Sunday, May 3, 2015

Merry Pranksters

"I Merry Pranksters! Adoro questa situazione" mi disse la tua voce soffiando il fumo della sigaretta verso l'alto. "E' come se sentissi un'infinità di sensazioni epidermiche, olfattive, sonore e tattili e gustative. Tutte insieme e che corrono nella stessa situazione. Si uniscono ad orizzonti comuni che si intrecciano con la memoria."

Parlavi del movimento di transizione tra la Beat Generation e gli Hyppies. Mi piaceva osservare i tuoi occhi sognare, guardando un orizzonte che solo per puro caso poteva coindividersi col mio.

In realtà, il mio si fermava all'oggetto in fondo, all'orizzonte (una casa, un albero, che so ...) mentre il tuo lo trapassava per proiettarsi verso la visione del tuo spirito. "Forse, quello che percepisci come un tutt'uno è il sogno di libertà che desideri e al quale avresti voluto partecipare. Condividere, almeno intellettualmente. Non so se avresti sopportato la dura realtà di gente sporca, magari volgare e con gli stessi difetti dei mediocri, ancorché ammantati di estasi psichedelica o libertaria. Non lo so."

Mi hai guardato mentre aspiravi una boccata di fumo e il tuo sguardo mi chiedeva "Perché dici questo? Vuoi ferire il mio sogno?" Ti ho subito risposto che non era un atteggiamento aggressivo il mio ma banalmente realistico e sottolineavo il termine 'banale' perché volevo scendere da un qualsiasi piedistallo e farti intendere che non mi ergevo a giudice.

Ken Kesey & Neal Cassidy
"E' la paura del sogno che mi spinge a dire questo. Vedi, mi ricordo una notte, nell'entroterra ligure. Avevamo, io e due miei amici e compagni di liceo, 17 o 18 anni. Uno aveva una macchina e ci eravamo stipati per raggiungere altri ragazzi per una festa in una casa di un'altra persona che non conoscevamo. Nulla sapevamo di più se non che era una festa strana. E per questo, affascinante, aggiungo!"

"Quando siamo arrivati abbiamo trovato un'atmosfera molto particolare. Sballati, fumati, intrippati. Pochi erano presenti con la testa. Fumo, luci minime che non lasciavano vedere altro se non ombre di colori e intuizioni di volti ed espressioni. Su tutto dominavano gli occhi socchiusi e le espressioni stordite. Musica psichedelica, folk, etnica, confusa anch'essa. E puzza di fumo, di hashish, di strani odori dolci, incenso, patchouli. Poi, il gruppo dei duri. Altro che sballati. Di sopra, girava voce, c'erano loro. Quelli che si 'bucavano' mentre sotto stavano quelli che fumavano e prendevano gli acidi."

"Gli acidi, ecco. Pastigliette irregolari, losanghe rosa, bianche, colore panna. Ne vuoi? Ce ne sono per tutti." Noi eravamo veramente dei pischelli. Più intimoriti, impauriti che altro. Si diceva, si parlava ma poi, alla resa dei conti, non si faceva nulla. Presi il coraggio a quattro mani e salii le scale. 'Caspita' di sopra gira l'eroina! Voglio proprio vedere. L'idea del 'viaggio' del 'trip' dell'esperienza verso i confini dell'universo dei Tangerine Dream, degli Ash Ra Temple, dei Kosmic Jokers. E poi, gli Aktuala, suoni di bongo, chitarre, sitar."

Salgo sul pianerottolo di questa casa rustica dell'entroterra di Chiavari e intravedo all'interno delle stanze, lo sfacelo. Gente ammassata su improbabili materassi stesi a terra. Candele su candele e gente che passava un cucchiaino sulla fiamma per prepararsi al 'buco'. Silenzio interrotto da un biascicare parole confuse e incomprensibili. Odori di una bassa umanità e su tutto odore di urina. Il bagno era ridotto uno sfacelo. Schizzi di sangue vecchio sulle piastrelle e sporco su sporco. Un tappeto di siringhe da insulina e di fiale di fisiologica frantumate per terra
"Ma dov'era questo 'confine del cosmo' a cui faceva riferimento Claudio Rocchi nel suo 'Volo magico'? Qui c'era solo sporco, puzza e sfacelo umano. Dov'era lo spirito creativo? Qui vedevo solo un abbandono senza speranza!" Me ne scesi via, dopo avere osservato bene bene in giro. Se mai avessi avuto anche un lontano desiderio di 'provare', quelle visioni me lo avevano cancellato del tutto!"

"Scesi al piano terreno e dissi agli amici con i quali ero venuto che volevo andare via. Loro avevano 'socializzato' e sfumacchiavano qualche spinello. Che rompiscatole sei! Qui c'è roba buona, aspetta ...  In loro non si era rotto alcun sogno. Loro sfumacchiavano beati del 'fumo' che, oltretutto era gratis. Io ero il rompiscatole che voleva andare via disgustato. In realtà ero ferito a morte. Ma come? Il viaggio psichedelico verso la libertà creativa e la percezione totale consisteva nello stare ammucchiati per terra nello sporco e nella puzza di urina, guardando inebetiti il nulla?"

Merry The Hermit - October1966
"Per questo, mia cara, ti dico che anche adesso adoro leggere dei Merry Pranksters, della Beat Generation, dei White Nigros, degli Hyppies e di Nel Cassady, di Ken Kesey. Anche adesso sento che Jimi Hendrix e Janis Joplin e il Fillmore di San Francisco sono vivi più che mai dentro di me. Ma sono cose che accarezzo come si accarezza un sogno impossibile in tutti i sensi. Un sogno che è finito e che non si vuole dimenticare e fare morire nell'oblio. Ma anche un sogno che non è mai stato realtà ma solo desiderio, perché è impossibile."

"Forse è stato impossibile fin dall'inizio. Frutto di una premessa incantevole che è marcita nella sua messa in pratica. Ucciso da banali e mediocre persone che fanno parte comunemente del genere umano e che permeano il bello e il brutto degli aneliti libertari dell'uomo."

Ti ho preso le dita tra le mani e le ho strette. Volevo farti percepire l'intensità del mio 'sentire' quello che ti avevo detto e che ti stavo dicendo. "Nessuno di loro è morto dentro di me. Sono vivi e li conservo per sempre e moriranno con me perché fanno parte del mio bellissimo sogno. Un sogno che è eterno forse proprio perché non ha mai trovato una reale rappresentazione. In me, prima di tutto e per paura che potesse infrangersi."

Mi hai guardato. Hai sorriso in modo divertito ed ironico e mi hai squillato "Allora, mi stai dicendo che si può non provare a vivere per paura di rischiare di morire?" In sintesi, potevi avere ragione. "E' possibile. Si può non realizzare un sogno per paura di infrangerlo." ... e le mie mani stringevano con disperata forza le tue dita.
Cadillac Ranch Foundation
Soundtrack: Janis Joplin - Try (Just A Little Bit Harder)

No comments:

Post a Comment