Prehystoric painting - Spain |
La natura può essere ostile perché segue regole ferree e al tempo stesso assai variabili ma sempre in una logica di rispetto e conoscenza. Devi sapere e devi rispettare se vuoi essere rispettato e convivere. Non c'è spazio per gli sprovveduti e gli errori si possono perdonare oppure no. Devi saperlo.
Ora, in Val Grande, si dice che fino agli anni settanta ci vivesse qualcuno. Anzi, dicono che ci vivessero due persone che ne erano nate tanti e tanti anni fa. Si parla di un fratello e di una sorella, poi spariti nel nulla. Una rara fotografia in bianco e nero, scattata da lontano. Ritratto di un mondo scomparso. Quello dei montanari isolati dal mondo.
Torno però alla scritta. Alla grotta ci siamo capitati per caso e proprio er l'improvviso scatenarsi di una pioggia molto forte. Un tipico temporale estivo. L'idea era di aspettare un poco che si riducesse di intensità per poi riprendere. Ed eravamo quindi riparati in questo buco che si apriva poco sopra il sentiero che si stava percorrendo.
Non è che si sarebbe visto l'ingresso in condizioni normali ma in quel momento eravamo alla ricerca di un riparo e l'abbiamo così notato. Dentro abbiamo trovato i segni di una vita trascorsa. Due panche e due rocce spianate, in fondo, a creare una sorta di duplice giaciglio. I segni di una zona dove accendere il fuoco e i rimasugli di una barriera di legno che doveva chiudere in parte l'accesso.
Scavati nella parete alcuni ripiani, insomma, i segni evidenti di una grotta trasformata in una casa dove ripararsi, riposare, mangiare, vivere. E mentre l'acqua scendeva copiosa tra le foglie degli alberi e si sentiva i, rumore di un ruscello che scorreva con impeto lì vcino, abbiamo cominciato a guardare meglio le pareti e il fondo della grotta. E, piano, piano abbiamo cominciato ad intravedere alcune scritte.
"L'arroganza è del diavolo" appariva netta nell'oscrità perché era scritta in un bianco che poi era in parte stato ricoperto dal muschio e sporcato dell'umidità che colava dalla volta lungo le pareti. Cosa significava? Ci siamo ripetuti più volte quella frase e ciascuno di noi ha cercato di ricordare qualcosa. "Ezechiele ne parla come di uno dei peccati che fanno cadere il diavolo." Avevamo con noi un amico che era stato in seminario negli anni della propria gioventù e da lui era giunta questa risposta.
Era una scritta dunque di qualcuno che aveva conoscenze religiose ed aveva voluto porre questa frase per una esortazione a vivere diversamente? Perché quella frase? Ma non era l'unica. Più in fondo, nella grotta apparivano altre brevi scritte con una vernice diversa, ora azzurra, ora rossa, ora gialla. Erano in inglese. "Father's shout" diceva una, "breast milky" l'altra e poi ancora, "remergence" ed infine, "mother fore". Poi, solo muschio, sentore di umidità con a tratti la sensazione di roccia bagnata e l'evidenza, sulla volta del fumo che l'aveva annerita.
La pioggia, fuori, era terminata e alcuni di noi ci stavano chiamando dopo essere già usciti dalla grotta. Dovevamo riprendere. Al ritorno, qualche ora dopo, nella piazzettina del paese di Cicogna abbiamo ripreso l'automobile e siamo ripartiti per tornare a casa. Chi parlava delle fotografie scattate, chi dei fiori che aveva visto, chi della bella esperienza vissuta. Alberto ed io eravamo silenziosi. Ci aveva colpito la grotto e le sue scritte.
Quanche giorno dopo, a casa, stavo cercando su YouTube qualche musica da ascoltare. Ho digitato sul motore di ricerca la frase che ricordavo di avere letto nella grotta. "Father's shout". Mi aveva colpito che la frase comparisse come nota ... e mi sono meravigliato di non avere ricordato. Si tratta di una parte della suite dei Pink Floyd 'Atom Heart Mother'. Ventidue minuti di ritorno al ventre materno della vita. E le altre parti della suite avevano i titoli che avevamo letto nella grotta.
Dunque, chi aveva vissuto là e scritto quelle cose aveva conoscenza dei Pink Floyd e della Suite e forse faceva parte di un'epoca, gli anni settanta in cui si era alla ricerca di stili di vita diversi da quelli che sembravano ineluttabili. L'epoca delle comuni e delle sperimentazioni hippie. Forse quella grotta non era l'unica e in quella vallata selvaggia avevano vissuto persone alla ricerca di una vita diversa e, chissà, ciascuno si era creato un'identità e in quella della grotta che avevamo visitato i temi erano della lotta al peccato del diavolo e del ritorno alla made natura.
Quanto ci aveva o ci avevano vissuto? Ed ora, dove si trovava o si trovavano quella/quelle persona/persone? Chi era/chi erano? E noi, usciti dopo la pioggia dal ventre della terra, della montagna, avevamo avuto la percezione di una rinascità? Oppure eravamo stati vittime dei pensieri banali di una gita e di una bella passeggiata? Siamo dunque destinati a leggere poco quello che i sensi di trasmettono ogni istante? Siamo dunque sordi alle migliaia di stimolazioni che potremmo percepire? Quanto ci perdiamo della vita che è fatta di istanti su istanti e ciascuno con un significato?
Una grotta, alcune scritte e una musica che è bellissimo riascoltare me lo hanno fatto ricordare. L'anno fatto ricordare a me e ad Alberto a cui avevo subito telefonato per dirgli della scoperta del significato delle scritte. Lui mi aveva invece parlato di un certo Fra Dolcino, eretico di quelle vallate, che aveva travisato il concetto di San Paolo secondo il quale "tutto è puro per i puri" ed aveva così giustificato ogni azione da parte sua e dei suoi seguaci.
Bhimbetka, Madhya Pradesh |
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