Thursday, October 29, 2015

Acqua cheta

Lu Cong
Cos'è la meraviglia? E' il trovarsi di fronte all'inatteso e questo può essere espressione di qualsiasi cosa. L'inatteso di fatto è la contrapposizione dell'atteso che esprime generalmente il comune. Cioè quello che costituisce il pensiero usuale, il credo quotidiano, l'immaginato collettivo.

Guardavo di fronte a me e vedevo l'inatteso allontanarsi dalla stanza in cui ero. L'inatteso era una persona che riuniva in sè quanto di più comune possa esserci nel pensiero collettivo. Una suora. Cos'incarna la suora se non una figura di attesa serenità, sicurezza, moderazione, umiltà e silenzio?
Certo, Gertrude era tutt'altro ma Gertrude è un peronaggio del passato, quando la vocazione era secondaria alle scelte di un rigore e di una legge familiare dove il primogenito aveva tutto e le figlie femmine diventavano suore o si sposavano a chi conveniva per la famiglia.
Jean-Fautrier Sarah (detail) - 1943
Di Gertrude, figura assai complessa ed affascinante avevamo già parlato diverso tempo fa. Ora si trattava di Antonietta. Di ben più umili natali, rispetto a Gertrude, quella di Antonietta era stata una vocazione sincera. Intrapresa una strada secolare fin da giovane, colma di ideali e di desideri di amore e generosità. Spontaneamente, individuale.

Inatteso è anche il fatto che abbia conosciuto ben due Madri Antonietta negli ultimi anni e che entrambe abbiano lasciato un segno nel mio cuore e nel mio spirito. Esempi di contraddizioni e di umanità di fronte all'impegno di una vocazione. Ora parliamo dell'ultima Antonietta.
Guido Reni - Beatrice Cenci
"Ciao, Antonietta, scusa se mi rivolgo a te in modo così franco e diretto. Sto parlando ad una persona qualsiasi, assumendo il fatto che una suora sia invece una persona speciale. Ma perché speciale? Perché ha scelto di vivere in modo diverso, unico e irripetibile rispetto alla stragrande maggioranza degli altri." Le ho parlato anche se la stanza era ormai vuota della sua presenza.

Ho rivisto la sua figura quando, poco prima, finito l'esame, indotta mi aveva parlato di sè. Le mie domande riformulavano l'occasione precedente delle sue risposte. In un dialogo ex-ante-ex-post si potrebbe dire. Un confronto in cui la domanda viene dopo la risposta e può essere quindi articolata in modo migliore, più preciso, per evidenziare meglio la frase evocata.
Harry Kent - Self portrait (Devian Art)
"Speciale hai detto? Speciale perché la mia vita è stata diversa. E' diversa. Obiettivi differenti rispetto ai luoghi comuni di desiderio di normalità. Ecco, potremmo dire che il desiderio era la genesi di qualcosa di speciale. Un giorno ti svegli e senti che il tuo destino è compiuto. Si è compiuta dentro di te una decisione che è una risposta ad una domanda molto diversa da quelle che siamo (siete) abituati a porre a se stessi. Una domanda esistenziale. Così precoce da stupirci perché non riusciamo a vederne l'origine ..." mi avevi detto o forse solamente mi avevi fatto intuire.

"Dicevo, ti svegli e sai che hai un destino. Diverso da qualsiasi altro destino che ti saresti immaginata. E ti domandi, perchè io? Perché io fra tutti. Perché proprio io? Ti senti un misto di gioia e di prigionia. Un sentimento strano che non riesci a capire ma sai che sei di fronte all'ineluttabilità del tuo orizzonte. Qualcuno sembra avere deciso per te ... e in modo definitivo. Il senso di decisione voluta da una scelta altrui ti pervade e lo accetti con gioia e con paure perché non sai, non puoi immaginare, fino a cosa ti porterà e che cosa sarà. Imprevedibile ma meraviglioso e con un poco di paura." stavi continuando mentre con gli occhi avevi guardato fuori dalla finestra.
Augustus John
"Vedi, Madre Antonietta, lo so perché anch'io un giorno mi sono svegliato così. Sentivo che qualcuno aveva scelto per me. Ti domandi perché proprio io? Cosa hai fatto per meritare questo? E lo accetti con gioia e, in effetti, con la paura di quando non sai cosa potrà succedere e se ci riuscirai!" ho replicato ai tuoi discorsi di prima.

"Ti senti indirizzata ad alti compiti e lasci che altri scelgano il tuo. Per me il destino scelto fu l'Africa! E ci vado! Ci sono andata. Ma rimango atterrita. Nulla della lingua che sentivo. Nulla degli sguardi che incontravo. Sapori, odori, suoni e contatti che mi atterrivano. Fuggivo dicendomi che non ce l'avrei fatta. Spaventosamente turbata e inadatta a tutto questo. La sensazione di un sacrificio troppo grande per potere essere affrontato e accettato."
American gothic - Models
"Ecco e così segui con abbandono. Con timore senza gioia e con meravigliata umiltà ma senza la grande fiducia che prima avevi. Ti auguri di mantenere questo sentimento di forza e determinazione, questa sensazione di amore, per sempre. Speri che la forza ti venga data da altro perché in te manca. Ma, le cose cambiano. Fuggi gridando che non ce la fai e torni a casa esausta. Gli altri capiscono il tuo fallimento e non te lo fanno pesare ma sei tu che ti giudichi. Torni a casa. Trovi la routine."

"La spettacolarità del sentimento rischia di diventare consuetudine. Ti abitui alla routine, al tran tran quotidiano e gli orizzonti si restringono. All'interno, tra sorelle, nascono anche i contrasti, le discussioni e l'isolamento se non ci si conforma." Non vedevo i tuoi occhi che guardavano al parco che era là fuori del nostro edificio.
Arcangela Paladini - Autoritratto
"Nasce così un senso di sfiducia, di inadeguatezza e la forza dello spirito si affievolisce ulteriormente. Quella forza che è fiducia e volontà scema via e ti senti sola, inutile. Sei vuota. Senti che forse hai sbagliato e che sei senza scopo. A cosa servi? E il peso della depressione diventa un macigno perché avverti di avere perso la fede in te come strumento del suo amore. Avverti che ogni gesto non è  risolutore e tantomeno utile. Ti guardi intorno e le lacrime scendono." Forse avevi pianto anche quando dicevi questo.

"Inizia una china che ti porta nel buio più buio. Le sorelle ti si fanno vicine ma non più di tanto e allora, vieni lasciata a casa. Per riposare, per riprenderti. Ma lì, la fede ti sembra ancora più lontana e urli di rabbia e di angoscia nel vedere dove è finita quella straordinaria chiamata a cui avevi risposto. Forse, un'altra persona aveva risposto perché tu ormai sei diversa. Cosa sei? Non lo sai più. E poi vengono i dottori."
Artemisia Gentileschi - Venere addormentata (dettaglio)
"Consulti su consulti. Diagnosi e soluzioni che non portano a nulla. E ti chiedi dove stai andando, anzi, dove ti stanno portando perché non decidi più nulla. Non senti più il Suo amore sopra di te, sei in balia degli altri e basta. Arriva la cura del sonno. Fleboclisi e sonniferi per giorni, settimane. E poi l'angoscia sembra sparire. Non rinasci di certo. Sei solo più calma. Guardi il mondo attraverso un filtro. Se anche non senti più, non te ne fai un problema." Mentre dicevi questo ti stavi rimettendo a posto il velo e gli occhi erano lucidi.

"Ora, cosa sei, dove sei e cosa fai?" dicevo nella stanza vuota di te. E mi avevi risposto prima, "Mi affido agli altri. Non sono più capace degli slanci di prima. Seguo la routine, tranquilla della mia scarsa utilità. Mi sembra di avere un compito ormai assolto e di essere vecchia al punto da meritare il riposo. L'oblio di chi non è più attivo." Sorridevi e smettevi di sorridere come chi piange ed è triste ma cerca di sorridere lo stesso. Il volto tradisce due sentimenti nello stesso tempo.
Sofonisba Anguissola - Le due sorelle e il fratello della famiglia Gaddi - 1555-60
"E' una vita utile la tua?" Le avevo risposto che se stiamo ancora in vita è perché qualcuno, lassù, forse ci sta affidando un compito che si espliciterà in un secondo tempo e che per questo non riusciamo ancora ad intravedere. Mi aveva sorriso di un sorriso buono ma con lo sguardo un po' vacuo, misto a lacrime. Non le ho chiesto più nulla ma ho riflettuto che non mi sarebbe venuto spontaneo pensare che sotto le vesti tranquille di una suora anziana vi fosse tutto questo travaglio di una vita.

L'acqua cheta è quella che noi pensiamo che sia ma, come sempre, i nostri sensi ci traggono in inganno. Fin dai pre-socratici cquesto si era reso evidente! Mi sono alzato dalla sedia e sono andato a chiudere la finestra che si era aperta sotto la forza di un vento settembrino. Un gatto mi aveva guardato da sotto una pianta. Lontano e sicuro.
Bernardino Mei - Ghismonda
Soundtrack: DakhaBrakha - Sho Z-Pod Duba

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