Nel nome della rosa |
"In monastero bisogna evitare assolutamente che per qulsiasi motivo un monaco presuma difendere o farsi quasi protettore di un altro, siano pure congiunti in un qualsiasi grado di parentela.
I monaci non se lo devono permettere in nessun modo, perché ne può nascere una gravissima occasione di scandali.
Se qualcuno mancherà in questo, sia punito severamente."
La regola suscita antitechiche sensazioni, tra loro nettamente contrastanti.
Mystic Path - Santiago Rusiñol |
L'altra è nei confronti della logica dell'ipocrisia e della convenienza. Cioè nei riguardi del pensiero utilitaristico e quindi in una dimensione di sacrificio del singolo (indipendentemente dalla giustezza delle idee) a favore della opportunità.
Se si legge bene la "regola" ci si rende conto che deriva dalla trascendenza del pensiero e del comportamento e che quindi, poiché il riferimento di principio e di fine è Dio, non può esistere idea differente e quindi, chi sbaglia o è accusato è indifendibile in qianto trasgredisce la regola della trascendenza.
Huang Yong Ping (b. 1954 in Xiamen, Fujian province, China) - Wu Zei, 2010. A 25 meters wide Octopus from the exhibition Mediterranean Sea at Monaco’s Oceanographic museum |
Ecco, dunque, la regola benedettina viene ricalcata in marina e così pure nell'esercito, ecc ... anche in politica (almeno una volta, quando i sostenitori del governo esternavano sempre la stessa versione senza alcuna interpretazione personale che non fosse stata precedentemente concordata) perché segue la logica dell'univicità e dell'unità che sono sempre espressione, almeno formale, di forza.
Nora Gregor - La regle du jeu - Jean Renoir (1939) |
Ecco che bisogna sempre fare distinguo su distinguo. Anche se un comportamento unico e condiviso (in linea generale e di massima) è oggettivamente necessario. Però sul concetto del "non difendere o farsi protettore di un altro" ... questa è decisamente difficile da concordare ...
Les amants du Pont-Neuf - Leos Carax (1991) |
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