Monday, November 9, 2015

Luca Canali e il classico politico

… un enorme numero di lavoratori
pacifici e inermi, una mattina, andando al lavoro
avevano trovato i cancelli dei cantieri chiusi,
e, come un’idea del demonio, un foglio di licenziamento per tutti.
Era l’immediato dopoguerra del giovane stato italiano.
(La sommossa)

Luca Canali è una persona della letteratura italiana che è balzata improvvisamente alla conoscenza dei più il 16 febbraio del 1964. In quel giorno, Eugenio Montale aveva scritto una lettera pubblicata nella 'terza pagina' del Corriere della Sera. Luca Canali ne era il destinatario.

Montale non conosceva Canali ma in quella lettera aveva voluto rispondere all'invio di un suo saggio che si intitolava "La resistenza impura". Della sua prosa, Montale aveva detto che era una 'prosa civile quale da tempo non si leggeva in Italia'.
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Montale proseguiva dicendo che 'nella sua allocuzione io ho sentito vibrare la corda dell'amore, quella corda che negli scritti politici di sinistra (o di destra o di centro) non risuona mai.' Canali era un uomo molto politicizzato, di sinistra.

Straordinario latinista, traduttore di Virgilio (Eneide, Bucoliche), Canali finisce in clinica psichiatrica in preda a nevrosi che lo portano a vivere una vita irreale, cadenzata dagli psicofarmaci e dall'elettroshock.
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La soluzione nella fuga verso ideali di vita sociale e politica che tutto cancellano in un sogno di speranza e desiderio. Una fuga poetica, letteraria che scorre lungo le esperienze del passato per ritrovare la gioia degli ideali in una sociatà che sembra averli perduti.

Non il pegno
di un nostro comune lessico
dimenticato m’ispira, ma il patto
di conservare il senso, il simbolo di un’idea
fraterna in così estranea
durezza che attornia
i superstiti.
(Fantasia



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