Tuesday, April 5, 2016

Pioggia sul volto, gioia e lacrime nel cuore

 

A volte è sufficiente un'immagine o una musica per rivivere qualcosa di molto intimo e coinvolgente. "Mi sono accorta che alcune immagini mi fanno stringere il cuore di struggente gioia e passionevole tristezza che è insieme dolore e piacere, in fondo. Un misto di sensazioni apparentemente contrastanti, eppure, fuse insieme in modo meraviglioso. Si piange di gioia. Lo stesso mi accade quando sento alcune musiche. Avverto come la pioggia sul viso. Una sensazione di gioia e tristezza insieme."

Mi stavi dicendo questo in modo sussurrato mentre eravamo seduti vicini in un piccolo cinema, insieme a pochi altri spettatori silenziosissimi e attenti. Il film si chiamava Menschen am Sonntag, girato nel 1929 e pubblicato nel 1930. Un film particolarissimo. Prima del neorealismo, prima della nouvelle vague, film muto diretto dai fratelli Siodmark che riprende attori non professionisti. Un film senza attori. Gente comune di una Berlino a cavallo tra le due guerre, che si muovono recitando ciascuno se stesso. Il proprio lavoro, il proprio modo di essere di muoversi e vivere.


Una Berlino poco prima dell'avvento di Hitler, descritta dagli stessi berlinesi, secondo una visione proiettata nel futuro di un giovane Billy Wylder che sarebbe poi fuggito negli Stati Uniti per sottrarsi al nazismo. I suoi familiari, invece, non si sarebbero salvati. "Chissà quanti di loro sarebbero morti di lì a poco e non avrebbero conosciuto tante cose della vita!" mi hai detto avvicinandoti a me e indicando lo schermo su cui sfilavano tante persone. 

Sentivo il tuo profumo inondare l'aria intorno a te e ne ero avvolto. Sullo schermo si muovevano giovani uomini e giovani donne e qualche sguardo si incrociava. Noi, come loro. Inconsapevoli del grande gioco della vita. Inconsapevoli di quanto sarebbe successo di lì a poco o di lì a tanto. Inconsapevoli anche noi. Occhi che guardavano, orecchie che ascoltavano, profumi che venivano avvertiti e sensazioni che venivano vissute. Loro come noi e noi come loro. Uguali in tutto.


"Sai che avverto anch'io la pioggia sul viso in questo momento e la magia si è compiuta sentendo questa musica stupenda di Elena Kats-Chernin che, capisco, potrebbe sottendere ad ogni momento della mia vita in modo compiuto e sublime." Mi sono chinato sulla tua fronte e ne è scappato un bacio di tenerezza e di profonda unione mentre il clarinetto sottolineava una dolce melodia. Metà triste e metà dolcemente felice, con la sua timbrica nasale e calda, ancora di più sottolineata da un violino e da due ottoni con il compito di tessere la base del ritmo.

In certi tratti, la musica rimaneva sospesa, quasi presagendo l'incertezza del destino nella dubbiosa e speranzosa cosapevolezza dell'uomo, per poi aprirsi a sequenza interrotte e sincopate che sanno di momenti interlocutori in cui gli sguardi vagano intorno alla ricerca di certezze e di appigli di riferimento che non trovano. Poi interviene la voce che si dispiega sulle note del pianoforte per dipingere una brezza di spirito mollemente adagiato sul sentimento di desiderio di certezza e di serenità.


Hitler sarebbe arrivato di lì a poco e tutto sarebbe cambiato. Ma non è forse così anche oggi? In una forma molto più subdola, eppure è lo stesso. Dittatura economica e non politica che giustifica scelte e lutti e guerre e sangue. Lontane ma non per questo meno tristi e disastrose ma che poi si rendono vicine attraverso l'omicida disperazione e ignoranza di pochi che vogliono fare provare agli altri quel clima in cui sono cresciuti.

E mi domando, cosa sarebbe se questo cinema esplodesse e noi ci si trovasse, nomi e data di nascita, in una lista di chi è scomparso. Di chi non c'è più. Cosa sarebbe? Cosa sentiremmo se vedessimo la pellicola bruciare e aprirsi in buchi colanti di celluloide che mangiano le immagini di uomini e donne che in quella Berlino del 1929 saltellavano, correvano e vivevano ed ora sicuramente non esistono più? Cosa potremmo pensare se ci sciogliessimo anche noi, avvertendo la paura di quello che ci sta accadendo?


E il viso sente la pioggia sulle guance e sulla fronte mentre il cuore e la mente avvertono quel sentimento misto di gioia e di dolore. E ti sento stringerti a me, avvertendo la tua sensazione di fragilità incerta nei confronti del destino della vita. E sento che anch'io mi stringo a te per un ruolo di maschio protettore e rassicuratore che sa così bene mascherare i propri sentimenti di dubbio e di sfumata preoccupazione per l'assenza di cose certe nella vita e per la percezione di essere in balia di qualcosa che non dipende da noi e che è più grande di noi.


Soundtrack: Menschen am Sonntag (1929)- Musica Elena Kats-Chernin

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