Monday, April 27, 2015

Calciare i barattoli

Scendevi lungo la strada che portava alla darsena e nella notte e nel buio, intravedevi a malapena la strada. Solo e nel silenzio delle ultime ore di buio. Un barattolo nel mezzo del tuo cammino. E l'irresistibile impulso di calciarlo.

Ozioso, involontario e spontaneo. Un calcio che fa rotolare la latta sui ciottoli della vecchia Milano. Un rumore a metà squillante e a metà cupo. Sul fianco, di punta, ribaltato e di diritto. Sui sassi del selciato che era umido di nebbia anche se quasi d'estate.

Calcio dopo calcio in un ripetere di occasioni. Ora di fianco, ora di punta, ora senza aspettare che si fermi e ora di tacco e destrezza. Volteggia e poi precipita in avanti nel seguire il colpo che gli assestavi. Compagno di ore solitarie della fine della notte.

Rumorosamente rotoli e ti giravolti sui ciottoli della via. Illuso di essere allo stadio, al centro dell'attenzione nello sferrare il colpo decisivo per la vittoria e con le voci dei commentatori che ti seguono e che cerchi di imitare dentro di te o sottovoce.

Nel buio delle strade, passo dopo passo il rumore segue i tuoi passi. Potrai disturbare chi dorme ma si tratta di un rumore di passaggio perché stai tornando a casa. Solo, forse senza desiderio altro se non quello di raggiungere il letto e spegnere quella esperienza di notte.

Non so se sei felice o sei triste. Non lo fai capire. Né sorriso né lacrime. Non "magone" e  neppure gioia. Forse il calcio che dai al barattolo è quello che dai altrettanto alla tua vita. Calcio dopo calcio in avanti, con la traiettoria indotta dalla spinta e dalle asperità che incontri.
Hugo Steiner - Prag (Lithographien zu Gustav Meyrinks Golem)

Ora diritto, ora a destra, ora a sinistra, ora con un salto, uno scarto. Ora scivolando senza rotolare e poi, ecco, fermo contro un ostacolo. Ad aspettare un altro calcio per procedere. Senza volontà ma solo sotto la spinta di un altro. Che ti calcia via e non ti fa decidere.

E poi, abbandonato sul ciglio, come un barattolo. Aperto e vuoto di ogni contenuto. Violentemente squarciato per essere aperto e svuotato e poi buttato via. Usato e gettato. Poi, la seconda vita, quella dei calci in una notte buia, verso la strada di casa.

Sei un barattolo o sei il calcio o la gamba che lo sferra o gli occhi che guardano o le orecchie che sentono senza agire? Chi sei? Magari nulla di tutto questo e il barattolo è anch'esso il nulla e non esiste alcuna delle cose pensate. Forse hai solo sonno e voglia di tornare a casa.

Soundtrack: Manu Chao - Radio Bemba Sound System

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