Sculpture by Vietnamese students of disabled child victims of Agent Orange |
L'altro, con baffetti e una pipa in bocca, rispondeva accigliato "Si, è vero ma come puoi pretendere che il vero sia solo da una parte. Anche gli altri avevano la loro buona parte di responsabilità se non si dimostravano disponibili ad intavolare la pace! Come fai ad essere così manichéo?" Io non riuscivo a capire di cosa stessero parlando anche se, tendenzialmente mi sentivo di dare ragione ad entrambi.
Ecco che viene in aiuto del sottoscritto ma anche degli altri due, i contendenti, Veronica. In che senso, direte? Veronica è una mia vecchia amica. Una giornalista di lunga data che ha un passato di corrispondente di guerra nel medio oriente e che ha vissuto anche molti anni negli Stati Uniti, essendo di madreligua inglese con la mummy americana. Veronica ormai è felicemente in pensione ... dal punto di vista lavorativo ... ma collabora pressoché a tempo pieno ad un'associazione non governativa che opera in Sierra Leone. La sua unica figlia è a Siena e alleva i figli che ha sfornato. Felicemente casalinga. Il suo ex-marito è chissa mai dove ...
Veronica era reintrata in Italia da alcune settimane e avevo un appuntamento con lei perché avevo a disposizione un ecocardiografo che poteva interessarle e bastava solo organizzarsi per la spedizione in Africa. La stavo aspettando in quel localino lungo i navigli e stavo gustandomi un barolo chinato. Lei era entrata avvolta in fini abiti in cotone (africano, penso) di vari colori. Arancio, verde, oro e terra bruciata e nero. Stava benissimo e, con i corti capelli sale-pepe e la pelle abbronzata era in piena forma.
"Ciao, Alex ... oh, guarda chi si rivede, ciao Paolo ... ciao Stefano!" Caspita, mi sono detto, conosce anche quei due in piena discussione. Loro si alzano in segno di saluto e fanno un cenno di affetto e la invitano al loro tavolo. Lei risponde che è con me ed io, pronto, mi alzo e dico a loro che, se vogliono, possono accomodarsi con noi e fare un'unica tavolata. Accettano. Si alzano e si siedono con noi! Il gioco era fatto, avrei saputo tutto della discussione accesa!
Veronica fa da tramite. "Questo è Alex, un mio carissimo amico di lunga data e di lunghe battaglie politiche ... ha attraversato quasi tutto l'arco costituzionale ma ora è tornato a casa. Con noi!" Faccio quindi un sorriso di scherno e aggiungo che la maturità è essere capaci di ammettere gli errori e di fare le scelte in modo ponderato. "Beh, si ... ma intanto hai collaborato al ventennio di Mediaset!" Cavoli! Non me ne perdonava una, Veronica. "Questi sono invece Paolo, professore di fisica all'università e Stefano, economista e sociologo che fa un lavoro che non ho mai capito bene ... Stefano, cosa fai in fin dei conti?"
Lindon B Johnson & John F Kennedy |
"Io faccio il medico e il ... diciamo pubblicista nel senso che scrivo per gli altri oltre che per me. E tu, Paolo?" Ho risposto. "Io invece insegno all'università fisica della materia condensata, un termine che fa scena quando lo si tira fuori perché pochi ne sanno qualcosa e invece se ti dico nanotecnologie è come scendere più al livello di comprensione perché se ne sa già di più." Caspita, mi dico, in quale 'consesso' mi trovo ... questo ho pensato mentre li guardavo nei loro vestiti anonimi e nei loro aspetti totalmente 'comuni'.
Veronica sapeva gestire una conversazione e aveva preso spunto da quella parte di alterco che aveva sentito per chiedere di cosa stessero così focosamente parlando ... Ero felicissimo, avrei veramente saputo, anche perché non ero nella condizione di potere chiedere io qualche chiarimento in proposito.
Stefano, sulle difensiva, aveva preso la palla al balzo"Vedi, abbiamo letto, un po' per studiare inglese e un po' per diletto, un libro americano sugli anni seesanta. Di un certo David Farber. Si intitola "The age of great dreams". Lì abbiamo letto della guerra del VietNam e delle menzogne dette per decenni agli americani ed al mondo. La politica di Kennedy prima e quella di Johnson e Nixon dopo, con il risultato di centinaia di migliaia di morti e decenni e decenni di guerra e miliardi di dollari spesi."
Paolo, che ci teneva a prendere parola, aveva colto l'occasione di una tirata di pipa di Stefano per intervenire "Si, stavo dicendo che nessuna notizia che non fosse un dispaccio governativo usciva negli Stati Uniti e nel mondo e l'altra voce era quella veicolata dalla sinistra a favore del Fronte di Liberazione di Ho Chi Min. Una voce che voleva spiegare la realtà ma che nemmeno grazie alla forza dei movimenti pacifisti aveva avuto la possibilità di essere ascoltata."
Il cameriere, un amico mio e di Veronica, aveva portato da bere a lei. Un bicchiere di rhum con ghiaccio. Paolo stava invece sorseggiando un aperitivo colorato e con le foglie di menta mentre Stefano affondava i suoi baffetti in un tumbler basso con un aperitivo dal colore rosso aranciato con uno spicchio di arancia infilato sul bordo che brillava di un passaggio di zucchero. Mi ricordava il 'Milano-Torino' che si beveva al Bar Doria dei grandi tempi.
"Body count?" Mi era venuto fuori in modo del tutto spontaneo. "Cosa significa? Io conosco solo un gruppo rap di Los Angeles, degli anni novanta, che si chiama in questo modo. Aveva il bollino parental advisory 'Explicit lyrics' sul CD e una loro famosa canzone è stata Cop killer ... Non conosco altro!" Veronica era balzata sulla sedia e un goccio di aperitivo era caduto sul tavolino. "Santo cielo! Body count è stata una strategia mortale e indegna che gli Stati Uniti adottarono nella fase finale della guerra in Vietnam."
Un sorso di rhum e poi "Piuttosto che conquistare punti strategici, ad un certo punto, consci del fallimento del loro intervento, i governanti americani (presidente e consiglieri militari ecc ...) preferirono basare la percezione della loro prossima vittoria nella popolazione generale (americana, vietcong e estera) sul numero di vittime che il loro esercito era in grado di fare. E questo spiega i 7 milioni di tonnellate di bombe sganciate, contro i 2 usati nella seconda guerra mondiale, il napalm, l'agente orange, gli erbicidi e la distruzione dei villaggi e l'uccisione di bambini, ragazze, anziani senza validi motivi, ecc ..." A Veronica si erano imporporata le guance mentre diceva queste cose.
Io rimanevo allibito. Body count come sistema per impressionare il nemico e l'opinione pubblica e mostrare la propria forza per ottenere una porposta di negoziazione. I cani mostrano i denti e arruffao il pelo. Il pesce palla si gonfia e mostra gli aculei, Il gatto tira indietro le orecchie e soffia con la coda dritta e il cigno sibila come un serpente, con il becco aperto. L'uomo mostra i muscoli, le armi e fa strage di tutto per fare vedere di cosa è capace ... e se è capace di tanto, chissà cosa d'altro!
Vedevo le immagini del VietNam. Consideravo anche le vendette e le rappresaglie del governo del Nord sui ventamiti del Sud, dopo la vittoria, e si ripresentava la crudeltà dell'atto dell'ufficiale vietnamita del Sud che uccideva a sangue freddo un prigioniero, sparandogli in testa. Rivedevo quella smorfia di dolore e il fiotto di sangiue denso che usciva dalla tempia mentre il prigioniero cadeva a terra morto. Vedevo le fiammate del napalm e le persone ustionate che correvano e lo sguardo perso dei soldati americani che non capivano perché fossero là e cosa stessero facendo. Increduli, delusi, spaventati, arrabbiati, annoiati, sfiniti ma sopratutto senza un perché in cui credere.
E rivedevo le vignette di Feiffer su Linus che faceva la caricatura di Lindon B Johnson e rivivo i pensieri che mi facevo leggendole. Quanto capivo? Assai poco! Mi schieravo ovviamente contro la politica degli USA ma perché anche io mi facevo gestire il pensiero da altri. Altri che, forse, ne sapevano più di me. Uno schieramento più emotivo che dettato da profonda conoscenza. Ma è come oggi. Quanti sanno? E quanti si schierano. La spoporzione è evidente anche se oggi, grazie a internet, facebook, ecc ..., esiste una maggiore possibilità di accedere a fonti diverse e contrarie. Un maggiore pluralismo di informazione. Eppure regna l'opinionismo, il basare il proprio pensiero sull'impressione che si ha di un fenomeno. In modo più emotivo che razionale.
Cosa si sa oggi del 'body count' e quante decine di migliaia si celano sotto queste due semplici parole, eppure rese orribili? E chi ne sa il significato lessicale, si rende conto del peso che ha questo concetto? Si, perché la cosiddetta prova di forza esiste ancora adesso e, anzi, regna sovrana.
Soundtrack: Body count - Hey Joe
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