Saturday, August 15, 2015

Scatto dopo scatto e poi il silenzio

Xi Pan - Breeze
Non so come è saltato fuori.  Da anni conoscevo il Sig. Luigi V. Un dialogo professionale, il nostro. Impersonale pur essendo necessariamente personale. Formalmente personale, direi. Poi, non so realmente come, si è aperta una finestra. La finestra sull'uomo. Sulla sua vita.

Hai l'aplomb del commerciante, dell'impiegato, della persona con un lavoro prevalentemente routinario ... e invece hai girato l'Italia in modo, a dire poco avventuroso. Questo mi dicevo tra me e me. "Ma lo sa che posso dire di conoscere tutti i gabinetti delle città del Giro d'Italia?" mi hai tirato fuori ridendo.
Steven Alexander - Mantra I
Questa uscita potrebbe preludere ad un niagara di tipo urologico. Un problema di prostata, ho pensato stando al gioco ... Luigi V ha sorriso, anzi sobbalzava ridacchiando "Dire così può fare pensare a tante cose ... e invece posso dirlo con tutta sincerità! perché ho fatto il fotografo tutta la vita."

"Lavoravo per una delle maggiori agenzie del mondo e ho fotografato di tutto." hai proseguito, "tutti i politici italiani ed esteri e tutte le manifestazioni sportive. E poi, cronaca di ogni genere. Dove era necessario, io venivo mandato. Mi trovavo sempre con gli stessi, delle altre agenzie. Amici ma anche rivali (sopratutto). Che lotte per uno scatto!"

Frank Zappa - The lost episodes (cover)
Ormai, il fiume era in piena e non ti potevi fermare (ed io ero felicissimo di ascoltare) "... e dopo gli scatti, via di corsa in gabinetto per allestire una qualche camera oscura per tirare fuori la foto. La foto giusta! Perché subito dopo bisognava spedirla con il sistema "telephoto" e ... chi arrivava prima, vinceva! I giornali acquistavano la prima e la migliore! E l'agenza ti pagava per questo."

"Adesso è chiara la frase di prima sui gabinetti che conosci!" ho esclamato. "Certo, ogni bagno era preso d'assalto. E che corse e gli albergatori, i ristoratori e i proprietari dei bar lo sapevano e si diventava amici, complici. Ci si conosceva e quindi ti permettevano di occupare un bagno anche per mezz'ora di fila."

Olga de Amaral - Work
"Riconoscimenti ufficiali pochi. Un lavoro nell'ombra. Qualcuno diventava famoso se gli capitava lo scatto fenomenale oppure se non aveva famiglia e poteva dedicarsi a qualcosa di specifico o tentare la via dell'indipendente. Del freelance. Chi invece aveva alle spalle moglie, figli e mutuo doveva lavorare da impiegato. Pochi fronzoli e stipendio fisso." Il suo sguardo era lanciato nel passato.

"Quando sono andato in pensione, il direttore dell'Agenzia (la più famosa del tempo ed anche oggi) mi ha chiamato e mi ha detto se volevo continuare come indipendente. Ma ero stanco e i nipoti erano arrivati ed avevano bisogno del nonno e gli ho detto di no. Allora mi ha regalato, come premio e ricordo, tutta l'attrezzatura che usavo. Macchine, obiettivi e altro, due borse piene! Pensi, le ho ancora, a casa!"

Ero molto, molto interessato alla sua storia, amando la fotografia al pari dell'arte pittorica, e allora ho chiesto se avesse anche delle fotografie. "Delle fotografie? Migliaia e migliaia. Stampe e negativi! Goal e arrivi del Giro a parte, ho le foto dei politici degli anni cinquanta, sessanta e settanta. Eisenhower in visita in Italia che mi ha stretto la mano e mi ha dato una pacca sulla spalla dopo che ero caduto dall'albero su cui mi ero appostato per fotografarlo. E Andreotti che mi ha fatto avere il Cavalierato del Lavoro perché mi aveva visto tante volte e mi conosceva e voleva darmi in riconoscimento per la professionalità ... e tanto altro. Uh!"

Non è mio argomento di lavoro. Mi occupo di altro ma ricordo quanto fatto in un'altra occasione, quando un ex-medico della Scala mi ha fatto sapere che per oltre 20 anni aveva registrato (di nascosto ma in formato stereofonico) tutte le opere liriche a cui aveva assistito. Non ero appassionato di Lirica ma lo aiutai a catalogarle e lo invitai poi a regalare il tutto al Museo della Scala. Mesi dopo, venne improvvisamente a mancare e ne parlai agli eredi e spero che lo abbiano fatto.

Eduardo and Maria Portillo - Detail of "En la Noche"
Ecco che quindi ho detto al Sig. Luigi che poi, alla ripresa di settembre, avremmo potuto incontrarci per lavorare insieme a tutti quei documenti che potrebbero essere affascinanti e preziosi. La mia riflessione riguarda però un lavoro che è arte ed avventura ma che deve mediare con la realtà di famiglia e mutuo e che, dopo la pensione finisce di colpo in un cassetto e in due borse.

Allora, rifletto, si può essere artigiani di arte senza per questo vivere l'arte come passione di vita? Ecco che si! Scatto dopo scatto. Avventura dopo avventura e orgoglio di immagini pubblicate su testate famose (chi non lo desiderebbe?), al termine del ciclo lavorativo (la pensione), si smette. Senza rimpianto. Senza nostalgia. Col pensiero alla famiglia, ai nipoti. In modo semplice.

Hovsep Pushman, pittore armeno (1877-1966)
E allora, si può fare dell'arte senza sentirsi artisti ma solo 'artigiani'. Senza togliere nulla a questi. Chi è artista e chi è artigiano? L'artista è colui che vive l'arte 24 ore su 24 e l'artigiano è invece chi sceglie l'arte come lavoro (e quindi limitato nel tempo e scisso dalla vita privata)? Dio mio, quanti artisti sono artigiani e quanti artigiani sono artisti! E quante nullità fanno gli artisti!

Ogni lavoro può essere frutto di arte. Ognuno può essere un vero artigiano. Indipendentemente dal fatto di quello di cui si occupa. L'artigiano mette del suo in quello che crea e così può fare chiunque. Bevo il caffé che nel frattempo si è intiepidito e mi preparo per andare a lavorare. Artigiano o artista ... cosa farò? Forse è meglio artigiano? Umile, attento, dedicato e rigoroso nel rispetto della propria opera da svolgere. Ma si è quello verso cui si è inclini. C'è dell'umile in questo e del grande!

Jacqueline Lou Skaggs - Painting on copper pennies
Soundtrack: Kodo - Spirit of Taiko

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