Tuesday, March 24, 2015

La percezione dell'inadeguatezza e il genio

Ly Lou - Out Comes The Night
"E' molto probabile che a un certo punto, all'inizio della carriera, tuo zio abbia perduto le capacità intellettuali o la forza di volontà (o forse le due cose insieme) per fare matematica. Purtroppo è abbastanza comune in chi raggiunge presto la maturità. Esaurirsi e crollare è il destino di tanti geni precoci ..."
Apostolos Doxiadis - Zio Petros e la Congettura di Goldbach

E' un pensiero che mi ha sempre accompagnato.
Quando siamo geni? Quando non ci sentiamo geni?
Chi ha la percezione di questo e chi non.
Dove risiede l'inebriante percezione della capacità illimitata?
E, quando si realizza quella dei propri limiti?
Michael Taylor - "Girl with lilac" - 1979
Penso che ciascuno ambisca a sentirsi in un certo qualmodo diverso dagli altri.
Diverso per la percezione di qualità peculiari e, non foss'altro se non per questo, distinguenti.
E non è forse per il sentimento di diversità che ci si sente migliori?
Diverso dalla massa e quindi originale e pertanto migliore ...
D'altra perte, il meglio che deriva da questo pensiero può essere ambivalente.

Diverso in meglio, o in senso costruttivo,
oppure diverso in senso negativo in quanto distruttivo.
Pur sempre "diverso" e questo è ciò che conta.
"Nel bene o nel male, non importa, purchè mi possa distinguere"
E' dunque così?
Pamela De Barres - Groupie
Ma arriva un momento in cui l'inebriante dissetarsi alla coppa della diversità,
subisce un arresto, un rallentamento, una percezione devastante: il limite.
Il proprio limite. Quello che ci fa vedere che ci fermiamo lì.
Lì, dove altri vanno avanti, proseguono, ci superano.
Noi non riusciamo a progredire nello stesso folgorante modo di prima.

Il genio è finito?
Questo può accadere, presto o tardi.
E il fatto che si percepisca o meno può non dipendere da noi.
Gli idioti che vivono dei propri pochi pensieri possono non avvertire questo.
I più sensibili, possono avvertire - ad un certo punto - l'inadeguatezza.

Cosa fare?
Wassily Kandinsky
Se sei imbecille, purtroppo il destino dipende dalle contingenze.
E queste possono seguire le logiche delle convenienze e delle connivenze.
E basterà la fortuna, la spregiudicatezza, la scaltrezza e l'immoralità a salvare.
Oppure a fare crollare.
Il genio non conta.

Se sei un genio sensibile, allora sarà necessario sviluppare l'umiltà
e scoprire che questa moltiplica l'intelligenza e allontana i limiti.
A volte suggerendo le alleanze costruttive e la condivisione dei meriti,
a volte facendo sorridere e sgretolando lo stress del sentirsi non all'altezza,
e concedendo quindi quel minimo di riposo che serve a recuperare forze e genialità.
Gino Rossi  - La fanciulla del fiore - 1909
Ridere fa bene al genio perché va oltre le consuetudini
e fa vedere le cose secondo luci e ottiche diverse dal consueto.
E il genio è la capacità di vedere strade nuove e
si unisce al coraggio o alla caparbia o all'incoscenza di percorrerle.
E il genio deve sapere riconoscere la propria stanchezza e il bisogno di riposo.

Forse questo si chiama genio e saggezza.
E ciò significa che il genio, che è spesso associato alla giovinezza,
si unisce così alla saggezza che deriva dall'esperienza di vita,
celebrando così una sorta di unione tra giovinezza e senilità.
E questo può avvenire sia nello stesso individuo che in individui diversi che si uniscono.

Bessie Davision -La Robe Jaune - 1931
Come in quella frase di Papa Francesco sulla necessità che le diverse generazioni
parlino, dialoghino e si aiutino tra di loro ...

Soundtrack: LOUD live @ Boom Festival 2014

No comments:

Post a Comment