Estratto di un dialogo tra Nikita e Yoyori, un pomeriggio di una domenica di fine maggio o inizio giugno. Complice un libro sui movimenti americani contro la guerra in VietNam e alcune contingenze professionali in cui il genio si era scontrato con la banalità del pensiero dominante.
Non ho idea di quando il pensiero si sia organizzato ed abbia preso consapevolezza. Non so quando ho cominciato a pensare realmente questo e quando si è fatta breccia nel pensiero l'idea dell'assoluto inutile e della cosciente autodistruzione. Non ho idea.
Non so quando la sensazione dell'inutile abbia preso sottilmente corpo all'inizio per diventare ingombrante percezione di una realtà immensamente delirante e fisicamente grossa e solida.
Percorsi già coperti nella sensazione di non originalità che è poi destino dell'uomo moderno.
Già, quando l'uomo moderno può considerarsi originale? In nessun istante se si considerano i comuni denominatori e l'essenza concettuale delle cose. In qualcosa, forse, se si pensa agli aspetti puramente formali. Il come esprimere un qualosa. Certo, duecento anni fa non esisteva il digitale.
E quando è iniziato il controllo dell'informazione? Forse nel primo istante in cui si è concepito l'elemento democratico in cui tutti avrebbero pututo esprimere la propria idea. Meglio evitare la confusione e condizionare il pensiero comune in modo da controllarlo agevolmente a proprio utile.
Quando l'uomo ha smesso di riuscire a pensare in modo autonomo? Quando l'uomo ha comiciato a credere di formrsi una propria opinione solo sulla base delle informazioni che gli sono state costruite e confezionate ed elargite? E, abbiamo ancora tempo e spazio per cambiare qualcosa?
Di fronte all'incasellarsi di un discorso con ragioni, razionali, giustificazioni, precedenti e una somma infinta di logiche corrette e coerenti ... è possibile ancora controribattere che tutto è falso e sbagliato e illogico e deleterio e catastrofico e inaccettabile? E' possibile opporsi al punto di cambiare?
Quale forza è necessaria per riuscire a cambiare le cose? Quale gesto può ancora riuscire a modificare il corso dell'esistenza comune, economica, politica e reale? Il dialogo? La parola? l'amicizia? La ragionevolezza? La logica economica? La carità? Il senso di responsabilità verso gli altri?
Brutale risveglio è quello che fa nascere alla percezione di una globale inutilità che deriva dalla disistima di questo povero genere umano che è condizionato fin dal primo respiro ... ad ascoltare, accettare e poi condividere quello che deriva da interessi economici e convenienze politiche.
Cosa direbbe Alice che forse sta per morire perché nata con una malformazione crudele e inesorabile? Quali chances le sono state date? E forse sarebbe stato meglio sopravvivere (che Dio voglia questo!) per un futuro così condizionato? E' meglio vivere per poi solo sopravvivere o cosa?
Certamente, chi ha la forza di negarsi l'unica possibilità che ci è stata data per vedere il sole, sentirne il calore e gustare un sapore e desiderare un gesto, un sorriso e aprirsi in una dialogo fatto di parole che suonano armoniche o rigide? Chi ha la forza?
Ma quale possibilità esiste di modificare un qualcosa? Dobbiamo iniziare dal basso, dall'uomo stesso ... ma la forza del condizionamento è gigantesca. Radicata nell'essere odierno, castello gigantesco che si oppone a qualsivolglia idea o sensazione antitetica. E l'uomo ci crede e si fida e ... smette di pensare.
E allora emerge un desiderio di gesto estremo. Caotico e rivoluzionario. Distruttivo e ricostruttivo. Drastico e plastico. Non sono pensieri astratti e fugati. Sono consapevolezze determinanti. E allora, vorrei avere detonatori ed esplosivi e il dono dell'ubiquità per contagiare con essi il mondo.
Non più e per nessun motivo uno sopra tutti! La prevaricazione. Uno che pensa e decide e gli altri che subìscono. Ma solo, tutti che pensano e decidono per se stessi. In fondo, zappare e coltivare può essere sufficiente ... se si bandisce la logica dell'approfittarsi del bisogno altrui.
So poi che non lo farò. So che non succederà mai che io ceda a questa tentazione. So che continuerò a diffondere un pensiero positivo, leale, generoso e razionale. Questo è e sarà il mio gesto. Nel rispetto di tutto e di tutti ma ... in pieno contrasto con la legge delle convenienze. Della ragione di stato. So che non reagirò esplodendo.
So che il dialogo e la parola sostituiranno (come hanno fatto finora) la violenza e la morte colpevole. E continuerò ad armarmi delle parole e dei pensieri. So che non smetterò il comportamento civile e responsabile.
So anche che nei pensieri avrò la visione dell'esplosione, delle cose che volano e che avrò la sensazione del gesto risolutore. Unico e sufficiente. Mera illusione e triste condanna di fronte all'impossibilità di andare controcorrente rispetto al pensiero banale e comune e di fare vedere la possibilità di un'essenza diversa.
Soundratck: Zabriskie Point - Final Scene Restored
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