Monday, April 13, 2015

La dignità e il castello interiore

Tilda Swinton photographer Fabio Lovino
Una sera mi hai domandato in modo provocatorio "perché uno di noi non ruba?" Mi sono alquanto stupito perché si era a cena e si stava parlando di spettacoli e musica. Le tue parole erano giunte improvvise e inattese. Ti ho guardato negli occhi e poi ho abbassato i miei, rispondendo con una domanda "a cosa fai riferimento?"

"A nulla, solo che mi domandavo se sia più forte il timore della punizione o il sentire la propria dignità di uomo offesa a trattenerci dal compiere qualcosa di illegale, ad esempio il rubare ... e cercavo un aiuto." Era interessante il tuo quesito perché mi faceva andare indietro negli anni quando eravamo stati un vacanza in Giappone e ci eravamo stupidi per la sensazione di totale sicurezza senza avere mai visto in giro la Polizia.
Edgar Maxence - Jeune Femme (1871-1954)
Ti ricordai questo mentre versavo del vino nel tuo bicchiere e aggiunsi che in Giappone "ci avevano spiegato come il rubare venisse considerato un vero e proprio disonore per essere arrivati a tale punto di miseria da dovere portare via qualcosa ad un altro."

Il pensiero era un po' contorto perché mi sarebbe sembrato meglio associare il concetto della propria dignità a quello del rispetto verso gli altri per spiegare il tutto ma poi, anni dopo, avrei incontrato il concetto del castello interiore di Santa Teresa d'Avila.
Edward Cucuel
Noi siamo come un castello composto di molte stanze, ciascuna con precise funzioni. In queste stanze ospitiamo noi stessi e nella più interna, il dialogo tra la nostra anima e il Signore. Quindi, con un contenuto così importante e nella considerazione che noi siamo statri creati ad immagine e somiglianza del Signore, ecco che diventa impossibile macchiare noi stessi degli insulti che derivano dal peccato.

Ti vedevo scettica e giustificavo il fatto con la tua perplessità di fondo nei confronti della religione e delle sue manifestazioni terrene ma ho preferito, come sempre, ascoltare la tua bella mente. Mi dicevi che "l'uomo non può prescindere dalla propria essenza all'interno di una società e come tale dall'obbligo di adottare comportamenti di rispetto verso sè e verso gli altri e che proprio da questo sentire la responsabilità per l'altro poteva derivare il senso del proprio ruolo e del proprio impegno nella società."
Mya Farrow
"Ma allora, chi delinque contro il prossimo ed anche contro la materia comune, che è un essere meno immediato ma che deriva dalla comunità ed ha quindi mille e mille facce, è giustamente una persona che non rispetta sè e quindi gli altri?" mi veniva spontanea la domanda. "Se non ti rispetti come puoi rispettare gli altri?" erano esattamente i concetti del Giappone e del Castello interiore.

Quindi avevano ragione loro. Il tutto parte da te e si estende agli altri. Mi hai risposto "Vedi, la dignità deriva dal fatto che metti in ogni tuo gesto tutto te stesso, anche quando gli altri non ti possono vedere. Anche nascosto, non puoi sfuggire a te stesso!" La tua ultima frase era determinante.
Pink chiffon hat by Pierre Cardin 1962
"Si, hai decisamente ragione. Solo se il tuo primo giudice sei tu stesso potrai correggere ogni minimo tuo gesto per donargli quel livello di dignità che deriva dalla stima che tu hai verso di te!" Era il bellissomo concetto che mi avevi fatto venire in mente. "Grazie, come sempre sai fare uscire i pensieri migliori. Grazie" non potevo dire più altro.

E, in effetti, se diamo il marchio di noi stessi ad ogni minima espressione di noi, ecco che assicuriamo al nostro vivere quello stile che riteniamo distintivo nostro e che ci piace mostrare. "Scusa, ma allora chi si comporta male è perché in primis non si stima?" sembrava questa la considerazione successiva e dovevo avere colpito nel segno perché avevi interrotto di bere dal tuo bicchiere.
Groupies
Il concetto scivolava verso un qualcosa di molto più attuale, quello dei suicidi. Se non hai nulla da perdere sei aperto a qualsiasi cosa. "Se non ti stimi degno di valore non puoi agire per dimostrarlo. Se pensi di non valere nulla anche ogni tuo gesto sarà un qualcosa a cui non attribuirai alcun valore, salvo, all'estremo, essere indottrinati ed illusi di riscatto." Ma, non solo, se hai una tale poca stima di te stesso allora non ti importerà un giudizio negativo da altri ... tanto ...

"Quindi, non rubiamo perché riteniamo che l'atto del rubare sia indegno per una persona con il nostro valore e la nostra dignità. E questo vale anche se nessuno si accorge del nostro atto criminoso perché, anche nel buio più profondo noi ci vediamo e ci giudichiamo perfettamente!"

Twiggy photographed by Carmen Schiavone for Elle
La tua risata, a questo punto, mi riportava con i pensieri al mondo reale "allora mio caro amico, convieni che l'anarchia è la migliore delle società perchè fonda la propria essenza nella dignità di ciascuno di noi e nel valore che ci attribuiamo. E conseguentemente nel rispetto verso l'altro. Viva l'anarchia, dunque!"

Anche questa era provocazione pura. "Sai bene cosa penso degli anarchici e di quanto ami Carlo Cafiero", risposi subito, "il fatto è che se ci si stima troppo si corre il rischio di irrigidirsi e di diventare intransigenti! ... E l'intransigenza è nemica del rispetto altrui. Quindi, la soluzione è, come sempre, l'umiltà!"
Catherine Deneuve
E in questo, Santa Teresa d'Avila aveva meravigliosamente ragione ... ma tu non avevi voglia di sentirne parlare e mi interruppi. Il sole era all'orizzonte e l'aria che soffiava dal mare faceva pensare solo a oziose riflessioni e quindi, stop.

Monk at a monastery in Bhutan by Feije Riemersma འབྲུག་ཡུལ་
Soundtrack:  Buckethead - Population Override

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