perdere quanto si poteva possedere.

Ma non è sempre così. Se si parte dal presupposto che la cultura ha insiti caratteri di sopraffazione dell'originario, allora è così. Se viceversa l'acculturazione prevede l'inserimento di nuovi orizzonti concettuali nel substrato di base, allora le cose non stanno come si diceva.
Helen Frankenthaler sitting amidst her art in her studio, new york, 1956
E, d'altra parte, nelle parole di Pasolini si fa riferimento ad un tipo di cultura, di scolarizzazione che intende sopraffare le conoscenze originarie, i pensieri naturali e le percezioni istintive, sostituendo il tutto con una nota comune correlata al concetto di società borghese.

Insomma, cultura si, ma con note implementanti e di stimolo a crescere e ad ampliare gli orizzonti. E, viceversa, NO ad una cultura che castra l'individuo e ne limita gli orizzonti. Oggi, la cultura borghese non esiste più. Domina una "cultura" del consumismo e dell'apparenza e della furbizia.
Henry Lamb - Fair reader- 1947
Vanitas vanitatum et omnia vanitas. (Ecclesiaste 1,2)

Soundtrack: Claudio Lolli - Borghesia (1972)

Monday, October 27, 2014

PUNK !

« Essere punk vuol dire essere un fottuto figlio di puttana, uno che ha fatto del marciapiede il suo regno, un figlio maledetto di una patria giubilata dalla vergogna della Monarchia, senza avvenire e con la voglia di rompere il muso al suo caritatevole prossimo. » (Johnny Rotten)

Nel 1976, all'interno della canzone 'God Save the Queen' dei Sex Pistols si pronunciava l'inno-filosofia punk "NO FUTURE". Figlia di una noia esistenziale di giovani della middle-class che non si sentivano artisti ma che si producevano in performances artistiche.

Attitudine pessomista priva di fondamento esistenziale filosofico e priva di qualsiasi orientamento politico. D'altra parte, il nulla genera il nulla e la fede politica invece guarda al futuro. Infatti, nella fede punk si trova confusione e momentaneità. Nulla di prospettico. Tutto voluto, nulla di causale.

Affascinanti nel desiderio narcisistico fino all'autodistruzione ed alla provocazione afinalistica in quanto tale ed autoreferenziante con un piacere edonistico del sè provocatore. Isolati per scelta e con desiderio di isolarsi ma di essere desiderati. Di essere in qualche modo riconosciuti. Diversi ma riconosciuti.

Estetica anarchica ma al tempo stesso inquadrata in canoni orientativi anche rigidi. Una sorta di uniforme che vale la tessera per essere accettati dal gruppo. Ma, d'altra parte, l'elemento iconoclastico e violento e trasgressivo secondo codici definiti non è forse comune essenza di qualsiasi movimento nelle fasi iniziali in cui reclama la propria esistenza riconosciuta?

L'elemento successivo è quello che in genere connota la validità di movimento produttore di un qualcosa, siano essi persone, adepti, followers oppure anche opere che segnano un momento espressivo in grado di mantenersi nel tempo come simbolo di un qualcosa. Come testimonianza di una fase esistenziale/filosofica/culturale.

Non so e non riesco a vedere cose che siano riuscite a mantenersi ed a proseguire. Bruciati nella fase di espressione e seguiti da evoluzioni individualistiche e non di gruppo, di ideologia. Forse perché questa era troppo frammentata? Forse perché non esisteva?

Ma anche questo è sbagliato. Se stiamo parlandone significa che qualcosa hanno detto. Ed in effetti è così. Nulla è proprio il nulla in quanto anche il nunna ha una sua dimensione, espressione e valenza momentanea e futura. Il nulla può insegnare. Quantomeno può fare riflettere.

Chi ne sono gli eredi? Oggi?

Soundtrack: Punk mix

Friday, October 24, 2014

Sognando e sognando ...

Sognando e sognando ... qualcosa alla fine si realizza.
(Andrea Parodi)

Dansa in su èntu 'e tramuntana,
dansa umpare a mie.
Dansa in su mare 'e s'avventura,
dansa in custa die.

Astrolicamus dae supra de custa altura,
narami de sa fortuna.

Bola in su 'entu 'e s'ingiustissia,
bola umpare a mie.
Bola in su mare 'e s'indifferentzia,
bola in custa die.

Astrolicamus chirchende su venidore,
narami de custu amore. 


Nois, sos ammentos
nois, sos trabentos
nois, che sirbones isperdidos
in su ludu, nois
tue e deo sutt'e una ferula,
ube naschet sa chintula.

Dansa in s'annu duamiza, fiza
dansa umpare a chie?
Dansa in su chelu chi t'assimizat,
fortzis umpare a mie.
Bola in su mundu 'e sas tempestas,
bola in sas enas,
beni chi astrolicamus!


Nois, sos ammentos
nois, sos trabentos
nois, che sirbones isperdidos
in su ludu, nois
tue e deo sutt'e una ferula
ube naschet sa chintula. 


Astrolicamus dae supra de custa altura,
narami de sa fortuna

dae supra de custa altura, 

nois astrolicamus

Soundtrack: Astrolicamus (Live - Tazenda e Andrea Parodi)

Danza nel vento di tramontana
Danza insieme a me
Danza nel mare dell’avventura
Danza in questo giorno

Astrologhiamo da sopra quest’altura
Parlami della fortuna

Vola nel vento dell’ingiustizia
Vola insieme a me
Vola nel mare dell’indifferenza
Vola in questo giorno

Astrologhiamo cercando il futuro
Parlami di questo amore

Noi, i ricordi
Noi, le cadute
Noi, come cinghiali dispersi
Nel fango, noi
Tu ed io sotto una ferula
Dove nasce l’arcobaleno

Danza nell’anno duemila, figlia
Danza insieme a chi?
Danza nel cielo che ti assomiglia
Forse insieme a me
Vola nel mondo delle tempeste
Vola nelle pianure
Vieni che astrologhiamo!

Noi, i ricordi
Noi, le cadute
Noi, come cinghiali dispersi
Nel fango, noi
Tu ed io sotto una ferula
Dove nasce l’arcobaleno

Astrologhiamo
Astrologhiamo da sopra quest’altura
Da sopra quest’altura
Noi astrologhiamo
Soundtrack:  Andrea Parodi - Intimi Raccolti  (live)

Wednesday, October 22, 2014

La nostra felicità è nel vivere insieme

Oggi ho conosciuto una persona che è rimasta sola da pochi mesi. Dopo tanti decenni di vita con il proprio sposo, lui l'ha lasciata. Anziano, era pesantemente colpito da disabilità, aveva avuto bisogno del sostegno di lei ma, alla fine, non aveva potuto nulla contro il suo destino di uomo ed aveva affrontato l'ultimo viaggio al termine della propria esistenza.

Lei ora è sola. Senza di lui e senza il suo impegno nell'aiutarlo nella disabilità. Sola senza poterlo più accudire. Sola e senza più altro scopo. Senza quella occupazione quotidiana che l'aveva assorbita per almeno dieci anni. Assorbita con gioia e rassegnazione.

Ora la accompagna una vicina che si è presa cura di Lei. Sembra disorientata. Ricorda vaghe cose e fatica a rispondere quanti anni ha. La conoscevo come sempre indaffarata. Ora è li, fragile, con lo sguardo un po' meravigliato verso un mondo che sembra non conoscere più. Si guarda intorno come alla ricerca di risposte a domande che non trovano voce.

Ci si domanda se, vista l'età, questo possa essere un segno di decadimento cognitivo, di demenza. E' il primo pensiero che affianca la preoccupazione di trovare una soluzione per garantirle una vita accettabile, visto che vuole vivere da sola. Parenti? Nulla. Cosa fare e, ricordando com'era anche solo pochi mesi prima del lutto, cosa aspettarci? Nel desiderio di rispettarla.

Leggendo qua e là su internet, saltano fuori i risultati di uno studio su 4370 persone che sono state valutate come coppia nel 1978 e poi rivalutate nel 2002-6. Conforta il rendersi conto che la perdita del coniuge, del partner, non espone al rischio di demenza ma colpisce come il lutto del compagno provochi un marcato deterioramento delle funzioni cognitive per circa 2 anni. Poi, si assiste ad una ripresa. Temporanea. Ma solo per le donne. Gli uomini procedono nel corso del progressivo deterioramento. Infine, i figli proteggono dal declino cognitivo.
Siamo quindi esseri viventi con un'esigenza sociale che è fondamentale. Attualmente si tende a pensare ai vantaggi dell'essere single, ma è così? La maggiore disponibilità economica, o meglio, la maggiore libertà di potere spendere come si vuole e la maggiore libertà di disporre del proprio tempo sono effettivamente degli indicatori di maggiore benessere? O sono surrogati?

Condividere vita e comodità e disagi sono forse più importanti. Perché implica una necessità di dialogo continuo che richiede di sforzarsi anche quando non se ne ha voglia. E questo sforzarsi stimola sempre e fa crescere e mantiene. Il silenzio, oltre alla riflessione, porta il sonno, l'addormentamento.

Soundtrack:  Pierangelo Bertoli e Tazenda - Spunta la luna dal monte - Live

Sunday, October 19, 2014

Nessuno prenda le difese altrui ...

Nel nome della rosa
Capitolo LXIX della "Regola di San Benedetto":

"In monastero bisogna evitare assolutamente che per qulsiasi motivo un monaco presuma difendere o farsi quasi protettore di un altro, siano pure congiunti in un qualsiasi grado di parentela.

I monaci non se lo devono permettere in nessun modo, perché ne può nascere una gravissima occasione di scandali.

Se qualcuno mancherà in questo, sia punito severamente."

La regola suscita antitechiche sensazioni, tra loro nettamente contrastanti.
Mystic Path - Santiago Rusiñol
L'una è in linea con la necessità, in una comunità,. che si mantenga l'unità sopra ogni cosa e che quindi vi sia fiducia innegabile e innegata nelle regole e nei superiori al punto da non ammettere possibilità di deroga o discussione, di individualismo e di giudizio alternativo a quello comune.

L'altra è nei confronti della logica dell'ipocrisia e della convenienza. Cioè nei riguardi del pensiero utilitaristico e quindi in una dimensione di sacrificio del singolo (indipendentemente dalla giustezza delle idee) a favore della opportunità.

Se si legge bene la "regola" ci si rende conto che deriva dalla trascendenza del pensiero e del comportamento e che quindi, poiché il riferimento di principio e di fine è Dio, non può esistere idea differente e quindi, chi sbaglia o è accusato è indifendibile in qianto trasgredisce la regola della trascendenza.

Huang Yong Ping (b. 1954 in Xiamen, Fujian province, China) - Wu Zei, 2010.  A 25 meters wide Octopus from the exhibition Mediterranean Sea at Monaco’s Oceanographic museum
Chi obietta si infila in un percorso di immanenza e quindi va contro la trascendenza e quindi è nel torto. Questa è la regola. D'altra parte, analoga regola vige in marina. L'ordine del comandante non si discute. non si obietta, non entra in alcun modo in discussione. E nessuno si deve schierare diversamente da quanto detto dal comandante. L'anarchia non è ammissibile in una condizione dove la non unicità di intenti può essere foriera di rischio per tutta la nave.

Ecco, dunque, la regola benedettina viene ricalcata in marina e così pure nell'esercito, ecc ... anche in politica (almeno una volta, quando i sostenitori del governo esternavano sempre la stessa versione senza alcuna interpretazione personale che non fosse stata precedentemente concordata) perché segue la logica dell'univicità e dell'unità che sono sempre espressione, almeno formale, di forza.

Nora Gregor - La regle du jeu - Jean Renoir (1939)
Non so. Sono troppo legato al rispetto per le idee e per le persone. Non riesco ad accettare regole così particolari, anche se io stesso mi sono trovato a seguire logiche di convenienza per cui, anche se non del tutto e su tutto allineato, era necessario fare un gioco di squadra (e su questo bisogno concordavo).

Ecco che bisogna sempre fare distinguo su distinguo. Anche se un comportamento unico e condiviso (in linea generale e di massima) è oggettivamente necessario. Però sul concetto del "non difendere o farsi protettore di un altro" ... questa è decisamente difficile da concordare ...

Les amants du Pont-Neuf - Leos Carax (1991)
Soundtrack: No Doubt - Don't Speak

Thursday, October 16, 2014

Ad alcuni radicali

William Merritt Chase - Modern Magdalen - c.1888
Arrivato presto ad un appuntamento, ho girato un po' per le strade di Varese ed ho incontrato una libreria che vendeva libri usati. Quale sorpresa. Libri mai più ristampati. Rari da leggere (è questo ciò che conta, leggere). Belli nella forma oltre al contenuto. Vissuti quel tanto ch è giusto. Non rovinati. Piacevoli per la sensazione di un dialogo che continua tra l'autore ed un lettore e poi un altro ed un altro ancora ...

Michelangelo Antonioni - La Notte
Un libro di poesie di Pier Paolo Pasolini. "La religione del mio tempo". Certo, queste sono stampate e ristampate ma ... il fascino del libro che nasce nel sessantuno, cioè cinquantatrè anni fa è innegabile. pagine aperte per bene per essere lette.

Ad alcuni radicali

"Lo spirito, la dignità mondana,
       l'intelligente arrivismo, l'eleganza,
l'abito all'inglese e la battuta francese,
      il giudizio tanto più duro quanto più liberale,
la sostituzione della ragione alla pietà,
      la vita come scommessa da perdere da signori,
vi hanno impedito di sapere chi siete:
     coscienze serve della norma e del capitale."

Colpisce il dipinto di una società composta di figure così tremendamente attuali. "La sostituzione della ragione alla pietà" è un elemento così comune oggi, dove tutto è funzione di un risultato oggettivo, misurabile, quantificabile e scambiabile perché commerciabile.

Si parla del "giudizio liberale", un aggettivo che è diventato un must del quotidiano dove tutto deve esere "liberale", senza considerare che liberale oggi significa la legge del più forte, il prevalere degli interessi del padrone che vengono mascherati come un "bene per l'impresa ..." e quindi irrinunciabile.

Michelangelo Antonioni - L'Eclisse
Il consumismo e la normalità, la dignità mondana e l'arrivismo, così come la forma e la nonchalance che hanno impedito ed impediscono di "sapere chi si è" e quindi di prendere coscienza della nullità dell'esistenza così condotta, della vanità effimera della propria condotta e dell'inutilità del proprio destino.

www.finegarten
Soundtrack:  Giorgio Gaslini Quartet - Blues all'alba (1961)

Tuesday, October 14, 2014

Se al fratello vengono comandate cose impossibili ...

Si tratta del capitolo LXVIII della "Regola di San Benedetto".

"Se al fratello venissero ingiunte cose ardue o impossibili, riceva ugualmente l'ordine che gli è dato con perfetta mansuetudine e obbedienza.

Se poi vede che il peso è troppo al di là delle sue forze, presenti al superiore i motivi per cui la cosa non gli è possibile, con pazienza ed opportunità, senza insuperbire nè impuntarsi, nè contraddire.

Che se, dopo le sue osservazioni, il superiore insiste ancora nel suo comando, l'inferiore sappia che così gli conviene di fare, e confidando, in spirito e carità, nell'aiuto di Dio, obbedisca."

Zinaida Serebriakova, House of Cards, 1919
Quante volte ci è capitato di ricevere incarichi che si sono subito giudicati impossibili? Quante volte abbiamo risposto subito esprimendo le nostre perplessità sull'effettiva fattibilità? E quante volte da questo tipo di dialogo si è giunti ad uno scontro, ad un contrasto? Bene, e quante volte questo scontro non ha prodotto alcun risultato, se non quello dell'imposizione?

Questa "regola" ci insegna molto. Il diniego, il rifiuto, l'obiezione ex ante a ben poco serve. Chi dispone, ben raramente lo fa per spirito di vessazione. Più spesso è nelle strette lui stesso e quindi tra lui e gli altri emerge l'istinto di conservazione, la propria salvaguardia.

Gustaw Gwozdecki - Księżyc (Moon, 1908)
Inutile discutere dal principio perché questo esprime un giudizio sulle capacità di stimare una fattibilità. Chi dispone si rende conto. Se lo fa è perché si trova nelle condizioni di non potere a sua volta rifiutare. Si potrebbe dire che "scarica" ma non è questo il problema.

Se miriamo ad una risluzione del problema è bene quindi, dice San Benedetto, offrire la propria disponibilità salvo poi ammettere l'impossibilità oggettiva di farlo. Questa dichiarazione deve essere però corretta dal punto di vista temporale. Nè troppo anticipata ché potrebbe essere tacciata di superficialità di analisi, né troppo tardiva ché impedirebbe di potere ricorrere a soluzioni alternative.

Swan Lake, Andrey Remnev
Ben pochi, di fronte ad un dato oggettivo possono confutare il fatto. D'altra parte, la disponibilità è già stata offerta e questo è stata la premessa di una totale dedizione che assicura l'obiettività del giudizio di impossibilità.

Se nonostante tutto, l'invito a procedere venisse reiterato, allora non esiste altra soluzione se non quella di dedicarvisi coscienziosamente, "confidando in spirito e carità, nell'aiuto di Dio ...". Questo passo è chiaro in senso assoluto ma appare oscuro secondo una visione materialistica del contingente.

Pelayo Mas Castañeda - Statua religiosa dopo l'attacco a Toledo (Guerra Civile Spagnola)
In questo caso, infatti, in cosa può consistere "l'aiuto di Dio"? Nel riuscire a concentrarsi al meglio e quindi riuscire ad assolvere all'impegno richiesto? Nel realizzare poi che il compito è meno arduo del previsto? Nel vedersi offrire l'aiuto da parte di altre persone per svolgerlo? Nell'avere il perdono giustificato del superiore in caso di inadempienza? In cosa?

Soundtrack: Nat & Alex Wolff- Rules

Monday, October 13, 2014

Across the Universe - Beatles

Words are flowing out like endless rain into a paper cup
They slither while they pass, they slip away across the universe
Pools of sorrow, waves of joy are drifting through my open mind
Possessing and caressing me

Jai Guru Deva Om

Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world

Images of broken light which dance before me like a million eyes
They call me on and on across the universe
Thoughts meander like a restless wind inside a letter box
They tumble blindly as they make their way across the universe

Jai Guru Deva Om

Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world

Sounds of laughter shades of life are ringing through my open ears
Inciting and inviting me
Limitless undying love which shines around me like a million suns
It calls me on and on across the universe

Jai Guru Deva Om

Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Nothing's gonna change my world
Jai Guru Deva
Jai Guru Deva...

© 1968 Northern Songs. 

Apposta le immagini sono sfuocate, poco definite ed evanescenti. Proprio come un ricordo che colpisce per le sensazioni che produce e non per la nitidezza delle cose. Proprio come un momento della nostra vita che rimane impresso per una sfumatura che, nel tempo si rinnova e riscalda.

In questo caso, sono ricordi dolcissimi, profumati e pieni di calore. Ricordi di un'epoca e non solo di personaggi famosi e di musiche amate. Un'epoca di speranza nel futuro che sembrava aperto e che, in un certo senso lo è stato. Una speranza che oggi vorrei permeasse i pensieri di tutti quelli che hanno la stessa età che avevo nel 1967. Che voglio che nutra le vite del futuro. Perché è così che deve essere.

Le seguenti informazioni sono tratte dal sito - http://www.pepperland.it/  - che consiglio di visitare a tutti coloro che almeno una volta hanno avuto una canzone dei Beatles come colonna sonora di un momento della propria vita.

Durata: 3:45
Tonalità: Reb Maggiore
  • John Lennon: voce, cori, chitarra ritmica acustica, chitarra solista
  • Paul McCartney: cori, pianoforte
  • George Harrison: cori, sitar, tanbur
  • Ringo Starr: maracas
  • Musicisti non accreditati: violino (18), viola (4), violoncello (4), arpa, tromba (3), trombone (3), chitarra classica (2), cori (14)
Registrazione
Domenica 4 febbraio 1968
@ Abbey Road - Studio 3

Nastro/i: 1-7 + riduzione 7 nell'8
Produttore: George Martin
Primo fonico: Ken Scott
Secondo fonico: Richard Lush
[base ritmica di chitarra, tom tom e tanbur + sovraincisione sitar, altre chitare, voce, cori (delle Apple Scruffs), batteria, basso ed effetti sonori]

Giovedì 8 febbraio 1968
@ Abbey Road - Studio 2

Nastro/i: 8
Produttore: George Martin
Primo fonico: Ken Scott
Secondo fonico: Richard Lush
[sovraincisione organo e mellotron (entrambi cancellati), cancellazione basso e batteria, sovraincisione voci, piano, chitarra e maracas]

Mercoledì 1 aprile 1970
@ Abbey Road - Studio 1

Nastro/i: 8 ridotto nel 9
Produttore: Phil Spector
Primo fonico: Peter Bown
Secondo fonico: Richard Lush
[sovraincisione batteria (Ringo), orchestra e coro]

Mixaggio
Giovedì 8 febbraio 1968
@ Abbey Road - Studio 2
Mix: mono

Nastro/i: 8
Produttore: George Martin
Primo fonico: Ken Scott
Secondo fonico: Richard Lush
[remix 1-2, rimasti inutilizzati]

Giovedì 2 ottobre 1969
@ Abbey Road - Stanza 4
Mix: stereo

Nastro/i: 8
Produttore: George Martin
Primo fonico: Jeff Jarratt
Secondo fonico: Alan Parsons
[remix 1-2 per l'album benefico per il WWF. contestualmente vennero aggiunti gli effetti sonori all'inizio e alla fine del brano, che venne anche sensibilmente accelerato]

Lunedì 5 gennaio 1970
@ Olympic Sound Studios, Londra - Studio 1
Mix: stereo

Nastro/i: 8
Produttore: Glyn Johns
[remix 3, per l'abortito album Get Back. per far sembrare il brano "live" vennero rimossi cori ed effetti sonori]

Lunedì 23 marzo 1970
@ Abbey Road - Stanza 4
Mix: stereo

Nastro/i: 8
Produttore: Phil Spector
Primo fonico: Peter Bown
Secondo fonico: Roger Ferris
[remix 1-8, usati dagli orchestrali e dai coristi come guide per le loro sovraincisioni]

Giovedì 2 aprile 1970
@ Abbey Road - Stanza 4
Mix: stereo

Nastro/i: 9
Produttore: Phil Spector
Primo fonico: Peter Bown
Secondo fonico: Roger Ferris
[remix 10-13 per l'album Let It Be]
 
E' struggente questa immagine di Paul che guarda alle spalle. Sei tu, siamo noi? siamo il passato che continua a vivere. Il ricordo che ci accompagna. Un amore che non finisce mai ed è sempre dentro di noi e attorno a noi? Lo sappiamo?
 

Sunday, October 12, 2014

Il silenzio è la consegna del Destino ...

La gemebonda avventura si è conclusa alle quatto e mezza nel secondo letto a destra della porta dell'infermeria manicomiale. Schizofrenia paranoide.

All'ingresso: clamoroso, impulsivo, laceratore, illuso. Scambia gli infermieri per secondini che gli faranno la forca. Dopo due mesi di trattamento insulinico: corretto, sintono, adeguato alle esigenze della vita di reparto.

Il tale modo, la solitudine si era chiusa intorno a lui come una muraglia insormontabile che lo divideva per sempre dal passato e dal futuro. E così via, a ritmi successivi ed alterni per altri venti anni, sino al decesso avvenuto per cachessia da neoplasia gastrica inoperabile in schizofrenico.

Curioso il dato in quando vari Autori hanno da tempo rilevato una rara incidenza di questo tumore in pazienti portatori di malattia schizofrenica.

"Pronto, Schiavon? C'è Noto Campanella?" - "E' in diagnostica, professore."
"Dica che ha chiamato Turci dall'infermeria. E' morto Rezzato, c'è un posto libero!"

Altri entreranno, passeranno, come un grande fiume senza forze. In silenzio. Perché il silenzio è la consegna che il Destino ci ha dato."

Dspedale Psichiatrico Ferri Volterra - foto Baldi
Questo testo venne pubblicato nel 1971 negli Annali di Freniatria e Scienze Affini. L'autore è un Medico, uno Psichiatra, Filippo Noto Campanella. Ne ho trovata la copia riordinando in casa di mamma. Lui è stato fugacemente anche il mio Pediatra oltre 50 anni fa. Lo ricordo. Grasso, buono, dolce. Più incline a parlare sul senso delle cose che non a scrivere il nome del farmaco che il bambino necessitava.

Lo capisco. Anch'io ho più voglia di ascoltare e imparare dalla gente, dalla loro esperienza diretta, di quanta ne abbia di prescrivere esami e medicine. E' la voglia di conoscere l'uomo. Veniamo ora al testo che è molto bello per aspetti formali, storici ed umani. Uno sguardo di quegli occhi azzurri che giardavano l'orizzonte ponendosi tante domande, molte delle quali senza una risposta certa. Solo ipotesi e per questo suggestive e dolcemente affascinanti.

"All'ingresso: clamoroso ..." mi colpisce molto l'ultimo aggettivo "illuso". E' la dolcezza verso l'uomo che non sa e che pensa di potere ciò che poi non può controllare. E' un pensiero delicato ed amorevole che riguarda tutti noi che urliamo, ci ribelliamo, vantiamo diritto di essere rispettati e poi non siamo nulla. Ci illudiamo e basta. Ci aspetta solo una gelida acqua fredda che non è detto ci risvegli alla vera realtà.

Segue l'altro periodo con la registrazione degli effetti della terapia insulinica ... "adeguato alle esigenze della vita di reparto" ... non si parla di adeguatezza alla sua vita di essere umano ma solo di comportamento, di rispetto verso le regole che devono essere osservate. Noi siamo così. L'importante è che seguiamo le regole. Che non superiamo le barriere del comportamento lecito (previsto, accettato e quindi codificato). Se poi, dentro siamo distrutti dalla rabbia, dall'infelicità o dal dolore, non importa. Questo è il campo del privato e noi, per stare in una società dobbiamo mantenere un comportamento adeguato alle esigenze della società (non disturbare, non dare fastidio, non invadere gli spazi altrui, ecc ...)
Antonio Pisano (Pisanello) - Testa di donna
In effetti, Filppo Noto Campanella, riporta - dopo - che "la solitudine si era chiusa intorno a lui ...". Possiamo dire, straziante solitudine ma non molesta. Questo conta. Come per i Manicomi il cui compito era di nascondere lo spettacolo della follia e del disadattamento (la seconda non è una malattia ma tant'è ...) alla società "benpensante".

L'articolo pubblicato prosegue con una "semplice" nota scientifica " Curioso il dato ...". Si era all'epoca nel concetto dell'osservazione che poteva essere "curiosa". Oggi, nell'epoga del pragmatismo anche dialettico diciamo che un fenomeno "è o non é" o al massimo diciamo che "l'osservazione non raggiunge la significatività"  per il numero esiguo dei casi (= esseri viventi) o per la concomitanza di fattori confondenti. Nel 1909 asserivano che i pazienti psichiatrici sembravano immunizzati nei confronti del cancro, poi si accumularono osservazioni che suggerivano l'opposto. Oggi possiamo dire che non è possibile definire ruoli di vantaggio/svantaggio o previlegio/non previlegio delle malattie mentali verso i tumori e che è sbagliato affidarsi a teorie psicodinamiche in tale senso dove predomina il ruolo individuale dell'uomo nei confronti della malattia.


Ci troviamo poi di fronte ad una sequenza di breve dialogo. Dove l'emeneto-guida è il dato oggettivo-utilitaristico. La morte libera uno spazio. La fine di una persona apre all'ingresso di un'altra vita. Siamo in coda e lo spazio è limitato. Chi esce, fa entrare. Senza un briciolo di emozione si procede. Anche perché l'emozione può diventare un carico insostenibile per chi lavora in questi ambiti e può distruggere (burn-out si dice).

Infine, la conclusione. La dolce e struggente riflessione sul destino di noi tutti. Il silenzio. Il fiume che in altri passi diventa "amaro", in altri è il corteo per la morte di un uomo grande per la gente (come quello detto "la piovra" per Alekos Panagulis, ad esempio), ed ancora il fiume di una manifestazione di pace o di guerra, ecc .. Qui è il destino dell'uomo che avanza in silenzio nel corso della propria vita, sotto la pioggia o sotto il sole, e procede verso la fine.

"Lunedì scorso 2 forsennati sono entrati in casa mia, in quai Bourbon, mi hanno presa per le braccia e mi hanno lanciata dalla finestra del mio appartamento in una automobile che mi ha condotta in un manicomio." Camille Claudel, artista anticonformista rinchiusa il 10 Marzo 1913 nel manicomio di Ville-Evrard dove morirà nel 1943
Manca un sola cosa. Importante. E lo spunto ci viene dal prossimo mercoledì 15 ottobre. Giorno in cui nasce Santa Teresa D'Avila. Un personaggio tutt'altro che semplice da definire. L'elemento religioso è sicuramente la logica conseguenza della sua persona e questo illustra come l'uomo possa farsi realmente partecipe della propria esistenza. Come possa dominarla. Ed anche come possa trasformare un viaggio silenzioso e muto, verso la fine, in un cammino danzante e gioioso verso la rinascita.

E ancora un grazie a mia mamma che ha conservato tra i suoi innumerevoli libri e documenti anche questo breve scritto di uno Psichiatra.

Mi si rimprovera (crimine spaventoso) di aver vissuto da sola, di passare la mia vita con dei gatti, di avere manie di persecuzione! È a causa di queste accuse che sono incarcerata da 5 anni e mezzo come una criminale, privata della libertà, privata del cibo, del fuoco e delle comodità più elementari. Camille Claudel
Soundtrack: Jackson Browne: NPR Music Tiny Desk Concert
 

Saturday, October 11, 2014

Onda del vento e brezza del mare, una danza infinita

Esistono stili musicali che ti si legano a precise immagini che non riesci a cancellare mai. Siamo come lastre fotografiche che si impressionano per sempre e che sanno evocare all'infinito una sfumata sensazione momentanea. Non siamo masserelle di dati digitali che si traducono in un'immagine ma che possono essere cancellate in un battito di ciglia e per sempre.

Conserviamo. Dio sa quanto conserviamo. Una lastra all'argento che si rivela cento anni dopo e più. Occhi che hanno visto e che fanno vedere come se noi fossimo l'autore stesso. Solo che, in questo ruolo non possiamo ricordare il percepito realmente ma solo immaginiare sulla base del nostro vissuto.

Le note del reggae mi trasmettono un movimento di onda. Onda del mare, onda di qualcosa che si muove nel vento. E sopra ogni cosa, la natura genetosa fatta di sole e di colori caldi. Per questo amo la musica reggae. La ascolto sempre con piacere. Un caldo, solare piacere di onda.

Soundtrack: Alpha Blondy & The Solar System - Live In Peace Tour