Thursday, July 14, 2016

14 Luglio ... non è solo la presa della Bastiglia

 
"Uffa, uffa, che noia essere sempre presi nel vortice dei pensieri comuni, degli stereotipi concettuali, dimenticando la bellissima varietà delle alternative! Oggi, per sempio, siamo abituati a collocarlo nella ricorrenza della presa della Bastiglia, a Parigi. Certo, si tratta di un avvenimento solenne che avrebbe aperto la strada alla ricoluzione francese ... e non è poso! Ma, oggi è anche qualcosa d'altro. Chi lo sa?"

Albertine si era presentata con una coccarda infilata tra i capelli e da lei, francese doc, ci saremmo aspettati un panegirico sulla rivoluzione francese. E invece ... un modo diverso di accennare alla cosa per poi filare diritta verso qualcosa d'altro. Gli occhi giravano tra di noi alla ricerca di una qualche risposta alla domanda.
"Ingmar Bergman! Il grande regista è nato proprio oggi. Come non ricordare uno dei massimi esponenti della cultura cinematografica! E vi cito anche una sua frase, In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà. Capite, il rapporto tra sogno e realtà!" Era stato Marco ad intervenire. L'amico architetto che viveva per il cinema e che per questo non riusciva a trovare nessuna che lo affiancasse nella vita.

Lucilla si era appena sdraiata sul divano con un ventaglio in mano. Abbronzatissima per il recente viaggio in Spagna presso un resort all'interno di un campo da golf. Così aveva fatto sport, il suo sport, il golf e si era fatta anche una bella vacanza al mare. "Beh, vi faccio anch'io la mia brava citazione ... Non togliete quel crocifisso: è il segno del dolore umano ... perché oggi è nata anche Natalia Ginzburg che ha scritto non solo il famosissimo Lessico Famigliare ma anche l'articolo che vi ho citato e che venne pubblicato nel 1988 sull'Unità, allora organo del PCI."
Io stavo zitto e gustavo quegli interventi perché mi offrivavo l'occasione di riflettere su cose che conoscevo ma su cui venivo stimolato ad approfondire o su altre che non conoscevo e che per questo mi ripromettevo di leggerle. Stavo zitto ed avrei voluto avere fra le dita una buona sigaretta francese che quasi quarant'anni fa ero solito fumare. Guardavo i capelli di Albertine dietro i quali il sole spandeva i propri raggi.

"Bravi, vedo che siete vivacemente attivi e che non scivolate nel banale pensiero comune. Almeno due alternative alla solita Bastiglia ... ma oggi è festa per la Francia - questa Francia così colpita - e volevo fare riferimento ad un altro avvenimento francese che cade in questo 14 luglio. Vi dico che facciamo un salto nel 1430 e parliamo di Giovanna d'Aeco, la pulzella d'Orleans!" La voce di Albertine era orgogliosamente forte e il tono, tremante di commozione. Sapevo del suo amore per la pulzella a cui aveva dedicato la propria tesi di laurea.
"Oggi, 1430 anni dopo Gesù Cristo, Jeanne d'Arc veniva riscattata per diecimila lire tornesi dal vescovo di Veauvais, un tale Pietro Cauchon. L'apparente motivo era stato quello di poterla giudicare mediante un tribunale ecclesiastico ma invece la manovra servì solo a rivendere Giovanna agli odiati inglesi. Tradita dalla sua stessa Francia, dal Clero francese, e consegnata al nemico della Francia! Tradita lei e la nostra nazione!" Sembrava alquanto eccessivo vedere Albertine piangere ma invece era la pura verità.

"Albertine, mi dolce Albertine, non fare così. Il mondo è pieno di persone che ci hanno aiutato ad avere un mondo così e che sono state tradite dai loro stessi amici o connazionali e fratelli. Sono trascorsi 686 anni, se non sbaglio, e le sue ceneri riposano tranquille. Ma quanto possiamo in effetti dire che una persona morta così sia tranquilla? Il riconoscimento postumo, appaga, lenisce, conforta?"
Mia dolce Albertine, tu come tutte le persone che conosco, che ho conosciuto e che conoscerò, mi stai dando qualcosa. Un momento che colpisce e induce una riflessione e poi un'altra e un'altra ancora in un crescere continuo. Nulla è mai cos', del tutto, definito. Per Origene non era definitivo neppure l'Infermo e il momento della redenzione, del refrigeratum sarebbe venuto. Prima o poi. Eretico nel giudizio degli altri, eppure così intensamente umano in quello della compassione che non si nega mai e a nessuno.

Mia dolcissima Albertine, con i capelli corti e pettinati irregolarmente. Con quel tuo buffo modo di fare che ti costa tanta fatica nel trovare persone leali fino in fondo, al pari di quanto lo sei tu. Mi hai fatto ricordare Giovanna d'Arco. La sua passione. La sua integrità e il suo scontro con l'umana misera, fatta di interesse personale e di calcoli sui vantaggi e gli svantaggi. Hai ascolòtato la voce di Dio. Che lo fosse o meno, non lo sapremo mai. In tutti i casi lo hai creduto e ti sei immolata, è il caso proprio di dirlo! La tua vita, la tua unica vita è stata strumento per qualcosa d'altro che non eri te stessa.
Oggi sei stata tradita ancora un volta. Sei stata venduta e il denaro è passato di mano in mano. Hai seguito il destino di Cristo. Trenta denari prima, diecimila ora. Ma non è finita perché chissà quanti altri, poi, avrebbero seguito questo destino. Cara Albertine, vorrei prenderti per le mani e portatri in un vortice di musica e sogno, dove incontrare la realtà che vive nei nostri pensieri e che, come ha detto Bergman, di tanto in tanto scende a vedere com'è quella del mondo concreto, solo perché fisico.

Soundtrack:  Latte E Miele - (1972) Passio Secundum Mattheum

No comments:

Post a Comment