Wednesday, October 29, 2014

Cultura borgherese

Jean Luc Cornec - telephone sheep
In un'intervista, Pierpaolo Pasolini alla domanda relativa a chi amasse maggiormente rispese che erano "le persone che avevano fatto a malapena la prima elementare ... perché non erano ancora corrotte dalla cultura borghese."

Si tratta di un concetto dove la parola cultura significa semplicemente il risultato della scuola. E dove l'aggettivo "borghese" indica semplicemente l'insieme dei valori borghesi fatti di perbenismo formale ma non concettuale, fatti di principi di proprietà e di conquista e non di condivisione.

La corruzione intesa come conseguenza della culturalizzazione diversa da quella propria, innata e naturale è un concetto sicuramente suggestivo perché si scontra con il percorso della culturalizzazione in sè.
André Breton at a Dada festival in Paris, March 27, 1920, wearing a slogan by Francis Picabia
Conoscere e fare propri elementi conoscitivi originariamente estranei implica necessariamente un processo di cambiamento, di modifica e quindi, se si vuole, di corruzione di uno stato originale. Si acquisisce un po', rischiando di perdere quanto si poteva possedere.

Ma non è sempre così. Se si parte dal presupposto che la cultura ha insiti caratteri di sopraffazione dell'originario, allora è così. Se viceversa l'acculturazione prevede l'inserimento di nuovi orizzonti concettuali nel substrato di base, allora le cose non stanno come si diceva.
Helen Frankenthaler sitting amidst her art in her studio, new york, 1956
E, d'altra parte, nelle parole di Pasolini si fa riferimento ad un tipo di cultura, di scolarizzazione che intende sopraffare le conoscenze originarie, i pensieri naturali e le percezioni istintive, sostituendo il tutto con una nota comune correlata al concetto di società borghese.

Insomma, cultura si, ma con note implementanti e di stimolo a crescere e ad ampliare gli orizzonti. E, viceversa, NO ad una cultura che castra l'individuo e ne limita gli orizzonti. Oggi, la cultura borghese non esiste più. Domina una "cultura" del consumismo e dell'apparenza e della furbizia.
Henry Lamb - Fair reader- 1947
Vanitas vanitatum et omnia vanitas. (Ecclesiaste 1,2)

Soundtrack: Claudio Lolli - Borghesia (1972)

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