Saturday, April 30, 2016

Daniela e il paradosso di Fermi

Tom Thomson - Evening Cloud - 1915
"Se nell'universo c'è vita intelligente, perché non ne abbiamo alcuna prova?" questa era la frase di esordio di Daniela nel corso della cena di giovedì scorso. Rossana, Marianella, Gianrico, Alessandro e Luciano, insieme a Giulia ed a Me eravamo rimasti distrattamente colpiti da quell'uscita.

"Si tratta del cosiddetto 'paradosso di Fermi' in cui il termine paradosso deriva dal contrasto tra la sensazione, tra la percezione di una cosa, il dato riferito al numero di extraterrestri esistenti, e la realtà che ci dimostra come, ad oggi, ogni nostra ricerca o conoscenza non confermi questa percezione." aveva aggiunto Gianrico che ben conosceva la questione, visto che anche lui lavorava al MOX, il dipartimento di matematica.
Léon De Smet - Miss Watson Williams - 1920
"In fondo vuoi dirci che esiste un divario totale tra quello che noi percepiamo come sensazione e la cruda realtà! Ma, poiché penso di conoscerti abbastanza bene, ti chiedo in modo diretto a chi è indirizzata questa tua uscita e, se possiamo saperlo, qual'è il motivo sottostante." Giulia era sempre molto franca e, oggettivamente, forse, questa volta mi sembrava anche un po' troppo chiara e brusca.

Daniela si era buttata una ciocca di capelli dietro l'orecchio e aveva abbassato il capo. Forse non aveva voglia di rispondere e forse si era anche pentita di avere tirato fuori quella frase, forse le era sfuggita. Ha accavallato le gambe che erano avvolte da un collant spesso di colore verde bottiglia che incontrava benissimo il colore del suo corto abito di maglia. Aveva delle perle gold al collo che amavo molto.
Giorgos Rorris - In the bath - 2006
"Ammetto che la frase mi è scappata. Ammetto che era diretta a qualcuno ma non voglio proseguire perché non è il momento e nepure l'occasione. Lasciamo sedimentare la frase e discorriamo di altro, per favore. Vorrei che fosse una serata piacevole e chiedo scusa della mia uscita. Basta, per favore. Basta così! Grazie." Questa risposta non poteva lasciare adito ad altro e quindi ho colto l'occasione di andare a prendere uno spumante che tenevo nel frigorifero ed annunciarne la qualità.

"Divinity Golden Brut! Signori miei, l'avevamo tenuto per le occasioni particolari e questa ci sembra essere una di queste! Divinity come Daniela che ci riserva sempre sorprese. Sorprese nelle sue conquiste di lavoro e di affetti. Ricordi Daniela quando ti sei presentata con quell'attore americano di teatro? Ricordi quando hai vinto il premio internazionale per matematici? E, ti ricordi, quando ti sei presentata al concorso di bellezza al mare? Hai quasi vinto in mezzo a quelle ragazzine!" Daniela per prima ha sorriso. Sotto sotto, forse mi ha ringraziato e la serata è iniziata.
Richard Diebenkorn
Qualche giorno dopo mi ha telefonato per chiedermi di incontrarci. Avevo molti impegni e le ho promesso solo un incontro brevissimo tra un appuntamento e l'altro. Si è presentata in un tailleur rosso fuoco con scarpe rosse e calze nere. Troppo elegante per quel solo incontro. Un rapido bacio e poi, a sederci al bancone per il cocktail rapido.

"Grazie per l'altra sera e scusami anche con Giulia per l'imbarazzo che posso avere creato. La frase era per Gianrico che è tornato insieme a Marianella. Speravo che tra noi due potesse funzionare ma, evidentemente, il suo legame con lei è troppo forte. Mi sono illusa e non per cattiveria ma per sincero amore, nonostante la differenza di età. Volevo semplicemente fargli capire che , se c'è amore, perché non ne abbiamo la prova?" Daniela aveva detto questo tutto d'un fiato, dopo il primo sorso di una 'zarina'.
Ekaterina Goncharova - In Anticipation of Summer
L'ho guardata alla luce soffusa del locale e mi è apparsa ancora più bella del solito. Qualche sua finissima ruga intorno agli occhi non faceva che renderla dolcemente sensuale e quasi irresistibile. Lo sapeva di essere così e giocava con le persone. Il gioco dell'illusione per vedere quanto si scoprono di fronte a lei. Eppure, nonostante tutto, Daniela non sembrava riuscire a trovare la persona giusta o quantomeno un legame continuativo.

A volte, bellezza, intelligenza, eleganza e charme stentano ad ottenere quello che altre persone, molto meno dotate, invece conquistano. Perché? La colpa è nelle loro attese? Egoismo o insicurezza? paura del legame e falso desiderio dello stesso. Paura del trascorrere del tempo insieme ad una persona che ce lo ricorda attraverso il suo invecchiamento? Sfida continua nei confronti della giovinezza? Orgoglio e indipendenza?
Roswell Keller - Come Dance With Me
Cosa diavolo crea il mix della vita? Perché ci si sposa e si crea una famiglia? Eppure si nasce soli e si muore soli. E forse si vive altrettanto soli, salvo il fatto che, per convenzione, ci si affianca nel percorso, in modo più o meno stabile. Ma si rimane sempre soli. Le 'vite parallele' sono anche queste e non solo quelle di Plutarco.

Siamo vite parallele che trovano brevi incroci e si illudono possano diventare fusioni. Sono rette parallele che scorrono in una complessità generale che aumenta in modo progressivo. Che raddoppia ogni "x" tempo ma che non crea l'unione delle rette. La complessità non unisce, la complessità e la complicità avvicinano ma non fondono.
Viktor Schramm - A Perfect Scent - 1897
Si tratta solo di aspettare e il momento della dimostrazione della distinzione tra le rette arriva sempre. Il parallelismo può essere vicinissimo, continuo, stretto ma rimane sempre un essere paralleli, ma sempre soli.

Daniela, ti ho guardata allontanarti ed ho provato il desiderio di abbracciarti e di sentirti vicina ma sarebbe stato solo un momento di incontro a cui sarebbe seguita la separazione e il malessere per l'incompiutezza della cosa. Siamo dunque soli al mondo nonostante la percezione che per forza ci debba essere qualcun'altro?

Soundtrack: Imogen Heap, Jeff Beck, Vinnie Colaiuta, Tal Wilkenfeld - Blanket

Saturday, April 23, 2016

The Purple Prince

Purple nebulosa - 22 Aprile 2016
Ci siamo abbracciati mentre ci ripetevamo che "Prince è morto!".
Ci siamo guardati negli occhi mentre il ricordo andava a quel 1988.
A quel 1988 del Concerto a Milano, quando Prince era arrivato sul palco.
Al volante di una spider americana, mentre Sheila picchiava ritmi sulla batteria.

Ci siamo accorti solo ora che nelle orecchie risuonava una canzone "Purple Rain".
Risuona ancora adesso a più di 12 ore dalla notizia, sentita quasi per caso.
Suonerà tutta la notte la sua voce e negli occhi vedremo il volteggiare della sua chitarra.
Non canterà più, muovendosi sul palco ma solo attraverso gli altoparlanti.

La voce, la sua voce. Si sprecheranno parole e riflessioni.
Alcune giuste ... ma la più parte stupide e banali. Tutti vorranno dire qualcosa.
Tu invece hai detto una cosa giusta "Ma perché finiscono tutti così?"
E' vero, perché così spesso finiscono così i grandi della musica, dello spettacolo?

Forse perché non esiste una via di mezzo. O si è o non si è.
Forse perché troppo spesso si è circondati da opportunisti che non aiutano.
Che preferiscono assecondare piuttosto che consigliare cosa è giusto.
Di non eccedere con sostanze pericolose e di cercare aiuti veri.

Banalità? Forse. Resta il fatto che ... o si è o non si è? Ma è questa la legge?
Se si è ... non si può ragionare e vivere come tutti?
Allora, l'essere è una condanna alla solitudine e al non ascoltare la ragionevolezza.
Allora, è come dire, se vuoi essere devi accettare l'eccesso in tutto, compresa la morte.

Banalità anche questa? Se si è non si può essere banali e la morte in questo modo è invece banale.
Prince, grandissimo Prince, sei morto da solo e in modo banale.
Piangiamo per te, morto in un ascensore con gli occhi in una gabbia.
Piangiamo la tua solitudine che non ha trovato l'aiuto giusto.

"I never meant to cause you any sorrow
I never meant to cause you any pain
I only wanted to one time to see you laughing
I only wanted to see you
Laughing in the purple rain"





La NASA ti ha dedicato una nebulosa.
Una purple nebulosa.
Non è da tutti.
Non sei mai stato "da tutti".

 
Soundtrack: Purple Rain - Prince - Live

Friday, April 22, 2016

Earth Day

Each year, Earth Day -- April 22 -- marks the anniversary of what many consider the birth of the modern environmental movement in 1970.
The height of hippie and flower-child culture in the United States, 1970 brought the death of Jimi Hendrix, the last Beatles album, and Simon & Garfunkel’s “Bridge Over Troubled Water”. Protest was the order of the day, but saving the planet was not the cause. War raged in Vietnam, and students nationwide increasingly opposed it.
At the time, Americans were slurping leaded gas through massive V8 sedans. Industry belched out smoke and sludge with little fear of legal consequences or bad press. Air pollution was commonly accepted as the smell of prosperity. “Environment” was a word that appeared more often in spelling bees than on the evening news.  Although mainstream America remained oblivious to environmental concerns, the stage had been set for change by the publication of Rachel Carson's New York Times bestseller Silent Spring in 1962.  The book represented a watershed moment for the modern environmental movement, selling more than 500,000 copies in 24 countries and, up until that moment, more than any other person, Ms. Carson raised public awareness and concern for living organisms, the environment and public health.
Earth Day 1970 capitalized on the emerging consciousness, channeling the energy of the anti-war protest movement and putting environmental concerns front and center.

The Idea


The idea came to Earth Day founder Gaylord Nelson, then a U.S. Senator from Wisconsin, after witnessing the ravages of the 1969 massive oil spill in Santa Barbara, California. Inspired by the student anti-war movement, he realized that if he could infuse that energy with an emerging public consciousness about air and water pollution, it would force environmental protection onto the national political agenda. Senator Nelson announced the idea for a “national teach-in on the environment” to the national media; persuaded Pete McCloskey, a conservation-minded Republican Congressman, to serve as his co-chair; and recruited Denis Hayes as national coordinator. Hayes built a national staff of 85 to promote events across the land.
As a result, on the 22nd of April, 20 million Americans took to the streets, parks, and auditoriums to demonstrate for a healthy, sustainable environment in massive coast-to-coast rallies. Thousands of colleges and universities organized protests against the deterioration of the environment. Groups that had been fighting against oil spills, polluting factories and power plants, raw sewage, toxic dumps, pesticides, freeways, the loss of wilderness, and the extinction of wildlife suddenly realized they shared common values.
Earth Day 1970 achieved a rare political alignment, enlisting support from Republicans and Democrats, rich and poor, city slickers and farmers, tycoons and labor leaders. The first Earth Day led to the creation of the United States Environmental Protection Agency and the passage of the Clean Air, Clean Water, and Endangered Species Acts. "It was a gamble," Gaylord recalled, "but it worked."
As 1990 approached, a group of environmental leaders asked Denis Hayes to organize another big campaign. This time, Earth Day went global, mobilizing 200 million people in 141 countries and lifting environmental issues onto the world stage. Earth Day 1990 gave a huge boost to recycling efforts worldwide and helped pave the way for the 1992 United Nations Earth Summit in Rio de Janeiro. It also prompted President Bill Clinton to award Senator Nelson the Presidential Medal of Freedom (1995) -- the highest honor given to civilians in the United States -- for his role as Earth Day founder.

Earth Day Today

As the millennium approached, Hayes agreed to spearhead another campaign, this time focused on global warming and a push for clean energy. With 5,000 environmental groups in a record 184 countries reaching out to hundreds of millions of people, Earth Day 2000 combined the big-picture feistiness of the first Earth Day with the international grassroots activism of Earth Day 1990. It used the Internet to organize activists, but also featured a talking drum chain that traveled from village to village in Gabon, Africa, and hundreds of thousands of people gathered on the National Mall in Washington, DC. Earth Day 2000 sent world leaders the loud and clear message that citizens around the world wanted quick and decisive action on clean energy.
Much like 1970, Earth Day 2010 came at a time of great challenge for the environmental community. Climate change deniers, well-funded oil lobbyists, reticent politicians, a disinterested public, and a divided environmental community all contributed to a strong narrative that overshadowed the cause of progress and change. In spite of the challenge, for its 40th anniversary, Earth Day Network reestablished Earth Day as a powerful focal point around which people could demonstrate their commitment. Earth Day Network brought 225,000 people to the National Mall for a Climate Rally, amassed 40 million environmental service actions toward its 2012 goal of A Billion Acts of Green®, launched an international, 1-million tree planting initiative with Avatar director James Cameron and tripled its online base to over 900,000 community members.
The fight for a clean environment continues in a climate of increasing urgency, as the ravages of climate change become more manifest every day. We invite you to be a part of Earth Day and help write many more victories and successes into our history. Discover energy you didn't even know you had. Feel it rumble through the grassroots under your feet and the technology at your fingertips. Channel it into building a clean, healthy, diverse world for generations to come.

Friday, April 15, 2016

Pekka e i colpi di pennello e l'ansia del vivere

Pekka Halonen - Tyttö Rannalla (Aino Mäkinen) 1901
 Alcune settimane fa, mentre eravanìmo sul lago a riposare, la nostra amica Rossana ha bussato al portone del giardino. Fortunosamente eravamo proprio lì a prendere un poco di sole mentre si guardava ai gatti e ai fiori delle camelie. Strano che si bussasse al portone. Non lo fa nessuno e d'altra parte non abbiamo mai messo il campanello o il citofono.

Rossana è una piacevole ragazza montanara che ha scelto di vivere in una quasi-baita in una vallata vicino. Ha studiato economia e commercio alla Bocconi ma poi ha scelto di riprendere il mestiere dei suoi avi, quello del contadino. Ha smesso di usare lo smalto per le unghie e di indossare calze di seta e scarpe con i tacchi.
Pekka Halonen - Tomatoes - 1913
Ha lasciato i vestiti firmati e le borse alla moda. Ora vive con grandi maglioni che crea da sola, procurandosi la lana da una sua amica che ha scelto, con il proprio compagno, di allevare pecore e bovini e capre sugli alpeggi intorno alla Val Grande. Ora vive indossando per lo più scarponi montanari da lavoro e calze tecniche per non avere freddo e essere riparata.

I suoi capelli sono virati dal biondo ad un meraviglioso castano-rosso che è il suo colore naturale e le sue mani sono molto naturali, giovani e con una belle pella morbida e con le unghie tagliate corte come un ragazzo. Rossana è molto felice. Ha scelto di coltivare qualità antiche di ortaggi. peperoni mai visti e piacevolissimi, zucche con la buccia morbida, melanzanine saporitissime e zucchine che nascono in mezzo alla menta.
Pekka Halonen - Kahvin keitt ä jä (Maija Halonen)
E poi dipinge. E poi suona. E poi, come dice lei, vive. Vive perché respira l'aria della montagna e non sente gli odori della città. Vive perché il suo orologio è la posizione del sole e il tocco di una lontana campana che le dice quando è ora di alzarsi e quando è ora di fermarsi per pranzo o per smettere di lavorare e di cenare. Le sei, le sette, il mezzogiorno e le cinque e le diciannove. Scampanate che si affiancano ai semplici tocchi delle ore.

Rossana era venuta a cercarci perché aveva scoperto un quadro in un fienile di suo nonno. Un quadro che si era conservato - diceva - grazie ad una tela pesante di canapone che l'aveva avvolto e alla posizione che lo salvava dall'umidità. Era entusiasta della scoperta perché le sembrava molto bello e perché aveva i tratti per stimolare una sua ricerca pittorica e per una sua evoluzione espressiva.
Pekka Halonen - Kesäurheilua (Sommarsport) -  1922
Suo nonno era stato un montanaro che aveva scelto, nella sua prima gioventù, di scappare dalla neve per rifugiarsi nelle onde del mare. Aveva così viaggiato per una decina di anni ed era stato imbarcato su navi mercantili con le quali aveva battuto tutti i mari del Nord. Lui che desiderava le spiagge del Pacifico! Non era un grande marinaio ma aveva dimostrato una certa bravura in cucina e quindi aveva navigato facendo il cuoco.

Rossana aveva ereditato da lui una certa capacità culinaria e un senso disincantato nei confronti del mondo che riusciva a tradurre con dei grandi colpi di pennello a tinte forti. Le sue figure erano tracciate dal colore e dai chiaroscuri a tinte vivaci ela natura veniva descritta da grandi distese di olii tranquilli e profondi.
Pekka Halonen - 150 vuotta - 1911
Entrata in giardino, abbiamo notato che vestiva pesante come se fosse rimasta alle sue altitudini. Era dunque scesa di gran fretta. Ha estratto il cellulare e ci ha portati in una zona d'ombra per farci vedere la foto scattata del quadro. A malapena si vedeva qualcosa ma tra le dita della sua mano, dallo schrmo del telefonino appariva la figura di una persona con capo chino su un qualcosa di bianco. Una figira azzurra che leggeva, dunque.

Ci ha sorriso ed ho notato che aveva il rossetto. Un rossetto colore del corallo, bellissimo. le sue labbra erano aperte in un sorriso che mostrava i denti bianchi e forti. Ci ha sorriso e gli occhi, di un blu profondo, erano socchiusi in un viso da cui facevano capolino le efelidi su una pelle già in parte abbronzata dal sole dell'alta montagna.
Pekka Halonen - Nainen veneessä
Ci siamo subito portati in casa per guadagnare di quell'ombra che ci avrebbe permesso di vedere meglio quella fotografia. Al buio l'immagine mostrava un quadro bellissimo. Da mozzare il fiato. Lunghe pennellate di colore che definivano una figura viva e assorta in una falce di sole che esaltava la bellezza delle tinte e della persona.

"Sai chi è l'autore? Hai trovato la firma? E' veramente bellissimo ..." Giulia aveva esclamato, abbracciando Rossana in modo delicato e deciso, al tempo stesso. "Si, ho cercato ed ho trovato una firma abbastanza leggibile. Si chiama Pekka Halonen e porta la data del 1918. Il nome è nordico ma non ho internet da me e per questo mi sono precipitata da voi. Possiamo cercare?"
Pekka Halonen - Pyykki kuivuu (1910)
Ci siamo attaccati a Wikipedia ed abbiamo trovato la risposta alle nostre domande. "Pekka Halonen è stato un pittore finlandese a cavallo del XX secolo che ha studiato a Parigi anche sotto l'influenza di Gaugin. Ha sposato una musicista (Aino Mäkinen) ed ha vissuto sempre in Finlandia. Ha detto che aveva sempre dipinto solo ed esclusivamente per se stesso perché l'arte non deve disturbare i nervi bensì infondere un sentimento di benessere e di pace."

Rossana ci ha guardati e ha sorriso ancora più gioiosa. "Questo Pekka è come sono io. Vivo nel modo in cui vivo perché devo vivere per me stessa perché la vita deva dare serenità, pace e benessere. I soldi, la carriera non sono nulla di fronte al vivere. Mio nonno aveva buon gusto e doveva avere anche un sesto senso per avere scelto un pittore che sarebbe stato così adatto alla sua nipotina adorata!"
Pekka Halonen - Koira ulvoo kuuta 1899
Il tempo era trascorso e Rossana sarebbe stata costretta a rientrare molto tardi fino a casa e le strade dalle sue parti non sono ancora illuminate. Per questo si è fermata a cenare e dormire da noi. Sarebbe ripartita all'alba per i suoi campi. Si sarebbe alzata da sola e ci avrebbe lasciato dormire. Dopo cena abbiamo continuato a guardare le opere di Pekka Halonen su internet e abbiamo convenuto tutti che era particolarmente piacevole.

Mi sono addormentato pensando che Rossana era stata fortunata ad avere un nonno così sensibile e, involontariamente, così lungimirante. Le aveva fatto un regalo stupendo. Non solo l'intelligenza, la sensibilità e la creatività ma anche un pittore che aveva fatto della propria libertà il senso della vita e delle lunghe pennellate cromatiche l'alfabeto della propria espressività. Pekka e Rossana.
Pekka Halonen - Girl reading - 1918
Soundtrack: SEKUさんのSkyphobia 弾いてみた

Tuesday, April 12, 2016

Sonno, sognare, dormire e riposare e sognare

Pekka Halonen - "Washing on the Ice" - 1900



Le giornate sono molto faticose e non so capire se lo sono in sè o è il frutto delle stagioni che si accumulano irreversibili. Tutti dicono che non si è più gli stessi e che ogni cosa diventa più faticosa. E il desiderio di dormire è forte. Dormire, dormire, dormire. Il sonno come desiderio fortissimo che è desiderio di sognare e sognare di essere altrove e altrimenti per rinascere poi con forza e desiderio.
Ellen Thesleff - "The Violinist" - 1896

Il sogno
Quando gli orologi della mezzanotte elargiranno
un tempo generoso,
andrò più lontano dei rematori di Ulisse
nella regione del sogno, inaccessibile
alla memoria umana.
Da quella regione sommersa recupero residui
che ancora non comprendo;
erbe di botanica elementare,
animali un po’ diversi,
dialoghi coi morti,
volti che in realtà sono maschere,
parole di lingue molto antiche
e talora un orrore non comparabile
a quello che può darci il giorno.
Sarò tutti o nessuno. Sarò l’altro
che ignoro d’essere, colui che ha contemplato
quell’altro sogno, la mia veglia. La giudica,
rassegnato e sorridente.

Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo
 
Marcus Collin - "Harvesters" - 1915
Ecco, guardo al mondo con debolezza fisica che influisce sulla capacità del desiderio e della curiosità. Anelo il riposo per riprendere ad essere come al solito desidero essere (non sappiamo mai se ci riusciamo), vivace, curioso, creativo, sensibile. Intanto, spero che il sogno mi faccia vivere una nuova energia e prego che così sia. E spero di sognare quello che desidero e non le cose del reale che in questo momento sembrano schiacciare. Spero di sognare come fa un bambino.
Eero Erik Nikolai Järnefelt - Portrait of the artist's son
Soundtrack: Uakti and Philip Glass - Aguas da Amazonia

Saturday, April 9, 2016

Il senso del ricordo e lo svanire

Josh Raftery
"Di', ti ricordi? Carletto abitava là! In quella casa con il portone d'angolo. Quanto tempo è passato? Direi, se non sbaglio, 45 anni? Ecco, 45 anni fa Carletto se n'é andato con un buco di eroina nella vena. Poi avevo saputo che poteva essere stato ucciso dagli spacciatori. Storie di una Milano degli anni settanta. Chissà la polvere sulla sua tomba!?!"

Sembrava strano ma avevo pronunciato queste parole mentre passavo davanti ad una casa vicino a dove abitavo una volta. Avevo parlato a voce alta mentre guidavo l'automobile. Tu eri al mio fianco e hai guardato quella casa e quel portone. Ti sei voltata e mi hai risposto "No, non mi dice nulla. Non ricordo. C'ero anch'io a quell'epoca al Carducci, eppure non ricordo nulla!"
REIDMIX - FLICKR
Ho guardato le finestre degli ultimi piani e poi la casa è sfilata via, superato l'incrocio. "Ecco, vedi, ognuno di noi ha ricordi importanti su cose e fatti che per gli altri possono essere nulla. Chissà se in quella casa qualcuno ancora ricorda Carletto? Forse gli inquilini sono tutti cambiati e chi abita tra quelle mura dove Carletto guardava e respirava, ora ignora del tutto la sua storia. Svanito!"

"Che strani pensieri ti vengono!" E' stata la tua risposta. "Sembri cercare sempre un significato in ogni cosa. Un filo conduttore che impedisce la casualità della vita!" Ormai la casa era lontano. Ho alzato il pugno in segno di saluto. Un gesto con cui, oltre quarant'anni fa, ci si salutava e si salutava dai cortei. Ho quindi cercato tra i brani del CD fino a quando ho trovato l'Internazionale cantata dal coro della Guardia Rossa.
Massimo Lagrotteria
E mentre la musica usciva dai finestrini dell'auto, generando non pochi sguardi di stupore (in chi conosceva quell'inno) o di annoiata curiosità (in chi non lo conosceva), mi sono messo il braccio destro col pugno chiuso sul petto e ho sentito il cuore vibrare di commozione.
Louise Rutkowski
Soundtrack: Madisen Ward And The Mama Bear

Tuesday, April 5, 2016

Pioggia sul volto, gioia e lacrime nel cuore

 

A volte è sufficiente un'immagine o una musica per rivivere qualcosa di molto intimo e coinvolgente. "Mi sono accorta che alcune immagini mi fanno stringere il cuore di struggente gioia e passionevole tristezza che è insieme dolore e piacere, in fondo. Un misto di sensazioni apparentemente contrastanti, eppure, fuse insieme in modo meraviglioso. Si piange di gioia. Lo stesso mi accade quando sento alcune musiche. Avverto come la pioggia sul viso. Una sensazione di gioia e tristezza insieme."

Mi stavi dicendo questo in modo sussurrato mentre eravamo seduti vicini in un piccolo cinema, insieme a pochi altri spettatori silenziosissimi e attenti. Il film si chiamava Menschen am Sonntag, girato nel 1929 e pubblicato nel 1930. Un film particolarissimo. Prima del neorealismo, prima della nouvelle vague, film muto diretto dai fratelli Siodmark che riprende attori non professionisti. Un film senza attori. Gente comune di una Berlino a cavallo tra le due guerre, che si muovono recitando ciascuno se stesso. Il proprio lavoro, il proprio modo di essere di muoversi e vivere.


Una Berlino poco prima dell'avvento di Hitler, descritta dagli stessi berlinesi, secondo una visione proiettata nel futuro di un giovane Billy Wylder che sarebbe poi fuggito negli Stati Uniti per sottrarsi al nazismo. I suoi familiari, invece, non si sarebbero salvati. "Chissà quanti di loro sarebbero morti di lì a poco e non avrebbero conosciuto tante cose della vita!" mi hai detto avvicinandoti a me e indicando lo schermo su cui sfilavano tante persone. 

Sentivo il tuo profumo inondare l'aria intorno a te e ne ero avvolto. Sullo schermo si muovevano giovani uomini e giovani donne e qualche sguardo si incrociava. Noi, come loro. Inconsapevoli del grande gioco della vita. Inconsapevoli di quanto sarebbe successo di lì a poco o di lì a tanto. Inconsapevoli anche noi. Occhi che guardavano, orecchie che ascoltavano, profumi che venivano avvertiti e sensazioni che venivano vissute. Loro come noi e noi come loro. Uguali in tutto.


"Sai che avverto anch'io la pioggia sul viso in questo momento e la magia si è compiuta sentendo questa musica stupenda di Elena Kats-Chernin che, capisco, potrebbe sottendere ad ogni momento della mia vita in modo compiuto e sublime." Mi sono chinato sulla tua fronte e ne è scappato un bacio di tenerezza e di profonda unione mentre il clarinetto sottolineava una dolce melodia. Metà triste e metà dolcemente felice, con la sua timbrica nasale e calda, ancora di più sottolineata da un violino e da due ottoni con il compito di tessere la base del ritmo.

In certi tratti, la musica rimaneva sospesa, quasi presagendo l'incertezza del destino nella dubbiosa e speranzosa cosapevolezza dell'uomo, per poi aprirsi a sequenza interrotte e sincopate che sanno di momenti interlocutori in cui gli sguardi vagano intorno alla ricerca di certezze e di appigli di riferimento che non trovano. Poi interviene la voce che si dispiega sulle note del pianoforte per dipingere una brezza di spirito mollemente adagiato sul sentimento di desiderio di certezza e di serenità.


Hitler sarebbe arrivato di lì a poco e tutto sarebbe cambiato. Ma non è forse così anche oggi? In una forma molto più subdola, eppure è lo stesso. Dittatura economica e non politica che giustifica scelte e lutti e guerre e sangue. Lontane ma non per questo meno tristi e disastrose ma che poi si rendono vicine attraverso l'omicida disperazione e ignoranza di pochi che vogliono fare provare agli altri quel clima in cui sono cresciuti.

E mi domando, cosa sarebbe se questo cinema esplodesse e noi ci si trovasse, nomi e data di nascita, in una lista di chi è scomparso. Di chi non c'è più. Cosa sarebbe? Cosa sentiremmo se vedessimo la pellicola bruciare e aprirsi in buchi colanti di celluloide che mangiano le immagini di uomini e donne che in quella Berlino del 1929 saltellavano, correvano e vivevano ed ora sicuramente non esistono più? Cosa potremmo pensare se ci sciogliessimo anche noi, avvertendo la paura di quello che ci sta accadendo?


E il viso sente la pioggia sulle guance e sulla fronte mentre il cuore e la mente avvertono quel sentimento misto di gioia e di dolore. E ti sento stringerti a me, avvertendo la tua sensazione di fragilità incerta nei confronti del destino della vita. E sento che anch'io mi stringo a te per un ruolo di maschio protettore e rassicuratore che sa così bene mascherare i propri sentimenti di dubbio e di sfumata preoccupazione per l'assenza di cose certe nella vita e per la percezione di essere in balia di qualcosa che non dipende da noi e che è più grande di noi.


Soundtrack: Menschen am Sonntag (1929)- Musica Elena Kats-Chernin

Friday, April 1, 2016

ФИНСКАЯ ПОЛЬКА ВЕСЁЛЫХ ЗВЕРЬКОВ клип

 
Non so cosa significhi realmente e le parole in finlandese suonano piacevolissime.
So solamente che si tratta di una canzome popolare finlandese.
Si intitola Ievan Polkka. La Polka di Eva.
E' cantata in dialetto rulare Savo della Finlandia centro orientale.
La musica è travolgente, struggente e gioiosa e delicata.
le parole sono state applicate negli anni trenta ma la musica è antica.
La canzone narra del modo di vedere di un giovane che vuole ballare con Eva (Ievan).
La musica fa impazzire le persone e la ragazza vorrebbe ballare.
La madre di Eva non vuole che la figlia balli con lui.
La chiude in una stanza silenziosa e vorrebbe obbligarla a cantare i salmi.
Allora, i due giovani scappano e vanno nella casavicina dove si suona e si balla.
Si balla una polka che dura tutta la notte.
Quando il giovane accompagna a casa Eva si trova di fronte la madre.
La madre è arrabbiata e si rivolge a lui minacciandolo.
Il giovane però reagisce e dichiara che lui ed Eva staranno sempre insieme.
E questo sarà, indipendentemente da ogni cosa.


Nuapurista kuulu se polokan tahti
jalakani pohjii kutkutti.
Ievan äiti se tyttöösä vahti

vaan kyllähän Ieva sen jutkutti,
sillä ei meitä silloin kiellot haittaa
kun myö tanssimme laiasta laitaan.
Salivili hipput tupput täppyt
äppyt tipput hilijalleen.

Ievan suu oli vehnäsellä
ko immeiset onnee toevotti.
Peä oli märkänä jokaisella
ja viulu se vinku ja voevotti.
Ei tätä poikoo märkyys haittaa
sillon ko laskoo laiasta laitaan.
Salivili hipput.

Ievan äiti se kammarissa
virsiä veisata huijjuutti,
kun tämä poika naapurissa
ämmän tyttöä nuijjuutti.
Eikä tätä poikoo ämmät haittaa
sillon ko laskoo laiasta laitaan.
Salivili.

Siellä oli lystiä soiton jäläkeen
sain minä kerran sytkyyttee.
Kottiin ko mäntii ni ämmä se riitelj
ja Ieva jo alako nyyhkyytteek.
Minä sanon Ievalle mitäpä se haittaa
laskemma vielähi laiasta laitaa.
Salivili.

Muorille sanon jotta tukkee suusi
en ruppee sun terveyttäs takkoomaa.
Terveenä peäset ku korjoot luusi
ja määt siitä murjuus makkoomaa.
Ei tätä poikoo hellyys haittaa
ko akkoja huhkii laiasta laitaan.
Salivili.
Sen minä sanon jotta purra pittää
ei mua niin voan nielasta.
Suat männä ite vaikka lännestä ittään
vaan minä en luovu Ievasta,
sillä ei tätä poikoo kainous haittaa
sillon ko tanssii laiasta laitaan.

 
Traduzione in inglese

The sound of a polka drifted from my neighbor's
and set my feet a-tapping oh!
Ieva's mother had her eye on her daughter but
Ieva she managed to fool her, you know.
'Cause who's going to listen to mother saying no
when we're all busy dancing to and fro!

Ieva was smiling, the fiddle it was wailing
as people crowded round to wish her luck.
Everyone was hot but it didn't seem to bother
the handsome young man, the dashing buck.
'Cause who's going to mind a drop of sweat
when he's all busy dancing to and fro!

Ieva's mother she shut herself away
in her own quiet room to hum a hymn.
Leaving our hero to have a spot of fun
in a neighbor's house when the lights are dim.
'Cause what does it matter what the old folks say
when you're all busy dancing to and fro!

When the music stopped then the real fun began
and that's when the laddie fooled around.
When he took her home, when the dancing was over
her mother angrily waiting they found.
But I said to her, Ieva, now don't you weep
and we'll soon be dancing to and fro!

I said to her mother now stop that noise
or I won't be responsible for what I do.
If you go quietly and stay in your room
you won't get hurt while your daughter I woo.
'Cause this fine laddie is a wild sort of guy
when he's all busy dancing to and fro!

One thing I tell you is you won't trap me,
no, you won't find me an easy catch.
Travel to the east and travel to the west but
Ieva and I are going to make a match.
'Cause this fine laddie ain't the bashful sort
when he's all busy dancing to and fro.

Ne ho trovata anche una versione con un ballo in maschera di tanti animali.
Ne sono affascinato, come per la musica e le parole.
Espressione di un vivere diverso e poetico.