Monday, August 31, 2015

E se ci perdessimo il meglio?

Aristide Maillol
Ero seduto al tavolino di un bar sul lungolago e mi gustavo l'aria fresca del mattino unita al caldo del sole di agosto. La gente intorno scambiava parole in toni sommessi che non interrompevano il flusso dei pensieri. Il cappuccino aspettava di fronte a me e mi ero pure concesso una brioche con la marmellata. Avevo tempo! Più di un'ora e questo mi piaceva molto.

Avrei dovuto essere all'appuntamento con mia moglie alle undici e mezza e quindi avevo tutto il tempo per dedicare questo rempo alla lettura ed alle riflessioni su quanto accadeva intorno a me. Ho sempre amato guardare ed ascoltare e pensare, prendendo spunto da quello che mi circonda. Un gusto piacevolissimo che, appena posso, mi concedo. Quella mattina era così.

Kimia Ferdowsi Kline
Il libro era in inglese. Just Kids di Patty Smith e lo leggevo con il dizionario del cellulare. Un dubbio, una ricerca e l'interpretazione della traduzione che non era sempre perfetta, precisa. Leggevo ma anche ascoltavo. Patty Smith raccontava le proprie esperienze di vita all'inizio. Quando, da sola, era uscita di casa per affrontare l'esistenza.

La sua vita era appena iniziata con una gravidanza e un parto, con una bambina che avrebbe lasciato ... "In the spring of 1967 I assessed my life. I had brought the child healthy into the world and placed her under the protection of a loving and educated family." Non ci sono altre parole dedicate alla figlia. Nata e lasciata. Già questo mi trasmetteva perplessità su atteggiamenti egoistici e superficiali.

Ryan Pickart - Odette
Poi, il libro seguitava con la descrizione delle prime esperienze a New York, ecc ... e mentre leggevo non potevo fare a meno di riflettere su quello che la vita forma nei primi 20-30 anni. Di quanto l'individuo è in grado di esprimere e di come gli standard educativi possono limitare l'espressione e le prospettive di una persona.

"Ciao! Tutto bene? Avete saputo di Lorena, la figlia del Tony e dell'Aurora? E' tornata dall'Australia!" La frase era stata gridata e tutte le persone ai tavoli del bar non avevano potuto fare a meno di voltarsi. Lui, quello che aveva gridato, era un anziano signore vestito da montanaro nonostante la temperatura estiva. Camicia di flanella e pantaloni di velluto. Corti poco sotto il ginocchio e due calzettoni che si infilavano negli scarponi da passeggiata sugli alpeggi.

Rex Ray - San Francisco based paintyer
I destinatari del saluto erano invece una coppia di anziani che erano vestiti in modo normalissimo per una domenica mattina in un paese lungo il lago. Pantaloni e camicia lui e gonna e camicetta, lei. Subito avevano scostato una sedia per fare accomodare il loro rumoroso amico al tavolino. Detto fatto, erano poi sprofondati nella conversazione privata, dopo avere ordinato un caffé alla cameriera.

Questa è una tipina aguzza, non giovane e con l'aria sempre un po' turbata. Tra l'imbarazzato e il potenzialmente indispettito. Non l'ho vista sorridere che rare volte e solo per un breve istante. Il marito o compagno, addetto alla macchina del caffé, è alto e la barba dei tre giorni e tendenzialmente il broncio. Tutto sarebbe meglio, ho pensato, se fossero un po' diversi ... meno chiusi e invece sorridenti ... ma la posizione è ottima e il caffé e la brioche buoni. Per questo hanno sempre qualcuno da servire.

Sergio Cerchi - Sitting Red Haired Girl
"Allora, vi dicevo, Lorena è tornata e sembra che tutto sia andato bene! Me lo ha detto direttamente il Tony che, con la sua vecchia, deve avere tirato un gran sospiro di sollievo al rientro della figlia. Pensa, a 22 anni una figlia che se ne va in Australia. Da sola." La continuazione della prima frase, urlata, mi giungeva ora delicatamente. "Pare che abbia trovato lavoro prima come camerirea e poi ha conosciuto altri ragazzi e ragazze italiani e hanno aperto un locale. E le cose sembrano andare bene, anche. E' tornata per una vacanza."

"Di', quanto è stata via? Tanto, vero? Perché non mi ricordo bene la partenza." La signora aveva domandato mentre si puliva le labbra del caffé schiumato. "Col mese prossimo fanno due anni, mi sembra" aveva risposto il 'montanaro'. "Bon, se le cose sono andate bene son contento ma è certo che l'Aurora e il Tony vivevano male la lontananza. Loro che hanno lavorato tutta una vita per fare studiare la figlia, vedersela partire così, lasciando gli studi!" ... si era intromesso il signore in camicia bianca.

Mary Bell Eastlake - In the Orchard - circa 1895
"Non era anche fidanzata o quasi col figlio della Rita? I due ragazzi mi sembrava avessero fatto anche dei progetti ... So che lui, mi sembra si chiami Sebastiano, ha continuato a studiare ed ha finito l'università. Si è laureato l'anno scorso. Lo so perché mio nipote fa il volontario con lui nelle ambulanze." aveva proseguito il 'montanaro', "Mi sembra anche che non abbia ancora trovato lavoro da queste parti e stia cercando in giro ... ma, finora nulla!" Il vento si era levato e stava spettinando la moglie del signore in camicia bianca.

Il 'montanaro' aveva bevuto il caffé e si muoveva per alzarsi. Borbottava che aveva non so quale impegno e che doveva partire. Un saluto con un cenno, un "ossequi" con eleganza alla signora e poi si era diretto alla cassa per 'regolarizzare'. "Ma no, lascia stare ... cosa fai?" aveva esclamato il signore in camicia, accorgendosi che l'amico intendeva offrire a loro due la consumazione. Da queste parti si usa fare così. Una gara a chi offre ... almeno questo.

Bessie MacNicol - Two sisters, 1899
La coppia aveva ripreso a parlare tra di loro, penso, della notizia relativa a Lorena ma il tono era sommesso e il vento faceva il resto. Non sentivo più. Ho ripreso la lettura ma il pensiero è andato al concetto delle scelte di vita. Lorena era andata via, abbandonando gli studi che le erano stati programmati. Aveva rischiato e ora sembrava, da quanto detto, che avesse un lavoro. Lontano, ma un lavoro. Nessuno aveva parlato di felicità e quindi non si può dire nulla su questo argomento.

Sebastiano era invece rimasto. Aveva proseguito gli studi e si era laureato ma ora cercava , pareva senza successo, un lavoro. Attaccato alla casa natale, al suo territorio, non si era avventurato ed era rimasto. Non posso accennare neppure per lui al fatto che potesse o meno essere felice.

Sir John Lavery - Ariadne - 1886
Si tratta di due scelte. Partire e rischiare. Rimanere e sperare. Cosa è meglio? Io sono rimasto e non ricordo di avere sperato ma solo di essermi dannato per ottenere qualcosa. Ci sono riuscito ma, in uno sprazzo di avventura durato 6 mesi, ero anche andato all'estero e poi ero rientrato. Ora, mosso dallo spirito dell'avventura, mi dico che se tornassi indietro, ripartirei e chissà cosa sarebbe poi successo.

L'avventura è esaltante. In un modo o nell'altro, sempre formativa. Penso, adesso, che gli anni fra i 18 e i 28 debbano essere sacrificati un po' all'avventura e che i genitori dovrebbero pensare più alla formazione della persona che all'impostazione di una carriera. In fondo, quando si pensa alla carriera si pensa al conformismo. Il confromismo è un valore tendenzialmente medio. L'avventura può invece essere un picco o un buco. Il genitore teme e spera nel conformismo. Cosa è invece meglio?

Montserrat Gudio
E mentre sorseggio il cappuccino e spezzetto la brioche per mangiarne un poco, mi chiedo cosa farei con mio figlio. Lo lascerei andare o cercherei di convincerlo a rimanere? E' meglio che lui sia se stesso o una fotocopia dei genitori? In questo, io sento di avere impiegato 50 anni per guadagnare un po' di me stesso e di avere continuato e di continuare ancora adesso lungo la strada della conquista ma trovo tante contraddizioni.

Tra quello che sono e quello che forse avrei voluto essere. Al punto che, mentre il vento continua a soffiare invitando le persone anziane a rientrare nel bar, abbandonando i tavolini esterni, mi sento che, se fosse possibile, chiederei a Dio di avere una seconda possibilità. Per fare tutto il contrario di quello che ho fatto. Non che abbia rimpianti e che non sia felice di quanto ho vissuto. E' solo che non ho certezza che non avrebbe potuto essere ancora meglio. Chissa? La vita dovrebbe dare due chances.
Sara Zin - Painter born in Seoul, Korea
Soundrack: GIUSEPPE TARTINI.- CONCERTO EN RE MAJEUR POUR TROMPETTE

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