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Hu Jun Di - The Chase |
Terrorismo. Sono ben oltre 40 anni che ci vivo in mezzo. Da studente si aveva paura di frequentare le aree affollate delle stazioni, degli aeroporti, dei mercati, delle banche perché qualcuno ci aveva già pensato a fare scoppiare una bomba in quei posti. Decine e decine e decine di persone ignare, innocenti, morte solo perché in questo modo si voleva scuotere l'opinione pubblica e le istituzioni.
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Aristide Maillol |
Per carattere, per ideologia e per etica ritengo che lo scontro, semmai debba esserci, sia necessario coinvolga le parti direttamente coinvolte. A tutti gli altri spetta il compito di essere informati e di informarsi e giudicare. Nessun innocente deve essere "sacrificato ..."
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Eastlake, Mary Bell - 1917 |
A 40 anni e più di distanza mi trovo ancora a leggere di atti di terrorismo. E non accennano a diminuire, anzi! E le vittime sono sempre e solo gli innocenti. L'incivile vigliaccheria sembra dilagare e sembra continuamente diffondersi la legge del più forte sul più debole. Ed è incredibile quanto da sempre ci si trovi di fronte al fanatismo, alla follia delle indottrinature ed all'esaltazione dell'illogicità.
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Paul Serusier - The Talisman |
L'ignoranza, d'altra parte, è facile alla brutalità ed è assurdo ancora di più vedere quanto poco si creda nell'istruzione e nella cultura. Logiche e dimensioni che ingentiliscono, che avviano al rispetto, al pluralismo e alla volontà di pace e di condivisione. Guardiamo quello che non si fa anche nel nostro "bel mondo occidentale", oppresso da logiche di potere e dominio economico.
46 anni fa, moriva
Hồ Chí Minh, il fondatore del movimento Viet Minh, la Lega per l'indipendenza del Vietnam. Quasi mezzo secolo di fronte al quale il mondo sembra non avere inteso nulla se non lo strapotere del capitalismo. Di un capitalismo che annulla e rende impotenti e che non si riesce ad affrontare. Il capitalismo è forse terrorismo?
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Zhuravlev Victor - The hope |
Se si considera che le vittime sono sempre gli innocenti, allora diremmo di si. Ma è sopratutto perché il capitalismo, con l'annullamento delle speranze di coloro che ne sono oppressi, genera violenza acefala che si scatena contro chi non è in grado di difendersi. Il capitalismo sa bene come farlo. Ha costruito leggi e regole e stati di potere che non possono essere sconfitti neppure con un esercito.
E, allora, la rabbia, l'impotenza si scatena contro i simboli di un alienato conformismo. Di una rassegnata accettazione succube. Di un pensiero comune che è depresso subire le regole imposte. Di un mancato orgoglio libertario. Ecco, si scatena contro il debole, come sempre, colpevole di non essersi ribellato e di non sapersi ribellare.
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Athena Mantle - Hope-crossing |
Come se, paradossalmente si trattasse di stimolare, attraverso una violenza detonante rosso sangue, la ribellione verso il sistema. Ma non può essere così. Significa invece fare ulteriormente il gioco del sistema che, quando non riesce a controllare, stringe le regole e riduce la libertà. Come uscirne?
Credere in qualcosa è la risposta. Credere in se stessi come progetto di esistenza. Considerare la propria condanna ad essere liberi di scegliere. Condanna che è un diritto inalienabile e irrinunciabile perché alla base della costruzione del nostro essere. Mai abdicare, mai accettare, mai subire, mai rinnegarsi. La dignità nasce dalla culture e dalla stima di se stessi e dal rispetto per gli altri (che poi siamo noi).
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Pierre Puvis-De-Chavannes - Estate (particolare) - 1891 |
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