Thomas Saliot |
Saltellava in modo goffo e drammaticamente impedito sull'unica gamba. L'altra era un moncone sotto il ginocchio. Chiusa nel pantalone. I movimenti erano però svelti, come di chi è abituato a convivere da tempo con tale infermità. L'età? Non era anziano. Diciamo intorno ai quaranta. Lo sguardo sfuggente. L'attesa alla sua questua, decisamente scarsa. Consapevole di potere ottenere raramente qualcosa e che quel qualcosa era sempre molto scarso.
Be yourself - Ingrid Bergman |
Quell'uomo era nato sano. Non aveva magari avuto alcuna possibilità di studiare e di imparare una professione che non poggiasse sulla sua prestanza fisica. Braccia per afferrare e gambe per trasportare. Tolte le une o le altre, tutto il resto perdeva il proprio valore. E l'uomo scendeva da una condizione di lavoratore, degno della propria essenza di vita, a quella di mutilato, invalido, inutile.
Paul Ruiz |
Mi rendevo contro che quell'uomo forse non aveva avuto altra scelta se non quella di affidarsi, di vendersi, ad un mercante di uomini che lo aveva portato in Italia a mendicare. Un padrone al quale doveva giornalmente portare il dovuto. Pena, chissà cosa. Eppure, quell'uomo era nato sano. Aveva avuto la possibilità di desiderare e sperare in un futuro fatto di cose semplici e belle. Un amore, una famiglia, dei figli, una casa e una vecchiaia con i nipoti sulle ginocchia. Il caldo dei baci.
Joan Dumouchel ~ Rain Color |
Poi i soccorsi. Quali soccorsi? Poi il dolore e la febbre e la disperazione, l'incredulità e la paura delle domande sulla propria esistenza. La speranza di guarire e la delusione di rendersi conto della realtà. Una realtà fatta di un qualcosa che non può più toccare perché non esiste più. La mano che sfiora la coperta sotto la quale non c'è più nulla. Un nulla che fa male e dispera.
Loui Jover - Birds |
Rimane solo quello di vivere, anzi, di sopravvivere. Di non morire. Sfamarsi e coprirsi e magari soddisfare le pulsioni più primitive in un imbuto di degrado in cui la dignità si perde, sfila via. E di fronte alla fame e al freddo. All'umido e al gelo, ecco la sua resa alla mano che lo comanda di salire su un mezzo di trasporto. Camion, vagone, barca, chissà cosa. Per espatriare e finire lungo un viale, a Milano, a chiedere l'elemosina. Facendo leva sulla propria mutilazione, evocando la pietà. Non la dignità.
Andrea Kowch |
Sarebbe bastato che qualcuni gli avesse fatto capire che anche in fondo al pozzo si può guardare il cielo e tentare di raggiungerlo. Mi domando se ha mai considerato che a questo mondo, in questa vita, esistono persone che sono pronte ad aiutare, credendo nella dignità della persona. Che la Religione è una forza gigantesca che supera ogni ostacolo e fa vedere la luce. Che anche un profugo, un clandestino, mutilato e analfabeta e malato può essere accolto. Che anche per lui ci può essere un destino di fiducia nelle sue capacità residue e di utilità magari verso chi sta anche peggio.
Hu Jundi (胡钧涤) |
Soundtrack: C.S.I. - E ti vengo a cercare
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