Avevo 14 anni. Ero in Svizzera, in un paesino vicino a Gruyeres. Mia mamma mi aveva mandato là per un mese, da solo, per imparare un poco il francese. Da solo e con l'impegno di andare a lezione un giorno si e uno no presso una signora che insegnava.
Il posto era carino. Ero ospite presso la casa di una signora anziana che si prestava a queste cose. Ragazzi in casa, insieme a suo nipote. Eravamo in tre. Io, suo nipote, appunto e Ahmed (almeno così si chiamava). Insieme sotto lo stesso tetto ma separati per cultura e abitudini e gusti e modi di fare.
La signora che era decisamente anziana, appariva molto formale e con atteggiamenti rigidi su come ci si doveva comportare. Forse io ero un po' troppo irruento. In ogni caso, mi sembrava che vi fosse una certa ipocrisia nello stile. Tutto doveva apparire ordinato, anzi composto, regolare e senza sorprese.
La figlia, la madre del nipote, era sicuramente un cruccio per Lei in quanto non sposata e con un figlio il cui padre era, non si sa ... Però questo non interessava più di tanto. il nipote, di cui oggi mi sfugge il nome, aveva un motorino monomarcia che rappresentava per noi una chicca. Quanto desideravo il motorino!
Non giocavo con lui e neppure con l'altro, Ahmed, di cui non ricordo nulla di dove provenisse e perché fosse lì. Bruno, della mia stessa altezza, penso lo fosse anche per l'età. Parlava francese e quindi doveva essere algerino o meglio tunisino. Ricordo che si faceva insieme colazione, tutti e tre e poi il pranzo e la cena. Alla televisione c'era lo sbarco sulla luna.
Durante il giorno, appena libero, andavo in piscina e restavo lì a prendere il sole e fare il bagno. Mi capitò di conoscere una ragazza che aveva qualche anno di più di me. Era italiana ed era ospite in un collegio della stessa cittadina. Parola dopo parole, ecco il primo appuntamento e poi lunghe passeggiate per i pendii e i boschi. Nulla di più. Si chiamava Stefania. Il primo bacio.
Una sera chiesi se poteva venire a cenare da noi. Anche lei chiese il permesso e la cosa si fece. Dopo cena, ecco che ci si mise nella stanza del nipote a sentire la musica. 'Suzie Q' dei Creedence Clearwater Revival era quella che più mi piaceva, insieme a 'Hey man' di Otis Redding. E mentre si ascoltavano i dischi, ecco che Ahmed comincia a fare avances a Stefania.
E poi la sfiora e poi fa lo stupido e lei appare imbarazzata. A questo punto, gli prendo il polso e gli dico con un francese abbozzato di fermarsi e smetterla (ma, arréte). Uno scatto. Ahmed si alza in piedi e mi vomita addosso parole su parole che non capisco e poi mi sibila una frase che ricordo ancora adesso per la stranezza. "Je te casse la gueule"
Stranezza perché non avevo mai sentito quella frase, quel concetto mi era del tutto ignoto e non avevo letto mai di alcuno che lo avesse pronunciate. Rimasi scosso, ma non di paura perché, fin da allora, non temo le situazioni. Ahmed se ne andò e poi, avendo presumibilmente finito il suo soggiorno, partì. Non successe nulla ma la frase me la ricordo. Brutale, selvaggiamente cattiva e crudele.
Già da allora l'ignoranza mi dava fastidio. Oggi la frase è ancora attuale. Abbiamo di fronte l'ennesimo gesto barbaro, ignorante e crudele. Perpetrato nei confronti, questa volta, di un sacerdote che a 84 anni si è rifiutato di inginocchiarsi ed è stato ucciso in quel modo. Ora, è al fianco di Dio e ci guarda dalla grandezza del suo martirio. Gli assassini, 19 e 17 anni sono stati 'neutralizzati' secondo un nuovo modo di dire quando il criminale viene messo nelle condizioni di non nuocere, attraverso la morte.
Cultura barbara. Ignoranza e stupidità. E dall'altra parte, grandezza di un sacerdote, a Saint-Etienne du Rouvray, che aveva detto poco prima ai suoi parrocchiani di "prendere il tempo di vivere qualcosa
insieme. Un tempo per essere attenti agli altri. Un tempo di
condivisione: condivisione della nostra amicizia, della nostra gioia. Un
momento di vicinanza ai bambini, mostrando loro che contano per noi. Un
tempo anche di preghiera: attenti a ciò che accade nel nostro mondo in
questi tempi".
Ieri sera, nel nostro Paesino, una messa alle 21 e una processione. Era Sant'Anna.
Soundtrack: Minimalist music/art
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