Vassilij Kandinski |
Un lindo mantello e una tunica gli pose prima sul corpo, ne elevò la statura e il vigore: il suo colorito di nuovo fu bruno, le guance si stesero, la barba diventò nero-azzurra sul mento. Dopo aver operato così andò via, e Odisseo entrò nella stalla.
Lo guardò con stupore suo figlio, impaurito volse altrove lo sguardo, che non fosse un dio, e rivoltosi a lui gli disse alate parole: «Mi sei apparso or ora diverso da prima, o straniero! hai altri vestiti, la tua pelle non è più la stessa. Certo sei qualche dio: essi hanno il vasto cielo. Sii propizio! ti offriremo sacrifici graditi e doni d’oro, ben lavorati: risparmiaci».
Aleksandra Ekster - Città di notte |
Ma Telemaco – poiché non credeva che fosse suo padre – rispondendo gli disse di nuovo: «Non sei Odisseo, tu, mio padre, ma un demone mi sta incantando, perché pianga ancora di più, gemendo. Un uomo mortale non potrebbe mai fare questi prodigi con la sua mente, se un dio venendo lui stesso non lo facesse giovane o vecchio, facilmente volendolo. Poco fa eri un vecchio e vestivi poveramente; ora somigli agli dei, che hanno il vasto cielo».
Gustav Klimt |
Dopo aver detto così sedette, e Telemaco abbracciando il padre valoroso singhiozzava piangendo. Un desiderio di pianto era sorto in entrambi. Singhiozzavano acutamente, più fittamente di uccelli, di vulturi o di artigliati avvoltoi, ai quali i villani tolsero i piccoli prima che fossero alati.
Pavel Filonov |
Una volta, la crescita verso la piena coscienza di sè e la maturità passavano attraverso l'uccisione della figura paterna. Oggi questa non esiste più. La crescita e la maturità vengono (o dovrebbero essere) percepite come un gioco di piacere. La conquista di noi stessi non esce più dal dolore ma dal piacere.
Larionov - akaziivesnoj |
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