|
Edgar Degas - Young Woman with Ibis |
"Dove pensi di essere? Dove sei? Sei qui o cosa?" Così aveva esordito, spazientito, Andrea di fronte all'atteggiamento apparentemente 'assente' di Luisa. Luisa era assorta in pensieri privati e non stava partecipando al briefing che veniva dato nella riunione del mattino in ufficio.
Andrea era il suo 'capo', il suo responsabile. Un tipo nevrotico e iperattivo, poco incline a qualsivoglia 'volo Pindarico'. Più pratico che strategico e, per questo, molto insicuro e ansioso. Luisa aveva qualche anno più di lui e una grossa esperienza nel campo lavorativo e, anche per questo motivo, una calma esasperante. Quella di chi sente sicura di riuscire a dominare ogni evenienza.
|
Kris Knight - 2013 |
Luisa non aveva fatto carriera semplicemente perché si era sempre dimostrata poco 'allineata' e spesso anche critica sulle scelte aziendali che non fossero più che etiche. Il suo precedente capo, Leonardo, più volte le aveva detto di non avere la sensazione di poterla controllare. "E più cercherai di farlo e meno ci riuscirai!" gli aveva risposto una volta Luisa e la cosa era finita lì.
L'azienda voleva un controllore controllato e controllabile e quindi aveva scelto il giovane Andrea e aveva lasciato Luisa in un ruolo subordinato. "Che peccato!" aveva esclamato gran parte delle persone del team, consce del valore di Luisa, rispetto a quello del giovane che era stato premiato/promosso.
|
Hollie Chastain |
Andrea, sotto sotto era ben conscio di questo e, a maggior ragione, tendeva ad essere aggressivo verso di lei ma Luisa non gli dava la benché minima soddisfazione. Con grande classe riusciva perfino a fargli vedere, a dimostrargli, la validità delle sue idee contrapposte a quelle di lui. Andrea era però abbastanza scaltro ed opportunista ed aveva capito che gli conveniva avere Luisa come mente propositiva, tanto lei non sarebbe mai andata a rivendicare la paternità delle idee di fronte all'alta dirigenza. Lo faceva già Lui e, per questo, i grandi capi avevano stima per lui.
In verità, i grandi capi sapevano benissimo che il motore di tutto era Luisa e che Andrea viceversa era solo il controllore. Faceva però comodo a loro avere un galoppino che appianava ogni contrasto e manteneva i rapporti con lei. Lei, così combattiva e faticosa da gestire. L'intelligenza a volte è faticosa da gestire.
|
Carole Brémaud - Vanishing II |
Quella mattina, Andrea forse era stato più sgarbato e rude del solito. Luisa era però veramente distratta. Lo sapeva, si era accorta, ma non poteva farci nulla. Alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi verdi in quelli azzurri di lui. "Scusa Andrea, ma non ti peoccupare, recupero subito il filo del discorso. E aveva snocciolato, cioè ripetuto, le ultime parole di lui." Gli aveva dimostrato che anche se distratta, la semplicità (banalià?) dei suoi concetti non poteva sfuggire a nessuno. Tantomeno a lei.
Aveva poi aggiunto che forse il problema poteva essere visto anche in modo diverso da quello presentato, proprio per dare un senso di innovazione alla risposta che l'azienda doveva dare al cliente. Citava esempi di precedenti campagne pubblicitarie che avevano già percorso il brief che Andrea stava dando. Portava soluzioni già viste, recenti e passate. Campagne pubblicitarie famose ma anche sconosciute ai più. L'esperienza unita all'attenzione faceva la differenza!
|
Antonio Mora - Timeskin |
Poi, il cellulare di Luisa aveva preso a suonare. "Hasta siempre comandante ..." Non poteva che essere qualcosa di simile la sua suoneria e già in più occasioni le avevano detto di cambiarla per l'imbarazzo che poteva dare (anche solo per un momento) in presenza dei clienti. Già, i clienti! Dando per scontato che questi dovessero sempre essere apolitici o potenzialmente di opinione diversa.
Luisa si era scusata ma aveva però risposto. Brevi frasi e un saluto. Nessuno poteva avere capito alcunché di quella chiamata. "Dunque, Luisa, ti ringrazio dei suggerimenti ma ci ho riflettuto molto e penso che la linea che ho indicato sia la più realizzabile ed efficace." Questo aveva risposto Andrea. Aveva quindi chiuso il portatile e aveva aggiunto che in mattinata sarebbe pervenuta a tutti una email con il documento-brief e con i necessari allegati. "Ciao e buon lavoro" ed era uscito.
|
Michael Carson |
Franca si era alzata subito dal suo posto ed aveva raggiunto Luisa dall'altro capo del tavolo. "Ciao, sei stata bravissima! Sembravi veramente assente, eppure hai tirato fuori idee molto interessanti. Sai cosa ti dico? Se ti va bene, provo a svilupparle indipendentemente da quello che ha detto Andrea. Come proposta alternativa! Cosa dici?"
Un sorriso sulle labbra e uno sguardo di piacevole intesa, quasi di sottecchi. Non un accordo segreto, anzi, poco dopo lo avrebbero comunicato via email a tutto il gruppo, all'insegna della libera espressione ma con l'impegno di non trascurare la linea dettata da Andrea (anzi, di darle la priorità) .
|
Bernard Fleetwood-Walker |
Roberto, uno degli 'art director' del gruppo, mentre passava accanto a Luisa si era sentito in dovere di scimmiottare Andrea "Ma, ci sei? Dove diavolo sei stata mentre presentavo il brief?" con una voce stridula e poi ridendo. Luisa si è voltata e gli aveva detto "Aveva però ragione! Ero molto lontana. Ero persa in un mondo ideale che sto inseguendo da giorni. L'altro ieri mi sono imbattuta in una fotografia di Frida Khalo. Era bellissima, lei che ha un viso con tratti molto marcati, quasi inconsueti, in parte persino androgini. Era stupenda e ho immaginato di fare l'amore con lei. Mi sentivo come Tina Modotti, la fotografa che si narra sia stata una delle sue amanti."
Luisa si era interrotta. Forse non era il caso di spiattellare queste sue fantasie in modo così aperto. Il mondo dell'ufficio è molto 'piccolo' in tutti i sensi. Mancava solo che girasse voce che, oltre a comunista, fosse anche lesbica! Aveva guardato Roberto e gli aveva detto "Capita, no? Capita di guardare un corpo del tuo stesso sesso e provare ammirazione al punto di accarezzarlo? Sarà capitato anche a te guardando quei modelli scolpiti delle pubblicità di D&G o Armani? Sia inteso, mi piacciono gli uomini e solo gli uomini. Peccato che di uomini veri ce ne siano veramente pochi in giro ... e non parlo dal punto di vista delle prestazioni sessuali. L'uomo è anche, se non sopratutto, altro. Ben altro!"
|
Gu Zhinong - Chinese realism |
Pausa di sospensione e poi "Roberto, come va la tua 'love story' con Francesca della produzione? Funziona bene? Siete felici?" Era un modo per tagliare con la sua esternazione ingenua di prima e passare al contrattacco. C'era riuscita. Roberto, preso di petto, aveva solo farfugliato che, si, andava ... ma nulla di più. Forse erano già nella fase di esaurimento. "Ciao Luisa, scappo che ho da fare ..."
Franca, invece non mollava. Franca era da sempre una sua amica. Fidata. "Dimmi, Luisa, dov'eri? Eri in Messico? Eri con Riveira o con Trotsky? Dimmi, dai ..." Luisa era però un po' annoiata di tutto questo interesse, in fondo erano affari suoi. Sperò che qualcuno la cercasse sul cellulare, di nuovo, per avere la scusa di andarsene. Nulla!
|
Karoly Patko - Nudes - 1927 |
"Si, forse ero in Messico ma non sono sicura. Faceva caldo, questo è certo. Profumi solari, luci intense. Ma non so. Scusami ma non ho neppure io le idee chiare. Come Roberto sulla sua vita. Ci sentiamo dopo. Ciao." Si era alzata di scatto e, raccogliendo il tablet e la borsa, era uscita dalla stanza. Libera! Sola!
Aveva preso l'ascensore sperando che non ci fosse nessuno. Proprio come desiderava, nessuno! Aveva premuto il tasto per l'uscita e quindi aveva guadagnato la strada rapidamente. Via, Via, Via, aveva pensato. Non sopporto più nulla e nessuno oggi. Non voglio essere in nessun posto e con nessuna persona. Libera con me stessa.
|
Louis Treserras |
Era quasi ora di pranzo e domandandosi dove andare per stare sola le era venuto in mente il Govinda. Il ristorante degli Hare Krshna da cui mancava da almeno 30 anni. Magari era chiuso, non esisteva più. A piedi per Milano. In mezzo a ragazzotti e ragazzotte multicolori e a turisti, oltre ai soliti milanesi indaffarati. Via Valpetrosa, al 5, si ricordava e si era diretta a passo veloce. Magari, andando presto avrebbe evitato l'affollamento.
Il ristorante esisteva ancora. Ingresso piccolo. La solita solfa dell'iscrizione alla comunità religiosa e poi la saletta. Semplice, pulita. Tre persone in tutto. Sconosciuti e singoli. Nessun rumore, nessun chiacchiericcio fastidioso. Solo una tenue atmosfera intima. Perfetto, si era detta!
|
Xia Junna |
Ecco. Luisa era là. Sola. Felice di essere in un posto che era a Milano ma che al tempo stesso era lontano decine di migliaia di chilometri da Milano. Non qui e non là. Proprio come si sentiva. Apolide. Sola e distaccata. Senza alcun obbligo sociale. Commensali che silenziosamente consumavano il pasto vegetariano. Niente alcool (purtroppo) ma solo una bevanda di té.
Oggi andava così. Di solito capitava nelle grandi occasioni (compleanno, inizio autunno, riconoscimenti, ecc ...). Oggi invece era un giorno qualsiasi ma il bisogno del 'nulla' era imperante. In nessun luogo. In nessun tempo. Con nessuno. Con il solo 'nulla'. Senza alcuna voglia o desiderio. In un limbo splendido. Pronta a rifiutare qualsiasi contatto per restare così. Da sola. Felice.
|
Osamu Obi |
Soundtrack:
Terry Riley - A Rainbow in Curved Air
No comments:
Post a Comment