Wednesday, March 23, 2016

Dal disprezzo al composto e irremovibile rifiuto

Fred Einaudi
Non so cosa pensare.
Sono convinta che tutti non sappiano cosa pensare.
Anche se di allenamento possiamo parlare, ormai.
Allenamento ad un terrorismo incolto e profondamente fallimentare.
Capace di reclutare solo tra ignoranza e superficialità e stoltezza.
Perché dietro a chi esegue non esiste pensiero.
Perché dietro a chi organizza e pianifica c'é solo idizia omicida.
Va bene, sono morto. Mi hai ucciso. E allora?
Cosa hai creduto di fare? Morirai anche tu.
Prima o poi e sarai di fronte al giudizio di Dio.
Un Dio che, indipendentemente da come lo si voglia chiamare,
mai e poi mai può accettare l'omicidio, la violenza e la stolta crudeltà.

 
Nessuna azione di questo tipo,
che si svolga a Parigi, Bruxelles, Madrid, Beiruth, Ankara, Sharm el-Sheik o altro,
ha la dignità di essere chiamata in modo diverso da stoltezza e ignoranza.
Non c'è religione, non c'è ideologia politica, non c'é lotta scociale.
Non c'é nulla di tutto questo.
Solo ignoranza e stoltezza omicida.
Ignoranti, stolti che uccidono senza un significato.
L'avrebbero fatto per una bottiglia di birra o per entrare prima al gabinetto.
L'avrebbero fatto solo per credere di essere qualcosa. Di avere un significato.
E invece, sono solo il nulla.

Meghan Howland
Ora sono morto. Tu morirai come me. Non importa quando.
Io sarò accolto nel cielo dei giusti, dei buoni, dei delicati.
Tu entrerai nell'oblio degli stolti che non merita alcun ricordo.
Per questo, non sei degno neppure di essere oggetto di rabbia, di odio.
Ecco, non sei degno. E' un disprezzo - il mio - verso il nulla che uccide.
Ecco, è il rifiuto di scendere allo stesso livello.
Non sarà occhio per occhio perché altrimenti riconosceremmo una identità.
Invece, è rifiuto di reagire nello stesso modo.
Un litro di sangue chiede un altro litro di sangue.
Un corpo tronco a metà chiede un altro moncone di uomo.
Non così. Severa, inscalfibile dignità di fronte alla bestialità ignorante.

Mark Rothko - Black, Red and Black - 1968
Mi stringo sui corpi di chi ha perso la vita, qui e là.
Mi stringo alle persone che piangono un dolore acuto.
Mi stringo a chi è rimasto sena una persona vicina.
Mi stringo al mondo.
Perché chi è degno è uguale a tutti.
Chi è degno è universale.
Non religione, non pelle, non cultura, non ideale.
Solo grande e generale dignità,
che rifiuta l'ignoranza
e la stoltezza omicida
del nulla.

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