Hanna Arendt, ne parla nel suo testo: La banalità del Male. Eichmann a Gerusalemme.
"È... mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una d imensione demoniaca.
Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie.
È una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s'interessa al male viene frustrato, perché non c'è nulla.
Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale".
Hannah Arendt
La banale
malvagità di Eichmann, assassino nazista degli Ebrei, che ne ha fatto uno dei
peggiori carnefici della storia, è il frutto semplice e mostruoso della sua
"mancanza di immaginazione".
Le azioni compiute da Eichmann "erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso". "Non era stupido, era semplicemente senza idee... Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di idee possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell'uomo. Questa fu la lezione di Gerusalemme".
Per la Arendt,
è "questo agire in assenza di pensiero il fatto tragico dei nostri
tempi". È il pericolo estremo della irriflessività. "Il guaio del caso
Eichmann, era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non
erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente
normali".
Gaetano Vallini, L'Osservatore Romano, 2006
Soundtrack:Unbehagen - Nina Hagen
Soudtrack: Nina Hagen - Live Rockpalast
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