Tuesday, October 8, 2013

La banalità del male

Fa piacere trovare che le mie idee sulla responsabilità dei "piccoli uomini" anche per atti esecrabili immensi, come le persecuzioni razziali, le pulizie etniche, i massacri civili, le distruzioni di massa, sono state in precedeza espresse anche da altri. 

Hanna Arendt, ne parla nel suo testo: La banalità del Male. Eichmann a Gerusalemme.

"È... mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una d imensione demoniaca.

Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie.

È una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s'interessa al male viene frustrato, perché non c'è nulla.

Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale". 
Hannah Arendt

La banale malvagità di Eichmann, assassino nazista degli Ebrei, che ne ha fatto uno dei peggiori carnefici della storia, è il frutto semplice e mostruoso della sua "mancanza di immaginazione".


Una carenza che si traduce anche in assenza di quella dimensione peculiarmente umana, l'empatia, che fa sì che si ci possa immedesimare nell'altro al punto di essere partecipe delle sue emozioni, siano esse di gioia o di dolore.


Le azioni compiute da Eichmann "erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso". "Non era stupido, era semplicemente senza idee... Quella lontananza dalla realtà e quella mancanza di idee possono essere molto più pericolose di tutti gli istinti malvagi che forse sono innati nell'uomo. Questa fu la lezione di Gerusalemme". 

Per la Arendt, è "questo agire in assenza di pensiero il fatto tragico dei nostri tempi". È il pericolo estremo della  irriflessività. "Il guaio del caso Eichmann, era che uomini come lui ce n'erano tanti  e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali".

Gaetano Vallini, L'Osservatore Romano, 2006 


Soundtrack:Unbehagen - Nina Hagen
Soudtrack: Nina Hagen - Live Rockpalast

No comments:

Post a Comment