Saturday, September 7, 2013

Inconscio e Inconsciamente

Cléo de 5 à 7 - Agnés Varda - 1962


Si parla di inconscio ma l’inconscio è uno solo? Ognuno di noi ne uno e basta? E’ un qualcosa di unitario? Queste domande sorgono spontanee perché le azioni che derivano da quanto chiamiamo “inconscio” sono molteplici e di natura differente.

E, ciò che avviene inconsciamente è condizionato dall’inconscio (o dagli inconsci) o si realizza senza una ragione precisabile? Quindi, potremmo dire che all’inconscio appartiene  tutto ciò che non è definibile dalla razionalità vigile, bensì da una razionalità onirica.

Soundtrack: Musical Box - Genesis

Questo perché “agire inconsciamente” non è lo stesso di “agire istintivamente” in quanto nella prima azione esiste un che di razionale, derivato, condizionato, filtrato, mentre nella seconda esiste solo una logica diretta, non filtrata, automatica.

Jacques Lacan aveva elencato ben otto tipi di inconscio, connotati dal comune denominatore della mancanza di consapevolezza:  “Le significant agit séparément de sa signification à l’insu du sujet.”

In questo senso, ciascuno di noi percepisce la forza dell’inconsio nell’ambito del cosiddetto “pensiero visivo”, cioè di quando percepiamo  una sensazione che non è razionalmente indotta dall’oggetto che stiamo osservando. In pratica, è il vedere qualcosa avvertendo una sensazione che non è direttamente correlabile (per forma, ambiente, significato) all’oggetto stesso.

Soundtrack: Psycho Killer - Talking Heads

Potremmo fare riferimento alle macchie di Rorsach o agli studi di Margaret Numburg. Le macchie o i disegni esplicitano la potenzialità dell’inconscio. E, all’inverso, possiamo considerare il Tachismo come espressione di un inconscio artistico percettivo, o meglio di una volontà di fare guidare il gesto pittorico dall’inconscio.

Mark Tobey

Il linguaggio gestuale/pittorico è infatti più liberamente legato all’attività immaginifica e spontaneamente simbolizzatrice, rispetto al linguaggio verbale, generalmente imbrigliato in regole formali. 

Il gesto, d’altra parte, è infatti più libero, enormemente più libero della parola.

Si segue il concetto zen di KO-TSU, di “spontaneità dell’azione” che si lega alla conoscenza irrazionale (prajna) che è figlia della velocità, intesa come immediatezza di esecuzione, e figlia della contemporaneità tra pensiero ed azione.


Un inconscio che si concretizza, non un gesto istintivo, quindi.

Giuseppe Capogrossi
Il gesto viene controllato non più dall’idea razionale, educata, condizionata ma dal movimento guidato da qualcosa di inconscio che, per essere salvaguardato dal razionale, deve tradursi/utilizzare nella/la velocità di esecuzione.

Analogamente, come altra espressione di questo affiorare dell’inconscio nel gesto, si possono annoverare gli alfabeti asemantici (Tobey) ma anche i segni non discorsivi, benché assimilabili a significanti di se stessi e per se stessi (Capogrossi).

Soundtrack: Stairway to Heaven - Led Zeppelin

Il segno per questo deve essere talmente nuovo e non allacciarsi o ricordare alcunché. (Dorfles) E in questo modo diviene espressione totale del sé artistico o dell’inconscio artistico. (Alcoplay)

Georges Mathieu
L’evoluzione ulteriore in senso liberatorio, per abbattere ancora di più gli eventuali intermediari tra pensiero libero artistico, inconscio e il risultato artistico si è poi concretizzata nell’eliminazione, in campo pittorico, del tramite per antonomasia, dello strumento intermediario del pittore, il pennello.

L’espressione del gesto che si traduce in segno senza interposizioni di strumenti trova realtà nel dripping di Jackson Pollock ma anche, se vogliamo, nel body painting di Yves Klein.



Yves Klein
A questo punto, però, ci si può domandare se il risultato possa essere la figurazione stessa dell'inconscio o piuttosto il prodotto non sia solo un'espressione materialmente limitata dello stesso. 

Infatti, il risultato del gesto inconscio non è il gesto stesso ma il suo valore simbolico, cioè ancora una volta il significante sganciato dal significato e interpretabile dall'osservatore mediante il pensiero visivo. 


Arbitrario, soggettivo e sganciato dal significato originario perché scaturente dal soggetto-autore.

Soundtrack: When the music is over - The Doors 
 

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