Thursday, June 16, 2016

Il tempo, le lacrime e il gatto

Natalia Vodianova as model for Francesco Clemente. Vogue, December 2008. Photograph by Annie Leibovitz
Sempre di fretta ... sempre più di fretta .... mai un momento di calma perché si è sempre in ritardo! "Scusa, per quando era questo?" chiedeva Marisa a Nicole, sua amica e collega. "Mah, vedi un po' tu ... Federico stamane ci ha detto che era per ... ieri!" e non ha potuto fare a meno di ridere. Marisa però era serissima e decisamente angosciata. Forse troppe cose, troppo lavoro da diverse settimane. Sempre sotto pressione.

Anche a casa, aveva detto, le cose non andavano meglio. Luciano le sembrava distratto, assente e questo, temeva, non faceva presagire niente di buono. Forse era lei che non riusciva a dare nulla, nulla di più di quello che stava dando al lavoro. "Mi sembra di non avere spazio per nient'altro! Arrivo a casa, svuotata, e mi butto sul divano senza nessuna voglia." aveva continuato Marisa.
Krshna
"Niente cena, niente parlare insieme e poi, di corsa a letto per non addormentarsi sul divano. E, a letto, niente di niente. Poi, al mattino, è un solo buttarsi giù dal letto, lavarsi e vestirsi e uscire per truccarsi in auto per non arrivare tardi. Ed entro in ufficio che inizia il sole ed esco che il sole è già tramontato e la giornata è finita." Stava per piagere, ormai il fiume era in piena e non si fermava.

Nicole aveva una cena interessante quella sera. Finalmente Dino si era deciso e l'aveva invitata ... 'chissa?', pensava. E quell'inizio di Marisa non faceva presagire nulla di buono, almeno come tempi. Un pianto, un doveroso abbraccio, stare vicine, appoggiarsi l'un l'altra e parlare, parlare e parlare fitto fitto. Il tutto, poteva chiedere anche un'ora, se non di più ... e Dino?
Félix Vallotton - Interior - 1903
Portarla dietro sarebbe stato un disastro ... addio cenetta a due! E sopratutto, un esordio tragico per un qualcosa che poteve avere un seguito. Dino era proprio carino carino. Alto, snello, atletico ma non troppo, piacevolmente intellettuale (anche in questo, non troppo, quel giusto per essere interessante senza annoiare) e impegnato (non ricordava bene in cosa ...) e con quella mezza barba sulle guance che si coloravano di un biondo-rosso. E, occhi verdissimi! Oggettivamente, chi se sarebbe giocato, perso, per un'amica in lacrime?!?

Nicole aveva deciso. Meglio vuotare il sacco e non fare la figura dell'insensibile facendo leva sul senso di reciproca disperazione con un'apertura per lei. "Quanto hai ragione! Qui ci spremono in modo assurdo! Io stessa ero arrivata a non avere più vita. Sai, ricordi, Luciano ed io ci eravamo lasciati alcuni mesi fa e proprio per questo inaridirsi per la stanchezza eccessiva. Ho passato mesi desolatissimi ... sola, disperata ... ma ora sembra esserci uno spiraglio. Sai, si chiama Dino."
Lina Scheynius
Marisa aveva tirato su con il naso ma in modo sommesso e aveva stampato il suo sguardo negli occhi blu di Nicole. Un mezzo sorriso le era apparso sul viso che era ancora bagnato di lacrime. L'interesse per l'amica aveva sospeso la tristezza dentro il suo cuore. "Chi è Dino? Andate d'accordo?" aveva sospirato Marisa mentre cercava una sigaretta nella borsetta.

"Dino è un architetto che ho conosciuto quella volta che cercavo un nuovo divano. Ricordi che il mio era stato distrtto da Amanda, la gatta persiana che avevo? Ecco, Dino l'ho incontrato in un salone di arredamento perché lui cercava delle sedie per la cucina. Divano ... cucina e poi quattro chiacchere e lunghe telefonate. Per ora è tutto così. Ma, stasera, forse ..." Temeva in una risposta distratta che non sembrasse considerare quell'ultima frase su cui aveva puntato tutto. Le sue speranze di mollare e correre all'appuntamento ...
Josephine Haswell Miller - The House on the Canal
Una pausa di silenzio lunga, troppo lunga. "Sai questa sera mi ha chiesto il primo appuntamento ... fra poco ... il tempo di una doccia, di cambiarmi, rifare il trucco e ... possiamo dire? Giocarmela tutta. magari inizia qualcosa e con l'inizio anche la ripromessa di cercare di fare funzionare meglio le cose ..." Quel terribile silenzio (senza speranza) l'aveva indotta a proseguire con precisazioni ... Poteva un'amica, per quanto affranta, negare ad un'altra amica un possibile sbocco affettivo? Sarebbe stato un atto di egoismo mostruoso!

Era riuscita a girare la frittata! Ora era lei quella che doveva essere aiutata dall'amica. Aiutata a venire fuori dall'impasse affettivo. Lei aveva una possibile via d'uscita e Marisa non poteva negargliela! Sarebbe stato un gesto inammissibile da un'amica. E in questo ci aveva azzeccato. Marisa aveva smesso di singhiozzare. Si era soffiata il naso e l'aveva guardata con un sorriso. "Vai, che aspetti, almeno tu hai una possibilità di ricominciare. Mi hai anche fatto venire in mento una cosa che avevo dimenticato. Avevo dimenticato Rodolfo, sai, quel professore di matematica del liceo artistico ..."
B.B.
"Chi è questo Rodolfo?" aveva subito ribattuto Nicole, "non ne ho mai sentito parlare da te ... cosa mi stavi nascondendo?" stava ridendo lei ed anche Marisa. Erano due amiche che condividevano reciproci segreti affettivi. Stanchezza e disperazione sembravano alle spalle. Effetto della complicità femminile.

Sarebbe uscita con Dino e poteva anche essere che Marisa chiamasse Rodolfo e si vedessero. Quella stessa sera, magari, oppure domani. Meglio stasera. Ufficio, stanchezza, sfruttamento, desolazione di una vita senza grosso senso, dedicata alla momentaneità e non ai reali valori esistenziali sarebbero scomparsi, svaniti come fonte di preoccupazione, ansia e depressione.
Edvard Munch - Elm Forrest in Spring  -  923
L'incontro con un altro essere umano, premessa ad un qualcosa (forse), ad una nuova opportunità, ad un inizio, ad una rinascita e ad una ripromessa di essere diversi, sarebbe stato a sua volta sfruttato per prendere quella boccata di ossigeno di cui entrambe avevano bisogno.

Ma, quanto sarebbe durata? Quanto sarebbe durata se non avessero capito che la vita va traslata e vissuta su piani esistenziali e valori differenti? Il gatto le guardava ed aveva capito che - per lui - quella sera non ci sarebbero state coccole e che, al rientro di Marisa (o anche di Nicole, se consideriamo la sua gatta), avrebbe dovuto sfoderare tutte le sue capacità per consolarla (se fosse andata male) o di scappare a dormire lontano (se fosse rientrata con qualcuno). Noia prevedibile dei ruoli della vita.
Krshna
Soundtrack: Bill Kirchen & Texicalli "Sitting On Top Of The World"

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