Friday, September 20, 2013

Consumabilità: Qui ed Ora e il valore del nascosto

Willoword.com
Siamo in un'epoca dove l'attesa non è più accettata. E, viceversa, rappresenta a volte un valore intrinseco delle cose.

Il concetto di pronto consumo, qui ed ora è dilagante.

Tutto deve necessariamente essere sempre disponibile, ontime, online.

Il tempo ha perso la propria preziosità per diventare un ostacolo che deve essere superato.

Tutto e subito, altrimenti non è accettabile. Ogni cosa deve essere completa all'atto della sua presentazione.

Deve essere così completa da non lasciare alcuno spazio all'immaginazione. Anzi, l'immaginazione non deve essere una risorsa di cui avvalersi. Nulla deve essere accennato.

Soundtrack: Time after time - Miles Davis

Eppure, il parziale, nell'arte e nella vita ha sempre rappresentato il trampolino dell'immaginazione e questa è sempre stata ed è la base della suggestione, del pensiero visivo di cui si parlava tempo fa. Della sensazione che nasce dal proprio vissuto e dalla propria cultura e sensibilità.

Ma, non solo, l'immaginazione collegata alla sensazione emotiva ha sempre consentito di lasciare impressi nella memoria i ricordi delle esperienze. D'altra parte, l'esperienza è un vissuto passato attraverso un proprio giudizio e questo è correlato all'emozione e al nostro filtro cognitivo-culturale.

Seguiamo gli sguardi e costruiamo la storia e le sensazioni
In senso artistico si dovrebbe parlare del rapporto tra implicito ed esplicito, dove per implicito si intende quanto viene lasciato trasparire senza pronunciarlo o visualizzarlo.

Di fronte ad un film in bianco e nero cogliamo quindi le suggestioni dell'incompleto, dell'implicito. Di quanto viene abbandonato alla libera percezione del singolo.

E per questo meccanismo si compie l'incantesimo di una visione quasi viscerale tanto è personale. Perché lasciata al singolo ed alle sue capacità.

Soundtrack: Interstellar overdrive - Zappa & Pink Floyd

Ma non solo. Le scene conoscono pause e la narrazione riconosce intervalli di sospensione che accrescono quanto avvenuto poco prima e sottendono in modo vibrante agli eventi che vi succederanno.

Invece, in un film a colori, a colori naturali, tutto viene rappresentato e la percezione emotiva viene affidata alla spettacolarità delle scene. Una spettacolarità che costruisce la narrazione in modo completo, in modo da non lasciare nulla al caso (e quindi all'immaginazione dello spettatore).

Il gabinetto del dr. Calligaris - Link
Lo spettatore, non l'artista, è lasciato in un ruolo passivo. Subisce il film. E i silenzi sono occupati da musiche, da battute, da rumori che non lasciano alcuno spazio alla suspance, al dramma, all'emozione profonda. Ecco perché tutto viene fagocitato, digerito e quindi metabolizzato, lasciando solo pochi ricordi in cui la differenza tra una visione e l'altra viene notata solo per la spettacolarità della stessa e non per l'intensità dei sentimenti evocati.

Ecco, potremmo dire che tutto e subito, per una facile consumabilità si traduce in un adesso e non più. In una perdita di ricordi, di memoria emotiva. In un digerire ogni cosa, espellendola poi per non contenerla più dentro di noi.

Una vita quindi dove la memoria diventa solo a breve termine. Un futuro con pochi ricordi. Con poca immaginazione (Maggio francese, dove sei?). In fondo è l'evoluzione (voluta, perché controllabile) verso il pensiero acritico e il consumismo massificato e sfrenato.


"Farhenait 451" non ha insegnato nulla ... e "Brave new world"?

SoundtracK: Bjork - Opera House

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