Friday, July 29, 2016

La nausea, di nuovo

 
"M’è accaduto qualcosa, non posso più dubitarne. È sorta in me come una malattia, non come una certezza ordinaria, non come un’evidenza. S’è insinuata subdolamente, a poco a poco, mi son sentito un po’ strano, un po’ impacciato, ecco tutto. Una volta installata non s’è più mossa, è rimasta cheta, ed io ho potuto persuadermi che non avevo nulla, ch’era un falso allarme. Ma, ecco che ora si espande." Sartre, La nausea

Di cosa possiamo parlare con questa citazione? Con la convinzione che tutto quello che accade modifica, anche se, dopo un certo tempo, le variazioni non le percepiamo più, al punto da ignorarle. Anche se, però, si espandono e prendono possesso di noi.
Helene de Beauvoir
Durante la guerra nella ex Yugoslavia, le persone correvano per le strade per potere andare a fare la spesa, consapevoli che poteva esserci un cecchino pronto a sparare e ad ucciderle. Lo stesso, quando andavano al mercato, erano consapevoli che qualcuno poteva avere messo un ordigno per fare una strage.

Eppure, le persone facevano lo stesso la spesa, andavano al mercato e uscivano di casa. La variazione era stata 'digerita e metabolizzata'. Quasi non la sentivano più, anche se dentro era cambiato tutto. 
John Berryman - Jane Howard
Oggi, anche noi siamo diventati, tutti, potenziali bersagli. bersagli nel quotidiano più normale. Oggi viviamo in un mondo che è regredito economicamente e anche quando la 'crisi' sarà risolta, nulla più tornerà come prima. Anche noi saremo cambiati, pur non avvenendo più la perceione del cambiamento.

Si chiama 'adattamento'? Forse si. Forse è il solo meccanismo che abbiamo per 'digerire' quello che ci impone un cambiamento, anche se non lo cerchiamo e non lo vogliamo. La specie si evolve per potere continuare a vivere. Ma questo è anche un pericolo.
Andy Golub
Adattamento può diventare assuefazione e questo può fare perdere princìpi e valori. Cose su cui strutturiamo le nostre reazioni. E così, capita che non ci si meravigli più per alcuna cosa. Tutto viene accettato. Purché non ci tocchi in prima persona. E anche questo isolamento nel sè, è frutto dell'assuefazione e dell'adattamento. Semplicemente per non soffrire, preferiamo ignorare.

Alcuni insegnano l'odio perché hanno solo quello da offrire. Altri insegnano l'amore perché ne hanno a bizzeffe da dare. Altri, si coprono nell'indifferenza e nel non pensare perché temono di non avere la forza di affrontare la realtà e non vogliono soffrire.
Zlata Kolomoyskaya
"Adesso, non penso più a nessuno; non mi curo nemmeno di cercare parole. Tutto scorre in me più o meno svelto, non fisso nulla, lascio correre. La maggior parte del tempo, in  mancanza di parole cui attaccarsi, i miei pensieri restano nebulosi."  Sartre, La nausea

E' dunque così?
Renee Beauvoir

Wednesday, July 27, 2016

Je te casse la gueule ... 47 annni fa

 
Avevo 14 anni. Ero in Svizzera, in un paesino vicino a Gruyeres. Mia mamma mi aveva mandato là per un mese, da solo, per imparare un poco il francese. Da solo e con l'impegno di andare a lezione un giorno si e uno no presso una signora che insegnava.

Il posto era carino. Ero ospite presso la casa di una signora anziana che si prestava a queste cose. Ragazzi in casa, insieme a suo nipote. Eravamo in tre. Io, suo nipote, appunto e Ahmed (almeno così si chiamava). Insieme sotto lo stesso tetto ma separati per cultura e abitudini e gusti e modi di fare.
La signora che era decisamente anziana, appariva molto formale e con atteggiamenti rigidi su come ci si doveva comportare. Forse io ero un po' troppo irruento. In ogni caso, mi sembrava che vi fosse una certa ipocrisia nello stile. Tutto doveva apparire ordinato, anzi composto, regolare e senza sorprese.

La figlia, la madre del nipote, era sicuramente un cruccio per Lei in quanto non sposata e con un figlio il cui padre era, non si sa ... Però questo non interessava più di tanto. il nipote, di cui oggi mi sfugge il nome, aveva un motorino monomarcia che rappresentava per noi una chicca. Quanto desideravo il motorino!
Non giocavo con lui e neppure con l'altro, Ahmed, di cui non ricordo nulla di dove provenisse e perché fosse lì. Bruno, della mia stessa altezza, penso lo fosse anche per l'età. Parlava francese e quindi doveva essere algerino o meglio tunisino. Ricordo che si faceva insieme colazione, tutti e tre e poi il pranzo e la cena. Alla televisione c'era lo sbarco sulla luna.

Durante il giorno, appena libero, andavo in piscina e restavo lì a prendere il sole e fare il bagno. Mi capitò di conoscere una ragazza che aveva qualche anno di più di me. Era italiana ed era ospite in un collegio della stessa cittadina. Parola dopo parole, ecco il primo appuntamento e poi lunghe passeggiate per i pendii e i boschi. Nulla di più. Si chiamava Stefania. Il primo bacio.
Una sera chiesi se poteva venire a cenare da noi. Anche lei chiese il permesso e la cosa si fece. Dopo cena, ecco che ci si mise nella stanza del nipote a sentire la musica. 'Suzie Q' dei Creedence Clearwater Revival era quella che più mi piaceva, insieme a 'Hey man' di Otis Redding. E mentre si ascoltavano i dischi, ecco che Ahmed comincia a fare avances a Stefania.

E poi la sfiora e poi fa lo stupido e lei appare imbarazzata. A questo punto, gli prendo il polso e gli dico con un francese abbozzato di fermarsi e smetterla (ma, arréte). Uno scatto. Ahmed si alza in piedi e mi vomita addosso parole su parole che non capisco e poi mi sibila una frase che ricordo ancora adesso per la stranezza. "Je te casse la gueule"
Stranezza perché non avevo mai sentito quella frase, quel concetto mi era del tutto ignoto e non avevo letto mai di alcuno che lo avesse pronunciate. Rimasi scosso, ma non di paura perché, fin da allora, non temo le situazioni. Ahmed se ne andò e poi, avendo presumibilmente finito il suo soggiorno, partì. Non successe nulla ma la frase me la ricordo. Brutale, selvaggiamente cattiva e crudele.

Già da allora l'ignoranza mi dava fastidio. Oggi la frase è ancora attuale. Abbiamo di fronte l'ennesimo gesto barbaro, ignorante e crudele. Perpetrato nei confronti, questa volta, di un sacerdote che a 84 anni si è rifiutato di inginocchiarsi ed è stato ucciso in quel modo. Ora, è al fianco di Dio e ci guarda dalla grandezza del suo martirio. Gli assassini, 19 e 17 anni sono stati 'neutralizzati' secondo un nuovo modo di dire quando il criminale viene messo nelle condizioni di non nuocere, attraverso la morte.
Cultura barbara. Ignoranza e stupidità. E dall'altra parte, grandezza di un sacerdote, a Saint-Etienne du Rouvray, che aveva detto poco prima ai suoi parrocchiani di "prendere il tempo di vivere qualcosa insieme. Un tempo per essere attenti agli altri. Un tempo di condivisione: condivisione della nostra amicizia, della nostra gioia. Un momento di vicinanza ai bambini, mostrando loro che contano per noi. Un tempo anche di preghiera: attenti a ciò che accade nel nostro mondo in questi tempi".

Ieri sera, nel nostro Paesino, una messa alle 21 e una processione. Era Sant'Anna.

Soundtrack: Minimalist music/art
 

Sunday, July 24, 2016

Let me sleep on it ... I'll give you an answer in the morning

 
Una volta i video musicali si riuscivano a vedere solo attraverso trasmissioni nazionali che venivano trasmesse una volta alla settimana. Frammezzati a interventi, gag, filmati di altro genere e interventi di musicisti che commentavano o semplicemente aprivano la bocca, ogni volta si potevano vedere e ascoltare 4-5 video musicali.

Esisteva un divario impressionante (oggettivamente anche adesso è così) tra il tipo e la qualità dei video stranieri e di quelli degli artisti italiani. Tecnologici, colorati, pieni di ritmo gli uni, sdolcinati, banalotti e tecnicamente poveri i secondi. Espressioni di due realtà e culture differenti. La trasgressivita di taluni dei primi si scontrava con una certa visione paesana e sempliciotta dei secondi.
Anche allora i video permettevano di conoscere artisti nuovi che non godevano di alcuna promozione in italia. Una domenica, ricordo, durante una trasmissione del primo pomeriggio che era un "must" per noi venne trasmesso un video di un certo Meat Loaf. Sconosciuto del tutto ma con una forza devastante.

Di corsa nei giorni successivi, la ricerca del disco. Ovviamente era il deserto. Ma, si sa, insistendo settimana dopo settimana e in virtù di conoscenze che permettevano di accedere a certi magazzini di distribuzione dei dischi in cui si trovavano i "forati" di importazione o quelli con destinazione le truppe miliotari USA dislocate in Europa, ecco che i capitò tra le mani il disco che cervavo.
Bat Out of Hell. Un LP che conteneva la canzone che cercavo. La forza dell'immagine di copertina e la busta interna che recava stampati i testi. Un acquisto certo. Insieme ad altri dischi, perché si era obbligati ad acquistare un certo numero di LP per giustificare la propria presenza lì. E allora, tra "forati" e dischi "not for sale" si usciva con 30-40 LP. Si andava in coppia per dividersi le spese.

Bat out of Hell usciva ad ottobre nel 1977. E non conteneva solo 'Paradise By The Dashboard Light' che era la canzone che cercavo. Aveva anche un'altra gemma, quella 'Two Out Of Three Ain't Bad' che ancora oggi mi fa rabbrividire e che mi fa piacere ascoltare. "You'll never find your gold on a sandy beach - You'll never drill for oil on a city street - I know you're looking for a ruby in a mountain of rocks - But there ain't no Coup de Ville hiding at the bottom Of a Cracker Jack box"
 
Oggi voglio ricordare il primo video di Meat Loaf di quel pomeriggio di domenica. Voglio ricordare Meat Loaf e la sua trasgressività. Lo avrei rivisto in "Rocky Horror Picture Show" nei panni di Eddy, un ex-delivery boy che esce dal freezer cavalcando la sua motocicletta ghiacciata, e con la canzone 'Hot Patootie – Bless My Soul', un'altra perla della musica rock.

Oggi voglio ricordare quel video, quelle emozioni visive e quel testo, quel duetto tra un ragazzo e una ragazza. Tra due modi di vedere l'incontro di una serata. Tra l'illusione e la speranza a cui aggrapparsi di una e il cinico egoismo dell'altro. Espressioni dun un costume che c'era sempre stato e non sarebbe cambiato. Così lontano dal concetto di "gentle people" che cercava di permeare gli anni sessanta della controcultura.

[Boy:]
I remember every little thing
As if it happened only yesterday
Parking by the lake
And there was not another car in sight
And I never had a girl
Looking any better than you did
And all the kids at school
They were wishing they were me that night

And now our bodies are oh so close and tight
It never felt so good, it never felt so right
And we're glowing like the metal on the edge of a knife
Glowing like the metal on the edge of a knife
C'mon, hold on tight
C'mon, hold on tight

Though it's cold and lonely in the deep dark night
I can see paradise by the dashboard light

[Girl:]
Ain't no doubt about it we were doubly blessed
'Cause we were barely seventeen
And we were barely dressed

[Both:]
Ain't no doubt about it
Baby got to go out and shout it
Ain't no doubt about it
We were doubly blessed

[Boy:]
'Cause we were barely seventeen
And we were barely dressed

Baby don'cha hear my heart
You got it drowing out the radio
I've been waiting so long
For you to come along and have some fun
And I gotta let you know
No you're never gonna regret it
So open up your eyes, I got a big surprise
It'll feel all right
Well I wanna make you motor run

And now our bodies are oh so close and tight
It never felt so good, it never felt so right
And we're glowing like the metal on the edge of a knife
Glowing like the metal on the edge of a knife
C'mon, Hold on tight
C'mon, Hold on tight

[Both:]
Though it's cold and lonely in the deep dark night
I can see paradise by the dashboard light
Paradise by the dashboard light

You got to do what you can
And let Mother Nature do the rest
Ain't no doubt about it
We were doubly blessed
'Cause we were barely seventeen
And we were barely

We're gonna go all the way tonight
We're gonna go all the way
And tonight's the night

[Radio Broadcast:]
OK, here we go, we got a real pressure cooker going here
Two down, nobody on, no score, bottom of the ninth
There's the wind-up, and there it is
A line shot up the middle, look at him go
This boy can really fly
He's rounding first and really turning it on now
He's not letting up at all, he's gonna try for second
The ball is bobbled out in the center
And here's the throw and what a throw
He's gonna slide in head first
Here he comes, he's out
No, wait, safe, safe at second base
This kid really makes things happen out there
Batter steps up to the plate
Here's the pitch, he's going
Amd what a jump he's got
He's trying for third
Here's the throw
It's in the dirt, safe a third
Holw cow, stolen base
He's taking a pretty big lead out there
Almost daring them to pick him off
The pitcher glances over, winds-up and it's bunted
Bunted down the third base line
The suicide squeeze is on
Here he comes, squeeze play, it's gonna be close
Here's the throw, here's the play at the plate
Holy cow, I think he's gonna make it

[Girl:]
Stop right there
I gotta know right now
Before we go any further

Do you love me
Will you love me forever
Do you need me
Will you never leave me
Will you make me so happy
For the rest of my life
Will you take me away
And will you make me your wife
Do you love me
Will you love me forever
Do you need me
Will you never leave me
Will you make me so happy
For the rest of my life
Will you take me away
And will you make me your wife

I gotta know right now
Before we go any further
Do you love me
Will you love me forever

[Boy:]
Let me sleep on it
Baby, baby let me sleep on it
Let me sleep on it
And I'll give you an answer in the morning

Let me sleep on it
Baby, baby let me sleep on it
Let me sleep on it
And I'll give you an answer in the morning

Let me sleep on it
Baby, baby let me sleep on it
Let me sleep on it
And I'll give you an answer in the morning

[Girl:]
I gotta know right now
Do you love me
Will you love me forever
Do you need me
Will you never leave me
Will you make me so happy
For the rest of my life
Will you take me away
And will you make me your wife
I gotta know right now
Before we go any further
Do you love me
And will you love me forever

[Boy:]
Let me sleep on it
Baby, baby let me sleep on it
Let me sleep on it
And I'll give you an answer in the morning
Let me sleep on it

[Girl:]
Will you love me forever

[Boy:]
Let me sleep on it

[Girl:]
Will you love me forever

[Boy:]
I couldn't take it any longer
Lord I was crazed
And when the feeling came upon me
Like a tidal wave
I started swearing to my god
And on my mother's grave
That I would love you to the end of time
I swore I would love you to the end of time

So now I'm praying for the end of time
To hurry up and arrive
'Cause if I gotta spend another minute with you
I don't think that I can really survive
I'll never break my promise or forget my vow
But God only knows what I can do right now
I'm praying for the end of time
So I can end my time with you

[Boy:]
It was long ago and it was far away,
And it was so much better than it is today.

[Girl:]
It never felt so good, It never felt so right
And we were glowing like the metal on the edge of a knife.

autore: JAMES JIM STEINMAN
Soundtrack: Meat Loaf - Paradise By The Dashboard Light

Sunday, July 17, 2016

Un saltino come tanti decenni fa

KatNova - Betty Page Pop Art

Oggi sono andato in libreria più per una questione doveristica che per un piacere intimo. Non ho varcato la soglia per dare uno sguardo curioso e attento agli innumerevoli libri, alla ricerca di un qualcosa di stimolante da scovare. Oggi sono andato per ritirare dei libri ordinati da mio figlio (compiti per l'estate) e per cercare un titolo (fra 4 opzioni) che lui si era dimenticato di prendere in considerazione ma che, su indicazione del docente, risultava fondamentale.

Niente di più. Nessuna empatia particolare. Solo ordinaria amministrazione. Una cosa da fare. E non avevo con me alcuna ricevuta che giustificasse che io avevo i diritti di ritirare i suoi libri. Temevo un viaggio inutile. Ma prima di affrontare l'aspetto burocratico, sono salito al primo piano per cercare tra gli scaffali della sezione di filosofia. Avevo quattro titoli e speravo di trovarne la più parte per potere scegliere.
25 картинок
Ho scorso gli scaffali con i titoli degli autori messi in ordine alfabetico e, alla fine, me ne sono uscito solo con un libro. Piccolino ma dalle caratteristiche troppo spigolose per essere affrontabile da nostro figlio. Da sei anni in Italia e prima di allora totalmente analfabeta. E, si sa, iniziare a studiare a 12 anni non è facilissimo. Tant'é che, scuola privata e insegnanti a casa e noi al fianco. Ma i risultati sono oggettivamente soddisfacenti. Ha passato (con debito) la terza liceo.

Ma, tornando ad oggi, il libro che avevo in mano non sembrava quello giusto: Cartesio, il discorso sul metodo. Avevamo bisogno di qualcosa di più concretizzabile e meno concettualmente puro. Un libro di filosofia che trattasse qualcosa di fisico, di tangibile e non un discorso sul concetto di qualcosa. Il nostro giovanotto sarebbe naufragato ... non dolcemente ... in un mare di incomprensibilità. Ho chiesto alla commessa, gentilissima, di trovarmi l'alternativa che mi sembrava più abbordabile.

Tasha Tudor

Escluso Kant e l'illuminismo, Pascal e i troppi pensieri e poi un altro libro di cui non conoscevo né l'autore e neppure il contenuto perché non traspariva nulla dal titolo. L'unica era scegliere Hegel e la vita di Gesù. Almeno si parlava di un uomo e delle sue opere e dei suoi contenuti. Qualcosa di più familiare. Ecco ... libro non disponibile ma recuperabile da un altro punto vendita. Domattina ci andrò.

Sono sceso al pianto terreno per la seconda incombenza. Ero, amministrativamente, in difetto, senza ricevuta. Il commesso aveva l'aria simpatica ed era in frizzante conversazione con una non più giovane signora che cinguettava e sfarfallava con gli occhi chiedendogli informazioni. Poi, quando la cosa sembrava sul finire, ecco la domanda di lei "... e ... cosa mi consiglia da leggere per questa estate? Qualcosa di carino ma al tempo stesso una cosa non sciocchina ma bella, piacevole?"
Martiros Saryan - Head of the Girl - 1923
Ero fritto, quel genere di apertura poteva preludere a tante cose e, sicuramente, ad un'attesa non indifferente. Pazienza, mi sono regalato il ruolo di spettatore di quella scena. Lui, gongolante e flessuoso tra gli espositori e lei, dietro. "Le propongo qualcosa di bello, carino e interessante! Anzi, due libri recenti e molto belli." Ad un tratto, mentre lui cambiava direzione e indicava uno scaffale più lontano, annunciando una terza possibilità che gli era sfavillata in mente in quell'istante e che sembrava superiore alle altre, lei lo ha seguito facendo un saltellino che indicava gioia, gioco e divertimento.

Non mi era chiaro se in lei vi fosse solo gioco come da bambina per un oggetto-sorpresa oppure un interesse nascente per quel giovanotto, assai più giovane di lei, che diventava (o lo era già) oggetto di curioso interesse femminile. Un interesse curioso che fa parte del gioco di lei e lui e lui e lei. Si sono quindi riavvicinati al banco mentre io mi scostavo un poco di lato (un signore dietro di me, in fila, puzzava di tabacco e mi dava fastidio). Ho cercato di vedere le mani di lei per capire, dalla presenza di un anello, di una fede, se fosse sposata oppure single. Non mi pareva avesse alcunché all'anulare.
John Singer Sargent - Head of Capri Girl - circa 1878
Sorrisi, occhi vivaci e voce con tono da bambina che chiedeva una caramella al caramellaio o alla nonna. Qualche squittente riso e poi ... ecco che si mette di lato e comincia a sfogliare i quattro-cinque libri che aveva in mano e a riporne qulcuno nello scaffale. E lui, di nuovo dietro al banco con la stessa espressione sorridente e gioiosa di prima. "Desidera?" Si rivolgeva a me. L'altra cliente era passata via. Si era messa tre-quattro metri più in là e sfogliava e leggeva per potere scegliere. Ho spifferato la mia richiesta senza specifichare alcunché sulla ricevuta e lui non ha battuto ciglio.

Dopo pochi minuti, per la gioia del signore che puzzava di tabacco, dietro di me, i libri erano pronti e disponibili per me sul banco. "Grazie molte." "Prego, si figuri!" La stessa gentilissima allegria di prima, con l'altra cliente. E lei? Sparita. Forse già alla cassa o in giro a cercare altro. Insomma, nulla di nulla. Ed io che mi credevo potesse già essere l'inizio o la continuazione di un qualcosa ...
Toshiaki Kato
Quel saltino era un saltino di gioia per un oggetto-sorpresa. Un gesto antico che risale all'età dell'infanzia, della fanciullezza. Nulla di impegnativo. Nulla di nulla. Ma noi, quante volte facciamo un saltino così? Quante volte ritorniamo a quando eravamo piccoli e facciamo trasparire questa eterna giovinezza tra le pieghe del nostro essere adulti o anziani? Quante volte? Pensiamo forse di non esserne più degni oppure non lo riteniamo decoroso (o semplicemente fuori luogo) per la nostra età?

Oppure, ancora, siamo così lontani da quella bellissima ingenuità e meraviglia che ormai tutto in noi è privo di entusiasmo, di senso dello stupore? Non ci aspettiamo più nulla? Se é così, usciamo dalla nostra stanza-guscio e andiamo a sederci nel parco più vicino! E sediamoci a guardare, osservare, pensare ma ... senza giudicare ... solo, semplicemente, guardare il mondo e sorridere per la sua bellezza. Per la sua varietà, fonte sempre di stupore e meraviglia. E accettiamolo per quello che é.
James Tissot - Mrs. Newton with a Parasol - 1879
Per quello che sembra alla luce dei nostri sensi (fallaci) e per quello che é. Anche se non ci piace. Perché é proprio dove non ci piace che deve nascere il desiderio di agire per cambiarlo in meglio. Di uscire a costruire con gli altri e per gli altri. Abituiamoci a fare un saltino di gioia, pensando che il mondo ci da un'opportunità per vivere, per aiutare e per uscire dalla nostra stanza-guscio.
Mats Gustafson - Tiffany & Co
Soundtrack: Don Felder Feat. Styx- Hotel California (Live from Las Vegas 2015)

Friday, July 15, 2016

E si piange ancora ...

Oggi il sole non pare sorgere e la notte di ieri si protrae sul mattino, il pomeriggio e unisce due fasi senza luce. Ancora morti, sangue e dolore. Senza alcun senso. Senza alcuna logica. Fino a quando e fino a che punto? Nomi, occhi, sguardi e sogni che non sono più. Ma non si deve cedere alla brutalità ignorante. Ignorare il lutto mentre si continua il processo di libertà e di unione. Ignorare la mano violenta che cerca di frenare l'evoluzione verso la libertà. Lacrime e grida mentre la gola brucia. Noi, ancora una volta, siamo Francia. Fratelli di tutti quelli che sono stati colpiti. E nella mente un duplice pensiero: pregare e continuare ad andare avanti. Contro la cultura assassina, ignorante, bugiarda e senza logica o speranza.

Thursday, July 14, 2016

14 Luglio ... non è solo la presa della Bastiglia

 
"Uffa, uffa, che noia essere sempre presi nel vortice dei pensieri comuni, degli stereotipi concettuali, dimenticando la bellissima varietà delle alternative! Oggi, per sempio, siamo abituati a collocarlo nella ricorrenza della presa della Bastiglia, a Parigi. Certo, si tratta di un avvenimento solenne che avrebbe aperto la strada alla ricoluzione francese ... e non è poso! Ma, oggi è anche qualcosa d'altro. Chi lo sa?"

Albertine si era presentata con una coccarda infilata tra i capelli e da lei, francese doc, ci saremmo aspettati un panegirico sulla rivoluzione francese. E invece ... un modo diverso di accennare alla cosa per poi filare diritta verso qualcosa d'altro. Gli occhi giravano tra di noi alla ricerca di una qualche risposta alla domanda.
"Ingmar Bergman! Il grande regista è nato proprio oggi. Come non ricordare uno dei massimi esponenti della cultura cinematografica! E vi cito anche una sua frase, In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà. Capite, il rapporto tra sogno e realtà!" Era stato Marco ad intervenire. L'amico architetto che viveva per il cinema e che per questo non riusciva a trovare nessuna che lo affiancasse nella vita.

Lucilla si era appena sdraiata sul divano con un ventaglio in mano. Abbronzatissima per il recente viaggio in Spagna presso un resort all'interno di un campo da golf. Così aveva fatto sport, il suo sport, il golf e si era fatta anche una bella vacanza al mare. "Beh, vi faccio anch'io la mia brava citazione ... Non togliete quel crocifisso: è il segno del dolore umano ... perché oggi è nata anche Natalia Ginzburg che ha scritto non solo il famosissimo Lessico Famigliare ma anche l'articolo che vi ho citato e che venne pubblicato nel 1988 sull'Unità, allora organo del PCI."
Io stavo zitto e gustavo quegli interventi perché mi offrivavo l'occasione di riflettere su cose che conoscevo ma su cui venivo stimolato ad approfondire o su altre che non conoscevo e che per questo mi ripromettevo di leggerle. Stavo zitto ed avrei voluto avere fra le dita una buona sigaretta francese che quasi quarant'anni fa ero solito fumare. Guardavo i capelli di Albertine dietro i quali il sole spandeva i propri raggi.

"Bravi, vedo che siete vivacemente attivi e che non scivolate nel banale pensiero comune. Almeno due alternative alla solita Bastiglia ... ma oggi è festa per la Francia - questa Francia così colpita - e volevo fare riferimento ad un altro avvenimento francese che cade in questo 14 luglio. Vi dico che facciamo un salto nel 1430 e parliamo di Giovanna d'Aeco, la pulzella d'Orleans!" La voce di Albertine era orgogliosamente forte e il tono, tremante di commozione. Sapevo del suo amore per la pulzella a cui aveva dedicato la propria tesi di laurea.
"Oggi, 1430 anni dopo Gesù Cristo, Jeanne d'Arc veniva riscattata per diecimila lire tornesi dal vescovo di Veauvais, un tale Pietro Cauchon. L'apparente motivo era stato quello di poterla giudicare mediante un tribunale ecclesiastico ma invece la manovra servì solo a rivendere Giovanna agli odiati inglesi. Tradita dalla sua stessa Francia, dal Clero francese, e consegnata al nemico della Francia! Tradita lei e la nostra nazione!" Sembrava alquanto eccessivo vedere Albertine piangere ma invece era la pura verità.

"Albertine, mi dolce Albertine, non fare così. Il mondo è pieno di persone che ci hanno aiutato ad avere un mondo così e che sono state tradite dai loro stessi amici o connazionali e fratelli. Sono trascorsi 686 anni, se non sbaglio, e le sue ceneri riposano tranquille. Ma quanto possiamo in effetti dire che una persona morta così sia tranquilla? Il riconoscimento postumo, appaga, lenisce, conforta?"
Mia dolce Albertine, tu come tutte le persone che conosco, che ho conosciuto e che conoscerò, mi stai dando qualcosa. Un momento che colpisce e induce una riflessione e poi un'altra e un'altra ancora in un crescere continuo. Nulla è mai cos', del tutto, definito. Per Origene non era definitivo neppure l'Infermo e il momento della redenzione, del refrigeratum sarebbe venuto. Prima o poi. Eretico nel giudizio degli altri, eppure così intensamente umano in quello della compassione che non si nega mai e a nessuno.

Mia dolcissima Albertine, con i capelli corti e pettinati irregolarmente. Con quel tuo buffo modo di fare che ti costa tanta fatica nel trovare persone leali fino in fondo, al pari di quanto lo sei tu. Mi hai fatto ricordare Giovanna d'Arco. La sua passione. La sua integrità e il suo scontro con l'umana misera, fatta di interesse personale e di calcoli sui vantaggi e gli svantaggi. Hai ascolòtato la voce di Dio. Che lo fosse o meno, non lo sapremo mai. In tutti i casi lo hai creduto e ti sei immolata, è il caso proprio di dirlo! La tua vita, la tua unica vita è stata strumento per qualcosa d'altro che non eri te stessa.
Oggi sei stata tradita ancora un volta. Sei stata venduta e il denaro è passato di mano in mano. Hai seguito il destino di Cristo. Trenta denari prima, diecimila ora. Ma non è finita perché chissà quanti altri, poi, avrebbero seguito questo destino. Cara Albertine, vorrei prenderti per le mani e portatri in un vortice di musica e sogno, dove incontrare la realtà che vive nei nostri pensieri e che, come ha detto Bergman, di tanto in tanto scende a vedere com'è quella del mondo concreto, solo perché fisico.

Soundtrack:  Latte E Miele - (1972) Passio Secundum Mattheum

Sunday, July 3, 2016

Brian Jones & Hyde Park

 
Silenzio! egli non è mai morto, egli non dorme –

si è svegliato dal sogno della vita – siamo noi

che, perduti in visioni di tempesta, vanamente

lottiamo con fantasmi, e in folle estasi

colpiamo col pugnale del nostro spirito

invulnerabili cose inesistenti. – Noi ci decomponiamo

come cadaveri sepolti; la paura e il dolore

ci scuotono e consumano, un giorno dopo l’altro,

e gelide speranze come vermi sciamano nella nostra viva argilla.


L’Uno rimane, i molti cambiano e passano;

i Cieli sempre splendono, le ombre della Terra volano;

la vita, come una cupola di vetro variopinto,

colora e macchia il bianco raggio dell’eterno,

finché la Morte non la manda in pezzi. – Muori,

se vuoi riunirti a quello che tu cerchi!
Seguilo
 dove fuggì ogni cosa! […]


Percy Bysshe Shelley - Adonais
 
Soundtrack: Rolling Stones - Hyde Park Concert - 1969

Friday, July 1, 2016

Spirito

Una cosa che non dovremmo mai dimenticare. Una cosa che non possiamo ignorare per tutta l'esistenza. Lo spirito e il suo senso. Un qualcosa che ci rende liberi dalla materia. Che lo si voglia chiamare come si vuole o che abbia un nome ben preciso. Sempre di Spirito si tratta e sempre di liberazione dalla materia è il suo significato intrinseco. Al suo cospetto tutto si scioglie e si libera. Come possiamo resistergli?

Chiamalo come vuoi. Sentilo dentro di te come desideri o semplicemente come ti si sa presentare. Non chiudere orecchie e sensi al suo richiamo. Un richiamo che libera, che rende l'orizzonte dell'esistenza molto più chiaro e che fa capire l'inutilità della maggior parte dei nostri gesti.




Soundtrack: Children Beyond - Veni Sancte Spiritus