E' arrivato il 28 di dicembre 2013.
Il primo da solo.
Senza di Lei.
Orfano.
Si dice orfano solo di un bambino.
Non di un adulto.
E invece non è così.
Quando muore una mamma si è decisamente soli.
A qualsiasi età.
Una parte di noi, una parte importante, finisce
Non siamo più come prima.
Pensavamo di essere indipendenti, capaci di stare da soli.
Certo, lo siamo ancora, ma siamo più fragili.
Non si tratta di paura bensì di una molle debolezza.
Prima non capitava. Ora si.
In certi momenti si sente stringere il cuore e fa male la gola.
Si è pensato al nostro abbandono del ventre materno.
Questa volta è definitivo.
Soli di fronte al mondo.
Veramente soli.
Si una solitudine intima, non sociale.
Manca il dialogo.
Quel dialogo che era quotidiano.
Anche se non c'erano più le parole, il senso delle cose, e si limtava a frasi fatte ripetute.
E nonostante questo, sempre dialogo era.
Più che le parole e il loro senso, importava sentire la sua voce.
E' vero che le figure le possiamo rivedere.
Una foto, un disegno, una pittura.
Ma il suono della voce sfugge via.
Lo inseguiamo per poterlo risentire ma non ne siamo capaci.
Ricordiamo un viso, un'espressione ed anche un profumo.
Ma non siamo capaci di risentire la voce, il suono.
Le parole rimangono, si ricordano, si scrivono anche.
La voce sfugge via.
Bisognerebbe registrarla ma ci si dimentica.
Si vuole esorcizzare la morte.
pensare che non esista.
E Lei viene, viene, viene.
Quando meno te lo aspetti (o forse non vuoi aspettartela).
E si porta via tutto e soprattutto la dolcezza di un suono.
Quello della sua voce.
Ciao.
Soundtrack: I can't help falling in love - Klaus Nomi
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