Sbatte la porta dell'ingresso e un'ombra fugge nel corridoio e poi, ecco un altro sbattere di porta. Questa volta della sua stanza. Camilla era entrata nel silenzio della nostra casa mentre, sdraiati ciascuno sul proprio divano, stavamo gustando un vino pregiato. Una Bonarda boisé Cabanon che mi aveva regalato un amico appassionato di vini ("assaggialo che è stupendo").
Camilla è la nostra diciottenne nella piena esplosione del proprio temperamento e dei propri pensieri. Quasi sempre assoluti e determinati e risolutivi. Almeno così crede, come spesso ci sentiamo di dirle. Ma altrettanto spesso si tratta di nostre osservazioni che entrano ed escono dalla sua testa perché Camilla è nella fase in cui deve affermare se stessa e cambiare il mondo.
Bionda, alta e snella, è la copia della mamma e con lei condivide anche una certa fermezza di carattere e una certa ostinatezza nel credere nelle proprie idee. Non parlo di testardaggine ma di una chiara determinazione nel proporre i propri modi di vedere. Quello che oggi appare alquanto di moda. In Giulia, però, di positivo c'é che quanto afferma poggia sempre su competenza, sensibilità e creatività e quindi risulta sempre meritevole di essere ascoltato e considerato.
Con Camilla invece esiste sempre una certa quota di adolescenziale presunzione e approssimazione che conduce a posizioni talvolta più emotive che razionali ed obiettive. Ma, diciamo sempre, si tratta di un'adolescente che si sta aprendo alla vita e che crede di avere la soluzione per riuscire a cambiare il mondo. E allora, dopo questo sbattere di porte, mi sono sentito in divertito dovere di provocarla.
"Ehi, cosa diavolo succede? Valentino ti ha fatto arrabbiare? O è la risposta di qualcuno del tuo, diciamo, collettivo donne che ti ha irritata?" Avevo lanciato l'esca. Uno, due, tre, quattro minuti di silenzio. E noi due a sorriderci e a respirare il profumo del vino nel bicchiere. Poi, il rumore di una porta che si apre e passi energici sul pavimento. Ecco Camilla!
"Cosa mai ti fa pensare che io debba arrabbiarmi per qualcosa di Valentino. Se litighiamo, volto pagina e basta! Peggio per lui! Quanto poi al collettivo, sappi che va benissimo e la prossima manifestazione che faremo a teatro sarà stupenda e ne sentirete parlare!" Si era messa in mezzo, tra i due divani, e ci guardava in modo alternato.
Si era spogliata in parte e l'avevamo davanti a noi con indosso un lungo maglione bianco norvegese che la copriva quasi come un mini-abito e da cui spuntavano due gambe fasciate da un collant rosso fuoco. Aveva i capelli splendidamente raccolti sulla nuca in uno chignon a banana, tranne due ciocche che le contornavano il viso. Accigliato e con gli occhi che sbattevano rapidamente per il nervoso.
"Allora, dicci perché entri sbattendo la porta per chiuderti nella tua stanza, sempre sbattendo la porta!" Giulia era stata categorica nel tono anche se questo tradiva una modesta considerazione per quanto Camilla aveva fatto. E io, zitto. Il profumo e il gusto del vino erano molto piacevoli e la luce del tramonto illuminava di calda atmosfera la sala.
"Sono furiosa perché non sopporto questo mondo e questa società che avete creato e che sembra che voi accettiate in pieno! Come potete stare lì, sul divano, mentre quotidianamente i nostri rappresentanti risultano corrotti e incompetenti. Questo mondo va cambiato!" Aveva detto questo, gesticolando in modo poco europeo e molto americano.
"Camilla, non ti accorgi che dici cose qualunquiste e superficiali? Se vuoi cambiare il mondo, datti un programma o imbraccia un'arma! E se ritieni la seconda ipotesi sbagliata, come mi auguro, allora comincia a cambiarlo dando il tuo esempio. Dando un esempio fattivo e costante. Poi saranno gli altri a giudicare e magari condividere e quindi ad agire come te." E credevo in quello che stavo dicendo.
Camilla si era seduta sul bracciolo del divano dove c'era sua mamma, Giulia e mi ascoltava severa. "Non credere che il fatto che non si urli e non si sbraiti significhi che siamo d'accordo con tutto questo! Ognuno di noi vive un proprio ideale e lo rende concreto. Ogni giorno. Sempre!" Mi ero messo seduto ed avevo appoggiato il bicchiere per terra, in un punto sicuro per non urtarlo accidentalmente.
"Alla tua età abbiamo tutti sognato e creduto di cambiare il mondo. La società ha sempre fatto schifo a tutti gli adolescenti e ai giovani! Ma solo pochi hanno cominciato a cambiare le cose. Forse abbiamo sbagliato tutti, all'inizio. Sopratutto nei modi. Poi ci siamo resi conto che il compromesso non è sempre una cosa così sbagliata se si vuole raggiungere un obiettivo. Un avversario non sempre deve essere abbattuto. Spesso va portato dalla nostra parte, magari condividendo qualcosa in modo reciproco." Il sole era tramontato ed ormai ci si vedeva solo come profili e ombre.
Camilla si è alzata ed ha acceso l'abat-jour. "Alla tua età votavo in un modo. Poi ho cambiato e poi ho cambiato ancora. Ho sbagliato e mi sono accorto di averlo fatto. Ho ascoltato e mi sono reso conto di quali cose fossero realmente importanti e di come si dovesse essere coerenti con se stessi e con i propri princìpi! Ah, i princìpi ... parola e concetto che ho sempre odiato! Però il principio può essere una morale di vita e questo è giusto quando pone l'uomo al centro come oggetto e come soggetto! Questo ho imparato negli anni." Nel frattempo, il vino, scaldato nel palmo della mano profumava in modo piacevolissimo.
"E, considera che la morale di vita è indipendente dal credo politico e da quello spirituale. Giulia ed io abbiamo la stessa morale ma partiamo da credo differenti. E questo è molto utile e istruttivo perché il confronto inizia sempre con opinioni diverse ma giunge a conclusioni comuni e felicemente condivise. E quando si arriva a questa fusione tra morale e principio, allora può valere la pena diventare coerenti." Mi ero alzato ed avevo brindato con Giulia.
"Con voi è difficile parlare perché accettate sempre tutto e poi smontate sempre tutto. Mi sembra di vedere un mondo senza capo e senza coda con una totale variabilità di idee e concetti e princìpi plastici e modificabili e duttili. Mi sembra che possiate accettare il tutto e il contrario di tutto ... e questo mi sembra assurdo." Camilla aveva preso un tonomeno aspro e le sue parole tradivano la sua attenzione nei nostri confronti di genitori.
"Dall'assolutismo alla duttilità, oserei dire. Più si cresce e più tutto sembra diventare una 'vox media' come dicevano i latini. Il tutto fluttua nel tutto ma, attenzione, è la morale che conta. Purché si mantenga la propria concezione di morale, secondo principi di generosità, amore, rispetto e sensibilità e giustizia, tutto il resto può essere fonte di interpretazione e di analisi e di valutazione. Mai escludere a priori!" Giulia aveva risposto che una certa dolcezza.
"In direzione ostinata e contraria è un pensiero attribuito a Fabrizio De André che sottolinea la sua morale di rifiuto del comune pensare e vivere e che rinnova il suo valorizzare le fasce e le situazioni mediamente considerate reiette e prive di valenza. Bene, questo è un concetto che può essere condiviso sia dal credo cristiano che dal credo ateo! Perché composto di morale. Una filosofia morale. Un credo ateo, ti stupisce come un constrosenso? E invece ti dico così perché anche l'ateo crede in qualcosa ... ad esempio, nel non credere" Avevo ripreso cercando lo sguardo di Camilla nel buio della stanza.
"Smonta il mondo e ricostruiscilo! Sarà il necessario esercizio di tutta la tua vita! E continuerai a farlo, te lo auguriamo, fino all'ultimo respiro. Perché, nella dimensione della morale che ti abbiamo illustrato prima, il tuo pensiero si evolverà e raggiungerà quella logica universale che ti aiuterà ad essere sempre te stessa in ogni occasione. Con grande dignità e bellezza." E dicendo questo, Giulia si era alzata dal divano ed era uscita dalla sala. I gatti avevano fame ed erano spariti verso la cucina.
"Nessun vincitore e nessun vinto! Ricordalo. Non è un controsenso. E' invece un risultato bellissimo se guidato dal rispetto e dall'amore." E mi sono alzato per stringere Camilla in un abbraccio di affetto e stima. Camilla mi ha dato un bacio sulla guancia e poi è andata i cucina da Giulia per dare anche lei da mangiare ai gatti. E per noi la cena era già pronta.
Soundtrack: Ayo, Youssoupha - Fire ft. Youssoupha
Soundtrack: Imany - You Will Never Know
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