Thursday, September 15, 2016

Dostoevskij o forse è troppo?

 
Avevi i capelli in caduta libera sulla tua bellissima schiena, fasciata di un tessuto dal colore di smeraldo. Eri girata e ti stavi sfilando i guanti che avvolgevano i tuoi polsi.

Di spalle, rimanevo affascinato dalla bellezza e dall'eleganza e mi fermavo in modo impudico a guardare le gambe e le tue caviglie. Sicuro di non incontrare i tuoi occhi.
Aspettavo con un sottile piacere il momento in cui ti saresti voltata ed avrei colto lo sguardo di lato con il verde delle tue iridi che sarebbe penetrato in me e nel mio silenzio.

Invece, hai continuato a spogliarti, prolungando il mio stato di osservatore affascinato. Le tue parole hanno interrotto un silenzio di piacere. "Essere Dostoevskij significa vivere le cose che scrivi. Solo una storia è più incredibile di quelle raccontate nei libri dello scritture russo: la vita di Dostoevskij."
Non capivo da dove venisse un pensiero simile. Mi domandavo quale fosse l'occasione che aveva generato questa stua espressione.

Il vestito è scivolato a terra e la leggerezza e l'eleganza del tuo corpo si sono manifestati. Avvolta dal collant dalla vita in giù, avevi mantenuto il vezzo delle scarpe indosso.
"Cosa vuoi dire con questo?" mi sono sforzato di risponderti, ben conscio che avrei preferito molto di più fare ricadere il silenzio intorno alla rua bellissima figura.

Ti sei girata e i tuoi occhi hanno colto l'imbarazzo del mio sgurdo che cercava invano di nascondere i pensieri di ammirazione e piacere che affollavano la mia mente.
"Il padre assassinato, la condanna per socialismo a 10 anni in Siberia, spaccando pietre a meno 50 gradi. L'epilessia, i fallimenti, i matrimoni persi, la morte prematura del figlio, il gioco d'azzardo, l'alcolismo, le risse." hai completato la tua riflessione.

Avevi raccolto i capelli con quattro gesti veloci e si era generato uno chignon irregolare. Splendide ciocche continuavano a scendere sulle spalle, colorandone la pelle chiarissima.
Perso nella tua bellezza, le mie labbra hanno aggiunto "Per non parlare dei viaggi, correndo dietro a donne bellissime e impossibili." Mi sentivo come ubriaco di fascino e respiravo l'aria alla ricerca del tuo profumo, del tuo odore.

Avido della tua presenza, della tua fisicità e della tua spirtualità mi rendevo conto di essere in balia di sentimenti, emozioni e desiderio che non avrebbero mai ascoltato alcuna razionalità.
Ti sei seduta sul bordo del letto e ti sei sfilata le scarpe. Una è rimasta in piedi mentre l'alra si è reclinata sul lato. Nere sopra e con la suola color viola intenso e brillante.

Scalza, ti sei sfilata il collant e poi hai aperto la chiusura del braccialetto e lo hai appoggiato sul comodino. Mi hai chiesto di aiutarti a sfilare la collana di perle e questo mi ha permesso di avvicinarmi e sentire l'odore della tua pelle.
Mi girava la testa e mi ripetevo che Dostoevskij aveva compiuto viaggi dietro donne impossibili e che io ti avevo qui, insperata meraviglia femminile e di femminilità.

Indossata un déshabillé corto, ti sei rapidamente allontanata, lasciando il tuo profumo nell'aria. Non sarebbe stato bello spogliarti di fronte a me e questo pudore suonava di ulteriore eleganza.
Da dietro la porta del bagno dove immaginavo stavi preparandoti un bagno caldo e davi veloci colpi di spazzola ai capelli, ha concluso "Io vorrei essere Donstoevskij, ma soprattutto vorrei avere la forza di sopravvivere a tutto questo e di trasformarlo in romanzi che, attraverso una forma da capolavoro, possano essere di ispirazione e insegnamento per altri."
Soundtrack: L'apparenza - Lucio Battisti

No comments:

Post a Comment