Saturday, March 21, 2015

Nostalgia, quando?

I Wayan Paramartha - NOSTALGIA, HOW'RE YOU LE MAYEUR - 2014
Stamane, dopo un turno di notte, tu mi hai detto che vivevi male la differenza generazionale con i tuoi colleghi, più giovani, per il tuo modo di vedere e sentire la professionalitaà. E mi dicevi anche che sentivi il loro distacco di pensiero e di concezione del lavoro e della vita e che questo ti dispiaceva. Concludevi che avvertivi la distanza tra un modo di vedere la vita che era proprio della tua età e quello dei "giovani" e che rimpiangevi determinati aspetti comportamentali e professionalmente rigorosi, che oltretutto sentivi profondamente etici.

Allora, mi sono messo a sorridere rispondendoti che, quindi, si poteva dire che ti sentivi "diverso dai giovani" e che quindi percepivi che stavi invecchiando o che lo eri diventato. Ho rinforzato il concetto sottolineando che "questi erano per me discorsi da anziani e che bisognerebbe invece sorridere del tutto e cercare di coinvolgere e coinvolgersi per imparare e fare imparare". "Anche noi siamo stati come loro, criticati dai colleghi più anziani ..."

Lu Cong - The Girl Who Finds You Here
Abbiamo fatto colazione insieme e poi ci siamo separati. Ma il pensiero sull'età e sulle distanze generazionali è rimasto. Ho considerato che, in fondo, di principio, avessi ragione tu. Il tempo è trascorso e noi facciamo parte della generazione precedente (se non addirittura di due generazioni passate) e quindi, è logico che i "giovani" ci considerino diversi da loro e che ci si possa sentire talvolta "sopportati" ma non certo coinvolti in modo paritario.

Sembra di percepire che "i problemi di una generazione non possano essere condivisi da quelle precedenti". Ma noi eravamo così e loro sono così e lo saranno i loro figli, ecc, ecc, ecc. Il mondo è sempre stato così e allora, ridiamoci sopra.

Mo Nong - Sexy Chinese Woman
Mi è venuto in mente, ora, che nelle prime ore del mattino ho parlato con un signore appartenente alla precedente generazione e che mi è venuto spontaneo pronunciare per lui qualche parola, semplicemente, in dialetto. Lui aveva apprezzato molto la cosa, esternando il piacere di sentire un modo di parlare ormai rare perchè appartenente al passato.

E allora, mi sono sforzato di proseguire, sicuramente sbagliando termini e accenti perché non so parlare in dialetto se non per semplici frasi e concetti. E gli ho chiesto dove fosse nato, scherzando sul modo di indicare le persone nate in periferia rispetto a quelli nati in centro città. Allora, mi ha chiesto dove abitassi e ho dovuto confessargli di avere abbandonato questa mia città e che mia mamma, saputolo, aveva detto che avevo abbandonato la mia città, dove ero nato.

Xue-Mo - Mongolia
Ma io non la consideravo già più la mia città perché non la riconoscevo. Troppo cambiata in ogni aspetto da non riconoscerla e da non riconoscermi più, neppure io. E allora, è venuta fuori una sorta di visione nostalgica riferita ad un passato che sembra ora quasi idilliaco tanto appare bello. Eppure, non era certo così, allora. Ma, tant'é che spesso succede che si rimpianga il passato di fronte al presente che non si ama. O nel quale non ci si riconosce più.

Ecco, la nostalgia. Viene fuori nei momenti di debolezza, di stanchezza ed è espressione della nostra incapacità di accettare il presente, modificando noi stessi. Ma l'uomo sa modificarsi quando è già diventato anziano? Sa essere plastico mentre è già diventato rigido? Forse lo deve, anche se oggi, che il cambio generazionale avviene molto prima che un tempo, questo implica di dovere cambiare più volte nel corso della propria esistenza.


Ma, suvvia, proviamoci almeno! Con gioia.

Soundtrack: Loituma - "Ievan Polkka" (Eva's Polka)

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