Tuesday, September 30, 2014

Telemaco - Struggente nello sguardo, nel cuore e nella mente

Vassilij Kandinski
Atena disse, e lo toccò con la verga d’oro.

Un lindo mantello e una tunica gli pose prima sul corpo, ne elevò la statura e il vigore: il suo colorito di nuovo fu bruno, le guance si stesero, la barba diventò nero-azzurra sul mento. Dopo aver operato così andò via, e Odisseo entrò nella stalla.

Lo guardò con stupore suo figlio, impaurito volse altrove lo sguardo, che non fosse un dio, e rivoltosi a lui gli disse alate parole: «Mi sei apparso or ora diverso da prima, o straniero! hai altri vestiti, la tua pelle non è più la stessa. Certo sei qualche dio: essi hanno il vasto cielo. Sii propizio! ti offriremo sacrifici graditi e doni d’oro, ben lavorati: risparmiaci».

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Gli rispose allora il paziente chiaro Odisseo: «Non sono un dio: perché mi eguagli agli dei? Ma sono tuo padre, per il quale tu soffri gemendo tanti dolori, subendo gli insulti degli uomini». Dopo aver detto così, baciò il figlio e dalle guance versò pianto a terra: prima lo tratteneva sempre, costantemente.

Ma Telemaco – poiché non credeva che fosse suo padre – rispondendo gli disse di nuovo: «Non sei Odisseo, tu, mio padre, ma un demone mi sta incantando, perché pianga ancora di più, gemendo. Un uomo mortale non potrebbe mai fare questi prodigi con la sua mente, se un dio venendo lui stesso non lo facesse giovane o vecchio, facilmente volendolo. Poco fa eri un vecchio e vestivi poveramente; ora somigli agli dei, che hanno il vasto cielo».

Gustav Klimt
Rispondendo gli disse l’astuto Odisseo: «Telemaco, non è da te stupirti eccessivamente e meravigliarti che tuo padre sia a casa. Mai più ti verrà un altro Odisseo qui, ma sono io quello, che soffrendo sventure e molto vagando sono giunto al ventesimo anno nella terra dei padri. Ed è opera di Atena predatrice codesta: ella mi ha fatto così come vuole – lo può –, una volta somigliante a un pitocco e un’altra ad un uomo ancor giovane e che ha belle vesti sul corpo. È facile, per gli dei che hanno il vasto cielo, sia esaltare un uomo mortale sia umiliarlo».

Dopo aver detto così sedette, e Telemaco abbracciando il padre valoroso singhiozzava piangendo. Un desiderio di pianto era sorto in entrambi. Singhiozzavano acutamente, più fittamente di uccelli, di vulturi o di artigliati avvoltoi, ai quali i villani tolsero i piccoli prima che fossero alati.

Pavel Filonov
Così essi, sotto le ciglia, spargevano pianto straziante.

Una volta, la crescita verso la piena coscienza di sè e la maturità passavano attraverso l'uccisione della figura paterna. Oggi questa non esiste più. La crescita e la maturità vengono (o dovrebbero essere) percepite come un gioco di piacere. La conquista di noi stessi non esce più dal dolore ma dal piacere.
Larionov - akaziivesnoj
Soundtrack: Camille Saint-Saëns - Rondò capriccioso - Sergej Nakarjakov

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