Monday, March 14, 2016

Tra l'equilibrio costruito e la forza devastante

 
"Giorgio è un tipo mite. Direi molto mite. L'ho sempre visto sereno e in rarissime occasioni ho intuito in lui la forza di una risposta rabbiosa che non si esprimeva mai all'esterno. Ho sempre pensato che fosse pacato in tutto. Noioso e per nulla attraente. Questoa sensazione è durata molti anni ma è terminata improvvisamente  qualche sera fa. Ho visto Giorgio nel suo profondo essere. Un vulcano di aggressività e forza devastante!"

Enrica stava raccontando queste cose con un tono di voce decisamente concitato, quasi febbrile, mentre le ciglia sbattevano veloci e sorseggiava piccole quantità di un Gin dal colore azzurrino. Il Gin della Regina Vittoria. Lo conoscevo bene essendomi ubriacato una volta, qualche decennio fa. E come ricordavo bene quel malessere tremendo che mi aveva accompagnato una notte intera!
"Giorgio non sapeva che fossi li, a quella festa-concerto e anche io l'ho visto per caso. Mai l'avrei riconosciuto così vestito, così eccitato e pieno di violento furore. La sua voce era diversa dal solito. Dal solito essere dolce e delicata. Di', ti ricordi quando a Copenhagen nel 1971 eravamo andati al concerto dei Led Zeppelin? Ti ricordi quanta forza devastante avevamo sentito vibrare nell'aria? Ecco, l'altra sera era quasi così!" L'eccitazione nella sua voce era quasi palpabile.

"Vestito con pantaloni di pelle attillatissimi e una camicia bianca aperta quasi fino alla vita e una giacca nera sopra che svolazzava qua e là. Sul palco! Mai mi sarei aspettata questo. Il viso truccato con un pesante mascara intorno agli occhi e le labbra di un colore viola ... ma la voce! Era la voce che mi spaventava! La sua voce trasformata, urlata, distrutta nelle urla che si rifacevano a Robert Plant. La musica era degli Zeppelin e il gruppo che lo sosteneva era decisamente bravo. Ma lui ...."
Alexandra Gallagher
Altri due brevi sorsi di Bombay Sapphyre e poi Enrica aveva ripreso. "Keep me cooling babe ... La sua voce era fuori dal mondo. Perfetta per un rocker perso da decenni di concerti. Navigato, forte, rude, aspro, violento, devastante e il sudore che gli faceva aderire la camicia alla pelle. Sono andata avanti tra la gente e sono arrivata sotto il palco. Con le lacrime agli occhi e il cuore che batteva all'impazzata. Tremavo e non sapevo perché." Più volte la sua voce si era rotta e il tono era diventato quasi roco.

"Sono stata lì, sotto, per tutta la sera mentre vedevo Giorgio, il mite Giorgio, snocciolare una canzone dopo l'altra di Robert Plant e Jimmy Page. Poi la luce si è spenta al termine di una Whole lotta love sconvolgente ed è venuto il silenzio. Le orecchie mi continuavano a fischiare tanto forte era stata la musica fino a quel momento e le braccia le sentivo dolenti per la tensione dei muscoli e il fiato era affannato e il sudore mi scendeva fino negli occhi."
Capucine
"L'ho cercato, l'ho visto sfilarsi via tra la gente che lo toccava e lo sfiorava e l'ho visto uscire nell'atrio del teatro ... e l'ho seguito. Non poteva non avermi vista. Di colpo tornata adolescente senza alcun freno. L'ho visto in mezzo ad un gruppo di ragazzi e di ragazze e poi gli ho visto alzare un braccio e spostare con violenza il corpo di un ragazzone che lo bloccava. Un solo gesto che aveva quasi fatto ribaltare un bestione di oltre cento chili. Giorgio era così? Ma era veramente Giorgio?" Enrica si era fermata.

Giulia l'aveva abbracciata e le stava asciugando il sudore dalla fronte mentre le lacrime scioglievano l'eye liner e il nero raggiungeva le sue labbra di un rosso corallo luminoso. Glitter, glossy, punch me. Una volta aveva detto questo mentre si alzava con una certa fatica dal divano della discoteca che avevamo raggiunto al termine di una cena.
Justyna Kopania - Night - 2011
Forse stava esagerando con il gin ma non avevamo il coraggio di toglierle il bicchiere. "La settimana dopo l'ho incontrato in facoltà e gli sono andata proprio sotto per vedere se mi riconosceva e come reagiva. Aveva la mano fasciata. Quella mano, di quel braccio che aveva con forza allontanato quel ragazzone. Mi ha guardata e ha sorriso e la sua voce che mi salutava era la solita. Dolcissima e delicata. Il Giorgio professore. L'equilibrato Giorgio, il punto di riferimento per risolvere le cose."

"Non ho avuto la forza di chiedere nulla e di fare riferimento a nulla. Ho solo fatto cenno alla mano e l'ho guardato con uno sguardo interrogativo. Mi ha risposto allo sguardo con un sorriso e mentre si allontanava mi ha detto 'ho dovuto spostare un ostacolo ...' poi è entrato in aula per la lezione che doveva tenere."
Tom Jensen
"Non i pantaloni di pelle nera. Non il volto truccato. Non la voce di Robert Plant. Non la forza e la violenza devastante. Solo compostezza e professionalità. Il Giorgio di sempre ..." Enrica si è interrotta e poi ha guardato prima me e poi Giulia. Si è soffiata lievemente il naso. E con un mezzo sorriso e gli occhi lucidi e bagnati ha detto "Ed ora come posso dirgli che mi ha gettata in uno stato di amore e confusione quasi da adolescente. Amo il suo suo alter ego e non il professore. Come posso? Accetterà di fare condividere all'etico professore il rocker dal modo violento e trasgressivo? Potrà rinunciare alla sua dualità?"

E, mi sono detto e domandato se anche noi siamo disposti a rinunciare alla nostra dualità. A rinunciare al segreto di noi stessi e rinunciare a quello che non potrebbe essere accettato dalla società. Cosa è meglio fare? Essere totalmente noi stessi o rinunciare per un bene equilibrato e conformista? Enrica, perché hai evocato questo dramma che sembrava sopito?
Dennis Perrin - From the Back
Soundtrack: Led Zeppelin - Whole Lotta Love

No comments:

Post a Comment