Monday, March 2, 2015

L'identità occidentale nasce dal blasfemo?

Qual'è il diritto alla satira? Si spinge fino a dove?
E la libertà di espressione? Democrazia e laicità.

Gari Melchers (1860-1932) - In church
Paolo Flores D'Arcais dice che la blasfemia non esiste dal momento che chi fa della satira blasfema non crede in Dio e quindi non può essere blasfemo nei confronti di un qualconsa che ritiene inesistente. L'oggetto della blasfemia non esiste quindi per lui. Può essere di conseguenza considerato blasfemo solo da chi crede in Dio e si sente offeso.

Papa Francesco dice "Non si può provocare, non si può insultare, non si può prendere in giro la fede degli altri". Viene controribattuto che questo argomento sta diventando "egemonico" nelle democrazie.
Monica Leonardo - Donna Sola
E allora, la riflessione consiste nel pensare che la libertà di ciascuno finisce dove comincia quella di un altro e che, di conseguenza, non può essere consentita la libertà di offendere ciò che per qualcuno è sacro. Ma anche, che non ha senso mischiare il sacro con il profano. In fondo, politica e credo religioso fanno riferimento a due poteri, quello temporale e quello spirituale.

Laddove l'uomo ha cercato di unire i due nella stessa realtà dominante ha purtroppo sempre sbagliato. I millenni ci hanno sempre dimostrato l'errore di un atteggiamento simile. Dividere l'immanente dal trascendente è la logica. L'unione dei due deve avvenire nel singolo, non può essere imposta a tutti come diktat.
Henri Evenepoel - Charles in a Striped Jersey - ca. 1898
Posso imporre una legge ma non posso imporre un sentimento e tantomeno un sentimento spirituale. La prima è un fatto concreto di rispetto per cioò che non è il sè (per ciascuno, gli altri o ci sono o non ci sono). Questa logica fa parte di un'educazione. In questo senso complessivo, mi sento tra coloro che Paolo Flores D'Arcais definisce "superstiziosi". Superstizioni e non viceversa credenti, perché - secondo lui - non si può credere nel nulla.

Mi sento come se il mio credo derivasse da un'intrinseca debolezza. Cerco Dio perché mi possa essere di conforto in quanto non credo nelle mie capacità. Ma non è così. E' una sorta di rigore di vita il trascendere il materialismo dedicando pensieri ed azioni a qualcosa che non ha nulla di "fisico" e utilitaristico.
Jan Mankes - "Ganzenliesje" - 1911
Quanto al congiungere stato e religione, questa è una debolezza. Un errore intrinseco nell'uomo. Analogamente il settarismo, il credersi depositari del giusto e della verità a cui fa rapidamente seguito "la persecuzione dell'empio". E allora, la democrazia può implicare necessariamente l'empietà? No, direi. E' bene uno stato laico in una società pervasa di spiritualità. E' l'essenza della democrazia. Dell'umanità

E quindi lo è - per logica - il rispetto. Anche per me "non si deve prendere in giro la Fede degli altri" ma è altrettanto vero che si può criticare la Fede quando venga fraintesa o strumentalizzata. Non si critica di fatto la Fede ma l'uomo che la interpreta. E, analogamente, la Fede non deve essere elemento di riscatto personale contro gli altri. La Fede è elemento costruttivo e non distruttivo. Elemento di amore, non di odio. Di coesione e non di separazione.
Loulou - Pabst - Pandora's Box
In fondo, la spiritualità è trasversale all'idioma, alle tradizioni, alle latitudini e alla cultura. Ha elementi comuni in ogni sua forma ed espressione. Tutti, insieme, uniti nel proprio credo comune che è il destino trascendente dell'uomo.

Soundtrack: The Incredible String Band - Talking Of The End (1971)

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