Il non-sapere è il gigantesco equivoco che serve di base a tutte le nostre verità, il non-sapere è più antico e più potente di tutti gli dèi messi insieme."
Emil Cioran
Mi domando se il non sapere sia effettivamente la fonte del tutto e il motore del tutto. E di fatto, se il non sapere significa avere l'apertura verso ogni cosa, in effetti, questa considerazione ha valore. D'altra parte è anche vero che questa riflessione e conclusione è totalmente subordinata tanto al possessore del "non sapere" che al possessore del "sapere".
Infatti, considero che il "non sapente" possa essere totalmente aperto solo se di base è incline alla domanda, al pensare con curiosità. Infatti, la domanda e la curiosità muovono dal non sapere al sapere. Infatti, esiste anche una forma di "non sapere" che è immobile in se stesso e, anzi, è tetragono a porsi dubbi in quanto è colmo di certezze.
Matteo Pugliese - La promessa |
Ma è anche vero che esiste il "sapere" che evolve verso il domandarsi e non verso l'affermarsi. Ma, riprendendo il significato dato al "non sapere", cosa si intende per "reale"? E' solo il "non sapere" che prende per reale ciò che non è? Oppure è anche vero che esiste un "sapere" che fraintende il falso credendolo vero? Anche in questo, non è il "Sapere" o il "non sapere" che fa la differenza, bensì è l'uomo.
Madame X (detail) by John Singer Sargent (1856-1925) |
D'altra parte è smplicistico anche dire che abbia più forza che ha poche conoscenze, non fosse altro se non per il fatto che "poche conoscenze" non sono il "non sapere". Se quindi ci si concentra sul "non sapere", ancora una volta emerge il valore, il significato e il ruolo dell'uomo. Esiste chi cerca e quindi si pone il dubbio ed ha forza positiva a due direzioni (dare ed avere) ed esiste chi non cerca e che quindi o impone per difendere il proprio "non sapere", oppure si annulla nei confronti del "sapere" e di chi sa.
Sandspit - Andrew Wyeth 1953 |
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