Monday, February 29, 2016

Taka onna - Ora puoi leggere nel mio pensiero e ...

Ichijô Narumi, 1906
"高女   たかおんな significa "donna alta" perché si tratta di una femmina in apparenza normale che però ha la capacità di allungare il proprio corpo di alcuni metri, in altezza. Di solito si vedono dietro una finestra posta al secondo piano di edifici dall'aspetto romantico. Spesso vivono nel distretto a luci rosse e tendono ad attaccare raramente l'uomo mentre più facilmente si divertono ad assillare e spaventare le persone che frequentano quelle zone. Forse perché sono gelose del piacere fisico che non hanno mai potuto conoscere durante la loro vita. Infatti, si tratta di donne in genere così poco attraenti da non trovare mai la possibilità di sposarsi." Aveva concluso Alessandra, la nostra cultrice di storia orientale.

Non sono un esperto ma ho voluto prendere parola lo stesso. "Questo nella tradizione cinese, ma nella nostra si dice che l'altezza è una mezza bellezza ed allora vi dico che io ho conosciuto diversi anni fa una donna bellissima. Elegante e dal carattere dolce e fiero al tempo stesso. Decisa, determinata ma sensibile e delicata. Remissiva ma anche forte. E, in particolare, molto elegante. Nella figura e non nel modo di vestirsi. Quasi un'icona di bellezza in termini artistici. Altissima, molto snella e dai capelli lunghissimi e neri e molto lisci, intorno alla pelle bianca."
Dan McCaw- Seated Figure
"L'hai amata?" mi ha chiesto Olga che stava ascoltando con maliziosa curiosità. "Non posso dire di avere provato amore ma certamente una piacevolissima sensazione nell'incontrarla di tanto in tanto e nell'immaginarla di fronte a me quando la sentivo al telefono. Una cosa è certa, Lei non si è mai accorta di nulla perché più avvertivo questi sentimenti e più facevo in modo di nasconderli." Ho risposto.

"Come fai a dire che non si è mai accorta? Sei veramente sicuro?" continuava Olga cercando di leggere nel mio sguardo. "Oddio, totalmente sicuro che non avesse mai avvertito nulla, non posso esserne sicuro. Certo è che i rapporti tra noi due sono stati sempre molto formali. Reciprocamente formali, pur nell'ambito di una tangibile, reciproca simpatia. Una cosa che non è così rara nelle dinamiche interpersonali." Mi sembrava di essere uscito dalle capziosità.
"E poi, la cosa, è evoluta o è finita? Oppure è rimasta ferma?" Questa volta era Loredana ad avere preso parola. Lei è un giovane architetto di esterni e di giardini che ama vestirsi come Pippi Calzelunghe, probabilmente a causa del colore dei capelli e delle efelidi che le inondano simpaticamente il viso. Una volta avevo osservato le efelidi sulle sue spalle ed avevo avuto la tentazione di assaggiarle tanto erano carine.

"Lory, non è successo nulla. Mai nulla! Anzi, abbiamo parlato dei suoi problemi sentimentali quando ne aveva avuti e della gioia quando si era finalmente sposata con il suo fidanzato di sempre. Poi la ricerca di una gravidanza e poi la gioia della figlia e poi, la sua malattia. Adesso, Lei non c'è più. Ci ha lasciati." Si faceva tardi e qualcuno, non ricordo, aveva fatto cenno alla necessità di doversi preparare per andare a teatro a sentire Roberto recitare. Presto presto il gruppo si è sciolto e mi sono trovato da solo.
Elizabeth Adela Stanhope Forbes - The Leaf - 1897-1898
Sono passato davanti ad uno specchio che ha riflesso appena la mia immagine nell'ombra lentamente illuminata dalla luce della strada sottostante. L'ombra che mi seguiva era lunga lunga ed ho rivisto Lei con i suoi capelli nerissimi e lisci. Quasi un'icona giapponese di estrema eleganza. Mi è venuto spontaneo pensare che, se mai Lei si era accorta di qualcosa (e francamente tendo ad escluderlo), ora invece aveva avuto modo di saperlo.

Trascorriamo la nostra vita secondo due piani. Quello esterno e quello dell'intimità. Difficilmente confessiamo il secondo nel primo e viviamo due realtà tra loro mute e segrete. Siamo per gli altri qualcosa che non siamo per noi. Esiste di certo qualche fortunato che riesce ad essere sempre lo stesso, dentro e fuori ... ma quanti sono? I più mentono sui due lati. Ma non si tratta di solito di una menzogna grave.
La nostra intimità è segreta, segretissima e nota e gustata solo dal nostro io più profondo. Ci fa ridere e ci fa provare piacere per cose che non potremmo e non riusciremmo mai a dire. Rimangono invece pronunciate nel pensiero e i nostri pensieri non vengono letti dagli uomini. Da quelli vivi. Ma, dai morti? Se li leggono, adesso Lei sa che cosa ho sempre provato. Un amore fatto di stima e silenzio e ammirazione. La bellezza e la fierezza e l'eleganza. Questo posso confessare di Lei.

Ora Lei lo sa. Lo conosce bene. E non devo neppure pronunciare il suo nome perché Lei lo legge e questo mio sentimento non toglie nulla a quello che è parte della mia vita nei confronti di Giulia. Nei confronti della mia famiglia. D'altra parte, poiché non ci è dato di essere contemporaneamente in più posti e con più persone, dobbiamo scegliere quello che è il meglio per noi. E di Lei non sono mai andato oltre l'immagine e la sensazione epidermica del carattere.
Frantisek Kupka - Plans par couleurs/Grand nu - 1909-10
Con Giulia è diverso. E ringrazio ogni momento per quello che ho ricevuto e che mi ha insegnato. Tanto grande è l'ammirazione e il piacere anche al solo incontrarla. Nel frattempo, Olga era rientrata nella stanza perché aveva dimenticato un foulard sul divano. Mi ha visto nella penombra e si è avvicinata. Ho sentito il suo profumo leggermente speziato e ho avvertito le sue labbra sulle guance. "Non te la sei presa, vero? La tua icona, rimane tua. Si stava solo scherzando e senza cattiveria!".

Si è voltata, ha preso la sciarpa e mi è rimasto negli occhi solo la sua immagine di un vestito di seta rosso con una fascia viola intorno alla vita e il fluttuare dei suoi capelli castani nella lama di luce che veniva dalla finestra e si proiettava sul soffitto.

Soundtrack:  2046- Secret

Saturday, February 27, 2016

Bizet - Je crois entendre encore

 
Je crois entendre encore

Je crois entendre encore,
Caché sous les palmiers,
Sa voix tendre et sonore
Comme un chant de ramiers.
Ô, nuit enchanteresse,
Divin ravissement,
Ô, souvenir charmant,
Folle ivresse, doux rêve !
Aux clartés des étoiles,
Je crois encore la voir
Entrouvrir ses longs voiles
Aux vents tièdes du soir.
Ô, nuit enchanteresse,
Divin ravissement,
Ô, souvenir charmant,
Folle ivresse, doux rêve !
Charmant souvenir !
 
Soundtrack: Rolando Villazón sings "Je crois entendre encore" 
Soundtrack: Salvatore Licitra - Je crois entendre encore


Tuesday, February 23, 2016

Arianna, esorcizzare o no?

Loui Jover - Harmony
Modestina è una dolcissima persona che ho conosciuto per caso tanti anni fa in occasione di una giornata organizzata da Andrea sul lago per raccogliere fondi per i suoi ragazzi che vivono sulla sedia a rotelle. Andrea è una persona meravigliosa che trasmette gioia ed entusiasmo anche se la sua realtà è di sofferenza e disabilità. E la grandezza sta nel fatto che tutti i suoi ragazzi sono come lui.

Quel pomeriggio, in mezzo al fumo del fuoco su cui un gruppo di barbuti montanari stava preparando le castagne, Andrea mi ha introdotto tra le persone con cui stava parlano. "Ecco, il grande Alex, che è sempre dei nostri! Un amico e una persona grande ma umile e sempre disponibile!" Avevo così dovuto schernirmi e scherzare su quanto lui aveva detto di me perché non amo molto queste cose.
Edmund Tarbell - The Blue Veil - 1899
"Andrea scherza sempre. Lui è un grande ed io, solo un suo amico! Faccio quello che mi chiede perché la stima nei suoi riguardi è grande e se lo merita!" Parole sincere ma ormai in un ritornello che avevo ripetuto troppe volte. Ora, tra le persone con lui c'era una signora decisamente anziana, Modestina, appunto! Dalle singole presentazioni, era venuto fuori che era stata la Maestra del figlio di Andrea e che era una vivace sostenitrice della ONLUS che rappresentava i ragazzi seguiti da Andrea.

Nei mesi successivi ho avuto più volte occasione di incontrarla. E sempre con piacere! Ne era venuta fuori così una sincera amicizia e un piacere nell'incontrarsi e parlare delle cose del mondo. Ogni volta, l'occasione era un pezzo della nostra società che emergeva dal quotidiano. Ed anche oggi è stato così. "Ciao dottore" aveva esordito salutandomi con la mano ... "Ciao, Prof!" avevo risposto.
Yiannis Moralis
Ci siamo così incamminati sul lungolago verso la parte che riceveva di già i raggi del sole in quel mattino di fine inverno, ancora freddo freddo. Raggiunto il caffé soleggiato, siamo entrati e ci siamo seduti ad un tavolo. Le sedie, di plastica trasparente, brillavano dei raggi del sole e illuminavano ancora di più il locale. Renzo e Tatiana erano dietro il bancone che si davano un gran daffare perché i clienti erano numerosi.

Modestina vestiva un Loden verde tradizionale e questa volta anche un cappellino montanaro in lana cotta con una piccola piuma sul lato della tesa. I guanti di lana scura erano fatti a mano. Grezzi ma piacevoli mentre la gonna aveva il disegno di un tartan sul rosso. Io invece ero velocemente vestito di jeans e golfino dolcevita. Capelli bianchi lei, brizzolati io, una bella coppia.
Mark Rothko - Blue Green And Brow
"Alex, volevo raccontarti una situazione buffa a cui ho assistito ieri mattina. Stavo camminando sul ponte che passa sopra il torrente Agogna quando ho visto che, in fondo, sul lato sinistro, c'era posteggiato il camioncino di quello che affigge i manifesti. Lui stava incollando qualcosa sul muro dell'ultima casa prima del ponte. Pubblicità, annuncio del Comune o che? Il fatto era che al suo fianco si era fermata una signora anziana che guardava l'annuncio che veniva attaccato."

Avevamo ordinato due cappuccini e questi erano arrivati. Modestina aveva zuccherato il suo e soffiava delicatamente sopra per raffreddarlo. Quindi, aveva ripreso. "Ho fatto a tempo a vedere che il signore dei manifesti aveva finito, aveva passato sopra l'annuncio attaccato lo spazzolone per pressarlo bene sul muro e poi era risalito sul camioncino ed era andato via. La signora era ancora là, ferma, che leggeva il manifesto!" Un altro soffio sul cappuccino e una nuova girata del cucchiaino.
Ronald Ceuppens
"Finalmente ho visto che cosa stava leggendo. Era l'annuncio di un decesso. Era il manifesto che riguardava una persona morta e che annunciava la dtata e l'ora della cerimonia funebre. Mi sono avvicinata e la signora, ben più anziana di me, mi ha guardato dopo essersi girata. Uno sguardo. Un delicato sorriso e poi, di nuovo, a leggere." Il freddo era intenso perché quella zona è ben in ombra e il sole la raggiunge solo a mezzogiorno. Oltretutto, il fiumiciattolo scorre lì accanto e tra le case, sul ponte, soffia forte il vento.

"Mi scusi, chi è morto?" Ho chiesto, facendo finta di avere difficoltà a leggere. La signora si è voltatat di nuovo e mi ha detto il nome della persona, leggendolo sul manifesto. "Era una sua amica" Le ho chieto dopo avere sentito un nome, Pinuccia. "No, non la conoscevo" mi ha risposto con un soffio che di voce che era stato sottolineato dalla nuvoletta di condenza che era uscita dalle labbra.
Paul Gaugin
"Sa, quando si è alla mia età, bisogna sempre essere informati su chi è morto." Un lieve sorriso tra sè e sè e uno sguardo quasi da bambina negli occhi cerulei. "Finché si legge degli altri vuole dire che si è vivi! Ed è una bella cosa rendersi conto che si è di qua. Si fa presto a dire che ci si prepara ... mentre invece non si è mai pronti. La rassegnazione non è di questa vita se si parla della morte." Mi guardava e sembrava divertita. Io le ero più giovane di poco più di dieci anni ma mi parlava e guardava come se avesse di fronte una persona giovane.

"Era una montanara ma doveva avere coltivato un certo amore per la cultura. Non mostrava il solito pensiero oggettivo per cui esiste solo quello per cui si deve fare qualcosa o si deve accettare qualcosa. Si divertiva a concepire pensieri in cui l'astrazione era la base. La vita, la morte, i pensieri comuni e l'esserci dentro perché molto prosimi. Almeno nella media." mi stava confessando Modestina mentre sorseggiava il cappuccino.
Beth Carver - Morning Kiss
"Poi, si è voltata come per riprendere il cammino interrotto per leggere il manifesto e mi ha salutata concludendo che, forse, è una forma di esorcismo, quella!" Il cappuccino era decisamente bollente e chiedeva continue soffiate sopra per cercare di raffreddarlo. "Tatiana, ci puoi portare del latte freddo. E' bollente e non riusciamo a berlo il cappuccino. E poi, mi porti una brioche con la marmellata, tagliata in due?" Ho guardato Modestina e lei ha annuito per confermarmi che il dolce era gradito.

"Vedo che un altro, e non io, è morto e questo mi fa sentire sollevato come se avessi esorcizzato la morte quel giorno. Questo ha inteso quella signora, vero?" Mi ero sfilato la giacca a vento perché avevo caldo. Il sole batteva intenso sulle mie spalle e Modestina, di fronte a me era costretta a socchiudere gli occhi. "Si, in sintesi è questo il concetto. Ed è assai divertente se lo guardiamo in contrapposizione con l'abitudine delle persone anziane di recarsi frequentemente al cimitero." mi aveva risposto.
Karen Offutt  - Taking it All In
"La visita al cimitero e l'incontro con i morti che si conoscevano, anzi, con i vivi che si frequentavano, ha la valenza della ricostuzione di una comunità alla quale si apparteneva e di un costruirsi l'abitudine al futuro, quando si spera di re-incontrare tutti loro. Di ricongiungersi nella morte che è una nascita a qualcosa di diverso, secondo la Fede." Mi ero sentito di azzardare questo concetto, nonostante non fossero ancora le nove del mattino!

"Si, si può dire così. Esorcizzare la morte differenziando se stessi in quanto lettori degli annunci che altri sono venuti meno. Altri che non si conoscono e con i quali quindi non c'è pensiero di futura ricongiunzione. Questa è la differenza con la visione futura della morte di coloro che si sono conosciuti." Modestina mi aveva risposto tra un boccone e l'altro della metà di brioche che Tatiana le aveva portato.
George Percy Jacomb-Hood - Portrait of a lady
"Modestina, sai come si chiamava quella signora?" mi è venuto spontaneo chiederle. "Arianna mi aveva detto quando mi sono permesso di domandarglielo. Un nome bellissimo. Giovane e particolare per una donna di quell'età e della montagna." Questa era stata la risposta di Modestina e il caldo del sole aveva reso l'atmosfera del bar piacevolissima.

Arianna era la figlia di Minosse. Aveva aiutato Teseo ad uscire dal labirinto dopo che questi aveva ucciso il Minotauro, suo fratello. Innamorata di Teseo l'aveva seguito nel suo viaggio verso Atene ma si era ritrovata sola sull'isola di Nasso. Teseo l'aveva lasciata ma Bacco se ne era innamorato e l'aveva sposata e poi le aveva regalato l'immortalità.
Romany Soup - Kimono
"Una strana immortalità, cara Modestina. Infatti, secondo Ovidio lei diviene immortale trasformandosi in stella. La nostra Arianna come può diventare immortale? Sarà sufficiente quella forma di esorcismo che pratica ogni giorno? Temo per lei di no. Alla fine dovrà guardare dall'alto il manifesto che la riguarderà, portando il suo bellissimo nome. E qualcun altro lo leggerà al posto suo."

"... E perocché fra le stellate sedi vuole eternarla,
prende la corona che fulge a lei sul capo,
e le da' moto in ciel;
quella per l'aere si leva e, volando, 
le gemme all'improvviso cangia in astri."
Ovidio, Metamorfosi, VIII
Jack Vettriano - Bad Boy, Good Girl
Soundtrack:  Ant Trip Ceremony - 24 Hours

Thursday, February 18, 2016

In direzione ostinata e contraria

Sbatte la porta dell'ingresso e un'ombra fugge nel corridoio e poi, ecco un altro sbattere di porta. Questa volta della sua stanza. Camilla era entrata nel silenzio della nostra casa mentre, sdraiati ciascuno sul proprio divano, stavamo gustando un vino pregiato. Una Bonarda boisé Cabanon che mi aveva regalato un amico appassionato di vini ("assaggialo che è stupendo").

Camilla è la nostra diciottenne nella piena esplosione del proprio temperamento e dei propri pensieri. Quasi sempre assoluti e determinati e risolutivi. Almeno così crede, come spesso ci sentiamo di dirle. Ma altrettanto spesso si tratta di nostre osservazioni che entrano ed escono dalla sua testa perché Camilla è nella fase in cui deve affermare se stessa e cambiare il mondo.
Bionda, alta e snella, è la copia della mamma e con lei condivide anche una certa fermezza di carattere e una certa ostinatezza nel credere nelle proprie idee. Non parlo di testardaggine ma di una chiara determinazione nel proporre i propri modi di vedere. Quello che oggi appare alquanto di moda. In Giulia, però, di positivo c'é che quanto afferma poggia sempre su competenza, sensibilità e creatività e quindi risulta sempre meritevole di essere ascoltato e considerato.

Con Camilla invece esiste sempre una certa quota di adolescenziale presunzione e approssimazione che conduce a posizioni talvolta più emotive che razionali ed obiettive. Ma, diciamo sempre, si tratta di un'adolescente che si sta aprendo alla vita e che crede di avere la soluzione per riuscire a cambiare il mondo. E allora, dopo questo sbattere di porte, mi sono sentito in divertito dovere di provocarla.
"Ehi, cosa diavolo succede? Valentino ti ha fatto arrabbiare? O è la risposta di qualcuno del tuo, diciamo, collettivo donne che ti ha irritata?" Avevo lanciato l'esca. Uno, due, tre, quattro minuti di silenzio. E noi due a sorriderci e a respirare il profumo del vino nel bicchiere. Poi, il rumore di una porta che si apre e passi energici sul pavimento. Ecco Camilla!

"Cosa mai ti fa pensare che io debba arrabbiarmi per qualcosa di Valentino. Se litighiamo, volto pagina e basta! Peggio per lui! Quanto poi al collettivo, sappi che va benissimo e la prossima manifestazione che faremo a teatro sarà stupenda e ne sentirete parlare!" Si era messa in mezzo, tra i due divani, e ci guardava in modo alternato.
Si era spogliata in parte e l'avevamo davanti a noi con indosso un lungo maglione bianco norvegese che la copriva quasi come un mini-abito e da cui spuntavano due gambe fasciate da un collant rosso fuoco. Aveva i capelli splendidamente raccolti sulla nuca in uno chignon a banana, tranne due ciocche che le contornavano il viso. Accigliato e con gli occhi che sbattevano rapidamente per il nervoso.

"Allora, dicci perché entri sbattendo la porta per chiuderti nella tua stanza, sempre sbattendo la porta!" Giulia era stata categorica nel tono anche se questo tradiva una modesta considerazione per quanto Camilla aveva fatto. E io, zitto. Il profumo e il gusto del vino erano molto piacevoli e la luce del tramonto illuminava di calda atmosfera la sala.
"Sono furiosa perché non sopporto questo mondo e questa società che avete creato e che sembra che voi accettiate in pieno! Come potete stare lì, sul divano, mentre quotidianamente i nostri rappresentanti risultano corrotti e incompetenti. Questo mondo va cambiato!" Aveva detto questo, gesticolando in modo poco europeo e molto americano.

"Camilla, non ti accorgi che dici cose qualunquiste e superficiali? Se vuoi cambiare il mondo, datti un programma o imbraccia un'arma! E se ritieni la seconda ipotesi sbagliata, come mi auguro, allora comincia a cambiarlo dando il tuo esempio. Dando un esempio fattivo e costante. Poi saranno gli altri a giudicare e magari condividere e quindi ad agire come te." E credevo in quello che stavo dicendo.
Camilla si era seduta sul bracciolo del divano dove c'era sua mamma, Giulia e mi ascoltava severa. "Non credere che il fatto che non si urli e non si sbraiti significhi che siamo d'accordo con tutto questo! Ognuno di noi vive un proprio ideale e lo rende concreto. Ogni giorno. Sempre!" Mi ero messo seduto ed avevo appoggiato il bicchiere per terra, in un punto sicuro per non urtarlo accidentalmente.

"Alla tua età abbiamo tutti sognato e creduto di cambiare il mondo. La società ha sempre fatto schifo a tutti gli adolescenti e ai giovani! Ma solo pochi hanno cominciato a cambiare le cose. Forse abbiamo sbagliato tutti, all'inizio. Sopratutto nei modi. Poi ci siamo resi conto che il compromesso non è sempre una cosa così sbagliata se si vuole raggiungere un obiettivo. Un avversario non sempre deve essere abbattuto. Spesso va portato dalla nostra parte, magari condividendo qualcosa in modo reciproco." Il sole era tramontato ed ormai ci si vedeva solo come profili e ombre.
Camilla si è alzata ed ha acceso l'abat-jour. "Alla tua età votavo in un modo. Poi ho cambiato e poi ho cambiato ancora. Ho sbagliato e mi sono accorto di averlo fatto. Ho ascoltato e mi sono reso conto di quali cose fossero realmente importanti e di come si dovesse essere coerenti con se stessi e con i propri princìpi! Ah, i princìpi ... parola e concetto che ho sempre odiato! Però il principio può essere una morale di vita e questo è giusto quando pone l'uomo al centro come oggetto e come soggetto! Questo ho imparato negli anni." Nel frattempo, il vino, scaldato nel palmo della mano profumava in modo piacevolissimo.

"E, considera che la morale di vita è indipendente dal credo politico e da quello spirituale. Giulia ed io abbiamo la stessa morale ma partiamo da credo differenti. E questo è molto utile e istruttivo perché il confronto inizia sempre con opinioni diverse ma giunge a conclusioni comuni e felicemente condivise. E quando si arriva a questa fusione tra morale e principio, allora può valere la pena diventare coerenti." Mi ero alzato ed avevo brindato con Giulia.
"Con voi è difficile parlare perché accettate sempre tutto e poi smontate sempre tutto. Mi sembra di vedere un mondo senza capo e senza coda con una totale variabilità di idee e concetti e princìpi plastici e modificabili e duttili. Mi sembra che possiate accettare il tutto e il contrario di tutto ... e questo mi sembra assurdo." Camilla aveva preso un tonomeno aspro e le sue parole tradivano la sua attenzione nei nostri confronti di genitori.

"Dall'assolutismo alla duttilità, oserei dire. Più si cresce e più tutto sembra diventare una 'vox media' come dicevano i latini. Il tutto fluttua nel tutto ma, attenzione, è la morale che conta. Purché si mantenga la propria concezione di morale, secondo principi di generosità, amore, rispetto e sensibilità e giustizia, tutto il resto può essere fonte di interpretazione e di analisi e di valutazione. Mai escludere a priori!" Giulia aveva risposto che una certa dolcezza.
"In direzione ostinata e contraria è un pensiero attribuito a Fabrizio De André che sottolinea la sua morale di rifiuto del comune pensare e vivere e che rinnova il suo valorizzare le fasce e le situazioni mediamente considerate reiette e prive di valenza. Bene, questo è un concetto che può essere condiviso sia dal credo cristiano che dal credo ateo! Perché composto di morale. Una filosofia morale. Un credo ateo, ti stupisce come un constrosenso? E invece ti dico così perché anche l'ateo crede in qualcosa ... ad esempio, nel non credere" Avevo ripreso cercando lo sguardo di Camilla nel buio della stanza.

"Smonta il mondo e ricostruiscilo! Sarà il necessario esercizio di tutta la tua vita! E continuerai a farlo, te lo auguriamo, fino all'ultimo respiro. Perché, nella dimensione della morale che ti abbiamo illustrato prima, il tuo pensiero si evolverà e raggiungerà quella logica universale che ti aiuterà ad essere sempre te stessa in ogni occasione. Con grande dignità e bellezza." E dicendo questo, Giulia si era alzata dal divano ed era uscita dalla sala. I gatti avevano fame ed erano spariti verso la cucina.
"Nessun vincitore e nessun vinto! Ricordalo. Non è un controsenso. E' invece un risultato bellissimo se guidato dal rispetto e dall'amore." E mi sono alzato per stringere Camilla in un abbraccio di affetto e stima. Camilla mi ha dato un bacio sulla guancia e poi è andata i cucina da Giulia per dare anche lei da mangiare ai gatti. E per noi la cena era già pronta.

Soundtrack:  Ayo, Youssoupha - Fire ft. Youssoupha
Soundtrack: Imany - You Will Never Know

Saturday, February 13, 2016

Maria, Maria

 
Il turbinare dei capelli, delle spalle, dei fianchi e degli sguardi in un lottare del respiro e del cuore che incrociano i propri ritmi con quelli della danza di muscoli e ritmo, colmi di sensualità e di umori che schizzano addosso dalla pelle tua alla mia mentre ruoti guidata dal battere dei tamburi e dal cullarti della chitarra. Questo sono alcune musiche che risultano irresistibili. Irresistibili perché richiamano ciò che di animale vive in noi e che sfugge al controllo della civiltà.


Maria Maria
She reminds me of a west side story
Growing up in Spanish Harlem
She's living the life just like a movie star 


Maria Maria
She fell in love in East L.A.
To the sounds of the guitar, yeah, yeah
Played by Carlos Santana



Stop the looting, stop the shooting
Pick pocking on the corner
See as the rich is getting richer
The poor is getting poorer
Se mira Maria on the corner
Thinking of ways to make it better
In my mailbox there's an eviction letter
Somebody just said see you later 


Ahora vengo mama chola mama chola
Ahora vengo mama chola
Ahora vengo mama chola mama chola
Ahora vengo mama chola 



Maria Maria
She reminds me of a west side story
Growing up in Spanish Harlem
She's living the life just like a movie star 


Maria Maria
She fell in love in East L.A.
To the sounds of the guitar, yeah, yeah
Played by Carlos Santana 

 

I said a la favella los colores
The streets are getting hotter
There is no water to put out the fire
Mi canto la esperanza
Se mira Maria on the corner
Thinking of ways to make it better
Then I looked up in the sky
Hoping of days of paradise 



 

Ahora vengo mama chola mama chola
Ahora vengo mama chola
Ahora vengo mama chola mama chola
Ahora vengo mama chola

Ahora vengo mama chola mama chola
Ahora vengo mama chola

 
Maria you know you're my lover
When the wind blows I can feel you
Through the weather and even when we're apart
It feels like we're together 



Maria Maria
She reminds me of a west side story
Growing up in Spanish Harlem
She's living the life just like a movie star 


Maria Maria
She fell in love in East L.A.
To the sounds of the guitar, yeah, yeah
Played by Carlos Santana 



Soundtrack:  Santana - Maria Maria ft. The Product G&B

Thursday, February 11, 2016

Profumo di pepe e colore di donna, Whitney

 
Rientrando a casa non ho avuto bisogno di sentire voci o vedere persone. Ho subito saputo che Lucilla era venuta a trovarci. Mi era bastato sentire il suo intenso profumo speziato. Al pepe, come spesso gli africani usano usare. Ho acceso la luce della sala ed ho visto un qualcosa pieno di colori e oro e verde smeraldo e rosso fuoco e porpora-viola e nero che era lì, abbandonato sul divano. Il suo soprabito. Etrò, ho pensato, come spesso le avevo vista indossare.

"Ciao? Sono arrivato. Chi c'é oltre a noi? Lucilla?" lancio queste parole nel buio del corridoio che portava allo studio. Silenzio! Mi inoltro lungo la libreria mentre i gatti circolano intorno in modo interrogativo e arrivo allo studio che era illuminato della sola luce alla scrivania. Eccole, mi sono detto. "Buonasera. Non mi avete sentito?"
Nulla neppure questa volta ma mi ero accorto che Lucilla, insieme a Giulia, erano davanti allo schermo del Mac e indossavano le cuffie. La musica si sentiva lo stesso, tanto doveva essere ad alto volume. Ero loro di spalle e non mi avevano neppure sentito o visto. Così ho guardato anche io.

Whitney Houston in un video del 1985, giovanissima. E poi, un altro, del 1989. La musica usciva dalle cuffie e potevo ascoltarla. Guardavo le loro spalle chiare quelle ndi Giulia e scurissime quelle di Lucilla. Seguivano la musica e le loro mani sfioravano i capelli quando chinavano il capo e ascoltavo le loro voci che seguivano incerte la musica.
Poi, d'un tratto si sono accorte di me e si sono voltate e gli occhi erano lucidi di lacrime e poi Lucilla si è alzata e si è avvicinata, inondandomi di profumo di pepe e mi ha detto "Sai, l'ho perfino conosciuta il 3 maggio del 2010 al suo concerto a Milano. Me l'aveva presentata alla conferenza stampa del suo "Nothing but Love Tour" un mio amico giornalista che conosceva sua madre Cissy."

Lucilla si era interrotta e Giulia l'ha abbracciata e poi ha steso un braccio verso di me per farmi avvicinare. Il pepe era così forte da stordire e sentivo sulle guance le loro lacrime. "Era semplicemente meravigliosa, era stata bellissima e aveva una voce stupenda, incredibile per come ti toccava il cuore. Una vera concentrazione di grazia di Dio. Ma era straziante il vederla distrutta dentro. Perché Come è possibile?" aveva continuato Lucilla con nerissimi occhi che guardavano nel profondo.
"Perché tutto questo, oggi? Cosa è successo, perché questi ricordi? Anche io l'ho amata, forse meno intensamente e solo per alcune canzoni. Perché, voi, ora? ..." ho chiesto, un poco stupito di questo loro modo di essere tristi e colpite. "Oggi, sono 4 anni che è morta!" mi ha risposto Giulia e si è alzata per uscire dalla stanza.

La serata è proseguita in una cena meno intensa ma altrettanto piacevole e delicata nei suoi toni sommessi e di calda amicizia. Lucilla è una giornalista senegalese che scrive libri sulle figure femminili. Scrive di un universo che conosco molto bene e che amo. Il mio universo è popolato solo di figure di donna.
Nasco da una donna, sono stato fatto crescere da una donna e una donna mi ha educato e mi è stata di bellissimo esempio di vita. Mi è forse mancata l'ombra del maschio alle spalle ma non ne ho mai sentito il vuoto e ora credo oltretutto che sia una figura inutile. A volte anche non dannosa. Whitney ne è testimone.

Ho un figlio maschio che cerco di educare nel rispetto e nell'ammirazione della donna e che invito ogni momento alla delicatezza, all'amore per le sfumature e alla sensibilità. Whithey mi ha fatto pensare a questo, grazie a Lucilla ed al suo profumo di Pepe sulla pelle dorata-bruna. E con l'abbraccio di Giulia mi sono addormentato ascoltando la tua meravigliosa voce, Whitney.
Soundtrack: Whitney Houston & Michael Jackson - One Moment In Time & You Were There

Tuesday, February 9, 2016

Il soldato di stagno

Heinrich Kühn ~ Tambour et soldat de plomb, 1910
"Resistere e resistere e resistere, tenendosi pronti" ... mi stavi dicendo mentre ascoltavi la musica di un gruppo senegalese con la voce di Aby Ndour. Ti stavi dondolando sulla sedia mentre, mi ero accorto, stringevi i pugni con forza.
"Scusa, ma non capisco a cosa fai riferimento. Mi sono forse perso qualcosa?" Mi stavo annoiando quel giorno che volgeva al termine, per fortuna, in una indecisione tra pioggia e non pioggia. Il tempo che detesto. Indeciso, sospeso, tentennante e privo di prevedibilità.
Henri Fantin-Latour, 1889 -Roses et trémières - 1889
Mi sembrava di essere tornato ai primi anni dopo la laurea, quando vagavo per l'estero alla ricerca di una identità professionale. Mi ricordavo il tempo di Rotterdam che circondava il Thorax Institute, bianco edificio moderno in un cielo inverosimile per noi italiani.

E, freddo, umido e bagnaticcio e scomodo. Questa era la mia percezione del clima. Forse era la percezione di una realtà che si faceva scalare con fatica. Che un po' ti respingeva. Ma, chissenefrega, mi dicevo e insistevo. Con fatica, fatica estrema, contro il formalismo e le lobby scientifiche.
Franz Lazi, 1958
Sarei andato poi in California. A San Francisco, per conoscere l'identità desiderata e molto, molto altro. Le tue parole mi hanno subito riportato alla realtà di oggi. "Sai, stavo riferendomi all'idea del soldatino di piombo di Andersen." mi hai detto con un filo di voce.

"Nato storpio, innamorato della ballerina, subisce le angherie del troll malvagio ma riesce sempre a venirne fuori. O almeno così sembra, perché il finire fuso, assieme alla sua ballerina, ancorché in forma di cuore, non mi sembra il massimo." Avevi ripreso e battevi il tempo sulla scrivania.
Kim Boske ~ From "Stories" serie
"In effetti, potrebbe sembrare così se non dovessimo considerare il messaggio di Hans Christian per il quale 'l'amore trionfa sempre', giusto?" la mia risposta mi appariva alquanto banale ma non avevo voglia di impegnarmi. "Un bel cavolo trionfa. Da morti!" mi hai giustamente risposto.

Ho accavallato le gambe e mi sono accorto che i pantaloni mi strimgevano più del solito. Frutto della  dieta che mi ero inutilmente imposto. D'altra parte, stress su stress e desiderio irrefrenabile di piccole soddisfazioni che si traducevano in dolci e liquorino! "Hai ragione. E' vero. Vittoria del cavolo!"
Hannes Kilian ~ 1969
"Meglio lottare e non solo resistere! Risorgere per vincere e non per eclissarsi o essere eclissati." E notavo che i pugni si stringevano ancora con forza e nuovamente. "Sei nervosa? E' successo qualcosa?" " mi sono alzato per prendere due bicchieri e servirci qualcosa.

"Sono annoiata. Mortalmente annoiata. Mi sembra di essere avanzata ed essere caduta per poi rialzarmi mille e mille volte. Sono annoiata di questo reiterarsi delle cose. Basta. O scoppio o faccio scoppiare. Sai quante volte ho pensato a lottare fisicamente per combattere fino alla morte."

Vincent Van Gogh, 1887

Avevi, negli occhi, uno sguardo che andava oltre le cose presenti nella stanza. Guardavi un orizzonte che tu solo vedevi. Con ombre e luci lontanissime sia nel tempo che nello spazio. I pugni si stringevano e si rilasciavano a tratti e vedevo che ti mordevi le labbra. "Cosa vuoi dire?" ho chiesto.

"Significa che tra poco me ne vado. Vi lascio tutti. Parto per un nuovo destino che significa sganciare gli ormeggi per smettere di perdere tempo. Di andare avanti a perderlo, ancora come ho fatto finora. Forse perderò denaro e opportunità e solidità e magari vita, ma lo devo fare." La voce era seria.
Anne Francoise Ben-Or - Half Shadow
" Ma, ne hai parlato a Vittorio? Se lo aspetta? E i vostri figli cosa diranno?" mi sembravano le uniche parole dire. "Lo sanno. L'ho detto. Ma sono irremovibile. O vivere o morire. Forse vivere per morire. Angelo è tornato dall'Argentina 5 anni fa, dopo oltre vent'anni lontano dalla famiglia" mi hai risposto.

Hai accavallato le gambe e hai cominciato a dondolarle. "Angelo era andato via e i suoi figli avevano meno di dieci anni ma il suo destino era altrove e non ci si può perdere dietro una decisione presa senza sapere ancora chi si è e quale è il proprio destino esistenziale." Sorridevi in modo amaro.
William James Mildenhall, prunus - ca. 1900
"Non ti sembra questa una leggerezza? Un non sapersi prendere le responsabilità?" Il mio io doveristico ti parlava. "No, noi abbiamo innanzitutto un obbligo che è quello per noi stessi. O vivo o sarò costretta a sapere di non avere mai vissuto." E parlavi e sentivo la tua voce diventare lieve.

"Quando parti? Quando ci lasci? E ci farai poi sapere?" Ti ho accarezzato la mano mentre ti porgevo il bicchiere. Non aspettavo alcuna risposta perché il rispondere era come il dichiarare razionalità dove non ce n'era. Non mi hai risposto, infatti.
John Dominis ~ Carl Anderson with monarch butterflies on his face, 1954
Ti sei alzata e hai appoggiato il bicchiere sul tavolo. Hai infilato il cappotto che avevi lasciato sullo schienale del divano e mi hai guardato di sottecchi, mandandomi un bacio. "Addio mio caro. Grazie per questi anni di amicizia. Il soldatino di stagno se ne va prima di essere sciolto." Così sei uscita.

Alessia, da quanti anni ti conosco e da quanto tempo ci incontriamo ogni tanto per dirci delle nostre vite. Irrequieti, insofferenti entrambi ma coraggiosi in modo diverso. Ora tu, forse, stai scappando dalla realtà che avverti come un'oppressione senza speranza. O forse stai combattendo.
Yiu Wah Leung ~ Pomme de l'Amour, 2008
Forse stai correndo nella pancia del pesce che inghiottì il soldatino e che poi sarebbe stato pescato per restituire al cuoco il piccolo omino impettito nel suo 'attenti'. Forse tornerai per riunirti con la tua ballerina e poi finire fusi insieme. Cosa ne sai se non stai invece seguendo il tuo destino, scritto.

Inconsci crediamo di decidere e scegliere quello che invece è un copione composto già fino nella sua conclusione. Solo che non sappiamo nulla e non ci è permesso leggerlo prima di quando viene rappresentato. E noi recitiamo e recitiamo e affrontiamo l'ignoto.
Xi Pan
Solo il calcolo delle probabilità per tutta la vita. Così facciamo. Cosa è meglio e cosa è peggio? Ma la vita non è questo. La vita forse dovrebbe essere il decidere di essere se stessi, indipendentemente da tutto e tutti, illuminati solo dallo sguardo di chi ci può essere grato per quanto facciamo. Mah!?

Soundrtack: Mbalakh (confusion) - Aby Ndour